26 December, 2024
Home2021Maggio (Page 15)

«Con il sostegno ai territori interessati da gravi forme di deindustrializzazione, dalla presenza di cave dismesse, di impianti di incenerimento di rifiuti solidi urbani o di produzione di energia da fonte fossile, la Regione ha l’obiettivo di aumentare, salvaguardare e valorizzare il patrimonio boschivo sardo, bene insostituibile della nostra Isola.»
Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, dopo l’approvazione, da parte della Giunta, dello stanziamento per il 2021 di 4 milioni da destinare alle Amministrazioni comunali.

Si tratta di territori compresi nei siti del “Sulcis Iglesiente”, di “Tossilo-Ottana”, di “Porto Torres”, di “Siniscola” e ubicati in diverse aree interessate da gravi forme di deindustrializzazione nel comparto estrattivo dell’industria mineraria. Cinquantatré i Comuni beneficiari del finanziamento (i lavori dovranno iniziare entro il 31 maggio 2022): 208.000 euro a Porto Torres; 122.000 a Portoscuso; 90.000 a Sassari; 89.000 ad Alghero, Carbonia, Iglesias e Sinnai; 84.000 a Guspini, Macomer, Siniscola e Villacidro; 81.000 a Sant’Antioco; 79.000 ad Arbus, Gonnosfanadiga, Santadi, San Vito, Siliqua, Teulada e Villaputzu; 76.000 a Carloforte, Domusnovas, Gonnesa, Muravera, Narcao, San Gavino Monreale, San Giovanni Suergiu e Villamassargia; 72.000 a Posada; 69.000 a Bolotana, Fluminimaggiore, Lula, Orani, Seui e Villasalto; 66.000 a Borore, Buggerru, Nuxis, Ottana e Sarule; 62.000 a Calasetta, Furtei, Giba, Masainas, Perdaxius, Sant’Anna Arresi, Silius, Tratalias e Villaperuccio; 56.000 a Ballao, Gadoni e Seulo; 52.000 a Noragugume e Piscinas.

«I Comuni ha aggiunto l’assessore della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis potranno eseguire lavori di manutenzione forestale che non comportino modifiche alle situazioni naturali, non siano configurabili come impianti o opere edilizie in senso stretto. Tra questi, interventi selvicolturali di gestione delle foreste, rimboschimenti e imboschimenti per la riqualificazione ambientale e la salvaguardia del territorio, forestazione urbana, sistemi verdi e reti ecologiche, realizzazione e manutenzione di sentieri e piste ciclopedonali. Ma anche lavori fitosanitari, opere di prevenzione del rischio incendi e interventi di salvaguardia e ripristino del patrimonio forestale danneggiato, nonché lavori di ingegneria naturalistica per la sistemazione di piccole frane, scarpate, viabilità agro-silvo-pastorale e, infine, lavori di sistemazioni idraulico-forestale.»

La Regione accelera sull’istituzione della Zona Economica Speciale della Sardegna, ZES, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo economico attraverso la fiscalità di vantaggio. La Giunta regionale nel corso dell’ultima seduta ha infatti approvato l’aggiornamento complessivo del Piano di sviluppo strategico, propedeutico appunto all’istituzione della Zes, recependo così le osservazioni e proposte emendative avanzate dal ministero dell’Economia con l’obiettivo di adeguare il piano alle recenti disposizioni legislative. Con l’ultimo adeguamento al documento viene quindi eliminato un altro ostacolo di carattere tecnico che rischiava di rallentare l’esito della procedura per l’istituzione della Zes.

«La battaglia della Sardegna per conquistare una fiscalità di vantaggio che copra il divario della sua insularità continua a camminare lungo un percorso virtuoso che passo dopo passo ci porterà a raggiungere le condizioni migliori affinché la Sardegna, all’indomani della crisi sanitaria ed economica, non si faccia trovare impreparata ma anzi, sappia adattarsi al processo di cambiamento in corso e cogliere tutte le opportunità che ne deriveranno», ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, evidenziando l’esigenza di sostenere il sistema produttivo sardo con quella fiscalità di vantaggio attesa ormai da decenni.

