21 November, 2024
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«PD, Leu e 5Stelle confermano la loro inaffidabilità scagliandosi contro l’industria della difesa, comparto d’eccellenza del Made in Italy, mettendo in mezzo alla strada centinaia di lavoratori e rispettive famiglie in questo momento drammatico per il nostro paese ed esponendo lo Stato Italiano a cause risarcitorie. La Lega aveva chiesto al Governo nazionale un impegno a svolgere un ruolo attivo nella salvaguardia delle potenzialità produttive e dei livelli occupazionali della RWM Italia ed, in particolare, del suo impianto di Domusnovas nel Sulcis Iglesiente. Impegno completamente disatteso.»

Michele Ennas, consigliere regionale della Lega, interviene così sulla decisione del Governo di revocare le licenze delle esportazioni alla RWM di Domusnovas.

«In questi mesi si è registrato, infatti,  un totale disinteresse dell’esecutivo nazionale che evidentemente non si rende conto dei gravissimi danni economici e occupazionali derivanti dalle sue decisioni. Un Governo che toglie il lavoro al posto di darlo ed è preda delle ideologie più estremiste e contrarie alla libertà di impresa. Come Legaha concluso Michele Ennas – sia a livello regionale che a livello nazionale continueremo ad essere al fianco dei lavoratori e delle loro famiglie e chiederemo al governo nazionale di assumersi le proprie responsabilità mettendo in campo tutte le iniziative possibili a tutela dei posti di lavoro.»

Il Palalottici di Parma sabato e domenica ha ospitato i Campionati Italiani di atletica leggera indoor open. Lo svolgimento della manifestazione (la seconda indoor), organizzata dall’AICS, è rimasto in bilico fino all’ultimo a causa dei continui rinvii per l’emergenza Covid-19. Questa situazione ha creato notevoli problemi a tante società ma, soprattutto, alla Sulcis Atletica di Carbonia, sodalizio che è sempre stato presente alle competizioni nazionali, tra le quali anche quelle organizzate dall’AICS, con un gruppo nutrito di atleti, sempre capaci di ben figurare in un parterre che vede gareggiare i migliori talenti nazionali.

La pandemia ha decimato il gruppo di partecipanti che doveva essere costituito in partenza da 15 atleti e 4 tecnici e che, a causa del timore da parte delle famiglie, si è ridotto a 6: 4 atleti (le gemelle Giorgia e Rebecca Usai, Laura Cancedda e Giovanni Gianeri) e 2 tecnici (Antonello Murgia e Milena Scotto). Il risultato anche a ranghi ridotti, come sempre, è stato ottimo anche se un pizzico di amarezza lo si è avuto sulle prestazioni personali. 

Sabato, nella gara Master di salto in lungo: Giovanni Gianeri ha bissato il titolo conquistato un anno fa nella manifestazione outdoor, vincendo l’oro. A seguire secondo bis anche per Laura Cancedda che si è ripetuta ad un anno di distanza, vincendo anche lei l’oro nel salto in lungo Master e, non paga, nel pomeriggio ha bissato anche il titolo nel getto del peso Master. 

Chiuso il discorso Master per la Sulcis, nella categoria cadette si è iniziato con la gara di Giorgia e Rebecca Usai nei 50 metri di velocità. Giorgia si è inchinata solo alla perugina Binaglia. Al 10° posto Rebecca Usai su 25 atlete iscritte. 

Nel salto in lungo, Giorgia Usai, debilitata e disturbata da un problema personale, non è riuscita ad esprimersi sui suoi livelli e ha chiuso seconda, lontana dal suo personale, come anche la vincitrice. Domenica 31, Rebecca Usai nei 300 metri ha cercato di tenere il ritmo forsennato della vincitrice ma ha ceduto nel finale. Purtroppo, l’enorme sforzo prodotto in questa gara l’ha condizionata nella successiva prova dei 50 ad ostacoli, nella quale ha sfogato la delusione della prova nel lungo, imponendosi con merito.

