5 September, 2024
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Nella Storia Contemporanea sono in lizza due contendenti: il Coronavirus e l’Umanità. Fin dall’inizio della Pandemia molti affermarono che il Virus si sarebbe adattato all’Uomo e sarebbe diventato un innocuo “raffreddore”. Questa sottovalutazione sta tutt’oggi condizionando le scelte dei cittadini e le decisioni dei Governi. In realtà, è molto probabile che sia vero il contrario e che cioè il virus non si adatterà mai a noi e, piuttosto, noi ci dovremo adattare al virus. Esso vive sulla terra da sempre ed è estremamente più antico dell’uomo.
L’ominide Lucy visse due milioni e mezzo di anni fa ed il primo Homo Sapiens comparve appena 500.000 anni fa. Il virus esisteva da miliardi di anni prima e, probabilmente, come sostengono i genetisti americani, sono stati l’origine della vita sulla Terra. All’inizio di tutto, dunque, c’erano i Virus.
Se questa ricostruzione è vera, dobbiamo essere più rispettosi nei confronti del virus perché è un nostro antenato. Ebbene, esso non è mai cambiato, è rimasto come era nei primordi, invece Noi siamo il risultato di molti cambiamenti evolutivi. L’idea che il virus cambi in pochi mesi, per adeguarsi alle nostre esigenze, è senza basi. Degli altri virus con cui l’Uomo si è scontrato, si conoscono le vicende: il virus del Vaiolo ha ucciso uomini ed animali in tutti i millenni della storia conosciuta; oggi esso è scomparso per effetto delle vaccinazioni obbligatorie di massa; esiste solo in laboratori speciali e, per quanto si sa, non si è mai modificato a nostro favore. Così pure i virus della Poliomielite, della Varicella e del Morbillo, non si sono mai modificati ed oggi vengono tenuti a bada dai vaccini. Non sono mai cambiati, se non in peggio, i microbi della Tubercolosi, della Difterite, del Colera, del Tetano, della Rikettsiosi, della malattia di Lyme.
Si sostiene che il microbo della Peste Nera del 1347 sia spontaneamente scomparso improvvisamente nel 1700. Non è vero. Esiste tutt’oggi nel Tibet e nel Deserto della California, ed è sempre terribilmente mortale. Piuttosto, è vero che venne battuto il vettore del microbo, cioè la pulce del ratto nero asiatico (Rattus Alessandrinus), ma ciò avvenne per un cambiamento ecologico dovuto alla migrazione in Europa del ratto marrone del Nord (Rattus Norvegicus). Questo nuovo ratto, essendo più prolifico del ratto nero, occupò, per prevalenza numerica, il territorio europeo e si sostituì al ratto nero della peste. E’ vero che ne ereditò le pulci, tuttavia il mantello lanoso del ratto marrone ha uno strato profondo di lanugine talmente fitto da creare un ambiente invivibile per le pulci, e le pulci vi muoiono. Una volta scomparse le pulci ed il ratto nero, scomparve la Peste Nera.
Si può sperare in una mutazione benigna del Coronavirus, però per ottenerla, bisogna che mutino contemporaneamente tutte le varietà esistenti al mondo oggi. Dato che ciò è impossibile, ne consegue che la teoria che il Covid-19 diventi un innocuo raffreddore è ottimistica e anche molto pericolosa, a causa della sottovalutazione che implica. La sottovalutazione è stata fin dall’inizio il vero avversario che ci ha impedito di contenere la Pandemia.
Questa premessa porta a concludere che Noi dobbiamo adeguarci al virus perché esso è vincente. Sta succedendo un fenomeno epocale. Il virus ci sta cucinando lentamente come si fa con le rane vive in pentola. Il virus ha colpito il consorzio umano esattamente nel cuore di quel meccanismo dell’evoluzione neurologica della corteccia cerebrale che ha portato allo sviluppo della specie umana. Con la crescita della massa cerebrale, che è una grande centrale di comunicazione, avvenne il distacco di un ramo dall’albero della linea evolutiva dei Primati, quello del genere Homo. Il genere Homo ha la facoltà del linguaggio, della comunicazione verbale e dello scambio di informazioni che sta alla base della associazione. La necessità di comunicare compulsivamente ha indotto questo genere di ominidi all’aggregazione, al contatto fisico tra gruppi umani diversi, allo scambio di idee e beni e all’eliminazione del distanziamento. Sfruttando queste qualità, la specie Umana ha ideato le regole della convivenza sotto forma di Politica, Religione, Cultura, Commercio, e ha dato luogo alla organizzazione sociale, dapprima a livello di tribù, poi a livello di coordinazione di gruppi sempre più numerosi fino alla fondazione delle città ed alla costituzione delle Nazioni.
Da due anni il Covid-19 ci sta costringendo al regresso delle regole di aggregazione sociale e sta inducendo la lenta e impercettibile destrutturazione delle basi su cui la Società Umana è fondata, e cioè: l’associazionismo, la libertà di movimento, il trasporto di uomini e merci, l’arte, la scuola, la famiglia. Messa in questi termini, la Covid-19 non è una semplice malattia ma è un pericolo per la Società Umana così come oggi è costituita.