La Regione nel corso di questi mesi ha preso in mano un piano già in essere, predisposto dalla Giunta precedente nel 2018 ma respinto dal Governo perché giudicato incompleto e irrealizzabile. All’analisi è quindi seguita la fase di revisione dell’impianto che è stato adattato alla nuova fase storica e alle esigenze della Sardegna, anche e soprattutto alla luce degli effetti sull’economia sarda derivanti dalla pandemia, fino ad arrivare all’adeguamento che ha portato all’ultima approvazione da parte della Giunta regionale. A differenza delle Zone Franche, per le Zone Economiche Speciali si può trovare una gamma più ampia di agevolazioni, dagli aiuti a ricerca e sviluppo a quelli per la formazione dei dipendenti, dalla riduzione delle imposte sui redditi e sui profitti societari agli sgravi sulla tassazione immobiliare. E ancora: incentivi all’occupazione, disponibilità di aree per le imprese a prezzi ridotti, procedure burocratiche semplificate, servizi dedicati gratuiti come la ricerca di aree e immobili, ricerca di personale, piani di formazione del personale.

«Con la revisione e l’approvazione del Piano di sviluppo strategico abbiamo compiuto un ulteriore passo in avanti teso all’introduzione di un sistema che porterà importanti ricadute di carattere economico per la nostra Isola, favorendo nuovi investimenti produttivi e creando occupazioneconclude il presidente Christian Solinas -. Abbiamo preso un impegno davanti al popolo sardo e ora proseguiamo nella strada tracciata, con decisione e con spirito positivo affinché la Zona Economica Speciale della Sardegna diventi presto realtà.»

Le due guide escursionistiche Francesca Mocco e Loredana Lai, dopo aver depositato il marchio di Janas escursioni, proseguono il loro viaggio a passo lento lungo il Cammino Minerario di Santa Barbara anche per scoprire e valorizzare con l’ausilio dei Social i prodotti dell’enogastronomia e dell’artigianato locale.

Il loro arricchimento professionale sarà una garanzia per i pellegrini che accompagneranno e per gli operatori locali che trarranno vantaggio dall’attività promozionale che stanno compiendo con intelligenza ed efficacia in collaborazione con i produttori locali, come avvenuto nei giorni scorsi lungo gli antichi cammini minerari dell’Arburese Guspinese.

 

Si terrà venerdì 14 maggio, a partire dalle 17.30, un tavolo di discussione sulla proposta dell’Arcipelago del Sulcis inserita nell’ambito del Just Transition Fund: la Metropolitana di superficie Carbonia-Arcipelago del Sulcis, ovvero una proposta di sviluppo sostenibile e per la transizione energetica. L’evento, si svolgerà sul web, in diretta, nella pagina Facebook istituzionale del comune di Sant’Antioco.

Interverranno il presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Christian Solinas, l’assessore regionale dei Trasporti, Giorgio Todde, l’amministratore unico dell’ARST, Roberto Neroni, il sindaco di Cagliari e vice presidente nazionale Anci, delegato alla mobilità urbana, Paolo Truzzu, il presidente della Fondazione di Sardegna, Antonello Cabras.

E ancora i docenti dell’Università di Cagliari, Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura, Italo Meloni (professore ordinario) e Gianfranco Fancello (professore associato).

Parteciperanno inoltre i consiglieri regionali Michele Ennas e Fabio Usai. Infine, i Sindaci dei Comuni dell’Arcipelago: Sant’Antioco, Ignazio Locci; Calasetta, Claudia Mura; Carloforte, Salvatore Puggioni.

Sono 96 i nuovi casi di positività al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, su 5.004 test eseguiti (1,92%). Salgono a 55.861 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. In totale sono stati eseguiti 1.229.785 tamponi.

Si registrano 5 nuovi decessi (1.427 in tutto). Sono 254 (-20) le persone attualmente ricoverate in ospedale in reparti non intensivi, 38 (-2) i pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 14.660 e i guariti sono complessivamente 39.480 (+367), mentre le persone dichiarate guarite clinicamente nell’Isola sono attualmente 2.

Sul territorio, dei 55.861 casi positivi complessivamente accertati, 14.607 (+22) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 8.464 (+24) nel Sud Sardegna, 5.040 (+5) a Oristano, 10.762 (+11) a Nuoro, 16.988 (+34) a Sassari.

