19 November, 2024
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Nel corso della seduta di ieri, il Consiglio comunale di Iglesias, nell’ambito delle misure di sostegno alle attività produttive e di semplificazione burocratica, la approvato la proposta di istituzione del Canone Unico Patrimoniale, nel quale verranno riunite, in un’unica forma di prelievo, le entrate relative all’occupazione del suolo pubblico ed alla diffusione di messaggi pubblicitari.

Il Canone Unico andrà a sostituire imposte come la TOSAP e la COSAP, relative all’occupazione di spazi ed aree pubbliche, e la ICPDPA e la CIMP, relative alla pubblicità, alle pubbliche affissioni ed all’installazione di mezzi pubblicitari.

E’ stata deliberata, inoltre, una riduzione pari al 60%, dell’importo giornaliero per l’occupazione annuale del suolo pubblico da parte di attività commerciali.
«E’ una scelta politica condivisa ed approvata dalla Commissione Bilancio e Attività Produttive nella sua interezza, che vuole rappresentare un importante sostegno per i titolari di bar e ristoranti, tra le categorie maggiormente colpite dall’emergenza sanitaria in corso, che ha costretto alla sospensione delle attività di ristorazione», ha spiegato Nicola Concas, presidente della I Commissione consiliare.

«Per i titolari delle attività che per l’occupazione del suolo pubblico pagano importi pari o superiori ai 1.000 euro l’annoconclude Nicola Concassarà possibile inoltre avere una dilazione del pagamento in quattro rate, una maniera per venire incontro con un gesto concreto alle necessità del tessuto produttivo della nostra Città e permettere una pronta ripartenza una volta superate le restrizione dell’emergenza sanitaria.»

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La seconda ordinanza, la n° 6, firmata questa sera dal presidente della Regione, Christian Solinas, contenente “Ulteriori misure straordinarie urgenti di contrasto e prevenzione della diffusione epidemiologica da Covid-19 nel territorio regionale della Sardegna”.

Art. 1)

A bordo dei mezzi pubblici del trasporto pubblico locale, nelle modalità gomma, metro, ferro e marittimo, con esclusione del trasporto scolastico dedicato, è consentito un coefficiente di riempimento non superiore al 50 per cento dei posti totali – prevedendo una maggiore riduzione dei posti in piedi rispetto a quelli seduti – stabiliti dalle carte di circolazione o dai documenti corrispondenti e dalle eventuali autorizzazioni regionali.

Art. 2)

Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, in modo che almeno al 50 per cento e fino a un massimo del 75 per cento della popolazione studentesca delle predette istituzioni – per la prima settimana di vigenza della presente Ordinanza – sia garantita l’attività didattica in presenza, comunque in misura non superiore a quella consolidata alla data odierna. La restante parte della popolazione studentesca si avvale della didattica a distanza. Resta sempre garantita la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, secondo quanto previsto dal decreto del Ministro dell’Istruzione n. 89 del 7 agosto 2020, e dall’ordinanza del Ministro dell’Istruzione n. 134 del 9 ottobre 2020, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata. L’attività didattica ed educativa per i servizi educativi per l’infanzia, per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione continua a svolgersi integralmente in presenza. È obbligatorio l’uso di dispositivi di protezione delle vie respiratorie salvo che per i bambini di età inferiore ai sei anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso dei predetti dispositivi. Al fine di mantenere il distanziamento interpersonale, è da escludersi qualsiasi altra forma di aggregazione alternativa, fatta eccezione per tutte le attività mirate all’apprendimento, al recupero della socialità, comunque nel rispetto delle norme di sicurezza. Le riunioni degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche ed educative di ogni ordine e grado continuano a essere svolte solo con modalità a distanza. Il rinnovo degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche, qualora non completato, avviene secondo modalità a distanza nel rispetto dei principi di segretezza e libertà nella partecipazione alle elezioni. Gli enti gestori provvedono ad assicurare la pulizia degli ambienti e gli adempimenti amministrativi e contabili concernenti i servizi educativi per l’infanzia. L’ente proprietario dell’immobile può autorizzare, in raccordo con le istituzioni
scolastiche, l’ente gestore ad utilizzarne gli spazi per l’organizzazione e lo svolgimento di attività ludiche, ricreative ed educative, non scolastiche né formali, senza pregiudizio alcuno per le attività delle istituzioni scolastiche medesime. Le attività dovranno essere svolte con l’ausilio di personale qualificato, e con obbligo a carico dei gestori di adottare appositi protocolli di sicurezza conformi alle linee guida di cui all’allegato 8 al DPCM del 2 marzo 2021 e di procedere alle attività di pulizia ed igienizzazione necessarie. Alle medesime condizioni, possono essere utilizzati anche centri sportivi pubblici o privati.

