23 November, 2024
Home2021Giugno (Page 9)

Sono 9 i casi di positività al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, su 1.333 test eseguiti (0,67%). Salgono a 57.118 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. In totale sono stati eseguiti 1.354.772 tamponi.
Non si registrano nuovi decessi (1.485 in tutto). Invariato il numero dei ricoveri ospedalieri: 68 i pazienti in area medica, 5 in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 11.505 e i guariti sono complessivamente 44.055 (+28).
Sul territorio, dei 57.118 casi positivi complessivamente accertati, 14.951 (+1) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 8.677 (+1) nel Sud Sardegna, 5.165 a Oristano, 10.960 a Nuoro, 17.351 (+7) a Sassari.

Nuovo intervento da parte del comune di Carbonia, per la soluzione di un problema segnalato all’attenzione del vicesindaco, nonché assessore dei Lavori pubblici, Gianluca Lai, dall’associazione culturale NABA. Stavolta si trattava del ponticello sul piccolo laghetto nella pineta di Rosmarino. Nelle due fotografie allegate, possiamo osservare come si presentava il ponticello prima dell’intervento per la mancata manutenzione, e come si presenta ora, dopo l’intervento.
Nadia Pische

Nel 1945, negli Stati del Sud degli Stati Uniti d’America, si producevano quantità enormi di pomodori e per la raccolta si impegnavano innumerevoli squadre di raccoglitori. In quell’anno venne inventata una macchina che tagliava le piantine con i pomodori maturi e le metteva in carrelli che finivano in stazioni di cernita per lo stoccaggio. Le macchine ridussero moltissimo lo sforzo di raccolta e il prezzo dei pomodori crollò. Le macchine era molto costose ma i pochi che potevano permettersele avevano la possibilità di immettere nel mercato i pomodori a prezzo dimezzato. Il risultato della concorrenza fu implacabile.
Dopo un anno dei 6.000 produttori preesistenti ne sopravvissero solo 60. Gli altri, quelli senza la macchina, fallirono e con essi scomparve il lavoro per decine di migliaia di operai.
Questo è un racconto fatto dagli economisti per spiegare come la tecnologia che fa a meno dell’uomo è vincente ed è conveniente per chi la usa e per chi gode dei suoi vantaggi. Altri però non ne godono.
Per questo, oggi un termine entrato nella valutazione di risultato delle faccende umane è “Sostenibilità”.
Si parla, secondo il caso, di “Sostenibilità ambientale”, “Tecnologica”, “Digitale”.
In effetti, si è visto che ogni attività umana, che si avvale della tecnologia, genera vantaggi e svantaggi.
Per quanto riguarda la scienza medica, oggi si punta sempre di più sulla tecnologia, sul digitale e sulla robotica. Tuttavia, anche in questo caso, c’è un limite alla tecnologia che dovrebbe sostituire l’Uomo; oltre di esso non è più vantaggiosa.
Faccio un esempio. Se un paziente deve essere operato per calcolosi della colecisti, o per un tumore renale, o per un utero fibromatoso, è possibile farlo con un “robot da sala operatoria”.
Questo metodo promette poco dolore, decorso rapido, dimissione in 2-3 giorni, veloce ripresa delle attività usuali; pertanto, tutti oggi vogliono il robot: lo vogliono sia i chirurghi che i pazienti.
Quindi, si conclude che la tecnologia robotica in chirurgia è il futuro, ma pensare di impiegarla in tutte le patologie è un’illusione.
L’impiego del robot in sala operatoria ha indicazioni limitate. Il robot va bene per le malattie ad andamento cronico, trattabili con cure programmabili; pertanto, va bene per un Ospedale che fa chirurgia programmata ma non va bene per la chirurgia delle patologie tempo-dipendenti.
Cos’è questa chirurgia?
E’ la chirurgia delle patologie improvvise, gravi, che portano a morte il paziente se non si è velocissimi nell’operarlo. Per esempio: l’emorragia cerebrale per rottura improvvisa di un aneurisma. In questo caso il robot non può essere utilizzato. Oppure, prendiamo il caso dell’incidente della strada con rottura traumatica di milza e fegato: il chirurgo deve essere più veloce della luce, aprendo l’addome, asportando la milza, e riparando il fegato; il tutto in un mare di sangue che non lascia vedere bene l’anatomia del campo chirurgico, e dove l’abilità manuale è determinante sia per perfezionare la diagnosi man mano che procede l’intervento, sia per fare la migliore scelta sulla strategia da usare, e cambiarla, se necessario, subito dopo.
Oppure, prendiamo il caso dell’Ostetrica che sta assistendo un travaglio e che, improvvisamente, si accorge che bisogna rapidamente passare dall’ostetricia all’intervento cesareo, pena la morte della madre e del bambino.
Oppure, ancora, il politrauma per incidente della strada o in fabbrica, o anche la più frequente frattura del femore o la frattura della colonna vertebrale per una banale caduta.
Come si comprende, in questi casi patologici tempo-dipendenti, l’uso del robot non ha alcun senso. L’intervento umano diretto è preziosissimo, imprescindibile e necessario. Ancora di più è necessario per dializzare d’urgenza un paziente in insufficienza renale acuta, o per assistere uno scompenso cardiaco o respiratorio.
Ho portato gli esempi di queste situazioni gravi per essere più immediato, ma si può continuare sulla stessa falsariga, citando il caso del massaggiatore che soccorre il calciatore in campo per la distorsione di una caviglia; oppure il pediatra che dolcemente abbassa la lingua del bambino per esplorare la profondità del cavo orale alla ricerca di una possibile tonsillite suppurativa febbrile. è immaginabile un robot per queste procedure? No. In moltissimi casi l’intermediazione del robot è assurda. Questi esempi sono utili per distinguere fra due tipi di malattie: quelle croniche, prevedibili, e curabili, secondo un programma e quelle imprevedibili, urgenti, urgentissime tempo-dipendenti (come l’infarto). Le prime sono affrontabili da una struttura ospedaliera tecnologicamente dotata ad hoc e che impiega poco personale. Le seconde invece devono essere dotate di personale specializzato, il cui compito fondamentale è quello di fare diagnosi rapide, prendere le decisioni giuste, cambiarle in corsa se serve, ed ignorare completamente l’entità delle spese e l’equilibrio di bilancio del proprio datore di lavoro.
