Giovedì 2 settembre si riunisce la Conferenza di servizi decisoria sulla revoca del decreto di nomina degli organi del Parco Geominerario
Giovedì 2 settembre si riunisce la Conferenza di servizi decisoria sulla revoca degli organi del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna. Lo scorso 23 agosto, il direttore generale del Ministero dell’Ambiente e di Tutela del Mare, Antonio Maturani, ha annunciato la conclusione del procedimento di revoca della nomina degli organi del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, e la predisposizione della revoca del decreto di nomina degli organi, Decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Ministro dell’istruzione e della ricerca, d’intesa con il Presidente della Regione Sardegna, n. 147 del 17 aprile 2018, a cui seguirà la nomina di un Commissario Straordinario investito del potere di adottare tutti gli atti necessari al regolare svolgimento dell’attività dell’Ente. La decisione è stata comunicata ieri, in un lungo documento di 11 pagine, dal direttore generale del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Antonio Maturani, al Consorzio del Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna, al Presidente del Consorzio del Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna, al Consiglio Direttivo del Consorzio del Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna, ai componenti del Consiglio Direttivo del Consorzio del Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna, per conoscenza alla Regione Sardegna, al Presidente del Collegio dei revisori dei Conti e, infine, all’Organismo Indipendente di Valutazione.
Il procedimento di revoca degli organi era stato avviato il 22 luglio 2021. Il presidente del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, Tarcisio Agus, aveva inviato le controdeduzioni il 6 agosto 2021.
Allegato il documento ministeriale.
MATTM_.REGISTRO UFFICIALE.2021.0090745
Il giorno successivo, lo stesso direttore generale Antonio Maturani ha annunciato la convocazione della conferenza di servizi decisoria per il giorno 2 settembre 2021, alle ore 16.00, presso il Ministero della transizione ecologica, in via Cristoforo Colombo 44, Roma, con la partecipazione contestuale dei rappresentanti delle amministrazioni competenti, anche in via telematica: Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per il coordinamento amministrativo – Rappresentante unico delle Amministrazioni statali; Ministero della Cultura Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio; Ministero dell’Università e della Ricerca Direzione generale della ricerca; Ministero dello sviluppo economico Direzione generale per le infrastrutture e la sicurezza dei sistemi energetici e geominerari (DGISSEG – in avvalimento al MITE ai sensi del d.l. 22/2021); Regione Autonoma della Sardegna Direzione generale della Presidenza; Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.
Allegata la convocazione della conferenza di servizi decisoria.
Copia_DocPrincipale_MATTM_.REGISTRO_UFFICIALE.2021.0091002
Le motivazioni contenute nella proposta di revoca del decreto di nomina degli organi sono durissime e sembrano lasciare poco spazio alla possibilità di evitare la revoca ma il presidente del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, Tarcisio Agus, qualche giorno fa ha diffuso un documento molto critico sull’iniziativa ministeriale che riportiamo qui integralmente.
«Un Ministero che “commissaria se stesso e la sua totale assenza” come ha sottolineato uno dei Sindaci consiglieri, e per farlo, addebita all’attuale dirigenza atti non congrui avvenuti nel passato, ma che sono oggi utili all’uopo. Stipule assicurative mai attivate, finanziamenti ad Enti e Associazioni prive di rendicontazioni e con richieste di risarcimento danni mai avvenuti, assenza di trasparenza su un sito obsoleto che, invece, l’attuale Consiglio direttivo ha riordinato. E ancora, contratti di telefonia mobile e relativi acquisti di telefoni aziendali per oltre 30 dipendenti, che non esistono, visto che sia i vertici sia i dipendenti, utilizzano i propri telefoni e le spese sono tutte a loro carico.
Una serie di fatti pretestuosi, reiterati e arricchiti con altri fatti pretestuosi, solo per corroborare una decisione presa nei corridoi di un ministero che, come organo vigilante, negli anni passati (e non solo dal 2018, data dell’insediamento dell’attuale Consiglio e dell’attuale Presidente), dovrebbe interrogarsi del mancato recupero e mancata tutela e promozione del valore del vastissimo patrimonio ex minerario, lasciato in eredità dall’ENI (Ente di Stato).
Commissariando il Parco Geominerario, il Ministero commissaria sé stesso ed ha pensato di farlo a danno del processo di recupero di tutte le storture ereditate e che l’attuale vertice sta cercando di sanare. Gineprai sui quali l’attuale vertice ha auspicato l’appoggio e l’intervento del Ministero.
E invece si fa largo la convinzione (anche alla luce dell’atto ostile di questi ultimi giorni) che la nascita del Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna, non abbia mai avuto, presso il ministero dell’Ambiente prima, e del MiTE oggi, l’attenzione dovuta. È considerato un ibrido fra i Parchi Nazionali, tanto che dopo vent’anni, ancora non ha una sua definizione giuridica, così da sempre denunciato ed ora
ripreso, con formale ammonimento a legiferare, dalla Corte dei Conti.
Tutte le sollecitazioni e le richieste di collaborazione avanzate dall’attuale vertice hanno sortito inutili scambi meramente epistolari. Si vedano, per esempio, le spiegazioni documentate sulla fuoriuscita dalla rete dei geositi Unesco, o anche la risposta sulla mancata vigilanza o la perdita di personale, non ultimi i ritardi sulla presentazione dei bilanci, comunque approvati dal ministero vigilante, etc. L’elenco è lungo, come è complesso aggredire tutte le problematiche in capo al Parco, avendo un organo vigilante assente.
Non vogliamo pensare che questo atto sia frutto di un disegno politico, anche perché ciò apparirà chiaro nel momento in cui il Parco verrà commissariato e il nuovo commissario si insedierà. Vogliamo invece continuare a pensare che questa decisione del Ministero sia l’esito di mancati approfondimenti, valutazioni superficiali e semplificate, azioni non corroborate da accertamenti rigorosi, tutto ciò di cui necessita una decisione così importante per il destino di un organo periferico dello Stato.»
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