Art. 3)

Le università, sentito il Comitato universitario regionale di riferimento, predispongono, in base all’andamento del quadro epidemiologico, piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari, da svolgersi a distanza o in presenza, che tengono conto delle esigenze formative e dell’evoluzione del quadro pandemico territoriale e delle corrispondenti esigenze di sicurezza sanitaria nel rispetto delle linee guida del Ministero dell’Università e della Ricerca, di cui all’allegato 18, nonché sulla base del protocollo per la gestione di casi confermati e sospetti di Covid-19, di cui all’allegato 22 del DPCM del 2 marzo 2021.
Le disposizioni di cui al presente comma si applicano, per quanto compatibili, anche alle Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, ferme restando le attività che devono necessariamente svolgersi in presenza, sentito il Comitato Universitario Regionale di riferimento che può acquisire il parere, per i Conservatori di Musica, del Comitato Territoriale di Coordinamento (CO.TE.CO.) e, per le Accademie e gli ISIA, della competente Conferenza dei Direttori. A beneficio degli studenti che non riescano a partecipare alle attività didattiche o curriculari delle università e delle istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, tali attività possono essere svolte, ove possibile, con modalità a distanza, individuate dalle medesime università e istituzioni, avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità e degli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento.

Art. 4)

Per tutto quanto non espressamente disciplinato dalla presente ordinanza, si fa espresso rinvio al DPCM 2 marzo 2021 e relativi allegati.

Art. 5)

Le disposizioni della presente ordinanza producono i loro effetti a far data dall’8 marzo 2021 fino al 15 marzo 2021, salvo proroga esplicita e salvo ulteriori diverse prescrizioni, anche di segno contrario, che dovessero rendersi necessarie in dipendenza dell’andamento della curva di diffusione del virus, che sarà costantemente monitorata dai competenti organi dell’amministrazione e delle aziende.

 

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Sono iniziate stamane, all’ospedale Sirai di Carbonia, le vaccinazioni degli over 85. L’accordo sottoscritto con l’ATS, ha consentito di mettere a disposizione dell’Unione dei Comuni del Sulcis, 12 Comuni per circa 60.000 abitanti, i primi…96 vaccini Pfizer. D’intesa con i medici di base, sono stati individuati gli over 85 da vaccinare nel corso di due giorni. Dalle 8.30 alle 12.30, le operazioni si sono svolte regolarmente, senza intoppi, esattamente come programmato. Mentre all’interno si effettuavano le vaccinazioni, all’esterno, davanti alla Hall del Sirai, erano presenti il presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis, Andrea Pisanu, sindaco di Giba, ed il sindaco ed i vicesindaco del comune di Portoscuso, Giorgio Alimonda ed Ignazio Atzori.

 

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Il presidente della Regione, Christian Solinas, ha firmato questa sera la nuova ordinanza, la n° 5 del 5 marzo 2021, contenente “Ulteriori misure straordinarie urgenti di contrasto e prevenzione della diffusione epidemiologica da Covid-19 nel territorio regionale della Sardegna”.

Art. 1)

Tutti i soggetti che intendono imbarcarsi su linee aeree o marittime dirette in Sardegna, sono tenuti a registrarsi prima dell’imbarco accedendo alla sezione “Nuovo Coronavirus” nella home page del sito istituzionale della Regione Sardegna (www.regione.sardegna.it) o mediante l’applicazione “Sardegna Sicura” scaricabile dagli app-store per sistemi operativi iOS e Android.

