24 November, 2024
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Poste Italiane comunica che a partire da oggi, lunedì 6 settembre, gli uffici postali di via Provinciale a Domus De Maria, di via Fara a Serrenti e di via Azuni a Villamar saranno interessati da lavori di manutenzione straordinaria.
L’Azienda ha provveduto ad informare preventivamente la clientela attraverso l’affissione di appositi cartelli all’esterno delle sedi.
Fino al termine e per tutta la durata degli interventi, i cittadini di Domus De Maria, Serrenti e Villamar potranno rivolgersi rispettivamente alle sedi di via Torino a Teulada, via Risorgimento a Samassi e via Roma a Furtei, aperte al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 8.20 alle 13.35 ed il sabato fino alle 12.35, dove saranno predisposti sportelli dedicati ai clienti degli uffici interessati da lavori e dove saranno disponibili le operazioni postali e finanziarie.
Il ritiro della corrispondenza non consegnata per assenza del destinatario sarà comunque garantito anche durante lo svolgimento dei lavori presso tutti i tre gli uffici postali di Domus De Maria, Serrenti e Villamar.
Si ricorda che, nelle tre sedi oggetto di interventi, è disponibile l’ATM Postamat, sette giorni su sette e in funzione 24 ore su 24, che oltre a consentire il prelievo di denaro contante (fino ad un massimo di 600 euro al giorno e 2.500 euro al mese), può essere utilizzato per numerose operazioni in automatico come il pagamento delle principali utenze e dei bollettini di conto corrente postale, le interrogazioni su saldo e lista dei movimenti, le ricariche telefoniche e delle carte Postepay.
La riapertura degli uffici postali di Domus De Maria, Serrenti e Villamar è prevista per venerdì 10 settembre.

Andrà in scena oggi alle 20.30, presso il Museo del Costume di Nuoro, della compagnia teatrale “García Lorca” per la regia della nuorese Patrizia Viglino, con Patrizia Viglino e Antonella Chironi al pianoforte.«È un adattamento del celebre romanzo ha dichiarato l’autriceè un monologo teatrale e si avvale di due partiture narrative: una in musica e una in video. La storia diventa visiva e partecipata. Lo spettacolo è un progetto nato qualche anno fa e rivela la modernità di un testo straordinario: troveremo una Grazia Deledda universale, dal linguaggio molto teatrale, con un impianto tipico della tragedia greca: il destino incombe sui personaggi, che non possono sottrarsi, un finale aperto che lascia spazio alla scelta e alle conseguenze del libero arbitrio.»

Antonio Caria

La Città di Sant’Anna Arresi è pronta ad ospitare la terza edizione della rassegna cinematografica AngoLazioni, che per il 2021 ha scelto come titolo «Visioni di Donne tra Sardegna e Africa». A partire da Mercoledì 8 settembre, e sino a domenica 12, saranno proposte una ventina di opere cinematografiche tra corti, documentari e fiction che mettono a confronto realizzazioni di donne dell’Algeria, del Camerun, dell’Egitto, del Marocco, della Mauritania, del Ruanda, del Senegal, della Tunisia e della Sardegna, mettendo in risalto le “connessioni” tra un Continente culturalmente molto vivace e un’Isola di antiche culture e tradizioni. La Rassegna darà anche l’occasione per confrontarsi, con registe, scrittrici e musiciste, sarde e africane, che presenteranno le specificità dei loro “mondi artistici”. AngoLazioni 3 (organizzata dall’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo e dall’Amministrazione comunale di Sant’Anna Arresi, il finanziamento della Fondazione di Sardegna, la collaborazione della Società Umanitaria – CSC Carbonia La Fabbrica del Cinema, la sponsorizzazione di “Cantina Mesa” ed il supporto logistico dell’ANSPI di Sant’Anna Arresi) farà, quindi, scoprire la creatività artistica femminile in diversi ambiti come il cinema, la letteratura, la pittura e tanti altri ancora.