Nestlè, multinazionale leader mondiale nel settore alimentare, continua il piano di espansione firmato a novembre 2020 e che durerà fino al 2025, con il quale si impegna ad assumere oltre 1.000 persone presso gli stabilimenti in Italia e ad offrire oltre 1.000 stage. Sul sito dell’azienda sono già presenti diversi annunci di lavoro sia in Italia che all’estero, che riguardano: Commessi, i quali dovranno accogliere ed assistere la clientela, fornire informazioni sui prodotti presenti in assortimento e sulle promozioni, garantire la corretta esposizione dei prodotti sugli scaffali, controllare la merce in arrivo presso il magazzino, gestire la cassa e gli ordini di alcune categorie di prodotti, controllare gli stock e le date di scadenza dei prodotti presenti in magazzino e caricare le offerte e i prezzi nel sistema gestionale del negozio; Operatori Tecnici, che dovranno effettuare la pulizia degli impianti e delle macchine assegnate, monitorare la qualità del prodotto finito nel rispetto delle norme di produzione, collaborare ed effettuare in autonomia interventi di manutenzione preventiva, assicurare che gli standard di sicurezza siano mantenuti e migliorati sugli impianti in cui opera, registrare i dati da monitorare in produzione, segnalare con tempestività e spirito di collaborazione eventuali problematiche produttive; Specialisti in Boutique, che dovranno consigliare e guidare la clientela facendole vivere un’esperienza unica ed esclusiva in boutique, anticipare i desideri del cliente utilizzando sviluppata capacità di ascolto e forte empatia, acquisire nuove conoscenze sui prodotti e sul brand e guidare all’arte della degustazione del caffè; Specialisti in Controllo Aziendale e Reportistica, che dovranno supportare il team di marketing, monitorare e proporre la definizione delle priorità, analizzare i risultati aziendali effettivi con report confrontandoli con gli obiettivi e con i periodi precedenti, fornire dati e analisi di reporting tempestivi e di alta qualità. Il Gruppo ricerca persone con diploma o laurea, flessibilità, passione, energia, capacità analitiche e comunicative ed altro.

Per verificare tutte le figure… 

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://suntini.com/diariolavoro_nestle_5_21.html .

Ieri i carabinieri di Nuxis hanno denunciato a piede libero due persone, un 44enne di Crotone ed una 21enne di Isola di Capo Rizzuto, perché indiziati di reato di truffa in concorso. I due, nel mese di aprile 2021, avevano pubblicato sul social network “Facebook” l’annuncio di vendita di un veicolo agricolo per la somma di euro 2.500 e, con artifizi e raggiri, si sono fatti versare mediante bonifico bancario, la caparra di euro 1.250,00, quale acconto per l’acquisto del manufatto, da un 60enne di Nuxis, commerciante, il quale solo successivamente è reso conto che, i due calabresi, una volta incassato l’anticipo, si erano resi irreperibili.