Ciascun passeggero dovrà presentare copia della ricevuta di avvenuta registrazione unitamente alla carta d’imbarco e a un documento d’identità in corso di validità.

All’interno della suddetta registrazione potrà essere inserita anche quella dei minori a carico che viaggiano con il soggetto dichiarante.

La compagnia aerea o marittima, verifica, preliminarmente all’imbarco, la ricevuta dell’avvenuta registrazione.

Art. 2)

Tutti i soggetti in arrivo con unità da diporto o ogni altra unità non adibita al traffico passeggeri, compresi i pescherecci che non siano iscritti ad uno dei Compartimenti marittimi della Regione o che facciano rientro dopo aver attraccato in porti al di fuori della linea di costa regionale, sono tenuti a registrarsi secondo le modalità previste nel precedente articolo 1. I comandanti e/o gli armatori delle predette unità sono tenuti a verificare, preliminarmente all’imbarco, il possesso della ricevuta di avvenuta registrazione, vietando l’imbarco ai soggetti non muniti.

Art. 3)

I nominativi e i recapiti acquisiti ai sensi dei precedenti articoli, sono trattati dallaRegione Sardegna, ai sensi dell’articolo 5 dell’Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile n. 630 del 3 febbraio 2020 e nel rispetto del Regolamento n. 2016/679/UE, secondo misure appropriate e proporzionate alla tutela dei diritti e delle libertà degli interessati, sono inseriti in un apposito database regionale, conservati per 14 giorni e utilizzati per le azioni di monitoraggio dei  soggetti interessati, in collaborazione con le forze dell’ordine, i Comuni e le Aziende Sanitarie territorialmente competenti. Decorso il termine suindicato, i dati verranno eliminati: i dati personali non sanitari raccolti in attuazione dell’art. 1 potranno essere conservati dall’amministrazione regionale per finalità statistiche ed informative.

Art. 4)

Attraverso la piattaforma di cui all’articolo 1, i passeggeri in arrivo possono dare atto dell’avvenuta vaccinazione (si intende per avvenuta vaccinazione l’inoculazione di entrambe le dosi) e/o sottoposizione all’esame diagnostico molecolare del tampone rino-faringeo per covid-19 e/o sottoposizione all’esame del tampone antigenico, con esito negativo eseguito non oltre le 48 ore dalla partenza.

I soggetti che non siano stati vaccinati o che non si siano sottoposti al tampone prima dell’arrivo in Sardegna, dovranno alternativamente:

a) recarsi presso le aree dedicate nei porti e aeroporti, al fine di sottoporsi al tampone rapido antigenico. In caso di tampone antigenico negativo, il soggetto può recarsi al domicilio, con la raccomandazione di mantenere i dispositivi di protezione individuale, evitare i contatti con terzi e sottoporsi nuovamente a tampone antigenico, presso sanitario di propria fiducia, al quinto giorno successivo a quello di sottoposizione al primo tampone. In caso di esito positivo, il soggetto dovrà seguire le ordinarie procedure previste dalla normativa vigente per i casi Covid-19 positivi;

b) recarsi, entro 48 ore dall’ingresso nel territorio regionale, presso una struttura autorizzata (pubblica o privata accreditata) e sottoporsi al tampone molecolare, a proprie spese, con onere per la struttura stessa di darne comunicazione all’Azienda sanitaria territorialmente competente;

c) porsi obbligatoriamente in isolamento fiduciario, dall’ingresso in Sardegna per i successivi dieci giorni, presso il proprio domicilio, con onere di darne comunicazione al proprio medico di medicina generale, al pediatra di libera scelta ovvero, per i non residenti, all’Azienda sanitaria territorialmente competete per il tramite del numero verde.

L’Assessorato regionale della Sanità, per il tramite delle aziende sanitarie ed i COR.SA, provvede a dare esecuzione al presente articolo in accordo con le società di gestione aeroportuale, nonché con l’autorità del sistema portuale del mare di Sardegna.

Art. 5 )

Per tutto quanto non espressamente disciplinato dalla presente ordinanza con riferimento agli ingressi nella regione Sardegna, si fa espresso rinvio al DPCM 2 marzo 2021 e relativi allegati.

