5 September, 2024
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Il 30 aprile, i carabinieri della Radiomobile del NORM di Carbonia, durante un servizio di prevenzione e di monitoraggio del rispetto delle normative vigenti per contrastare la diffusione dell’emergenza pandemica, hanno segnalato alla Prefettura di Cagliari E.C. classe 1977, di Carbonia, disoccupato e A.A. classe 1995, di Narcao, disoccupato, i quali alle ore 00.55 del 29 aprile, sono stati controllati lungo la SS 126, senza fornire un giustificato motivo rispetto alla loro presenza fuori dall’orario consentito.

Nella giornata di ieri, i carabinieri del NOR di Villacidro, hanno denunciato a piede libero ed alla Prefettura di Cagliari, per resistenza a pubblico ufficiale e guida recidiva con patente mai conseguita, M.G. classe 1971, residente a Iglesias, disoccupato, in quanto mentre era in sella al motociclo KYMCO XCITING 500 e transitava in agro di Villacidro, in località San Michele, nonostante i carabinieri lo avessero affiancato ed intimato più volte l’ALT con la paletta di segnalazione, aveva omesso di fermarsi e si è dato alla fuga.

Gli agenti della Sezione della Polizia Anticrimine e della Squadra Volante del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Iglesias, hanno arrestato due fratelli di Bacu Abis, di 33anni e 27anni, per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.

I sospetti dei poliziotti sono stati confermati quando hanno effettuato la perquisizione all’interno della loro abitazione, che ha portato al rinvenimento di circa 7 grammi di eroina, suddivisa in 12 piccoli involucri, 8 flaconi di metadone da 20 mg l’uno, un coltello a serramanico con la lama intrisa di sostanza stupefacente, un bilancino di precisione, materiale utile al confezionamento e la somma di 75€ suddivisa in banconote da piccolo taglio.

I due sono stati arrestati per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e riaccompagnati presso la propria abitazione in attesa dell’udienza direttissima.

 

Carbonia merita una particolare attenzione per il suo inestimabile patrimonio archeologico, bene preziosissimo da salvaguardare e tutelare, anche grazie al fatto che all’interno del suo territorio è visibile il particolare connubio tra archeologia “classica” e archeologia “mineraria”. Tutto ciò è lineare, ma chi avrebbe pensato che all’indomani della richiesta di candidatura all’interno della rete dei nuraghi della Sardegna tra i siti di interesse dell’UNESCO, siglata da oltre 200 Consigli comunali e dalla stessa Regione Sardegna, si sarebbe assistito alla “alla sparizione” di “Nuraghe Sirai”, e non solo, dai siti a cui destinare risorse e lavorazioni?
L’intera vicenda era presagibile a partire dallo scorso 19 marzo, data in cui veniva firmato il contratto, avente come oggetto il servizio di facility management e la gestione integrata di servizi e attività da realizzarsi nelle aree del parco geominerario storico e ambientale della Sardegna, per il periodo di 24 mesi, con ASPAL (agenzia sarda politiche attive lavoro), che sanciva il passaggio di consegne entro 30 giorni alla Coop Service.
Per noi della lista civica “FrAzioni e Quartieri per Carbonia Coraggiosa”, oltre alla solidarietà per chi ha destinato lavoro ed è stato formato per acquisire competenze, resta l’amaro in bocca per la responsabilità politica nel gestire le varie fasi che hanno condotto al bando di riferimento, che ha poi portato alla stipula del contratto di cui sopra.
Nuraghe Sirai, merita, in quanto sito archeologico unico, una doverosa particolare attenzione. Si tratta, infatti, di un tipo di insediamento inedito, in cui il vero e proprio Nuraghe, è stato circondato nel periodo fenicio (fine VII secolo a.C.) da una possente fortezza.
Non possiamo che rilevare la causa di scelte politiche nefaste, che, di fatto, inficiano il buon esito di sinergie congiunte che siano finalizzate a portare avanti la ricerca e la valorizzazione del patrimonio archeologico e dei Beni Culturali più in generale. Del resto, è inaccettabile che il Bando Internazionale, avente come oggetto delle lavorazioni del Parco Geominerario, la cui attuazione è prevista da un unico soggetto e che passa attraverso l’assunzione dei lavoratori ex Ati Ifras, sia avvenuta intorno ad un Progetto che tralascia completamente il patrimonio archeologico. È altrettanto deprecabile che le giuste contestazioni dei Comuni beneficiari, degli archeologi e dei lavoratori coinvolti, portate avanti per quasi un anno, non abbiano portato ad alcun risultato. Per il caso Carboniense non si può, inoltre, tralasciare, il fatto che una parte della cittadinanza, come evidenziano anche diverse dichiarazioni sui social e a mezzo stampa, rivendichi con forza le necessità di intervento da parte delle istituzioni, affinché anche quel patrimonio archeologico cittadino continui ad essere curato ed il lavoro di ricerca e di scavo prosegua nell’interesse e nella salvaguardia di un Bene comune.
A questo proposito, riteniamo ancora opportuno evidenziare che le responsabilità politiche ricadono da più parti e su più livelli. Appare evidente che un Comune abbia oggettive difficoltà nel riuscire a mantenere anche solo i livelli minimi di manutenzione dei siti, per cui lo sforzo da effettuarsi per rendere ancora attivo un cantiere di scavo e ricerca come il Nuraghe Sirai, che fino ad oggi ha visto non meno di 10 persone impiegate, sarebbe un impegno tale da richiedere necessariamente il coinvolgimento e una gestione nelle risorse finanziarie, che impegni in primis le istituzioni regionali.
Per questi motivi, a nostro avviso, sarebbe urgente e doveroso un subitaneo intervento delle istituzioni a tutti i livelli, a partire dalla Giunta Comunale, per evitare, come succede agli scavi abbandonati, che il Nuraghe Sirai inizi lentamente a cadere, pezzo per pezzo, e che nessuno possa prendersene cura.

