22 November, 2024
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Il Girotonno, appuntamento unico nel suo genere e dedicato alle eccellenze enogastronomiche dell’isola di San Pietro e in particolare del Comune di Carloforte, ha conquistato per la prima volta nella sua storia la certificazione internazionale di “Evento sostenibile Iso 20121”.
L’evento, quest’anno in programma dal 12 al 31 luglio nell’edizione “Girotonno Speciale 2021” per via delle limitazioni imposte dalla pandemia, è dunque ufficialmente una manifestazione interamente sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale.
Il Comune di Carloforte, che ha organizzato il Girotonno con il contributo e il supporto del Flag Sardegna Sud Occidentale, ha ottenuto la certificazione Iso 20121, ossia il pieno rispetto dello standard internazionale per la certificazione dei sistemi di gestione sostenibile per eventi.
«La decisione di intraprendere questo percorso è stata dettata anche dalla consapevolezza che tutti gli attori del turismo e della cultura di Carloforte sono da tempo coinvolti e impegnati in azioni di sostenibilità. La verifica e la successiva certificazionedichiara Aureliana Curcio, assessora comunale al Turismoerano il giusto modo di portare a valore un percorso già assodato nella comunità. Nel 2019, infatti, si era dato inizio ad un percorso partecipato per conoscere, implementare e diffondere comportamenti virtuosi dal punto di vista ambientale
Grazie al percorso intrapreso, l’edizione “Speciale 2021” del Girotonno è stata all’insegna del coinvolgimento sulle seguenti azioni di sostenibilità:
  • Percorso di coinvolgimento con gli stakeholder del territorio.
  • Comunicazione dell’impegno alla sostenibilità dell’evento presso i ristoranti e le associazioni e attraverso i canali social dell’evento (carloforteturismo.it).
  • Implementazione di una politica di approvvigionamento sostenibile e plastic free.
  • Al posto del classico gadget usa e getta, preferenza di una maglietta commemorativa in cotone biologico, riutilizzabile, distribuita ai ristoratori ed alle associazioni con un messaggio sulla sostenibilità in lingua tabarchina.
  • Rispetto delle norme anticovid.
  • Raccolta differenziata.
E, inoltre, ai ristoratori è stata erogata una formazione specifica su:
  • Importanza di valorizzare i prodotti locali e certificati.
  • La lotta allo spreco alimentare.
Mentre con le associazioni culturali sono stati approfonditi i temi de:
  • L’accessibilità.
  • Le modalità di comunicazione digitale come soluzione per il risparmio di carta.
La verifica, svolta da un auditor dell’ente di certificazioni TÜV Thüringen Italia, ha messo in luce come il sistema di gestione dell’evento è in linea con la norma Iso 20121.
«La certificazione Iso 20121 dell’evento, ampiamente meritata, è stata possibile grazie al coinvolgimento di tutte le parti interessate verso l’obiettivo comune della valorizzazione del territorio senza perdere di vista la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Questo riconoscimentosottolinea il sindaco Salvatore Puggioniè frutto del lavoro che l’amministrazione ha voluto intraprendere adottando le politiche di sostenibilità grazie al supporto e al contributo del Flag Sardegna Sud Occidentale

Dal 1° luglio scorso al 20 settembre prossimo, i volontari dell’Auser Carbonia sono a disposizione, oltre che con il servizio di emergenza urgenza del 118, con una serie di servizi rivolti principalmente alle persone anziane e fragili che vivono un disagio momentaneo o cronico. L’intervento dei volontari, di tipo emergenziale, ha lo scopo di rendere meno problematico agli anziani il periodo estivo che in questo 2021, complice la pandemia, si preannuncia per loro particolarmente difficoltoso.

L’Auser assicura diversi servizi, tra i quali: acquisto e consegna farmaci a domicilio, accompagnamento a visite ambulatoriali, lettura valori pressori e glicemici, libri a domicilio, segretariato sociale, prenotazione vaccino anti Covid-19 ed informazioni sanitarie.

Il servizio è operativo il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 13.00 alle 18.00; il martedì e giovedì, dalle 9.00 alle 13.00.

