22 November, 2024
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Il segretario generale della FP CISL Sulcis Iglesiente, Claudio Nuscis, riaccende i riflettori sulla vertenza AIAS

Il segretario generale della FP CISL Sulcis Iglesiente, Claudio Nuscis, riaccende i riflettori sulla vertenza AIAS.

«Una volta per cercare lo stesso silenzio che circonda da troppi mesi la vicenda AIAS Cagliari si andava in India dal SAI BABA o in qualche monastero tibetano. Naturalmente silenzio non è sempre sinonimo di ricerca della pace interiore perché i dipendenti AIAS questa pace l’hanno persa, se mai l’hanno avuta, e anzi hanno tutti i motivi per essere incazzati. E anche molto. Incazzati perché nessuno ne parla più: di loro, dei loro perenni e attuali problemi organizzativi, dei dieci stipendi arretrati, dei TFR non percepiti dagli ex dipendenti, dei servizi non riattivati come i Centri Diurni o il trasporto pazienti, dei Terapisti degli Autisti e degli O.S.S. che a causa di questo sono ancora in FIS. Del deficit aziendale che aumenta inesorabilmente. Eppure, sono passati ormai oltre 20 mesi, da quel 10 ottobre 2019, e nulla è cambiato da quando la Procura di Cagliari ha chiesto il fallimento dell’AIAS. Procedura chiesta, giova ricordarlo, a garanzia dei creditori. Sono venti mesi che i lavoratori aspettano di rientrare dei loro sudatissimi soldi, stipendi e TFR, e per di più non possono tentare alcun recupero coatto di quanto dovutogli. Lo sappiamo bene che i tempi della nostra giustizia non sono sicuramente celeri. E nessuno, tantomeno noi, pretende soluzioni frettolose o pasticciate. Però dopo quasi due anni i lavoratori hanno il diritto sacrosanto di sapere quale sarà il loro futuro lavorativo e di quando potranno riavere i soldi che hanno lavorato. E invece silenzio, solo silenzio, dalla politica alle istituzioni. Tutti in attesa che il Tribunale fallimentare li tolga dall’imbarazzo, rompa gli indugi e comunichi le sue decisioni, concordato o fallimento. Ma noi e i lavoratori aspettiamo, con infinita pazienza e mai rassegnati, di riappropriarci dei nostri diritti sospesi. I lavoratori dei propri crediti ed il sindacato del proprio ruolo di rappresentanza. Prima o poi succederà.»

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