Elisabetta Fois

I disagi nella circolazione sulla strada statale 126, all’altezza del km 12, all’ingresso di Carbonia, dove da metà febbraio l’Anas ha avviato i lavori per la manutenzione di un ponte, rischiano di allungarsi fino ad un anno. Sono questi, infatti, i tempi che sono stati annunciati dai responsabili dell’Anas all’assessore dei Lavori pubblici del comune di Carbonia, Gian Luca Lai, che vanno ben al di là di quanto annunciato inizialmente, con l’introduzione del senso unico alternato regolato da semaforo, fino al 18 maggio.

Questi tempi lunghi, quasi infiniti, appaiono assolutamente inconciliabili con le esigenze di un territorio che ha nella strada statale 126 la principale arteria di collegamento, in quel tratto, da e per il Basso Sulcis da una parte, da e per l’Iglesiente dall’altra.

Appare incredibile che per la manutenzione di un piccolo ponte, del quale i più ignoravano persino l’esistenza fino all’apertura del cantiere, si debba penalizzare così pesantemente la circolazione. 

I disagi sono destinati a crescere sensibilmente con l’arrivo dell’estate, perché se, com’è auspicabile, la pandemia allenterà la presa e consentirà un ritorno alla normalità nei collegamenti, si può ben immaginare cosa accadrà con il traffico da e per le spiagge di Sant’Antioco, Calasetta, Porto Pino e Is Solinas.

Vista l’importanza dell’arteria, un lavoro di manutenzione come quello in questione, si sarebbe dovuto programmare con tempi ben diversi.

«Abbiamo posto il problema e ci è stato risposto che i lavori si stanno svolgendo nel rispetto dei tempi previstiha detto stamane l’assessore dei Lavori pubblici del comune di Carbonia, Gian Luca Lai ma questa risposta non ci soddisfa e riproporremo il problema, perché il territorio è fortemente penalizzato.»

Il progetto prevede anche, per un breve periodo, la chiusura della strada in entrambi i sensi di marcia, con deviazione del traffico sulle altre arterie del territorio, con disagi, di conseguenza, ancora maggiori.

