19 ottobre 1937: 84 anni fa, a Carbonia, la tragedia di Schisorgiu nella quale persero la vita 14 minatori
La mattina del 19 ottobre 1937 il Capo del Governo, Benito Mussolini, firmava il decreto che sanciva la nascita del comune di Carbonia, 14 mesi prima dell’inaugurazione della città; il pomeriggio di quello stesso giorno, dieci minuti prima della conclusione del turno di lavoro, 14 minatori persero la vita in una tragica esplosione (8 si salvarono, tra loro un ragazzino di soli 15 anni, Antonio Canè), nel pozzo di Schisorgiu, nell’area dove ora sorge il parcheggio del supermercato Lidl, all’incrocio tra la via Logudoro e la via Dalmazia.
A distanza di 80 anni, nel 2017, quella tragedia è stata ricostruita con un progetto della memoria storica, “Schisorgiu 1937”, curato dalla Società Umanitaria, e la memoria viene tenuta viva anche dalla coop Scila, dall’associazione Amici della Miniera, dalla Sezione storia locale del Comune, dallo Sbis e dalla compagnia Teatrale la Cernita. Inoltre, sarà documentata in un libro di Mauro Pistis, di prossima pubblicazione, editore Giampaolo Cirronis.
«Un fatto drammatico che riguarda la storia della nostra comunità e le sue radici che affondano nella cultura mineraria, per questo dobbiamo preservarne la memoria – ha sottolineato il sindaco di Carbonia, Pietro Morittu -, il più grave incidente sul lavoro mai accaduto nella storia della nostra isola.
Una tragedia rimasta nascosta per lungo tempo e che “non ebbe la risonanza che meritava”. Da allora furono apportate alcune modifiche ai regolamenti per tutelare i lavoratori, sebbene questo non impedì il ripetersi di successivi infortuni nelle miniere di carbone del Sulcis. Nel pozzo Schisorgiu a Sirai 22 persone rimasero coinvolte in quella terribile esplosione di polvere di carbone e solo 8 riuscirono a sopravvivere.»
«Ancora oggi nei luoghi di lavoro si verificano gravissimi incidenti che potevano essere evitati e questa tragedia, dopo 84 anni, è di drammatica attualità – ha concluso Pietro Morittu -: è importante non solo come fatto storico, ma anche come monito continuo alla prevenzione e alla sicurezza delle persone.»
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