Il servizio può essere richiesto telefonando ai numeri della sede Auser 0781 671322, 0781 662389 e 349 6382874.

Il trio di Jaime Dolce ha aperto ieri sera, sul palco di Piazza Europa, a Narcao, la trentunesima edizione del Festival Narcao Blues, organizzato dall’associazione culturale Progetto Evoluzione. 

La serata è stata poi impreziosita dall’eccezionale esibizione di Roosevelt Collier.

Ad aprire la seconda serata oggi sarà la band della chitarrista e cantante anglo-francese Laura Cox, con Mathieu Albiac alle chitarre, Marine Danet al basso e Antonin Guerin alla batteria.

Al centro dei riflettori nel secondo set sarà l’organista austriaco Raphael Wressnig con Enrico Crivellaro alle chitarre e Hans-Jürgen Bart alla batteria e con la voce dell’inglese Helena May.

ll presidente del Consiglio regionale Michele Pais ed i capigruppo hanno incontrato i rappresentanti sindacali dei lavoratori della Sider Alloys, azienda leader nella produzione di alluminio ora impegnata in una complessa fase di riavvio dopo la chiusura del 2012.
A nome dei sindacati, Rino Barca della Cisl ha spiegato i diversi aspetti della situazione dell’azienda, legati paradossalmente non alla sua capacità produttiva e di reddito, ma alla scadenze dei contratti per la fornitura di energia e soprattutto alle autorizzazioni in materia ambientale che dovranno essere rilasciate dal competente assessorato regionale. «Il prossimo 28 luglio ha ricordato Rino Barca -, si terrà una conferenza di servizi alla quale parteciperanno, oltre ai tecnici dell’assessorato, anche altri gli enti interessati alla procedura a vario titolo, e c’è il rischio che il possibile allungamento dei tempi vanifichi un investimento di circa 150 milioni di euro che permetterebbe la ripresa dell’attività per circa 1000 lavoratori più l’indotto. Chiediamo quindi un impegno forte della politicaha concluso Barca, per fare in modo che la tempistica della procedura sia accelerata con uno spirito costruttivo di collaborazione, in modo da consentire la ripartenza di una azienda strategica per l’economia regionale.»
I rappresentanti dei gruppi, hanno preso la parola Giorgio Oppi dell’Udc-Cambiamo, Michele Ennas e Dario Giagoni della Lega, Gianfranco Ganau del Pd, Sara Canu dei Riformatori sardi e Francesco Agus dei Progressisti, hanno manifestato il massimo impegno unitario per creare le migliori condizioni che consentano le necessarie decisioni ed il rilascio definitivo delle autorizzazioni.
Il presidente Michele Pais, in particolare, ricordando che le modalità informali dell’incontro con i sindacati non hanno consentito l’opportuna convocazione dell’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis, ha annunciato l’avvio in tempi brevissimi di interlocuzioni con lo stesso assessore.