Si inizia mercoledì 8 settembre, alle ore 21.00, presso il Centro di Agregazione Sociale con la presentazione del libro “Stella” di Massimo Dadea che per l’occasione, attraverso la storie delle protagoniste del libro, dialogherà con il pubblico sulle vicende familiari, amicizie, passioni lavorative e l’impegno politico e femminista degli anni ’70. Subito dopo la presentazione del libro sarà la volta di cinque cortometraggi, per la precisione: “La pelote de laine” di Fatma Zohra Zamoun (Algeria), “Into reverse” di Noha Adel (Egitto), “Deweneti” di Dyana Gaye (Senegal), A place for my self” di Marie Clèmentine Dusabejambo (Ruanda ) e “Brotherhood” di Meryem Joobeur (Tunisia). Nella serata di apertura della Rassegna verrà presentato anche il progetto dell’artista sulcitana Carla Cocco Africa Sarda, ovvero uno studio di registrazione/scuola di musica nel cuore del ghetto di Bauleni in Zambia, che funge da strumento per tenere lontani i giovani da droghe, prostituzione, delinquenza e quant’altro, attraverso la musica.

La Rassegna “AngoLazioni 3” proseguirà giovedì 9 settembre quando, sempre alle 21 presso il Centro di Aggregazione Sociale, si inizierà con la presentazione del libro “Le stazioni della luna” della scrittrice Italo-Somala Ubah Cristina Ali Farah. Sarà proprio la scrittrice, presente in sala, ad aiutarci ad entrare nel suo “universo”, conoscere meglio la sua sensibilità e la sua cultura e il suo profilo di “donna creatrice” del continente africano. La serata proseguirà con la proiezione dei cortometraggi di animazione e l’incontro con la loro regista, la Tunisina Nadia Rais. I corti in programma sono: “Ambouba”, “L’Mrayet”, “Sabaa Arwah” e “Briska”. Al termine dell’incontro con la regista si proseguirà con la proiezione del film-documentario “En Attendant les Hommes” di Katy Lena Ndiaye.

Il giorno successivo, venerdì 10 settembre, si proseguirà, sempre a partire dalle 21.00, presso il Centro di Aggregazione Sociale con un omaggio alla regista sarda Maria Piera Mossa e la proiezione del suo documentario “Una fabbrica inventata su un paese reale, Bitti” . Maria Piera Mossa, la prima donna regista in Sardegna negli anni Settanta, intraprende la sua attività di ricerca collaborando con la Cineteca Sarda-Società Umanitaria, per affermarsi dal 1976 nel suo ruolo di programmista e regista negli studi della RAI-Sardegna. Ad omaggiarla sarà presente la figlia Martina Pilleri. A seguire saranno proiettati cinque film alla presenza della professoressa camerunese Marie Nadége Tsogo che avrà il compito di introdurre al pubblico presente i film in programma, realizzati dalle donne del continente africano. Le pellicole in proiezione sono: “Lyiza” di Marie Clèmentine Dusabejambo (Ruanda), “Aya go to beach” di Maryam Touzani (Marocco), “Tu seras mon allié” di Rosine Mfetgo Bakam (Camerun), “Soubresauts” di Leyla Bouzid (Tunisia) e “Sur la route du paradis” di Uda Benyamina (Marocco).

Per le due giornate conclusive la Rassegna si trasferirà, sempre a Sant’Anna Arresi, nella splendida Piazza del Nuraghe. Sabato 11 settembre, alle ore 21.00, Maria Grazia Perria presenta il suo ultimo lavoro: “Cercando Grazia”. Il film racconta la storia di undici ragazze che hanno partecipato al Casting per realizzare un film sulla scrittrice sarda e Premio Nobel per la letteratura Grazia Deledda, facendo emergere sia il ritratto della Deledda da giovane sia scorci della vita delle 11 protagoniste del casting. A seguire saranno presentati due nuovi cortometraggi di registe africane: “Quand ils dorment” di Maryam Touzani (Marocco) e “Zakaria” di Leyla Bouzid (Tunisia 2013)