Stiamo parlando di due mondi diversi. Uno è il mondo della Medicina programmabile e robotizzabile, l’altro è il mondo della Medicina di urgenza tempo-dipendente. Il primo è fonte di guadagno per la struttura; il secondo è fonte di spese e pessimi bilanci, a causa della maggiore quantità di personale specializzato che impiega.
Per tale ragione è impossibile confrontare i risultati di produttività degli Ospedali privati con quelli dei Presidi Ospedalieri di I Livello (come il Sirai di Carbonia), sedi di DEA di I Livello (Dipartimento di Emergenza e Accettazione).
Gli Ospedali privati sono dedicati alla medicina e chirurgia d’elezione programmabile. Le loro procedure sono eseguibili secondo un diario che non riserva sorprese. In tali ospedali le attività mediche e chirurgiche vengono concentrate nelle ore che vanno dalle 8.00 del mattino alle 14.00. Nelle ore della sera, della notte, e dei giorni prefestivi e festivi, le attività rallentano fino a fermarsi; il lavoro di assistenza ai malati viene affidato ad un Medico di guardia, che talvolta ha in carico più di un reparto. Invece i Presidi Ospedalieri di I Livello con DEA non interrompono mai il loro lavoro.
La loro “mission” è, soprattutto, l’“urgenza” del paziente acuto grave o gravissimo. L’urgenza non ha orario e non si può inserire in una lista d’attesa. L’urgenza annulla la possibilità di concedere pause all’attività medica e chirurgica.
L’attività è continua e perenne. Pertanto, mentre negli Ospedali privati il personale è massimamente presente nelle ore del mattino, dal lunedì al venerdì, e perlopiù è assente la sera, la notte, e nei giorni prefestivi e festivi, nei Presidi Ospedalieri di I Livello (come il Sirai ed il CTO) il personale, che è sempre d’Urgenza, è presente in reparto.
Vi è poi una quota di personale che non è di turno ma è prontamente disponibile con arrivo in reparto entro 30 minuti.
Questa enorme differenza comporta anche un’enorme discrepanza nel rapporto fra posti letto/operatori sanitari /costi.
Nei reparti d’urgenza del Presidio Ospedaliero di I Livello deve essere presente lo Specialista di turno, inoltre per ogni specialità chirurgica e medica devono essere immediatamente disponibili, sia i medici che gli infermieri formanti l’equipe perfetta. Le équipes devono essere presenti o disponibili in 3 turni al giorno (mattino-sera-notte), sempre. Non esistono giorni festivi per le équipes. Ciò significa che i Presidi di I Livello hanno bisogno di una compagine di Personale pronta sia alle attività di routine sia a quelle di urgenza e, pertanto, il numero di dipendenti deve essere doppio rispetto a quello degli Ospedali privati.
Ne consegue che gli Ospedali privati, con il loro poco personale, spesso convenzionato, sviluppano una produttività sanitaria enorme, con poca spesa e molto utile.
I Presidi d’urgenza di I Livello, viceversa, hanno un costo altissimo sia in fase di operatività, sia in fase di attesa, e l’utile è in negativo.
In sostanza, i due tipi di struttura non sono neanche lontanamente paragonabili sia per complessità di organizzazione, sia per i costi e per i risultati.
I Presidi Ospedalieri di Base devono fornire le prestazioni d’urgenza col Pronto Soccorso ed avvalersi di Personale reperibile.
I Presidi di I Livello, maggiormente impegnati, devono avere gli Specialisti in presenza nei reparti nell’arco delle 24 ore.
Per esempio, un Ospedale privato che abbia due sale operatorie in attività ha bisogno di due anestesisti in presenza solo al mattino. Invece negli ospedali di I Livello, con lo stesso numero di sale operatorie, vi devono essere due Anestesisti di mattina, uno di sera, uno di notte e due anestesisti per la Rianimazione per ognuno dei tre turni. Queste presenze devono essere assicurate sempre anche nel caso non avvengano emergenze.
Similmente dicasi per le équipes infermieristiche di sala operatoria. Tali turni di presenza attiva o di semplice attesa, devono essere presenti sempre, festivi inclusi.
Si comprende che questo triplo turno quotidiano deve essere attivo in tutti i reparti che fanno emergenza: la Medicina, la Chirurgia, l’Ostetricia, la Pediatria, la Traumatologia, la Radiologia, il Laboratorio, il Centro Trasfusionale, la Psichiatria, la Cardiologia, la Dialisi, il Pronto Soccorso, l’Anestesia e la Rianimazione, L’Otorinolaringoiatria, l’Oculistica, la Neurologia.
Quanto detto, conduce alla conclusione che gli Ospedali di I Livello devono avere organici completi e numerosi e la loro gestione è molto difficile e costosa. Gli Ospedali di I Livello in Italia sono 260, 7 in Sardegna: l’Ospedale di Nuoro, di Olbia, di Sassari, di Oristano, di San Gavino Monreale, di Carbonia ed il SS Trinità di Cagliari.
Inoltre, vi sono in Sardegna 2 Ospedali di II Livello: il Brotzu di Cagliari e l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari.
Tutti gli altri Ospedali sardi sono Presidi di Base e, in caso di necessità per urgenze gravi, devono trasferire i pazienti più impegnativi negli Ospedali di I e II Livello.
Quanto detto, conduce alla conclusione che gli Ospedali della nostra provincia del Sulcis Iglesiente sono preziosissimi, che nessun Ospedale privato può sostituirsi ad essi e che dobbiamo salvaguardarne l’esistenza, l’efficienza ed il capitale umano e culturale che vi è racchiuso. Dopo, vengono per ordine di importanza, gli edifici nuovi ed i robot.