L’Ospedale Sirai fu un Presidio Ospedaliero che fungeva anche da “Casa della Salute” e da “Ospedale di Comunità”, in esso si sommavano sia la funzione ospedaliera che la funzione di ente di ricovero intermedio per la preparazione al “ritorno a casa”. Fungeva anche da “Hospice” per i malati tumorali terminali e da “Centro di Terapia Antalgica”. Il ricovero poteva durare pochi giorni o mesi. Oggi il Piano Sanitario Nazionale prevede che i ricoveri avvengano solo per ragioni puramente sanitarie e non debbano durare più di 7 giorni. Per mantenere la media sotto i 7 giorni, molti ricoveri durano solo 24 o 72 ore.
L’Ospedale degli anni ’70 e ’80, viceversa, aveva una missione sanitaria e anche sociale e a, tal fine, era organizzato come un’autarchica “Cittadella Ospedaliera”.
Oltre ai reparti di degenza per acuti e di lungodegenza, vi erano tutti i Servizi necessari ad una “comunità socio-sanitaria autonoma”: le cucine, la lavanderia e la stireria, la sartoria, la falegnameria, l’officina meccanica, gli idraulici, i carpentieri, i muratori, gli elettricisti, la centrale per la generazione autonoma di corrente elettrica e le caldaie, le case per le suore, per i medici e la chiesa col suo prete. Il prete si chiamava don Luigi Tarasco. Dato che allora si moriva molto (6-8 al giorno) e si nasceva molto (6-8 al giorno), don Luigi era molto attivo: molte estreme unzioni, molti battesimi, qualche matrimonio, e una Schola Cantorum. Politicamente era un Don Camillo alla Guareschi ed aveva il suo fucile da caccia e il cane per i tordi e le lepri di monte Rosmarino e di Santa Giuliana.
Raccontava d’essere giunto a Carbonia dal suo paese natale: Collodi, il paese di Pinocchio. «La storia del burattinoegli spiegava -, è la metafora della vita». Quel racconto serviva a mettere in guardia da quel genere di “Saltimbanchi” che avevano convinto Lucignolo e Pinocchio a seguirli verso il “Paese dei balocchi”. Poi quando i due si accorsero di avere la coda, gli zoccoli e le orecchie lunghe, capirono in ritardo d’essere caduti in inganno: erano pronti ad essere trasformati in tamburi di pelle d’asino. Don Luigi diceva: «Il problema nella vita è come fare a riconoscere i saltimbanchi«. Pinocchio, per don Luigi, non era una semplice favola ma era il racconto di un fatto reale che può capitare a tutti, e da cui bisogna guardarsi.
Carlo Collodi finì di scrivere “Pinocchio” nel 1883 proprio nel tempo della più forte fiammata di emigrazione italiana in Brasile. La coincidenza non è casuale.
Ed ecco il giocatore della Nazionale italiana Jorge Luiz Frello, detto Jorginho, l’idolo di tutti dopo Wembley, che irrompe in questa storia e dimostra che è tutto vero.
Carlo Collodi in quegli anni voleva mettere in guardia i migranti italiani dai “saltimbanchi” ma non ci riuscì con Giobatta Frello, trisavolo di Jorginho. Giobatta fu una vittima del tempo. Partito dall’altipiano di Asiago finì, dopo mille peripezìe, nell’orrore di Imbituba, nella provincia di Santa Catarina a Sud del Brasile, dove venne ridotto al rango di schiavo. Fu vittima della truffa organizzata da arruolatori di disperati che, in veste di compagnie di “saltimbanchi” facevano, come racconta in un documento padre Pietro Maldotti, «la propaganda più implacabile ed irrefrenabilmente più scandalosa fino a vedersene, nelle valli bergamasche, a predicare dalle carrozze, vestiti eccentricamente come saltimbanchi, su per i mercati e negli stessi sagrati delle chiese, facendo sognare ricchezze straordinarie e fortune colossali preparate per coloro che si fossero diretti in America». La truffa consisteva nel prestare i soldi per l’attraversata transoceanica fino al Brasile, con l’accordo che poi il prestito sarebbe stato facilmente restituito con i favolosi guadagni promessi. La realtà era un’altra. I poveretti, una volta arrivati in Brasile su carrette del mare, ammesso che ci arrivassero vivi, venivano inquadrati dai finanziatori come debitori di una somma che non sarebbero mai riusciti a ripagare e, trattenuti per garanzia, in un vero e proprio stato di schiavitù. Dopo lo sbarco venivano direttamente avviati a lavorare nelle piantagioni di caffè, di cotone, di canna da zucchero e alle miniere, dove erano venuti a mancare, per legge, gli schiavi neri. Il modo era esattamente identico a quanto succede oggi in certi posti del sud Italia con lo sfruttamento dei poveretti africani in mano ai “caporali”.
Il meccanismo della schiavizzazione dei bianchi era iniziato nel 1871 quando il primo ministro Josè Paranhos, visconte di Rio Branco, fece approvare dal parlamento brasiliano la “Ley do ventre libre”. Per effetto di quella legge, tutti i bambini che sarebbero nati dalle schiave nere, avrebbero goduto immediatamente dello status di “cittadino libero”. In breve i campi di lavoro si spopolarono di schiavi e fu necessario sostituirli con urgenza. In quegli anni, tutta l’Europa soffriva una crisi economica legata alla persistenza di un immenso latifondo inutilizzato ed all’industrializzazione con mezzi meccanici che aumentò il numero di disoccupati. I padroni delle piantagioni brasiliane, per riprendersi dalla scomparsa dei lavoratori schiavi a costo zero e preoccupati dall’improvvisa prevalenza di cittadini neri sui bianchi, organizzarono l’arruolamento di lavoratori bianchi europei in stato di povertà. Il metodo era semplice. Si organizzò una truffa colossale e capillare, con la promessa di favolosi guadagni con cui sarebbe stato restituito il debito contratto per le spese di viaggio in nave. Una volta arrivati in Brasile, gli immigrati vi sbarcavano con il peso dell’enorme prestito e venivano costretti ad accettare contratti miserabili con cui non riuscivano nemmeno a sfamare mogli e figli. Moltissimi morivano nei primi mesi per fame e malattie.
I sopravvissuti venivano trasformati in veri e propri “schiavi bianchi”.
I missionari italiani raccolsero prove di questi abusi e presentarono petizioni al Governo Italiano, affinché intervenisse a fermare quella truffa infernale. Il Governo reagì con la legge n. 2 del 31 gennaio 1901 ad opera del ministro degli Esteri Giulio Nicolò Prinetti. La legge disattivò il nodo centrale del meccanismo truffaldino:
il decreto proibì l’espatrio con viaggio pagato dal Brasile; da allora nessuno potè più partire usando prestiti brasiliani. Inoltre, venne istituito il “Commissariato Generale delle Emigrazione” che mise in atto questi provvedimenti:
– L’Italia si impegnava a proteggere i diritti dei migranti assicurando la sua protezione.
– Potevano gestire i viaggi transoceanici dei migranti soltanto le compagnie ritenute idonee dal Governo e che ottenevano la “patente di Vettore”.
– Erano consentiti imbarchi per l’emigrazione soltanto da tre porti autorizzati : Palermo, Napoli, Genova.
– Una “ Commissione Ispettiva” verificava che le navi fossero in possesso dei requisiti sanitari previsti dalla normativa.
– Al momento della partenza, saliva a bordo una Commissione governativa costituita da medici e militari che sorvegliava affinché le disposizioni di legge fossero rispettate e gli spazi a disposizione dei migranti fossero adeguati.
– Nel porto di arrivo i migranti trovavano ad accoglierli Patronati ed Enti di tutela del governo italiano che fornivano assistenza legale e sanitaria.