Il bilancio della spedizione tricolore della Sulcis è, dunque, di 4 ori 2 argenti, sicuramente positivo, al di là di qualche rimpianto per le gare in cui si sarebbe potuto fare ancora meglio.

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«La scelta politica sull’attività della RWM, fortemente discriminatoria e strumentale verso questa società e verso la Sardegna, rischia di vedere pesantemente compromessa un’altra importante attività industriale, con effetti gravissimi sul piano economico ed occupazionale. Con RWM Italia, che ha sempre operato nell’assoluto rispetto delle normative vigenti e degli impegni assunti ed autorizzati dal Governo, occupata in nuovi rilevanti investimenti nel territorio e ad assicurare lavoro diretto ed indotto ad alta qualificazione e specializzazione, viene pregiudicata nella nostra sola regione una industria del comparto difesa, da salvaguardare sul piano produttivo e comunque strategica su quello geopolitico nazionale ed europeo. Questo, in una parte del territorio sardo, il Sulcis Iglesiente, notoriamente sempre più povero di aziende ed affamato i posti di lavoro.»

E’ ferma la presa di posizione della Confindustria della Sardegna Meridionale sulla revoca delle licenze di esportazione decisa da Governo per lo stabilimento di Domusnovas.

«La Sardegna, che da decenni ha un insuperabile e poco invidiabile primato nel prestare territori e risorse per gli interessi nazionali della Difesa, viene qui ingiustamente sacrificata nel suo valore produttivo ed occupazionale senza che si sia riusciti a costruire in quasi due anni soluzioni compensative ben praticabili in riferimento, ad esempio, alle ingenti commesse attribuite nel settore dallo Statoaggiunge la Confindustria della Sardegna Meridionale -. Le provocatorie ipotesi di riconversione produttive risultano ridicole, in quanto impercorribili e velleitarie, per investimenti, competenze, tecnologie, attrezzature industriali e mercati totalmente alternativi e diversi rispetto agli attuali. Auspicare la riconversione equivale dunque a promuovere la chiusura dello stabilimento

«Rilevato come per gli armamenti destinati ad altri scenari internazionali altamente critici si siano utilizzati altri metri di valutazione e che si sia al contempo sottovalutato il miglioramento di una situazione specifica che non giustificherebbe l’inopinata revoca delle licenze di esportazione già rilasciate – conclude la Confindustria della Sardegna Meridionale .-, occorre ora un urgente e responsabile intervento politico ed istituzionale, dello Stato fortemente sollecitato dalla nostra Regione, affinché venga riequilibrato senso, effetto e parzialità della decisione assunta.»

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Sono 123 i nuovi casi di positività al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, 2.075 i test eseguiti. Salgono a 38.660 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. In totale sono stati eseguiti 582.290 tamponi. Il rapporto casi positivi-tamponi eseguiti segna per l’Isola un tasso di positività del 5,9%.

Si registrano 4 decessi (986 in tutto). Sono 439 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (-7 rispetto al dato di ieri), 39 (invariati) i pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 15.078. I guariti sono complessivamente 21.785 (+551), mentre le persone dichiarate guarite clinicamente nell’Isola sono attualmente 333.

Sul territorio, dei 38.660 casi positivi complessivamente accertati, 8.888 (+27) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 6.251 (+13) nel Sud Sardegna, 3.184 (+26) a Oristano, 7.750 (+43) a Nuoro, 12.587 (+14) a Sassari.

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Si è insediato, questa mattina in videoconferenza, il Comitato tecnico-scientifico incaricato di predisporre un documento con le osservazioni alla Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) per la realizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, che ha individuato quattordici siti in Sardegna.

«Grazie al coinvolgimento di esperti di grande professionalità ed esperienzaha ricordato il presidente della Regione, Christian Solinas la Sardegna fornirà argomentazioni di natura tecnica e scientifica per supportare e dare ulteriore forza alla posizione chiara e netta di contrarietà, già espressa dai Sardi e dalle Istituzioni regionali, all’ipotesi di realizzare nell’Isola il sito di stoccaggio delle scorie nucleari.»