Il fiume di appassionati della bicicletta è pronto a risalire in sella sulle strade dell’isola, nelle quattro gare che animano il ricco week end ciclistico.
OLBIA – Campionato Regionale a Cronometro Individuale. Allievi, Juniores, Master ed Esordienti Maschili e Femminili saranno protagonisti sabato 1 maggio nella gara nuovamente organizzata dalla SC Terranova, dopo lo stop di un anno per Covid. La splendida location dei vigneti Zanatta, in via dello Spirito Santo, farà da cornice a una competizione che, ad oggi, ha fatto registrare ben 168 partenti. Ritrovo alle 14 e partenza alle 15,30, poi start scaglionati ogni minuto lungo i 10 km di tracciato corto per gli Allievi (dalle cantine strada per Trudda e inversione di marcia alla rotonda) e lungo (12,5 km) per Juniores e Master, con l’integrazione del tratto di statale 125. Tra i favoriti, lo junior portacolori di casa Mauro De Vita, fresco vincitore domenica scorsa a Sassari e il bergamasco Michael Testa (GS Massì Supermercati).
Tra gli allievi fari puntati su Gabriele Pili e Alessandro Prato (SC Ozierese), mentre tra i master occhio a Pietro Mureddu (SC Terranova), Emiliano Murtas (Donori Bike) e Andrea Pisano (ASD Antonio Manca Ittiri). La giornata sarà documentata da Directasport.it, con uno speciale che sarà trasmesso in settimana anche sui canali social della FCI Sardegna.
OZIERI – Trofeo SC Ozierese – Angelo e Giuseppe Angotzi – C’è attesa, nel Logudoro, per la gara regionale su strada organizzata domenica dalla Società Ciclistica Ozierese del presidente Piermario Tedde. La conferma arriva dal numero di iscrizioni, che si attesta attorno alle 60, con nomi importanti anche dalla penisola. Da oltre Tirreno ci saranno, infatti, due società, la toscana Fosco Bessi e la lombarda GS Massì Supermercati. Tra gli atleti isolani, a insaporire la competizione potrebbe essere il braccio di ferro tra gli allievi di casa Alessandro Prato e Paolo Cherchi e i forti pari età del Veloclub di Sarroch. La competizione si snoda su 63 km complessivi che da piazza Garibaldi (sede di ritrovo, partenza e arrivo) si snoda lungo un tracciato di 21 km da ripetere tre volte. Appena usciti dal paese lungo la via Roma e la via stazione, tutti in direzione SS 128 Bis, SP 3 km, Chilivani e rientro a Ozieri da via De Gasperi e via Vittorio Veneto. Partenza alle ore 10.00. Anche in questo caso saranno presenti le telecamere di Directasport per dare giusta dignità a una competizione che si attende ricca di sorprese.
ALGHERO – 1° Gran Fondo del Timidone. La Mountain bike torna protagonista domenica con una nuova tappa della Sardinia Cup MTB. Organizza la Alghero Bike di Luciano Catogno.
Numeri da record, con bene 220 iscritti e 15 donne, ottimo numero dopo le 24 di Donori. Il percorso si sviluppa all’;interno del Parco di Porto Conte. Saranno 43 km che dopo la prima breve lingua d’asfalto di 870 metri regalerà l’imboccatura alla single track per la prima vera fatica, la salita del monte Timidone, alla cui sommità verrà posizionato il Gran Premio della Montagna. Da qui discesa verso la strada principale e lungo tratto su ghiaia battuta. Ancora strade bianche fino alla “Cala del Vino”, giro di boa della contesa al km 21. Ritorno ricco di scenari mozzafiato lungo la costa catalana per poi rientrare all’interno della zona protetta fino al traguardo. Tra i favoriti, fari puntati su Denis Fumarola a caccia del tris dopo le due uscite vittoriose a Sassari e Donori. Outsider potrebbe essere il portacolori di casa e ideatore del tracciato Stefano Piras, leader sardo in classifica della Sardinia Cup. Con lui occhio ai i soliti Luca Dessì (Karel Sport) e Andrea Lovicu (Cicli Demurtas Nuoro). Tra le donne, manco a dirlo, solita attesa al traguardo per Raffaella Saravo (Ciclisti Turritani), anche lei a caccia di conferme come Denis Fumarola.
IGLESIAS – 14° Trofeo MG Tuning. La gara organizzata dalla SC Monteponi di Gigi Mascia chiude il ricco week end. I partenti saranno gli esordienti di 1° – 2° anno maschili e femminili e le donne allieve, ritrovo alle 8,30, nei pressi dell’officina MG Tuning, in località Sa Stoia,
Partenza alle 10.00 in punto, dalla zona industriale di via Andromeda, lungo un circuito di 26,4 km, completamente chiuso al traffico.

