Raffaele Garau (Riverso Spa): «Le falde non sono inquinate»
Raffaele Garau ha spiegato la posizione dell’azienda sul fronte fideiussioni contratte per coprire i costi della «copertura finale della discarica» una volta dismessa, e quello di «gestione del sito dopo la chiusura» della durata di 30 anni, così come imposto dalle attuali normative.
«Per calcolare questi costi la Regione Sardegna ha previsto due algoritmi matematici legati alla superficie occupata dalla discarica e alla sua volumetria – ha detto Raffaele Garau – ma parliamo di due algoritmi assolutamente errati che comportano per la Riverso una somma di 20 milioni di euro da garantire. Si tratta di una cifre assurda non corrispondenti ai veri costi che i titolari dovranno sopportare al termine dell’attività. Abbiamo più volte chiesto all’assessorato regionale dell’Ambiente di cambiare gli algoritmi ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. E’ difficilissimo concedere una fideiussione di 20 milioni di euro a una società che ne fattura altrettanti. A fronte di costi reali da sopportare, certificati da una primaria società internazionale di ingegneria (la Golder) in circa 8,3 milioni di euro, già raccolti dalla Riverso grazie a un parziale accantonamento annuale per la cifra siamo stati costretti a raccogliere un massimale superiore di oltre il doppio. Non è, dunque, la nostra società a volersi aggirare tra i Paesi balcanici alla disperata ricerca di una compagnia compiacente, ma l’assurdità di un algoritmo matematico inventato dalla Regione che comporta massimali impossibili da raggiungere attraverso le compagnie assicuratrici tradizionali e costringere così società come la Riverso a trovare per forza una compagnia disposta a garantire questi massimali, per di più per avere garantita la copertura di un costo a cui Riverso ha già provveduto per suo conto.»
«Gli eventuali danni ambientali non vengono coperti dalle fideiussioni ma da assicurazioni – ha aggiunto Raffaele Garau – per questo la Riverso ha la copertura per oltre 5 milioni da una primaria compagnia assicurativa.»
«Presumibilmente entro ottobre 2021 termineremo le volumetrie attuali legate alle normative su cui stiamo operando e che ci consentono di smaltire rifiuti regionali ed extra regionali. Qualora la prossima autorizzazione integrata ambientale segua la ‘Via’ (Verifica impatto ambientale) della Regione che abbiamo impugnato (il Tar dovrebbe pronunciarsi a ottobre 2021, ndr) e che prevede per l’ampliamento la limitazione ai soli rifiuti regionali andremo ad avere un calo da 200 mila tonnellate a circa 50mila. In quel caso la nostra attività sarà decisamente ridimensionata perché da 20 milioni di fatturato si rischia di passare a 5 – ha concluso l’amministratore delegato di Riverso Spa -. Oggi non c’è alcun timore, salvo che non ci facciano chiudere certo è che in caso di ridimensionamento a causa di come andrà la questione sull’ampliamento, è normale che si dovrà rivedere l’organizzazione del lavoro: se dovessimo smaltire un quarto o un punto dell’attuale produzione, ovviamente anche le unità lavorative dovranno essere bilanciate sul lavoro che andremo a svolgere. Alcuni giorni fa l’istituto di credito dove la Riverso ha il conto corrente bancario mi ha invitato a chiuderlo spiegandomi che il motivo è dovuto alla campagna stampa in corso contro la nostra società: questa è stata la loro spiegazione. Insomma, oltre a tutto il resto, questi attacchi ci stanno costringendo ad affrontare anche gravi problemi gestionali.»
NO COMMENTS