Se le cose stanno in questi termini, il problema è la sopravvivenza e, pertanto, è giustificato sostenere la formula pronunciata da Mario Draghi nel mese di luglio 2012 “ Whatever it takes”, cioè: bisogna fare «qualunque cosa sia necessaria», pur di uscire dalla Pandemia. Questa formula è facile da dire ma difficile da concretizzare in atti.
Proprio in questo frangente pandemico così delicato, siamo finiti in una disarmonia di voci contrastanti. Troppi pareri estemporanei, troppe ipotesi senza fondamenti scientifici, insomma confusione.
Alessandro Manzoni, per rendere meglio una situazione di conflitto dovuto alla nebulosità delle idee, inventò la metafora dei “galli di Renzo”. Invece, Winston Churchill, non riuscendo a mettere d’accordo tutti, arrivò a mettere in dubbio l’idea stessa di Democrazia, sostenendo che essa è la “peggior forma di Governo, eccezion fatta per tutte le altre forme”.
Anche oggi sta avvenendo che, Politici, Cittadini, Nazioni, piuttosto che risolvere il problema della Pandemia con un metodo condiviso e univoco, stanno affastellando in modo caotico una serie di problemi, diversi fra di loro e tutti importantissimi come: l’obbligo vaccinale, il suicidio assistito, la questione gender, la riforma del Fisco, il reddito di cittadinanza, la quota 100, il Patto Atlantico, la Via della Seta, il terrorismo informatico Hacker, il 5G, la scelta dei motori elettrici, la carenza di microchip, etc…, e ora, come se non bastasse, l’abbandono rovinoso dell’Afghanistan.
E’ difficile armonizzare le idee su un quadro storico mondiale e nazionale così complicato. In questo contesto, necessita fare una scaletta delle precedenze sui ragionamenti da impostare. Per adesso può essere utile fermarsi a riflettere sul problema dell’obbligo vaccinale. Si o No?
In premessa, si è tentato di dimostrare che la speranza che il virus attenui la sua aggressività è un’illusione. Pertanto, il virus non si adatterà alle esigenze dell’Uomo ma sarà l’Uomo a chinare la testa e si adatterà al Virus. Date queste condizioni di debolezza non esiste possibilità di trattativa e non ci rimane altro che il “Whatever it takes” di Mario Draghi, cioè dovremo adattarci a “qualunque cosa serva” per attenuare il pericolo pandemico che incomberà per molti anni ancora.
Il Vaccino è l’unica difesa oggi esistente. Fino ad oggi sono state messe in atto procedure molto intelligenti per indurre tutti i cittadini a vaccinarsi, tuttavia, il risultato non è soddisfacente, perché persistono sacche di umanità non vaccinata nelle quali il virus selvaggio prolifera. Da lì il virus riprende forza per attaccare anche i cittadini già vaccinati. Il Green Pass è uno strumento efficace ma l’applicazione è un po’ macchinosa e genera avversione.
Il Green Pass è stato adottato per impedire l’accesso dei non vaccinati nei luoghi di assembramento sociale e viene percepito come un surrogato dell’obbligo vaccinale universale. Questo è un punto delicato che necessita di chiarezza. La chiarezza la fornisce l’Articolo 32 della Costituzione, laddove dice che «nessuno può essere costretto ad un trattamento sanitario…. eccetto nei casi in cui vi sia l’obbligo di Legge». L’articolo è esplicito: il Governo ha il potere di emanare una legge che obblighi alla vaccinazione universale tutti i cittadini. Tale legge renderebbe inutili tante procedure di controllo capillare quotidiano.
Al mistero sulla titubanza se applicare o no la Costituzione si aggiunge oggi un altro problema che, per la verità, non è un vero problema. Si tratta della cosiddetta terza dose vaccinale. Questo giornale già un anno fa rese noto che il vaccino a RNA messaggero, secondo gli sperimentatori avrebbe conferito un’immunità della durata di 8 mesi circa. Ciò significa che coloro che sono stati vaccinati con 2 dosi a febbraio 2021, si troveranno scoperti, da un punto di vista immunitario, ad ottobre 2021. Pertanto, da ottobre tutti i vaccinati di febbraio dovranno essere considerati “non vaccinati” e dovranno, necessariamente, essere rivaccinati.