Art. 6)

Le attività disposte dalla presente ordinanza saranno avviate a far data dall’8 marzo 2021 e fino al 24 marzo 2021.

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Ieri sera, nel corso della seduta del Consiglio comunale di Iglesias, il gruppo del Partito democratico ha presentato un ordine del giorno relativo alla situazione della sede INPS di Iglesias, prima firmataria  la consigliera Carlotta Scema.

«L’ordine del giorno pone i riflettori sulla critica situazione della sede INPS di Iglesias che rischia un impoverimento dei servizi,  a causa di un depotenziamento che si sta portando avanti da quasi  10 anni spiega Carlotta Scema. Il rischio è principalmente per i cittadini che non potranno più usufruire di determinati servizi presso la sede locale di Iglesias e per tutte le figure che collaborano con l’ente come ad esempio i consulenti del lavoro.»

«L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità da tutto il Consiglio comunale – conclude la consigliera comunale del Partito democratico e questo evidenzia come sia sentimento comune occuparsi della situazione e, soprattutto, trovare delle soluzioni per preservare l’operato della sede.»

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Sono numerosi, anche nel Sulcis Iglesiente, i percettori  del reddito di cittadinanza, uno strumento  già in origine di vitale importanza per attenuare il disagio sociale e ancor più da quando è esplosa la pandemia da Coronavirus. 

All’erogazione delle risorse, ad oggi, non è stata affiancata, se non in minima parte, l’attuazione della seconda parte del progetto, quella tesa a reinserire i destinatari nel mondo del lavoro.

Su questo tema, abbiamo intervistato Daniele Mele, componente della segreteria regionale del sindacato ConfSafi.

 

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Questa è la storia di una casa, di una famiglia che ha accolto, in 33 anni, circa 6.000 ragazzi in gravi difficoltà, perché avevano smarrito la strada e perso l’amore per la vita. Persone con problemi psichiatrici, dipendenze patologiche, ridotte in uno stato di grave povertà, migranti, detenuti, minori. A casa Emmaus sono sempre stati considerati solo e soltanto come esseri umani, senza fare alcuna distinzione all’ingresso.
Parla di questo il libro “Nessun Destino è segnato”, racconta una storia iniziata a Iglesias alla fine degli anni ’80, grazie ad un gruppo di volontari e ad un professore di storia e filosofia, Nico Grillo, che ha avuto il sogno ed il coraggio di tramutare un’utopia in realtà.
Casa Emmaus, nata nel 1988 in una casetta ai piedi del Marganai, come piccola comunità per minori, opera oggi attraverso sei strutture accreditate dalla Regione Autonoma della Sardegna e gestite con grande professionalità e dedizione da equipe multi-professionali e qualificate, composte da 80 persone, suddivise nelle diverse strutture.
Autore del libro è il giornalista Luca Mirarchi, collaboratore de L’Unione Sarda, che con queste risposte rilasciate per un’intervista dopo l’uscita del libro – pubblicato da Alfa Editrice e presente in tutte le principali librerie della Sardegna, oltreché sugli store online – ci racconta la sua esperienza di scrittura in modo chiaro e diretto.

Come nasce il libro “Nessun destino è segnato”?

«Ho trascorso un anno collaborando alla comunicazione di Casa Emmaus. Nei primi sei mesi mi sono dedicato, soprattutto, all’organizzazione di un congresso, “Aprire Orizzonti”, che si è svolto nel novembre 2019. Gli altri sei mesi li ho dedicati principalmente alla realizzazione del libro. L’idea è venuta alla direttrice della comunità, Giovanna Grillo, e io non mi sono tirato indietro, anche se non è stata un’esperienza facile. La professione ti spinge ad indagare più a fondo possibile nella storia dell’intervistato, la sensibilità ti fa indietreggiare quando ti rendi conto che stai andando a toccare delle corde emotive sensibili dell’interlocutore. In questo caso le tematiche trattate, il dolore che hanno provato molti degli intervistati e le difficoltà che hanno dovuto fronteggiare nella vita hanno reso l’operazione ancora più complessa: bisognava muoversi lungo un crinale sottile, cercando di equilibrare le due esigenze. È quello  che ho cercato di fare. Ognuno di loro mi ha trasmesso qualcosa».