La serata di chiusura, Domenica 12 settembre, inizierà alle 21 con le proiezione del filmSaint Louis Blues” di Dyana Gaye (Sénégal). A seguire ci sarà un momento simbolico di dialogo musicale, in scena per la prima volta in assoluto, tra donne dall’Africa e dalla Sardegna con la partecipazione di Fadimatou Wallet Oumar (Tuareg del Mali), Nawal Mlanao (Isole Comore), Hanta Gasy (Madagascar), Yagaré Kouyaté (Burkina Faso) e Gisella Vacca e Rosalia Potettu (Sardegna).

Come dichiara l’assessora della Cultura del comune di Sant’Anna Arresi Elisabetta Rossu «La rassegna cinematografica AngoLazioni nasce per leggere la contemporaneità da un luogo piccolo, ma importante, come il paese di Sant’Anna Arresi. Il mondo attraverso gli occhi del cinema, descrive problemi e opportunità. Per l’assessorato alla cultura, la rassegna è un modo per rappresentare il suo impegno nei confronti di temi importanti e significativi e, nel contempo, fare del nostro centro, un luogo di scambio e crescita culturale. In questa edizione del 2021, lo sguardo al mondo femminile è il centro della riflessione e l’angolo da cui il mondo è descritto e rappresentato».

Nel pensare e programmare il Festival il confermato direttore artistico Mohamed Challouf si è concentrato sulle donne che «in Africa come in Sardegna si battono quotidianamente per avere più spazio e partecipare alla vita culturale e produrre opere artistiche con le loro sensibilità, così da contrastare la dominazione del punto di vista maschile che prevale in tutti i campi culturali e non solo».

Dopo le dominazioni coloniali poche erano le donne che avevano accesso alla creatività e alle arti, negli ultimi vent’anni, “assistiamo finalmente – continua Mohamed Challouf – ad un emergere di donne africane nei vari campi artistici. Sono sempre di più le donne che frequentano scuole di cinema e che prendono le cineprese per raccontare storie dei loro paesi con impegno e grande talento. Un esempio per tutte è Kouther Ben Hnia, giovane regista tunisina che dopo aver vinto il premio Orizzonti al festival di Venezia 2020 con il suo film «L’uomo che ha venduto la sua schiena» si è trovata tra i candidati finalisti per l’oscar del miglior film internazionale”.

Le serate saranno introdotte da un intervento musicale a cura del Gruppo folk San Domenico Savio. Durante la rassegna sarà visitabile, presso il centro di aggregazione sociale, la mostra “Ritratti di Madam Frida” dell’artista Daniela Madeddu. L’ingresso agli spettacoli sarà libero e gratuito nel rispetto delle vigenti normative anti covid.

 

Sono 123 i nuovi casi positivi al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, su 1.862 test eseguiti (1.326 molecolari, 536 antigenici), il 6,61%.

I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 28 (1 in più rispetto a ieri).

I pazienti ricoverati in area medica sono 235 (4 in più rispetto a ieri).

Sono 6.305 i casi di isolamento domiciliare (150 in meno rispetto a ieri).

Si registrano 3 decessi: un uomo di 64 anni e due donne di 83 e 98 anni, tutti residenti nella Provincia del Sud Sardegna.

Sono 144 i nuovi casi positivi al Covid-19 nelle ultime 24 ore in Sardegna, su 2.543 test eseguiti (2.178 molecolari, 365 antigenici), il 5,66%.

I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 27 (2 in più rispetto a ieri).

I pazienti ricoverati in area medica sono 231 (2 in meno rispetto a ieri).

Sono 6.455 i casi di isolamento domiciliare (99 in meno rispetto a ieri).

Si registrano 3 decessi: una donna di 49 anni e un uomo di 69 anni, entrambi residenti nella Città Metropolitana di Cagliari, e un uomo di 79 residente nella Provincia di Nuoro. 