Si è tenuto ieri sera, in piazza Pilar, a Villamassargia, il primo incontro di “Percorsi di Identità”. Il ciclo di incontri si inserisce nell’ambito delle iniziative intraprese dalla Scuola Civica di Politica Caput Aquae di Villamassargia, nata con l’obiettivo di diventare «sorgente di conoscenza e libero confronto, da cui possano sgorgare le idee per migliorare la società». Gianluca Medas anche nelle prossime settimane accompagnerà i presenti alla scoperta dei partiti italiani del ‘900.

Si tratta di un esperimento culturale in cui la storia incontra il presente, attraverso l’intervento di rappresentanti politico-istituzionali e icone sociali che oggi interpretano con il proprio servizio i valori espressi nella narrazione.
Al primo appuntamento di ieri, dedicato al Partito Popolare e, in particolare, al suo fondatore don Luigi Sturzo, perseguitato dal partito fascista e costretto per lunghi anni all’esilio, hanno partecipato don Ettore Cannavera, fondatore e responsabile della comunità “La Collina” e Carla Medau, sindaca di Pula, che hanno dialogato con Gianluca Medas. La sindaca Debora Porrà e l’assessora Sara Cambula hanno ringraziato gli ospiti e dato appuntamento al secondo incontro, in programma venerdì prossimo.

Al termine ho intervistato Gianluca Medas.