Ci stiamo abituando, nel paesaggio cittadino, ai nuovi simboli di questa “Era pandemica”: i cartelli che indicano il percorso per raggiungere i luoghi in cui ci vaccinano in ordine alle fasce d’età. In essi si trovano scritte le parole “Hub vaccinale”, oppure “Centro vaccinazioni”.
La parola inglese “Hub” tormenta gli ospedalieri dagli anni ’90.
Risuonò per al prima volta, a Carbonia, nell’aula “Velio Spano”. Vi erano stati riuniti tutti i medici, gli infermieri, gli amministrativi ed i rappresentanti politici delle USL (Unità Sanitarie Locali) n° 16 e n° 17 del Sulcis Iglesiente. Erano tutti lì per ascoltare un economista bocconiano venuto dal Continente per esporre il verbo della nuova rivoluzione sanitaria: “Hub and Spoke”. Spiegò: “L’Hub” è il mozzo della ruota del carro; gli “Spoke” sono i raggi della ruota. Dobbiamo trasformare la Sanità in un “Sistema Hub and Spoke”..., e proiettò un’immagine che rappresentava una stella con i suoi raggi luminosi. Sembrava una bella cosa.
Questi nuovi disegnatori del futuro sanitario della Sardegna, venuti dal Continente, stavano, invece, facendo crollare le basi di due riforme sanitarie eccezionali: la riforma del 1968-69 emanata con le leggi 132 e 128, e la riforma sanitaria del 1978 emanata con la legge 833. Erano due Riforme talmente fantastiche da sembrare più utopie che realtà. Contenevano  concentrati, tutti i valori umanitari della carità cristiana maturata in 1.000 anni di Medio Evo, i valori solidaristici della cultura laica del 1700, 1800, 1900, e il bisogno di uguaglianza, equità e fratellanza esplosi alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale.
Con la nuova visione degli “Hub and Spoke” si stavano cambiando le basi ideali delle “Unità Sanitarie Locali” (USL) e si preparava il terreno per impiantare, al loro posto, la “Aziende Sanitarie Locali”(ASL). Dove stava la differenza? Era grossa e non ce ne avvedemmo. Nella Riforma del 1968 gli ospedali cittadini erano giuridicamente gli “Enti ospedalieri” della città di appartenenza, ed il presidente era il sindaco della città. Quel sindaco era la cinghia di trasmissione dei bisogni di Sanità dei sindaci di tutto il territorio. Nella riforma n° 833, del 1978, la gestione della Sanità ospedaliera e territoriale era sotto il controllo del “Comitato di gestione” che nominava al suo interno il presidente. Il Comitato di gestione era costituito da cittadini del territorio, nominati, a loro volta, dalla “Assemblea generale” dei consiglieri comunali delle varie cittadine.
Ne consegue che, fino ad allora, la conduzione della Sanità ospedaliera e territoriale era sotto il vigilissimo controllo dei sindaci e dei consiglieri comunali e, quindi, dei cittadini. Nel 1988 il ministro Carlo Donat Cattin abolì le “Assemblee generali” per semplificare l’apparato. Poi nel 1992, 1995, e 1999, con altre leggi avvenne la progressiva eliminazione dei “Comitati di gestione” e la loro sostituzione con una unica figura al comando: il Commissario straordinario nominato dalla Regione. I Commissari vennero poi chiamati “Manager” e venivano pescati da una lista di amministratori selezionati per titoli. Le Unità Sanitarie Locali vennero trasformate in aziende a gestione di tipo privatistico, sul modello della Sanità privata. Lo scopo era la “razionalizzazione” della gestione e l’amministrazione del patrimonio mobiliare ed immobiliare, al fine di raggiungere “efficienza ed efficacia”.
Così, nella nuova lingua parlata, in sanità scomparvero progressivamente parole come medico, infermiere, ostetrica, farmacista, etc., che divennero “Operatori sanitari”. La parola “malato” venne sostituita col termine “cliente”. In tutte le leggi e disposizioni comparvero nuove espressioni come “hub and spoke”, “efficienza ed efficacia”, “razionalizzazione”, “equità”, “omogeneità”. Questo nuovo modo di esprimersi, sottintendeva l’obiettivo di raggiungere un “Livello Essenziale di Assistenza” (LEA) con la minor spesa possibile. Eravamo usciti dal linguaggio sanitario, derivato dalla solidarietà laica e dalla carità cristiana, per entrare nel linguaggio amministrativo. A questo punto la “gestione contabile” della Sanità si sostituì alla “gestione politica” dei bisogni di salute della cittadinanza.
L’”Hub and Spoke” fu la chiave per spostare il controllo amministrativo della Sanità dai territori al centro. In realtà quella espressione inglese non andava tradotta con l’espressione italiana “ruota del carro” o “stella con i raggi” ma semplicemente e crudamente: “Centro e periferia”.

Così il nostro territorio divenne “periferia” e la città capoluogo divenne il Centro su cui devono convergere tutti i finanziamenti ed i Servizi sanitari, tagliandoli a noi. Con l’“Hub and spoke” la città divenne il “buco nero” che risucchia le stelle e i pianeti che gli passano vicino, facendo il deserto attorno.
Con l’esclusione dei sindaci e dei Consigli comunali dal controllo della ASL, è iniziato l’impoverimento di strutture sanitarie del nostro territorio. Oggi stiamo assistendo alla diminuzione progressiva di medici ed infermieri, alla chiusura di reparti ospedalieri, alla difficoltà di ricevere prestazioni sanitarie e strumentali, e alla generazione di liste d’attesa infinite, sia per essere visitati che per essere curati. La diminuzione di assistenza sanitaria, in loco, obbliga a mettersi in viaggio e chiedere il dovuto a Cagliari e anche al Continente. Ormai la nostra incapacità di produrre Sanità è arrivata ad un punto gravissimo: il 47 per cento di prestazioni sanitarie devono essere comprate all’esterno del nostro sistema. Questo è l’effetto dello “Hub and Spoke”.
Apparentemente la centralizzazione della Sanità nella città capoluogo è un beneficio disponibile per tutti. In realtà, la migrazione dei nostri malati sta portando solo ad affollamento in centri già saturi di pazienti ed alla formazione di lunghe file per essere operati per patologie comuni, o solo visitati o sottoposti ad esami. Questo fenomeno si traduce in aumento della spesa sanitaria per le famiglie che hanno la disgrazia di avere un componente ammalato, alla frustrazione e, addirittura, alla rinuncia ad essere curati.
Gli Hub sono stati il fallimento del Sistema sanitario dei territori, ridotti a “periferia” povera e sguarnita. Il Covid-19 ha dimostrato che gli accentramenti dei servizi sono un errore. Un esempio si trova nella cronaca recente. La sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha dovuto lamentare pubblicamente la sua impotenza nel gestire un importantissimo Hub: il cimitero di Roma. Vi sono accatastate, nei magazzini, migliaia di bare con il loro triste contenuto. Le squadre di operai non fanno in tempo a tumulare o cremare i cadaveri, che restano per mesi miseramente impilati. Quell’umiliazione finale tocca indistintamente tutti, poveri e ricchi, miseri e potenti. Ecco, questo è il problema degli “Hub”: l’affollamento. E l’affollamento genera “inefficacia e inefficienza”, “iniquità”, e “umiliazione”. Cioè l’esatto opposto della “efficacia ed efficienza” proclamati da quei professori bocconiani che negli anni ’90 ci introdussero al concetto miracolistico degli “Hub and Spoke”.
Chi ha seguito l’evoluzione di questa rivoluzione, che poi si è rivelata un’involuzione, oggi legge con amarezza la scritta “Hub” nei cartelli indicanti i “Centri di vaccinazione”.