 

Ora è ufficiale, il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna verrà commissariato. Il presidente Tarcisio Agus interviene sulla conclusione del procedimento di revoca.

«Giovedì 2 settembre, presso il Ministero della Transizione Ecologica, si è concluso l’iter del procedimento di revoca delle nomine degli organi di indirizzo del Parco Geominerario. Nella circostanza, è stato possibile ribadire al Direttore Generale del Ministero l’estraneità dell’attuale gestione alle contestazioni addebitate dal 2007 al 2017 in riferimento a:
a – Monetizzazione per buoni pasto e festività soppresse;
b – Compensi ai commissari straordinari ed indebita corrispondenza di gettoni di presenza;
c – Importi erogati, non rendicontati, non giustificati e criticità:
d – per le tesi di laurea Premio Paci;
e – per la Consulta delle Associazioni (CAU);
f – per Miniere Rosas – Narcao;
g – CICC di Carbonia e Carbonia per il museo a “Serbariu”;
h – il CICO (Centro cultura dell’Ossidiana) – Pau, sciolto fine 2014;
i – AUSI Monteponi/Iglesias, anche per spese non dovute.
l – Igea, per il l’Archivio storico di Monteponi; lh – Arbus per il museo “Sanna Castoldi”; mi – Polizze assicurative stipulate dal Parco, di cui non sono state rilevate le finalità e in assenza di procedura pubblica per l’affidamento;
m – Contratto con la GiGroup di Milano per la somministrazione di lavoro temporaneo;
n – Servizi di Telefonia mobile con contratti stipulati in violazione degli obblighi di approvvigionamento attraverso gli strumenti di acquisto Consip S.p.A. o simili, nonché l’emissione di carte di credito per spese diverse.
o – altri punti contestati riguardanti la mancata esibizione dei documenti, – richiesti dal Mef, sui precedenti periodi commissariali, non rinvenibili e, quindi, impossibile fornirli.
Su altri punti di natura procedurale – riguardanti la gestione di questa presidenza e consiglio direttivo – come i ritardi di presentazione dei bilanci, l’organizzazione del Press Tour, il progetto ASTA-Turismi e l’incarico per la gestione economico finanziaria in assenza totale di struttura amministrativa, sono state date ampie e risolutive spiegazioni.
Così come è stata ampiamente spiegata e motivata l’uscita dalla Rete Geoparchi Unesco, che il Direttore Generale dott. Maturani, aveva già constatato con l’ultima nostra nota di risposta, convenendo che il mancato impegno assunto dalla Regione a suo tempo in sintonia con il Parco, ha pesato decisamente sull’esclusione del Parco Geominerario dalla Rete Global Geoparks Unesco.
Il dott. Maturani ha sottolineato che di fronte alla relazione della Corte dei Conti – che ha fatto propria quella del Mef – presentata, per la prima volta, ai Presidenti dei due rami del Parlamento, l’ufficio vigilante del ministero non poteva esimersi nel dare l’avvio al procedimento amministrativo, come atto dovuto, specificando che non è rivolto agli attuali amministratori, ma all’Istituzione Ente Parco.
Questa sua ultima affermazione sibillina e unilaterale non ci ha certo soddisfatto, perché l’opinione pubblica non conoscendo i fatti è portata a semplificare, attribuendo le responsabilità del commissariamento a questo Consiglio Direttivo. Il nostro rammarico è che la valutazione politica nell’attuale contesto, appesantisce l’aspetto burocratico – addossando responsabilità a questo Consiglio Direttivo incolpevole – anziché dare un futuro all’Ente, consentendo a questo stesso Consiglio Direttivo di completare il proprio mandato, continuando nell’attività di risanamento amministrativo e con l’impegno a risolvere le rilevanze ispettive, ed essere alla fine giudicato.
La politica dovrebbe assumere la responsabilità del presente e del futuro dell’Ente e, in generale, scegliere di stare dalla parte dei territori, ma sovente – amara constatazione – sceglie quella dei giochi di potere dei potentati locali.
A giorni il ministero, di intesa con la regione Sardegna, provvederà alla revoca degli organi e alla nomina dell’ennesimo nuovo commissario – che se non fornito di supporto amministrativo numerico e qualificato attraverso adeguati strumenti normativi sul personale e sulla necessarie modifiche al decreto istitutivo del parco, sarà “impallinato politicamente” in breve tempo.»
Il Presidente
Tarcisio Agus