Dato che il Coronavirus non se ne andrà da questo pianeta, ma rimarrà per sempre con noi, si deve desumere che dovremo vaccinarci almeno una volta all’anno per sempre. Fu per questa considerazione che proponemmo ai nostri Politici del Sulcis Iglesiente di chiedere l’istituzione di un Reparto Infettivi, o un Covid Hospital, con personale medico ed infermieristico, da mantenere attivo per molti anni ancora. Nè più né meno di quanto si fece nel 1900 con gli Ospedali ed i Preventori antitubercolari di Iglesias e Carbonia.
Nel caso della Tubercolosi quei Preventori furono efficacissimi. Produssero la rarefazione progressiva del microbatterio tubercolare fino allo stato attuale di pacifica convivenza con pochi casi all’anno.
Oggi la vista di quegli edifici per la cura e la prevenzione, ormai dismessi ed abbandonati nel nostro territorio, suscita stupore. Eppure, sono la prova certa che in periodi in cui l’Italia era veramente povera si affrontarono con decisione campagne durissime per l’eradicazione di tubercolosi, tracoma, malaria, poliomielite, ed il contenimento di difterite, morbillo, vaiolo, pertosse, echinococcosi, brucellosi, tifo, che devastavano la vita e l’economia.
Anche nel secolo scorso e nel precedente, vi furono movimenti di opinione contrari alle vaccinazioni. Ai primi del 1900 vi fu un movimento molto seguito che sosteneva, contro il vaccino antivaioloso, la teoria che l’inoculazione di materiale vaccinale antivaioloso tratto dai bovini avrebbe provocato un cambiamento (genetico) dell’Uomo inducendo il minotaurismo, ovvero la nascita di figli per metà uomini e per metà tori, come nel mito di Dedalo alle prese col Minotauro di Minosse.
I Governi di allora capirono che esisteva un’epidemia che manteneva attive tutte le altre: l’analfabetismo.
Ne derivò la necessità di alfabetizzare la popolazione, istituendo l’obbligo alla scolarizzazione elementare delle nuove generazioni. L’istruzione obbligatoria fu il primo vaccino che spianò la strada all’uscita dalle epidemie. Mi pare si possa sostenere che anche oggi la Scuola possa essere l’arma vincente.
Oggi, nell’attesa che i Governanti trovino la determinazione giusta per applicare pienamente la Costituzione, cosa possono fare i nostri Politici locali? Certamente potrebbero pretendere che nei fondi del PNRR, Missione 6, destinati alla ristrutturazione degli Ospedali decadenti, si trovi il finanziamento necessario per istituire il “Reparto infettivi” al Sirai di Carbonia, così come venne previsto con un piano governativo negli anni ’90 , quando il Commissario straordinario della ASL 17 era il dottor Tullio Pistis, e fece portare a termine i lavori per la costruzione del padiglione a tal fine dedicato. Sarebbe grandioso il sentimento di riconoscenza che avremmo se sapessimo che in un Reparto infettivi dedicato vengano curati i Covid positivi, vicini ma separati dagli altri reparti e messi in sicurezza. I progettisti previdero sistemi di aerazione a pressione negativa per impedire la diffusione del virus. Dotarono la struttura della possibilità di avere una sala parto ed una piccola sala operatoria con terapia intensiva annessa e la possibilità di avere anche un rene artificiale per la dialisi separata. Nel 1990 si realizzava fantascienza. Similmente può essere attivato il Covid-Hospital ad Iglesias, già deliberato dalla Regione un anno fa.
Queste opere, sarebbero i primi atti di ricostruzione della Sanità del Sulcis Iglesiente.