 

«Con i sindaci di Isili, Luca Pilia, e di Alghero, Mario Conoci, abbiamo portato ieri mattina all’attenzione dell’assemblea ANCI il problema della chiusura nei nostri Comuni degli sportelli dell’Agenzia delle Entrate.
Il presidente Anci, Emiliano Deiana si è impegnato all’emanazione di un documento a nostra tutela.»
Lo ha detto Paola Massidda, sindaco di Carbonia, attivatasi subito contro la chiusura dell’Agenzia delle entrate nella città mineraria.
ha aggiunto Paola Massiddaabbiamo approvato un documento di opposizione alla chiusura degli sportelli nel comune di Carbonia degli sportelli dell’Agenzia delle Entrate che il presidente Andrea Pisano trasmetterà ai diretti interessati.»

Gli agenti della Sezione della Polizia Anticrimine e della Squadra Volante del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Iglesias hanno arrestato un 51enne di Carbonia, per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. Gli investigatori della Polizia di Stato hanno concluso un’indagine a Campo Frassolis, alla periferia di Carbonia, dove il 51enne aveva la disponibilità di un immobile. Da qualche tempo gli agenti sospettavano che l’uomo, con precedenti di polizia, fosse coinvolto nello spaccio di stupefacenti, in particolare di cocaina, e dagli accertamenti avevano constatato che lo stesso era solito ricevere nella propria abitazione gli acquirenti quali assuntori di stupefacenti. I sospetti dei poliziotti, suffragati anche da ulteriori informazioni acquisite nel corso delle settimane, sono stati confermati quando hanno effettuato la perquisizione all’interno della sua abitazione campestre, dove sono stati rinvenuti 20 involucri di cocaina dal peso complessivo di 8 grammi circa pronti per essere venduti, la somma di 675 € in banconote di piccolo taglio, 1,2 kg di sostanza da taglio e materiale utile per il confezionamento.

«Le notizie rimbalzate in questi giorni sulla possibile, anzi ormai probabile chiusura del reparto di ginecologia e pediatria del Presidio Ospedaliero CTO di Iglesias ci preoccupano e ci indignano come forza politica comunista e come cittadini coinvolti direttamente nei quotidiani problemi della salute e della sempre più scientemente abbandonata Sanità Pubblica, peraltro a tutto vantaggio delle strutture private.
Addirittura ora si sente parlare di chiusura del pronto soccorso del CTO!»

Sulle problematiche del servizio sanitario pubblico nel Sulcis Iglesiente interviene con una nota la sezione del PCI di Iglesias.

«Rifiutiamo una politica sanitaria incentrata esclusivamente sui numeri e su tagli a spese essenziali che colpiscono tutti i cittadini, ma soprattutto i soggetti più deboli e indifesi, come sono le donne, i nascituri e i neonati, e gli anzianisi legge ancora nella nota -. Rivendichiamo e chiediamo a gran voce scelte di tutela dei soggetti più deboli, e, in fin dei conti, di tutte le cittadine e i cittadini che vogliono salvaguardare la propria salute senza rivolgersi a costosissime strutture private, che peraltro spesso usufruiscono di risorse della Sanità pubblica. Chiediamo con forza al sindaco di Iglesias, alla Giunta e al Consiglio comunale nella sua interezza, a tutte le forze politiche, sociali e sindacali di intervenire energicamente sul problema, dichiarando noi comunisti di sostenere questa giusta battaglia.»
«La Sanità pubblica non si taglia né si privatizza, al contrario si potenzia e si rende gratuita e per tutti! È ora di porre fine alla distruzione della sanitàconclude la sezione del PCI di Iglesias -. Invitiamo tutte le cittadine e tutti i cittadini a mobilitarsi ed organizzarsi per combattere questa fondamentale battaglia di civiltà e dignità.»

Dal 7 al 10 ottobre torna How to Film the World, evento biennale promosso da Carbonia Film Festival. Un lungo weekend di proiezioni, eventi e masterclass con alcuni dei più significativi ospiti del panorama nazionale e internazionale.  

Uno dei più autorevoli documentaristi della scena mondiale

Il primo ospite confermato per la terza edizione è Alexander Nanau, regista rumeno naturalizzato tedesco reduce da una doppia candidatura agli Oscar 2021 con il suo Collective (miglior film straniero e miglior documentario), dopo il debutto fuori concorso a Venezia nel 2019. Il film ha inoltre recentemente vinto il Premio LUX del Pubblico 2021 assegnato dagli spettatori europei e dai membri del Parlamento di Strasburgo.  