Quinto test precampionato per il nuovo Carbonia di David Suazo, questo pomeriggio, al campo Comunale di Siliqua. Dopo il test con il Città di Sestu, disputato mercoledì 1° settembre e terminato 10 a 0, l’avversario odierno è stata la Sigma Cagliari allenata da Riccardo Spini. 2 a 0 il risultato finale, maturato nel primo tempo, con i goal di Suku Kassama Sariang al 5′ e Ador Gjuci su calcio di rigore al 35′.
Nel primo tempo David Suazo ha schierato la seguente formazione: Mirko Atzeni 2002, Marco Russu, Tamir Berman 2001, Juan Dellacasa, Tristan Ganzerli 2003, Andrea Porcheddu, Nicola Serra, Gabriele Dore 2001, Alessio Murgia, Ador Gjuci, Sariang Kassama.
Secondo tempo: Adam Idrissi 2000 (Valerio Bigotti 2002), Marco Russu, Tamirr Berman 2001 (Federico Bellu 2003), Juan Dellacasa, Tristan Ganzerli 2003 (Edoardo Adamo 2004), Andrea Porcheddu, Nicola Serra, Gabriele Dore 2001, Alessio Murgia (Lorenzo Basciu 2004), Ador Gjuci, (Christian Fidanza 2005), Sariang Kassama (Alessandro Murtas 2004).
Non erano disponibili: Nicolo Agostinelli 2001, Fabio Doratiotto, Maurizio Cinus 2001, Pietro Scanu 2002, Francesco Quarta 2001.

Alcune settimane fa due chirurghi, il dottor Antonio Macciò, ginecologo-oncologo al Businco, e il dottor Stefano Camparini, chirurgo vascolare al Brotzu, hanno eseguito un intervento eccezionale su una donna affetta da tumore maligno. Si trattava di un cancro dell’utero invadente la parte sinistra della vescica, i grossi vasi arteriosi e venosi del bacino e i muscoli pelvici di sinistra.

La paziente versava in condizioni gravissime, da morte imminente. La febbre era persistentemente alta e dagli esami del sangue risultava uno squilibrio dei globuli bianchi simile a quello che si vede nei pazienti con Covid-19 in fase terminale. La paziente non aveva contratto il Covid; era invece in preda ad una “tempesta citochinica” indotta dal cancro.

Gli americani chiamano questo genere di chirurgia: “Interventi commando”. La definiscono come le operazioni di guerra particolarmente rischiosa.

L’intervento è stato distinto in due fasi: la parte demolitiva e la parte ricostruttiva. La “fase demolitiva” ha comportato l’escissione in blocco di quasi tutto il contenuto del bacino. Sono stati asportati: l’utero e annessi, la parte sinistra della vescica e un segmento terminale dell’uretere sinistro, la grande vena iliaca comune sinistra e la vena iliaca esterna che drenano il sangue venoso della gamba sinistra, la vena iliaca interna sinistra, il muscolo otturatorio interno sinistro (che serve a muovere la coscia), tutto il contenuto della fossa otturatoria costituito da ghiandole, grasso, nervi e vasi.

E’ stata una demolizione radicale.

Nella “fase ricostruttiva” il chirurgo vascolare ha ricreato un tratto venoso protesico per scaricare il sangue venoso della gamba sinistra. Il chirurgo ginecologo-oncologo ha proceduto a ricostruire la vescica e ad impiantarvi l’uretere sinistro.

L’intervento è durato 8 ore.