Scusa Matteo. Scusate Lavoratrici e Lavoratori. Scusa anche Tu Nuraghe Sirai e insieme a te anche gli altri siti storici, culturali, ambientali, miniere dismesse da tutelare, bonificare e altre in riconversione, come la Carbosulcis e i suoi Lavoratori e Lavoratrici, che ieri hanno dato un forte segnale alle Istituzioni deputate.
Lo so, le mie scuse, visto che non ricopro nessun ruolo pubblico o associativo, servono a poco.
Ma ve le porgo lo stesso anche in luogo di chi, ad ogni livello, latitudine e longitudine, non ha prodotto niente perché ciò non accadesse, ma soprattutto perché so che anche tutti noi abbiamo la nostra parte di responsabilità seppure indiretta.
Ve le porgo anche a nome di quelli e quelle che non conoscono il sentimento della vergogna sulla propria iperinattività, sulla mancanza di volontà, impegno, passione, fatica, che voi invece conoscete bene praticandole tutte tra le mille difficoltà quotidiane. Scusate tutti… ma per favore non demordete perché niente è perduto per sempre. Quelle “piccole” persone passano, altri e altro, come i Nuraghi, rimangono e per questo occorre resistere sempre!

Roberto Puddu

«Per anni il sistema museale della nostra città è stato gestito come una filiera virtuosa ed efficiente che, partendo dallo scavo archeologico e passando dal restauro, dallo studio e dalla catalogazione dei reperti, arrivava fino all’esposizione degli stessi nei musei cittadini. Oggi questa eccellenza del territorio è a rischio, messa in pericolo da un lato dalla scellerata gestione regionale che con una serie di scelte inspiegabili ha eliminato completamente la voce relativa all’archeologia dal capitolato del bando relativo all’affidamento dei servizi del Parco Geominerario e, conseguentemente, impedito l’impiego dei lavoratori ex Ati-Ifras nei cantieri archeologici; dall’altro da un bando comunale che ha di fatto eliminato le figure di coordinamento e gestione del sistema, affidandole ad un concorso pubblico per funzionari che non è stato mai espletato, senza neppure prevedere un periodo di proroga degli attuali incarichi quantomeno per coprire il periodo di “vuoto” tra la scadenza degli attuali contratti e le eventuali nuove nomine.»

Lo scrive, in una nota, Luca Pizzuto, segretario regionale di Articolo UNO ed ex consigliere regionale.

«Il sistema museale si ritrova di colpo senza quelle persone che negli ultimi 25 anni lo hanno creato e diretto pur tra mille difficoltà e domani lo scavo archeologico del Nuraghe Sirai chiuderà i battenti, mandando a casa gli archeologi e ricollocando gli operai ad altre mansioni ancora tutte da definireaggiunge Luca Pizzuto -. Una situazione che va a distruggere anni di studio, promozione e lavoro non solo a Carbonia ma in tutto il sistema archeologico del Sulcis, dimostrando ancora una volta quanto il nostro territorio venga poco considerato dal governo regionale, che ha evidentemente ben altre priorità.»

«Oltre ad esprimere la nostra solidarietà alla direttrice Carla Perra, all’archeologo Matteo Tatti, collaboratore del cantiere, e a tutti i lavoratoriconclude Luca Pizzuto -, chiediamo che l’amministrazione cittadina si impegni a preservare per quanto possibile un’eccellenza territoriale, e alla Giunta regionale di fermare al più presto questo scempio culturale e reintrodurre immediatamente la promozione e la tutela del patrimonio archeologico tra le finalità del Parco Geominerario.»