Mario Marroccu

Primo test precampionato, questo pomeriggio, per il Carbonia di David Suazo, al Comunale di Siliqua, con il Sant’Elena, formazione che sarà al via del prossimo campionato di Eccellenza regionale. 1 a 0 il risultato, con goal realizzato da Francesco Quarta al 1′ della ripresa, complice un’indecisione del portiere del Sant’Elena.

Nei primi 45′ David Suazo ha impiegato cinque fuoriquota, quattro in difesa, il portiere Bigotti (2002), Adamo (2004), Bellu (2003) e Berman (2001), quest’ultimo verso la conferma dopo l’esperienza vissuta lo scorso anno, condizionata dagli infortuni; il quinto fuoriquota l’attaccante Niccolò Agostinelli (2001), che verrà sicuramente confermato. A completare l’undici iniziale, Russu sulla fascia sinistra con la fascia di capitano; Doratiotto, Dore, Serra e Murgia a centrocampo; Gjuci in attacco in coppia con Agostinelli.

David Suazo ha chiesto ai suoi ragazzi l’applicazione del lavoro svolto nelle prime due settimane di preparazione e, nonostante nei primi 45 siano mancati i goal, anche per la bella prova della squadra quartese, alla fine ha sottolineato ai suoi ragazzi di aver visto cose buone ed altre meno buone, com’è normale che sia nel primo test sulla distanza dei 90′, con pesanti carichi di lavoro sulle gambe.

Nel secondo tempo, la squadra è tornata in campo cambiata quasi interamente con Dellacasa capitano e ben 7 fuoriquota. Dopo solo 1′ è arrivato il goal di Quarta. In evidenza Suku Kassama Sariang, biancoblù nella stagione della promozione in serie D e della conquista della Coppa Italia, con 10 goal e reduce da una stagione non altrettanto brillante con l’Arzachena in serie D, in prova in vista di un probabile ritorno con la maglia del Carbonia. La partita è rimasta piacevole, con il Sant’Elena determinato nella ricerca del goal del pareggio, ma il risultato non è più cambiato.

Le formazioni del Carbonia nei due tempi.

Primo tempo: Bigotti 2002, Adamo 2004, Bellu 2003, Berman 2001, Russu, Doratiotto, Serra, Dore 2001, Murgia, Agostinelli 2001, Gjuci.

Secondo tempo:, Atzeni 2002, Bellu 2003, Mura 2003, Dellacasa, Cinus 2001, Porcheddu, Scanu 2002, Sanna, Murtas 2004, Quarta 2001, Kassama (dal 70′ Fidanza 2005).