E’ noto che in Italia questa chirurgia così difficile viene eseguita al Policlinico Gemelli di Roma, ma non è noto come meriterebbe che il dottor Antonio Macciò fa questa chirurgia da molti anni, e la iniziò quando lavorava all’Ospedale Sirai di Carbonia. Negli stessi anni in cui apriva la strada a questa chirurgia al Sirai, egli aveva iniziato gli studi sul comportamento delle cellule Macrofagi nel cancro dell’ovaio. I Macrofagi sono cellule tissutali addestrate alla difesa dalle aggressioni batteriche, virali e tumorali.

Per capire come ci difenda questo esercito di “soldatini cellulari”, iniziò a raccoglierli nel liquido ascitico delle donne affette da cancro dell’ovaio, e iniziò a coltivarli. Con il suo “gruppo di studio” fin dal 1999 pubblicò osservazioni interessanti. Aveva verificato che queste “cellule soldato” producono una sostanza denominata Interleukina-6, e prese a dosarla in tutti i casi di tumore.

Tale mediatore chimico è un’arma potentissima che attiva altre cellule, i Linfociti. A loro volta, il Linfociti producono Interleukine di varie categorie, e scatenano un attacco difensivo multiplo per fermare l’invasore.

Si scoprì che queste cellule fanno una battaglia senza pietà nei confronti di chiunque sia coinvolto nello scontro. Ricorda l’impiego del gas Iprite nel fronte della prima guerra Mondiale: i tedeschi lanciavano il gas contro i francesi facendo strage ma, se per caso il vento cambiava direzione, il gas tornava indietro intossicando soldati del fronte tedesco facendo molte vittime. Infatti, invece di limitarsi ad uccidere il nemico (virus, batterio, tumore), le Interleukine dei linfociti massacrano anche le cellule amiche intaccate dall’infezione. In sostanza le cellule del rene, del polmone, del fegato, del cuore, eccetera, che sono state aggredite dall’infezione vengono uccise dal “fuoco amico” dei Macrofagi e Linfociti. Questa è la tempesta citochinica dell’infiammazione.

In questa guerra fratricida avviene il blocco della produzione di Linfociti, pertanto, diminuiscono di numero nel sangue. Al contrario, le altre cellule infiammatorie del sangue, i Granulociti, aumentano.

Antonio Macciò verificò e pubblicò, dal 1999 in poi, diversi articoli nelle riviste internazionali di Oncologia, di Ematologia, e di Immunologia. In Italia, la conferma ai suoi studi, proveniva dalla scuola universitaria milanese del professor Alberto Mantovani, immunologo.

Tutte le ricerche sull’infiammazione portavano a far ritenere che il grave deperimento del paziente con cancro fosse in ampia parte dovuto al meccanismo infiammatorio autoaggressivo.

Così si spiega il dimagramento, l’inappetenza e l’anoressia, la perdita di massa muscolare, l’astenia, l’anemia, l’insufficienza epatica, il danno renale, i disturbi della coagulazione (trombosi e emorragie) dovuti al danno epatico e al danno dell’endotelio dei vasi, le trombo-embolie, la febbre, la cachessia ed il decesso.

Tutto il disastro è dovuto all’infiammazione.

Ora, il suddetto intervento ginecologico e vascolare per un cancro invasivo dell’utero allo stadio T4, consente una verifica importante, cioè: la paziente, prima dell’escissione radicale del tumore, aveva febbre persistente, un numero molto alto dei granulociti neutrofili e un numero molto basso dei linfociti nel sangue. Si tratta di un quadro di laboratorio simile a quello che si trova nel Covid-19 in fase avanzata, premortale.

Dopo la rimozione della causa dell’infiammazione (in questo caso il cancro della paziente) la conta dei Granulociti e dei Linfociti è tornata rapidamente alla normalità; il motivo del miglioramento è legato al ritorno ai livelli normali delle Interleukine. Quando il tumore non c’è più, i Linfociti si riprendono. è il segno certo che la tempesta citochinica è finita. La vita può tornare.