Il Comitato, coordinato da Andreina Farris, direttore generale dell’Assessorato regionale della Difesa dell’ambiente, è composto da Massimo Cappai e Roberto Lonis (Arpas, Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna), Antonio Funedda e Biagio Saitta (Università di Cagliari), Vincenzo Pascucci e Michele Comenale Pinto (Università di Sassari), Giancarlo Carboni (Ordine dei Geologi), Riccardo Locci e Monica Stochino (Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Cagliari), Gabriella Gasperetti e Daniela Scudino (Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Sassari) e si potrà avvalere anche di eventuali collaborazione di altri assessorati regionali.

Dopo l’approvazione del regolamento del Comitato, è stato deciso di costituire alcuni sottogruppi di lavoro per approfondire specifiche materie: aspetti geologici; trasporti; insediamenti antropici; valenze ambientali.

Il prossimo appuntamento del Comitato è in programma lunedì 8 febbraio. 

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E’ festa grande per la Comunità Parrocchiale Vergine d’Itria di Portoscuso. Dopo circa 24 anni, fa ritorno la campana trafugata dalla torre campanaria della parrocchiale alla fine degli anni ’90. La campana successivamente fu collocata nel campanile della chiesa Parrocchiale di San Narciso in Serbariu, a Carbonia. L’interessamento e l’attenta ricerca da parte degli eredi offerenti ha portato a far sì che la campana tornasse al suo posto originale. Il ritrovamento è stato possibile anche grazie alle incisioni riportate sulla stessa: “Pietro e Annetta Neri per grazia ricevuta e in memoria di Giovanni XXIII – Portoscuso 8.IX.1963“ realizzata dalla fonderia Cappezzutto per conto della famiglia Neri. L’impegno degli eredi, del parroco don Giulio Demontis, del vescovo mons. Giovanni Paolo Zedda, l’ufficio arte sacra e beni culturali della diocesi di Iglesias, a seguito di accurate indagini, ha permesso il recupero del prezioso bene inventariato tra quelli in possesso della parrocchia Vergine d’Itria.
Il parroco don Giulio, ha assicurato che farà in modo affinché la campana venga riposizionata nella sua arcata campanaria in occasione della festa della nascita della Beata Vergine, 8 settembre, anniversario della fusione. Se non si dovesse riuscire per la data stabilita si presume che entro il prossimo autunno, la campana sarà ricollocata definitamente nella torre campanaria e riprenderà a suonare a Portoscuso, suono che da secoli suscita in tutti profondi sentimenti di appartenenza, tanto che quando le campane dei campanili suonano a distesa per annunciare una festa o un’importante celebrazione religiosa, il paese cambia aspetto perché il suono delle campane dà vita e crea un’unica ed indissolubile realtà con la storia della comunità ed i suoi abitanti.
Le campane accompagnano e scandiscono ogni momento della vita di ciascuno: nei sacramenti come il battesimo, le comunioni, le cresime, i matrimoni o le ordinazioni sacerdotali ed anche in altre occasioni come i riti delle esequie. Per ogni evento, dunque, sanno creare con estrema immediatezza quel clima che meglio si addice: dalle solenni distese ed allegrezze che accompagnano i momenti di gioia, ai rintocchi singoli e cadenzati che annunciano un lutto.
Le campane oggi, con il loro secolare e metodico rintoccare, continuano a chiamare, ad annunciare la festa, a rallegrare, ad accompagnare la vita in modo costante e discreto, e forse meno martellante dei mezzi di comunicazione più moderni, a volte un po’ troppo ampiamente diffusi.
Le campane sono il simbolo della fede e della vocazione religiosa dei popoli. In tutta la Sardegna l’uso delle campane è ancora molto radicato nella vita di tutte le comunità religiose e civili.

La campana è realizzata con i migliori materiali, bronzo, e sottoposta a fasi di lavorazione anche molto complesse.