Rete: Francesco Quarta al 1’ del secondo tempo.

Il Carbonia giocherà in amichevole mercoledì a Villacidro con la squadra locale ripescata in Eccellenza; sabato a Villamassargia, contro la squadra di Titti Podda che milita nel girone A del campionato di Promozione, nella quale giocano diversi ex del Carbonia, tra i quali Samuele Curreli e Daniele Contu.

 

 

 

Questo pomeriggio, primo test precampionato per il Carbonia di David Suazo, alle 18.00, a Siliqua, con il Sant’Elena, squadra che sarà al via del prossimo campionato di Eccellenza regionale. L’impegno odierno per il Carbonia arriva al termine della seconda settimana di preparazione. David Suazo si attende le primissime indicazioni dal nuovo organico, quasi interamente rinnovato rispetto a quello che ha concluso brillantemente la sua prima stagione in serie D, dopo un’assenza di 30 anni dal calcio nazionale.

 

Sono 313 i nuovi casi positivi al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, su 6.834 test eseguiti (3.234 molecolari e 3.600 antigenici), il 4,58%.

I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 20 (+1 rispetto a ieri).

I pazienti ricoverati in area medica sono 190 (+11 rispetto a ieri).

Sono 7.498 i casi di isolamento domiciliare (+73 rispetto a ieri).

Si registrano due decessi: una donna di 79 e un uomo di 82 anni, entrambi residente della Città Metropolitana di Cagliari.

Lunedì 23 agosto, alle ore 11.00, presso la Sala riunioni del Centro Direzionale del comune di Iglesias, in via Isonzo 7, si terrà un incontro tra l’Amministrazione comunale e la Sanità territoriale per fare il punto sulla campagna vaccinale in corso ed illustrare le prossime iniziative.
All’incontro parteciperanno il sindaco Mauro Usai per il comune di Iglesias, ed il dottor Giuseppe Ottaviani, responsabile della campagna vaccinale nel territorio.
Verranno presentati ed analizzati i dati relativi alle vaccinazioni in corso, e verranno illustrate le prossime iniziative di carattere eccezionale, come gli “Open days”, nel corso dei quali sarà possibile ricevere il vaccino senza dover ricorrere alle prenotazioni, al fine di ampliare ulteriormente il numero delle persone vaccinate.
L’“Open day”, ad Iglesias, si terrà domenica 29 agosto, presso l’Hub vaccinale nella palestra di via Toti.

E’ morto ieri sera, all’età di 74 anni (era nato il 3 settembre 1947), Bruno Saba, ex segretario generale della CISL del Sulcis Iglesiente per tre mandati consecutivi, l’ultimo dei quali si concluse nel 2002. Gli subentrò Antonello Corda, scomparso nel 2014.

Di formazione socialista, Bruno Saba ha dedicato oltre tre decenni della sua vita all’attività sindacale, protagonista delle battaglie per il lavoro negli ultimi 25 anni del secolo scorso. Terminato l’impegno sindacale, è stato consulente dell’INSAR (Iniziative Sardegna S.p.A.) e, per un breve periodo, si è dedicato alla politica nel nascente Partito democratico, ricoprendo anche l’incarico di segretario della federazione provinciale, ma ha capito presto di non essere a suo agio ed ha scelto di dedicarsi interamente alla famiglia. Da qualche anno si era trasferito in Toscana, a Carrara, dove vivono il figlio e la nuora, e rientrava a Carbonia per brevi periodi nel corso dell’anno.

La sua prematura scomparsa lascia un grande vuoto nella famiglia, la moglie Mariella, il figlio Massimiliano e la nuora Francesca, i parenti e tra quanti lo hanno conosciuto, frequentato ed apprezzato, nel corso degli anni, per le qualità umane e professionali.

Personalmente, ho conosciuto Bruno Saba nei primi anni della mia attività giornalistica, nei primissimi anni ’80 e mi legava a lui un rapporto di reciproca stima.