Il caso descritto è una prova e controprova, col metodo galileiano, che i sintomi di decadimento profondo ed i dati di laboratorio su linfociti e citochine, sia nel cancro che nel Covid-19 sono fortemente legati all’infiammazione.

Questa pista, indicata da Antonio Macciò ed Alberto Mantovani in Italia, ed approvata dal mondo scientifico internazionale, è ormai una certezza, e su di essa sono state messe a punto terapie mirate.

Questa bellissima storia, nonostante la tristezza della vicenda umana della paziente, obbliga noi Sulcitani ed Iglesienti a rigorose riflessioni:

1 – Gli Ospedali di Carbonia e Iglesias 20 anni fa stavano molto bene. Questo significa che il decadimento organizzativo a cui assistiamo oggi non è dovuto a questioni di periferia geografica ma ad altre forme di periferia culturale e politica da individuare.

2 – La buona Sanità è legata alla corretta dotazione di personale Medico e Sanitario. Questo è il settore più colpito.

3 – L’ottima Sanità è dovuta alla competenza e alle qualità personali. Quell’intervento è stato eseguito in 8 ore. Significa che è stato fatto con l’intento della perfezione e della accuratezza, ignorando il tempo che scorre. Su questo bisogna riflettere molto.

4 – I programmi sanitari negli ultimi 20 anni sono stati concepiti per soddisfare algoritmi con finalità amministrative. Il caso descritto ci insegna invece che la componente umana professionale e individuale è centrale per spiegare il buon risultato, e la bravura non è inseribile in un algoritmo.

Ne consegue l’imprescindibile necessità di ripristinare e curare il personale degli Ospedali.

Mario Marroccu

Il festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz” si conclude con quattro concerti Jazz Around. Cantina di Santadi, la grande miniera di Serbariu e Monte Sirai a Carbonia. Tre location rappresentative dell’anima del Sulcis saranno le protagoniste degli ultimi appuntamenti del XXXVI festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”.

Le serate in piazza del Nuraghe si concludono questa sera. Dopo gli emozionanti spettacoli ed il ricordo da parte degli artisti di Basilio Sulis, sullo sfondo della chiesa di Sant’Anna che ha ospitato la mostra a lui dedicata, il festival prosegue per altre tre giornate: 5, 6 e 8 settembre.

Una line up d’eccezione alla Miniera di Serbariu, il 5 settembre alle 21,00, dove il pianista Aruán Ortiz avvierà un dialogo musicale insieme a Silvia Bolognesi, Hamid Drake e Pasquale Mirra. Li abbiamo imparati a conoscere in quest’edizione ma, nonostante tutto, la loro adattabilità e imprevedibilità li rende insondabili e – per questo – assolutamente imperdibili.

Pianista, violista e compositore Aruán Ortiz – nato a Santiago di Cuba e residente a Brooklyn, NY – è una figura attiva nella scena del jazz progressivo e d’avanguardia statunitense da oltre quindici anni.

Nominato “uno dei compositori più creativi e originali al mondo” (Lynn René Bayley, The Art Music Lounge), ha scritto musica per gruppi jazz, orchestre, compagnie di danza, gruppi da camera e film, incorporando influenze provenienti dalla musica classica contemporanea, ritmi cubani e haitiani, improvvisazione e avanguardia, raggiungendo ogni volta nuove vette e superando, in linea col tema del festival, qualsiasi confine.

L’8 settembre un concerto poco jazz, benché in linea con lo spirito del festival di Sant’Anna Arresi in quanto a ricerca e sperimentazione: Davide “Boosta” Dileo, fondatore dei Subsonica, producer, dj, tastierista e compositore, si esibirà all’anfiteatro di Monte Sirai.

Torinese, classe 1974 è un artista poliedrico con una carriera più che ventennale. Musicista, dj, compositore, autore e produttore, conduttore radio-televisivo e scrittore.