Le storie ci aprono ad un mondo di cui non siamo i soli abitanti. Di quale mondo ci parla il tuo libro?

«Sono le storie di chi ha smarrito la strada ma ha trovato la forza di mostrare la sua debolezza, il coraggio di farsi aiutare. Sono le storie di persone che spesso provengono da contesti socioculturali fortemente penalizzanti, ma anche quelle di persone che pur non avendo incontrato particolari ostacoli, in apparenza, sono cadute vittime della dittatura delle dipendenze: questo le rende ancora più vicine a noi, perché viene da chiedersi cosa avremmo fatto, se ci fossimo trovati al loro posto. E poi ci sono le storie degli operatori – educatori, psicoterapeuti, psichiatri, coordinatori delle varie strutture – che ogni giorno investono tutte le loro energie nello sforzo di migliorare la vita di persone che la società aveva dimenticato. A prescindere dal risultato che sarà ottenuto. Perché anche solo fare qualcosa per aiutare una persona in difficoltà ripaga dello sforzo che è stato impiegato».

Il racconto si colloca nella relazione tra chi narra e chi accoglie ciò che viene narrato. A chi ti rivolgi con questo libro?
«Non avevo in mente un lettore ideale mentre scrivevo. Certo, ho pensato che sarebbero stati interessati gli animi più vicini a tematiche di carattere sociale, ho immaginato che il libro sarebbe potuto diventare un testo utile da presentare nelle scuole, ma essenzialmente quando scrivo cerco soprattutto di fare bene il mio lavoro, il resto viene da sé. In questo caso si trattava di dare voce a chi non ha voce, nel modo più chiaro, neutrale e dettagliato possibile. Chiunque dimostri interesse verso queste pagine mi rende felice».

All’interno delle tante presenti nel libro, qual è la storia che ti ha colpito maggiormente?
«La storia di una signora elegante e discreta di circa sessant’anni che nel libro ho scelto di chiamare Fabrizia, per tutelare la sua privacy come ho fatto con gli altri utenti o ex utenti della comunità che mi hanno offerto la loro testimonianza. Mi ha colpito perché apparentemente aveva tutto per essere felice, mentre invece la sua vita si sgretolava senza che quasi se ne rendesse conto, senza che quelli che la circondavano muovessero un dito, forse per quella scarsa attitudine a interessarsi del prossimo che troppo spesso si maschera come discrezione, riservatezza o qualche sinonimo di “buona educazione borghese”.
Per aiutare le persone a volte bisogna superare queste ritrosie. Fabrizia poteva essere nostra madre o una nostra zia, nascosta dietro la rispettabilità delle nostre case. Ma in ogni casa, spesso senza rendersene conto, o addirittura col proposito di fare del bene, si mettono in moto dinamiche che possono lasciare cicatrici profonde nel cuore di chi le abita. È un invito che rivolgo a me stesso: fare una domanda in più, se qualcuno non riesce a dire con le parole la sofferenza che rivela il suo sguardo; chiedere cosa c’è che non va, non accontentarsi di risposte evasive, trovare un po’ di tempo in più per capire come si sente davvero chi abbiamo di fronte. Potrebbe valerne la pena.»

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Sono 89 i nuovi casi di positività al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, 3.442 i test eseguiti. Salgono a 41.577 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. In totale sono stati eseguiti 789.675 tamponi. Il rapporto casi positivi-tamponi eseguiti segna per l’Isola un tasso di positività dello 2,5%.

Si registrano 2 decessi (1.179 in tutto). Sono 192 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (-1), 25 (+2) i pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 12.469. I guariti sono complessivamente 27.527 (+107), mentre le persone dichiarate guarite clinicamente nell’Isola sono attualmente 185.

Sul territorio, dei 41.577 casi positivi complessivamente accertati, 9.951 (+50) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 6.638 (+9) nel Sud Sardegna, 3.496 (+3) a Oristano, 8.232 (+6) a Nuoro, 13.260 (+21) a Sassari.