Mario Marroccu

A 34 ore dalle dimissioni di Marco Mariotti, il Carbonia Calcio non ha ancora sottoscritto il contratto con il nuovo allenatore che domenica prossima guiderà la squadra dalla panchina nel derby casalingo con l’Arzachena, valido per la 12ª giornata di ritorno del girone G del campionato di serie D. Il successore del dimissionario Marco Mariotti, in realtà, stamane il diesse Andrea Colombino lo aveva trovato, Pierluigi Scotto, sassarese, una carriera vissuta tra Latte Dolce (per sei stagioni consecutive, dal 2008 al 2014), Olbia, Monastir e Sorso, all’inizio della stagione alla guida dello Stintino, nel girone B del campionato di Promozione. Questo pomeriggio Pierluigi Scotto è arrivato a Santadi, per prendere contatto con quella che sembrava dovesse essere la sua nuova squadra ma è stato poi “gelato” dal diniego alla richiesta di deroga, necessaria ed indispensabile per poter guidare una seconda squadra nel corso della stessa stagione, arrivato dall’Aiac, Associazione italiana allenatori, in quanto il termine ultimo per poterla ottenere era scaduto il 30 aprile scorso.

Delusione per il tecnico sassarese, dunque, e delusione per il direttore sportivo Andrea Colombino e per la società, che si sono messi subito al lavoro, alla ricerca di un’altra soluzione che potrebbe arrivare domani o dopo e, comunque, quasi certamente prima del derby di domenica prossima con l’Arzachena.

Le dimissioni di Marco Mariotti, intanto, stanno facendo discutere in tutto l’ambiente che circonda la squadra. Il tecnico ha fatto indiscutibilmente un grande lavoro, guidando magistralmente una squadra giovanissima in un campionato difficile, al quale il Carbonia s’è presentato dopo ben trent’anni di assenza, e raggiungendo la salvezza con ben 7 giornate di anticipo sulla conclusione del campionato.

La decisione di lasciare, evidentemente, è scaturita da motivazioni extratecniche, che Marco Mariotti ha concentrato nella frase «dopo aver raggiunto gli obiettivi iniziali prefissati con la società, non sussistono più le condizioni per il proseguimento del rapporto di collaborazione». 

Giampaolo Cirronis

Il sindaco di Iglesias, Mauro Usai, ha firmato una nuova ordinanza che dispone, dalla giornata di domani, mercoledì 12 maggio, la ripresa del servizio di trasporto scolastico cittadino e delle attività nelle seguenti scuole:
– Asilo Nido Comunale di Is Arruastas
– Babylandia Impresa Sociale
– Scuole Paritaria dell’Infanzia San Giuseppe Operaio
– Scuola dell’Infanzia Monteponi – Istituto Comprensivo “P. Allori”
– Scuola Secondaria di Primo Grado via Isonzo – Istituto Comprensivo “P. Allori”
– Istituzione Paritaria Scuole “Boccaccio”.
Gli attualmente positivi al Covid-19, tra i domiciliati nel comune di Iglesias, sono 106, con 4 pazienti ospedalizzati.
Oltre alle persone positive, altre 39 si trovano precauzionalmente in quarantena.
«Proseguiamo nel monitoraggio della situazione in città e nelle scuole cittadine, e nell’attività di tracciamento dei contattiha spiegato il sindaco, Mauro Usaie dobbiamo registrare ancora una volta la totale assenza da parte di ATS. Una volta eseguite le necessarie verifiche, forniremo ulteriori aggiornamenti relativamente alle eventuali riaperture.»