Nella metafora di “Pinocchio” sono rappresentati i grandi problemi di oggi:
– Il problema sanitario: come Pinocchio seppellì le monete d’oro con la promessa che sarebbe spuntato un albero di monete noi ci troviamo oggi a vedere il seppellimento dei nostri Ospedali nella promessa che poi spunti un Ospedale “Unico”.
– Il problema immigrazione : anche quei poveretti che oggi attraversano il Mediterraneo su carrette del mare, come il trisavolo di Jorginho sono stati spinti qui dai “saltimbanchi” dei loro paesi per trovarsi poi schiavi più di prima. Se l’Italia avesse un accordo bilaterale con i Paesi dei migranti, come la Legge Prinetti del 1901, non avremmo tanti disperati in mano agli scafisti.
– Il problema della ripresa economica con i sussidi e i prestiti europei: c’è da sperare che il Governo Draghi sia la “Fata Turchina” che ci salverà dal Gatto e la Volpe, e dalle torme di affaristi che saranno già in movimento.
Carlo Collodi “docet”, e alla fine ci fa anche capire che le fate non sono la soluzione, ma che dobbiamo salvarci da soli dai gatti, dalle volpi e dai saltimbanchi.

Mario Marroccu

Ottimi risultati per la scuola di ballo ElleDance di Carbonia ai campionati italiani di Latin Style.

Sharon Rossi, atleta di Carbonia della scuola diretta dai maestri professionisti Emanuele Ledda e Silvia Loi, è la nuova vice-campionessa italiana di Latin Style tecnica Classe B su 148 partecipanti provenienti da tutta Italia. La competizione si è svolta a alla Fiera di Rimini, sotto l’egida della federazione italiana danza sportiva e del comitato olimpico nazionale italiano.