 

«Il cantiere archeologico di Nuraghe Sirai chiude. Quanto temevamo è diventato realtà. Dopo quasi VENTI ANNI di attività di studio, ricerche, scavo archeologico, restauri, manutenzione, tutela, valorizzazione, dopo tutti gli investimenti fatti per formare un gruppo di lavoratori altamente specializzati, si chiude. La politica ha voluto così.»
Sono le parole amare con le quali l’archeologo Matteo Tatti ha annunciato il triste epilogo del grande progetto di valorizzazione del Nuraghe Sirai.
«A niente sono valsi incontri, sollecitazioni, proteste, richiami, striscioni, appelli. Dai primi di maggio i lavoratori verranno spostati ad altre mansioni, in altri luoghi. E l’archeologo, come sempre, a casa. Rimane il valore altamente simbolico del sostegno di tutti voi», ha concluso Matteo Tatti.

«Il rigetto, da parte del TAR Lazio, dell’istanza di misura cautelare avanzata da RWM Italia non è affatto un GAME OVER. Il processo davanti al Tribunale amministrativo continua, mentre prepariamo l’appello al Consiglio di Stato contro l’ordinanza resa dal TAR in sede cautelare.»
Lo afferma l’amministratore delegato di RWM Italia, Fabio Sgarzi, dopo il primo atto del processo avviato dall’Azienda contro la revoca delle licenze di esportazione di bombe di aereo verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, decisa dal ministero degli Affari Esteri.
«Avevamo chiesto ai giudici di considerare la misura cautelare più idonea: non si pretendeva l’immediata ripresa delle esportazioni, ma uno strumento che, in attesa della decisione finale, aiutasse l’azienda a evitare la cancellazione dei contratti. Invece il TAR ha scelto la via più semplice e veloce del rigettoaggiunge Fabio Sgarzi -. Inoltre, le revoche decise a gennaio 2021, a Governo Conte 2 dimissionario, sono state motivate con documenti che il ministero degli Affari esteri si è rifiutato di mostrare e che il TAR non ha esaminato e ci ha negato di vedere.»
«Chiederemo subito al Consiglio di Stato che riveda le decisioni del TAR e, in particolare, intervenga contro il negato accesso agli atti del ministero degli Affari esteri, perché ci venga garantito il diritto di difenderci adeguatamenteprosegue l’amministratore delegato di RWM Italia -. Un autorevole articolo di stampa di questi giorni informa che, a causa delle revoche delle licenze di esportazione alla RWM Italia, gli Emirati Arabi uniti e l’Arabia Saudita stanno prendendo le distanze dall’industria italiana della Difesa, non dando seguito a importanti commesse in discussione con la nostra industria di Stato. La cosa non mi sorprende.»
«Nel 2019 qualcuno ha pensato che fare di RWM Italia il capro espiatorio dell’intero comparto, per mantenere attivo il resto delle esportazioni verso tutti i Paesi della coalizione occupata in Yemen a supporto del governo legittimo e per ricavarne ritorni di politica interna, non avrebbe avuto conseguenze. Con le revoche definitive di gennaio, il ministero degli Affari esteri ha di fatto intrinsecamente espresso anche un chiaro giudizio negativo nei confronti di Arabia Saudita e Emirati Arabi uniti, quasi fossero Stati canaglia. Quale reazione ci si poteva aspettare? Eppure, soluzioni alternative, capaci di conciliare tutti gli interessi, anche quelli contrapposti, sono sempre esistite, ma fino a oggi non si sono volute prendere in considerazioneconclude Fabio Sgarzi -. Noi non ci rassegniamo e non rinunciamo ad agire in difesa delle nostre posizioni. Siamo fiduciosi che il nostro Giudice a Berlino, ovvero il Consiglio di Stato, metterà la vicenda sotto lente d’ingrandimento e che dalla sua analisi potranno uscire ristabilite verità e giustizia.»