Tastierista e cofondatore dei Subsonica, band con all’attivo otto album in studio – 8 dischi di platino, con più di 500.000,00 copie vendute – 4 cd live e un’interminabile carriera live.

Come autore e compositore ha realizzato, tra gli altri, brani per Mina “Non ti voglio più”, contenuto nell’album “Facile” e “La Clessidra” contenuto in “Caramella”.

Boosta è considerato uno dei migliori Dj italiani, inserito nelle più importanti situazioni elettroniche e con esperienza alla consolle dei migliori club, da Ibiza a Zurigo. Compositore di colonne per il cinema e serie tv, tra cui “1992” e “1993” prodotte da Sky. Dal 2018 è direttore artistico dell’etichetta Cramps Records di Sony Music.

Precederà, dalle 19,30, stessa location: sette fiati, due percussioni. Rocksteady, balkan, swing una vera orchestra da passeggio che unisce l’energia delle formazioni delle big band anni trenta: i Bandakadabra.

Nata a Torino, la Bandakadabra vanta una frenetica attività live che l’ha portata a esibirsi sia in Italia che nel resto d’Europa e a guadagnarsi una crescente attenzione da parte degli appassionati, grazie a una combinazione riuscita di musica e cabaret e a uno spettacolo capace di conquistare qualsiasi tipo di pubblico.

Il 7 settembre, la band si esibirà anche alla Cantina Sociale di Santadi, alle 21,00.

Prosegue il programma di Calasetta accessibile e sostenibile, fra attività formative, laboratori creativi ed appuntamenti musicali. Domani, domenica 5 settembre, per la Festa della Sostenibilità, che ha aperto la manifestazione con i Concerti al tramonto sotto la Torre, sarà il giorno del Posiday, a cura del CEAS (Centro di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità) dell’isola di Sant’Antioco (info e prenotazioni: info@ceassantantioco.it – 346 2140608).
Una giornata dedicata ad attività ludico-didattiche e divulgative che prenderà il via a Spiaggia Grande, dalle 9.30 alle 13.00, con “Sospesi sulle praterie sommerse”: si parlerà della Posidonia oceanica e si faranno passeggiate in canoa trasparente biposto per osservarla nel suo habitat. Le uscite (l’ultima è prevista alle 12.30) sono programmate per un massimo di 8 persone alla volta, accompagnate da un istruttore.
Nel pomeriggio ci si sposterà nella spiaggia Sottotorre, dove, dalle 17.00 alle 19.00, si succederanno altre attività ludico-didattiche: “Non è un’alga!” – I laboratori prevedono una prima parte introduttiva di divulgazione sulla Posidonia oceanica e il suo ruolo ecologico, con dei video e osservazione al microscopio delle foglie; “I tesori del mare” – Seduti intorno a uno scrigno, i partecipanti scopriranno le meraviglie del mare che si possono trovare e osservare grazie alla posidonia; “I love Posidonia” – Gioco dell’oca interattivo sulla posidonia, il mare e l’impronta ecologica (rivolti ai bambini fino ai 10 anni); “Il diritto di spiaggiarsi” – Dopo una prima parte di introduzione sulla Carta della Terra, i ragazzi faranno un laboratorio con la metodologia del gioco di ruolo a tema (rivolto ai ragazzi dagli 11 anni).
Il Posiday si chiuderà, a partire dalle 19.30, con i concerti di Matteo Leone e Irene Loche nel piazzale della Torre sabauda. Primo ad esibirsi il Matteo Leone Quartet, protagonista il musicista di casa (abita nella vicina frazione di Cussorgia), voce e chitarra, accompagnato da Matteo Muntoni (basso), Daniel Matta (percussioni), Brahim Khamlichi (violino); poi, a seguire, il set di Irene Loche, giovane talentuosa chitarrista e cantautrice oristanese.

Tutte le attività verranno svolte nel rispetto delle norme anti-Covid 19. Per partecipare agli spettacoli musicali è obbligatorio possedere il green pass.