Alexander Nanau è uno degli autori più interessanti per il cinema documentario contemporaneo, tra gli esponenti di spicco della rinascita di questo genere. Dopo il suo esordio nel 2006 con Peter Zadek inszeniert Peer Gynt, inizia a ottenere consensi sempre maggiori con The world according to Ion B. (2010) e con Toto and his sisters (2014). È stato inoltre direttore della fotografia del documentario Nothingwood di Sonia Kronlund, presentato in anteprima a Cannes nel 2017 alla Quinzaine des Réalisateurs. 

Alexander Nanau sarà protagonista di una masterclass con i ragazzi del Programma Carbonia Cinema Giovani e incontrerà il pubblico del festival in occasione della proiezione del suo ultimo film Collective

Migrazioni e lavoro: il racconto del contemporaneo

La rassegna, organizzata dalla Società Umanitaria-Fabbrica del Cinema di Carbonia per la direzione artistica del critico cinematografico e operatore culturale Francesco Giai Via, persegue come sempre l’obiettivo di raccontare il contemporaneo, tanto nella scelta dei temi (lavoro e migrazioni), quanto nell’attenzione dedicata alle nuove forme del cinema di finzione e documentario. 

Giovani e Formazione: apre domani il bando per gli Under 30

Mentre l’altra forte vocazione di How to Film the World, quella formativa, si concretizza nell’apertura del Bando Cinema Giovani, promosso insieme alla Fondazione Sardegna Film Commission, che permetterà a 10 tra ragazze e ragazzi di essere ospiti della rassegna e partecipare – gratuitamente e con un ruolo da protagonisti – a tutte le attività.  

Possono partecipare al bando tutti gli interessati di età compresa tra i 19 ed i 30 anni, residenti o domiciliati in Italia. L’iniziativa si rivolge a quanti si interessano di cinema o delle tematiche su cui si concentra il Festival. 

Per inoltrare domanda di iscrizione è sufficiente compilare il form sul sito del Carbonia Film Festival a partire dal 18 giugno 2021 ed entro il 1° settembre 2021.  

I 10 candidati selezionati saranno ospiti del festival per un momento di formazione e approfondimento, entreranno a contatto con la comunità cittadina e soprattutto parteciperanno a una serie di masterclass e incontri con professionisti del mondo del cinema.  

Un punto di riferimento per il territorio

Già Mediterraneo Film Festival a partire dal 1999, nel 2016 l’evento cambia nome e diventa Carbonia Film Festival. A cadenza biennale, il CFF si svolge nell’omonima città del sud ovest della Sardegna e ospita sezioni competitive internazionali dedicate a lungometraggi e cortometraggi, eventi speciali, mostre, concerti, masterclass.  

A partire dal 2017 prende vita l’evento Carbonia Film Festival presenta How to Film the World, una quattro giorni che porta nel Sulcis prestigiosi registi internazionali per farli dialogare con il pubblico e con un gruppo di giovani studenti e professionisti del cinema provenienti da tutta Italia e selezionati attraverso il Bando Carbonia Cinema Giovani. 

Sono 13 i nuovi casi di positività al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, su 2.587 test eseguiti (0.5%). Salgono a 57.109 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. In totale sono stati eseguiti 1.353.439 tamponi.
Non si registrano nuovi decessi (1.485 in tutto). Sono 68 (-2) le persone attualmente ricoverate in ospedale in area medica, mentre resta invariato (5) il numero dei pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 11.524 e i guariti sono complessivamente 44.027 (+22).
Sul territorio, dei 57.109 casi positivi complessivamente accertati, 14.950 (+7) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 8.676 nel Sud Sardegna, 5.165 (+1) a Oristano, 10.960 (+1) a Nuoro, 17.344 (+4) a Sassari.

Entrambe le città di Carbonia e Iglesias, con atti e tempi distinti, conferirono la cittadinanza onoraria a Mons. Tarcisio Pillolla durante il suo mandato di Vescovo della Diocesi. Fu un evento unico.

Quell’onore gli fu tributato in riconoscimento del suo infaticabile impegno sociale, oltre che religioso, nel Sulcis Iglesiente. Mons. Pillolla stava sempre e chiaramente dalla parte dei più poveri e dei lavoratori, con le parole e con l’azione.

Per noi sindaci era un solido punto di riferimento morale e anche un alleato attivo e autorevole nel confronto con le Istituzioni regionali e nazionali.

Si sentiva cittadino del Sulcis Iglesiente dei cui problemi continuava a tenersi sempre informato anche quando era cessato dal suo incarico. Conservò sempre un sentimento di commozione per il gesto di riconoscenza delle comunità del territorio che lo vollero loro cittadino onorario.

Tore Cherchi