Carbonia darà l’estremo saluto a Bruno Saba domenica 22 agosto 2021, alle 16.30, nella chiesa della Beata Vergine Addolorata.

Ciao Bruno

Giampaolo Cirronis

L’Amministrazione comunale di Portoscuso, di concerto con ATS, ha organizzato due giornate di vaccinazione in loco presso la palestra interscolastica (ex Scuole medie) in via Asproni.
Le date concordate sono lunedì 30 agosto e lunedì 6 settembre, con il seguente calendario:
Lunedì 30 agosto dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
Lunedì 6 settembre, dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
La vaccinazione è aperta a tutte le fasce d’età dai 12 anni in su, residenti nel comune di Portoscuso.
È necessario presentarsi muniti di documento d’identità e tessera sanitaria per la compilazione della scheda anagrafica e dello stato di salute.
È preferibile arrivare muniti di tali moduli già compilati per rendere le operazioni il più veloci possibile. Per eventuali difficoltà di compilazione chiedere l ausilio del medico di famiglia.
I minorenni dovranno essere accompagnati da un genitore che dovrà anche firmare l’apposito modulo che forniremo in cartaceo sempre all’esterno del Comune .
«Si invitano i cittadini interessati a cogliere questa opportunità in quanto, ad oggi, il vaccino è l’unico mezzo per potersi tutelare da eventuale sintomatologia grave, causata dal Covid-19, che come sappiamo può essere pericolosa per la vita propria e degli altri.
Seguiranno i prossimi giorni informazioni più specifiche in merito.»

Ieri sera il Parco Riola, a Fluminimaggiore, ha ospitato la presentazione del libro

La biografia, scritta dallo stesso Lino Cianciotto, per Edizioni Enrico Spanu, con il prezioso editing di Aldo Brigaglia, è ricca di autorevoli contributi da parte di illustri rappresentanti del mondo paralimpico e dello sport.

La serata, sviluppatasi alla presenza di un folto pubblico, circa 200 persone, è stata presentata da Marco Corrias, giornalista-scrittore e sindaco di Fluminimaggiore che ha dialogato con Lino Cianciotto insieme a Manolo Cattari, psicologo della Nazionale italiana di tiro con l’arco, su storie “diversamente disabili”.

Lino Cianciotto, 59 anni, è diversamente abile dal 2013, quando durante un’escursione a Buggerru, venne travolto da una roccia calcarea di 800 kg che gli schiacciò una gamba. La sua vita, con una gamba artificiale, non è cambiata e Lino Cianciotto nel libro spiega come è riuscito a superare ogni limite.

Al termine della presentazione, ho intervistato Lino Cianciotto. Allegati anche alcuni video della serata.

 

E’ iniziata oggi 20 agosto, alle ore 10.00, al porticciolo di Portoscuso, la sesta edizione del Big Blue Festival, l’unico ecofestival della Sardegna, realizzato dall’Associazione Argonautilus in collaborazione con l’assessorato della Cultura del comune di Portoscuso, per la direzione artistica di 011solution.

La formula dei tre giorni 20-21-22 agosto è classica. La prima parte delle tre giornate sarà dedicata ai laboratori per i bambini, a cura di Argo Circolo Letterario Fantadìa e di una nuova proficua collaborazione con l’associazione Hoppipolla.

La seconda parte, dedicata agli approfondimenti, alla divulgazione scientifica, alla letteratura e all’informazione, sempre e tutti legati al MARE, vero protagonista del Festival.

Tra gli ospiti: Daniele Mocci e Luca Usai autori di “Coda di Castoro – un’avventura per salvare la natura”; il professor Massimo Lumini con una performance di grande effetto dedicata alla AQUA Mater; il geologo Luigi Sanciu con un approfondimento sulle spiagge sarde; il fotografo e naturalista Marco Colombo, direttamente da Geo con un approfondimento in tema di Citizen Science, la scienza dei cittadini, e gli esperti del Centro Conservazione Biodiversità dell’Università di Cagliari per un excursus dedicato al loro impegno in questi anni a tutela dell’ecosistema.