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Subito i tavoli tematici operativi per dare gambe al “Piano strategico del Turismo, Sant’Antioco 2021-2023”. Tre tavoli di confronto che l’Ufficio al Turismo conta di convocare già dalla settimana prossima coinvolgendo gli operatori del settore: strutture ricettive; ristorazione; operatori culturali, dunque associazioni sportive, nonché guide escursionistiche e via discorrendo. Nel pomeriggio di ieri, tramite diretta streaming, è stato presentato alla cittadinanza il Piano strategico, alla presenza dell’esperto di destinazioni turistiche, Joseph Ejarque, del sindaco Ignazio Locci e dell’assessore del Turismo, Roberta Serrenti. Il Piano è ora fruibile nella sua interezza, accessibile dal sito istituzionale del comune di Sant’Antioco.

Il sindaco Ignazio Locci precisa che si tratta di «un lungo lavoro durato oltre un anno, frutto di un obiettivo ben specifico che avevamo fissato già dalle linee di mandato nel 2017: il nostro Comuneha sottolineato il Sindaconon ha mai avuto un documento strategico sul turismo. Abbiamo sempre goduto della casualità, della forza innata che ha la nostra isola di attrarre visitatori, senza mai procedere in maniera ordinata. Con questo Piano strategico cogliamo l’occasione per dare operatività al nostro indirizzo strategico, garantendo una visione unitaria delle politiche del turismo e della cultura. Per fare questo abbiamo costruito un contenitore, ovvero il Museo diffuso, finanziato dalla Fondazione di Sardegna, che è la strategia più grande che abbiamo creato per raggiungere l’obiettivo. E lo abbiamo fatto in maniera aperta e partecipata. Questo documento ha l’ambizione di essere patrimonio degli operatori del turismo, un vero e proprio “cruscotto informativo”, una “cassetta degli attrezzi” che necessita di monitoraggio, sorveglianza, condivisione delle metodologie».

Le parole chiave sono sostenibilità, anche economico finanziaria, innovazione, perché questo settore cambia giorno per giorno e occorre cercare di stare sempre sul mercato, e competitività. In merito è intervenuta anche l’assessore del Turismo Roberta Serrenti: «Il Piano nasce da una condivisione con gli operatori del settore e, oggi più che mai, occorre andare avanti sulla strada della partecipazione, nello specifico tramite tavoli tecnici che opereranno in maniera sinergica. Creando una grande rete, dunque, che comprenda tutti coloro che assicurano l’offerta turistica dell’isola di Sant’Antioco. Nessuno deve sentirsi ospite, quanto piuttosto attore protagonista di questa grande iniziativa, che ha l’obiettivo principale di fare di Sant’Antioco una vera destinazione turistica».

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Sono in crescita i clienti nei mercati di Campagna Amica. A riferirlo è Coldiretti Sardegna che parla di un incremento del 46% di afflusso e del 26% nello scontrino medio.
Come ha spiegato il presidente, Battista Cualbu, Campagna Amica «ha saputo far crescere l’aspetto economico sempre accompagnato da forti valori sociali e solidali I nostri mercati sono dei grandi punti di aggregazione, in cui si è creato un forte legame di fiducia tra agricoltore e consumatore costruito grazie anche a scelte difficili con l’allontanamento dalla Rete di quelle aziende che non si sono dimostrate all’altezza di poter rispettare il Patto siglato con il consumatore».
Per il direttore di Fondazione Campagna Amica Carmelo Troccoli «ad una grande e nuova comunità basata sul Patto di successo tra agricoltore e consumatore, che garantisce presidio del territorio agricolo ma anche urbano, la tutela delle biodiversità la nascita di nuovi mestieri, come gli animatori dei mercati. Composta da 1.200 mercati, 12mila fattorie e agriturismi, 200 orti urbani e circa 700 ristoranti. Dal 2017 al 2020 le persone che si recano nei mercati sono passate da 11milioni a 16 milioni, mentre lo scontrino medio da 27 euro a 34 euro. Ma la Comunità è anche solidale. Nell’ultimo anno ha donato alle famiglie bisognose oltre 5milioni di prodotti a km0, grazie ad una dinamica attività che ha trovato la risposta della società».
Antonio Caria