Sharon Rossi passa per merito nella classe A della stessa disciplina. Ottimi risultati anche per le altre atlete della scuola, una di queste ha sfiorato la semifinale e le altre si sono piazzate nelle Top 48 e Top 24 della loro rispettiva categoria e classe.

Sabato 24 luglio, alle ore 11.00, a Gonnesa, presso lo stabilimento balneare “Sapore di Mare” (Spiaggia di Mezzo), è in programma l’incontro “Alimentazione e Benessere”, per la campagna di sensibilizzazione ad uno stile di vita sano.
L’iniziativa è organizzata dall’associazione Blue Sardinia ASD in collaborazione con il comune di Iglesias, nell’ambito della campagna di sensibilizzazione del progetto EAT Sardegna.
Nel corso dell’incontro, la nutrizionista dott.ssa Elena Puddu, parlerà degli stili di vita sani e dell’alimentazione più indicata nel corso dei mesi estivi.
Verranno inoltre distribuiti ai presenti test e questionari sull’argomento.
«L’incontroha spiegato l’assessora delle Politiche sociali, Angela Scarparappresenta la continuazione ideale del progetto “Benessere a km 0”, nato lo scorso anno e dedicato alla promozione di stili di vita sani, in armonia con il contesto territoriale e con le attività motorie all’aria aperta.»

Sono 246 i nuovi casi di positività al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, su 3.774 test eseguiti (6,52%). Salgono a 59.236 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. In totale sono stati eseguiti 1.461.067 tamponi.

Si registra 1 nuovo decesso (1.496 in totale). I ricoveri ospedalieri: 60 pazienti in area medica (+13 rispetto al report precedente) e 4 in terapia intensiva.

Attualmente in Sardegna sono 2.441 le persone in isolamento domiciliare e 55.235 i guariti (+7). Sul territorio, dei 59.236 casi positivi complessivamente accertati, 16.123 (+132) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 9.099 (+51) nel Sud Sardegna, 5.273 (+20) a Oristano, 11.000 (+7) a Nuoro, 17.727 (+36) a Sassari.

I carabinieri della Compagnia di Carbonia hanno avviato una campagna di controlli finalizzati alla verifica del rispetto delle indicazioni sulle attività di balneazione in relazione alla diffusione del Covid-19.

I controlli hanno riguardato in particolare Porto Pino. I carabinieri di Giba, Teulada, Nuxis e Santadi coadiuvati dai militari della motovedetta dell’Arma di stanza a Sant’Antioco, hanno controllato tutti gli stabilimenti della prima e seconda spiaggia a Porto Pino, verificando il rispetto dei protocolli di sicurezza stabiliti dall’ordinanza regionale. Il bilancio è stato positivo e non sono state riscontrate irregolarità.   

Ieri mattina, sempre a Porto Pino, i carabinieri di Giba, Santadi e San Giovanni Suergiu unitamente ai carabinieri del N.A.S. di Cagliari hanno svolto un nuovo articolato servizio di controllo delle spiagge e degli stabilimenti balneari. E’ emerso che una delle strutture balneari aveva omesso di comunicare all’ufficio comunale di Sant’Anna Arresi la presenza presso il proprio chiosco di ambienti e attrezzature destinate alla preparazione e somministrazione di alimenti e bevande. I locali adibiti a cucina sono stati sequestrati amministrativamente ed è scattata a carico del gestore una sanzione pecuniaria di circa 1.000 euro.

 

Sarà inaugurata sabato 24 luglio alle 19.00, al museo Ortiz di Atzara, la mostra d’arte “Richard Napoleon Scheurlen – l’uomo e l’artista”, realizzata dall’associazione Antonio Corriga e curata da Sabina Corriga e Antonello Carboni,
Sarà presente l’attore Ulrich Tukur che interpreta il ruolo di se stesso all’interno del documentario “Il pittore tedesco” diretto dal regista oristanese Antonello Carboni, alla riscoperta del nonno pittore Richard Scheurlen che visse per quindici anni proprio nel paese della Barbagia, e che sarà proiettato alle 22.00 in piazza San Giorgio.
Antonio Caria