A contorno, le preziose collaborazioni con il Gruppo Teatrale Su Pranu per il classico appuntamento di letture di mare “Il mare intorno”; il Posidonia Green Project per lo sviluppo del tema della conservazione degli Oceani, secondo le indicazioni UNESCO; una mostra fotografica realizzata dai bambini per il progetto “I giardini possibili” e, infine, il ricordo di un amico carissimo a cura del Gruppo di Lettura ALTAVOCE.

 

I rappresentanti Primo Soccorso – Sardegna e Soccorso di Emergenza 118 – Sardegna, hanno scritto una lettera appello al presidente della Regione, Christian Solinas e all’assessore della Sanità, Mario Nieddu, sulla situazione di emergenza nei Pronto Soccorso della Sardegna.
«La situazione negli ospedali, in particolare del Cagliaritano e nell’intero Sud Sardegna, sta diventando sempre più esplosiva, nel disinteresse generalescrivono i delegati delle Associazioni “Libere” afferenti alla C.O. di Sassari, Marco Dente e alla C.O. di Cagliari, Pier Paolo Emmolo; “ANPAS”, Lucia Coi; “Misericordie”, Giovanni Mura; Cooperative Sociali afferenti alla C.O. di Sassari, Francesco Ladinetti, ed alla C.O. di Cagliari, Marco Usai –. Le ambulanze sostano per tantissime ore, davanti ai pronto soccorso, sotto il sole, senza nessun tipo di assistenza, senza l’opportunità di utilizzare servizi igienici. Condizioni disumane per pazienti e operatori. La Protezione Civile, invitata anche da noi ad intervenire, non appare che abbia intenzione, o sia nelle condizioni, di affrontare il problema.»
«L’Areus, più volte chiamata in causa, pur essendosi manifestata disponibile a sostenere le nostre richieste, appare impotente e continua a subire i disservizi che vengono causati dall’assenza del sistema di soccorso in intere aree territorialiaggiungono -. L’ATS, non sembra si renda conto della gravità del problema, non abbozza soluzioni e lascia campo libero anche a infermieri e/o medici che, nei Pronto Soccorso, inventano procedure o soluzioni estemporanee, che alimentano la confusione e la rabbia degli operatori e dei pazienti. Le forze politiche regionali, a suo tempo coinvolte e informate, hanno dichiarato un generico impegno “ad affrontare la situazione”, senza, però, che nulla cambiasse. Alcune dichiarazioni in cui si afferma che “la situazione è sotto controllo”, sortiscono il solo effetto di rendere più nervosi tutti gli operatori che, così, si rendono conto che nulla si vuol fare. Nel frattempo, i pazienti, comprensibilmente esagitati dopo attese lunghissime ed estenuanti, scaricano la loro tensione sui nostri operatori, costretti ad un’attività di assistenza, non prevista nel loro ruolo, ma propria del personale del Pronto Soccorso, con una funzione consona solo a tamponare le gravi carenze del sistema sanitario regionale.»
«A loro volta, alcuni degli stessi operatori, necessitano di cure dovute alle disumane condizioni sostenute nell’attesa. Non si può andare avanti così. Chiediamo un incontro urgentissimo, con il Presidente della Regione e con il vertice della Sanità in Sardegna affinché si possa discutere sull’emergenza in atto, che lasciata in questa forma, è destinata ad aggravarsi sempre di più, nella speranza che sussista la volontà di ridurre i disagi e si evitino ulteriori, non auspicabili, ripercussioni di gravità inimmaginabile concludono Marco Dente, Pier Paolo Emmolo, Lucia Coi, Giovanni Mura, Francesco Ladinetti e Marco Usai -. In assenza di qualsiasi riscontro, siamo disposti ad attivarci per forme di protesta civile e l’eventuale ricorso alla magistratura.