4 September, 2024
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7 nuovi casi di positività al Covid-19 sono stati accertati tra i residenti nel comune di Sant’Antioco. Il totale degli attualmente positivi sale così a 32. Nel fine settimane sono stati effettuati oltre 250 tamponi. Le persone in quarantena sono circa 140. Prosegue l’attività di tracciamento. Il sindaco, Ignazio Locci, dopo la chiusura delle scuole primarie di “Via Bologna” e “Via Manno”  e della scuola secondaria di primo grado “Antioco Mannai”, fino al 14 aprile, con il ricorso alla didattica a distanza, ha disposto anche la chiusura dell’area giochi del parchetto.
Vediamo il nuovo intervento fatto a fine mattinata dal sindaco, Ignazio Locci, nella pagina Facebook istituzionale del comune di Sant’Antioco.

Nel giorno della Domenica delle Palme dall’interno della Parrocchia di San Ponziano, fin sul sagrato antistante l’ingresso, una voce rassicurante ed ottimista, invitava i fedeli ad avere fiducia, a credere in una nuova rinascita, in una nuova scommessa di vita. Don Cristian Lilliu, parroco dal mese di agosto 2020, accoglie le preghiere dei suoi parrocchiani, invitandoli a pregare per la città sofferente per la mancanza di lavoro, aggravata dalla pandemia che imperversa ormai da più di un anno. Si respira aria di festa e di speranza, nonostante il momento difficile in molti accorrono ad ascoltare la parola del parroco che non poteva giungere a Carbonia in un momento di maggiore bisogno… bisogno di conforto e di coinvolgimento di piccoli, giovani e grandi, all’interno di una comunità che deve risvegliarsi dal torpore in cui ormai da troppo tempo è avvolta. Con la benedizione delle Palme e la distribuzione dell’ostia, si compie un rito sacro che dona luce e speranza a tutti.

Ieri, Santa Pasqua, don Cristian “ha ripetuto il miracolo” e recitato la messa alternando le preghiere alle battute, ai consigli e alle raccomandazioni. Come farebbe un vero padre con i suoi figli ha invitato alla riflessione, all’attenzione verso le vere cose importanti della vita: i valori come il rispetto, l’altruismo, il donarsi agli altri, la condivisione ed il desiderio profondo di pace. Nel rispetto delle regole anti Covid-19, con un buon anticipo sull’inizio della messa, la chiesa si è riempita di fedeli che, con la giusta distanza e con indosso la mascherina, hanno vissuto insieme la gioia della resurrezione, dell’incontro tra Maria e Gesù, per quest’anno contingentato all’interno della casa di Dio. La porta principale si è spalancata ed è arrivata Maria… tre inchini e, lasciata la veste del lutto, la Madre ha potuto incontrare il suo amato figlio. Momento da sempre commovente, ma che nella realtà odierna assume contorni ancora più importanti e forti… come il messaggio d’augurio che don Cristian ha rilasciato poco dopo la funzione delle 10,30 in cui ha ringraziato i presenti per il dono ricevuto e da tutti condiviso: la gioia di vivere insieme l’importante momento dell’incontro tra Madre e Figlio.

Nadia Pische

   

Con 261 nuovi casi positivi al Covid-19 su 2.182 test eseguiti, la percentuale in Sardegna sale all’11,96%. Salgono a 47.239 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. In totale sono stati eseguiti 1.030.218 tamponi.
Si registrano 2 nuovi decessi (1.244 in tutto). Sono 278 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (+21), 45 (+4) i pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 15.445. I guariti sono complessivamente 30.215 (+47), mentre le persone dichiarate guarite clinicamente nell’Isola sono attualmente 12.
Sul territorio, dei 47.239 casi positivi complessivamente accertati, 11.955 (+81) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 7.263 (+42) nel Sud Sardegna, 4.043 (+59) a Oristano, 9.315 (+35) a Nuoro, 14.663 (+44) a Sassari.

 

I carabinieri di Giba questa mattina hanno segnalato alla Prefettura di Cagliari due pescatori del luogo, rispettivamente di 69 e 33 anni. I due dopo aver acquistato delle bevande, si erano fermati a consumarle platealmente all’aperto, nella via Porto Pino di Sant’Anna Arresi, senza indossare le prescritte mascherine e senza rispettare il necessario distanziamento sociale, in violazione delle norme per il contenimento della pandemia. Per entrambi è scattata la sanzione da 400 euro.

Tredici giovani di Vallermosa, di età compresa fra i 18 e i 26 anni, fra cui sei ragazze, sono stati sorpresi dai carabinieri del luogo sabato sera, intorno alle 18.00, a consumare cibi e bevande in gruppo, all’interno del locale parco comunale. Era questo evidentemente il loro modo per attendere la Pasqua. Sono stati tutti generalizzati ed è stata contestata a ciascuno di loro, la canonica sanzione da 400 euro, prevista per gli inosservanti alle varie ipotesi di divieto, previste dalle normative per il contenimento della pandemia.

Non si tratta propriamente di negazionismo, i ragazzi avevano con sé le mascherine, ma di voglia di evadere, non dai domiciliari, ma da una situazione molto pesante, forse per qualcuno più che per altri.

È stato questo l’episodio più significativo di devianza dalle regole al momento vigenti, registrato nel fine settimana.

L’accertamento di numerosi casi di positività al Covid-19, ulteriori dieci, in gran parte bambini, nella sola giornata di venerdì, che hanno portato a 25 il totale dei cittadini positivi, è alla base delle ordinanze con le quali il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, ha disposto il ricorso alla didattica a distanza prima per gli alunni della scuola primaria di via Bologna, poi anche per gli alunni della scuola primaria di “Via Manno” e per la scuola secondaria di primo grado “Antioco Mannai”, fino al 14 aprile.

Ignazio Locci ha aggiunto che prosegue incessante l’attività di tracciamento con l’esecuzione di ulteriori tamponi.

Vediamo l’ultimo aggiornamento video pubblicato ieri nella pagina Facebook istituzionale del Comune.

Ignazio Locci

Sono 323 i nuovi casi di positività al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, su 4.247 test eseguiti (7,61%), 1 decesso. Salgono a 46.978 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. In totale sono stati eseguiti 1.028.036 tamponi.
Si registra 1 nuovo decesso (1.242 in tutto). Sono 257 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (+2), 41 (+3) i pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 15.258. I guariti sono complessivamente 30.168 (+55), mentre le persone dichiarate guarite clinicamente nell’Isola sono attualmente 12.
Sul territorio, dei 46.978 casi positivi complessivamente accertati, 11.874 (+100) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 7.221 (+13) nel Sud Sardegna, 3.984 (+32) a Oristano, 9,280 (+81) a Nuoro, 14.619 (+97) a Sassari.

E’ arrivato in Italia con gli ultimi sbarchi avvenuti nei giorni scorsi nelle coste del Sud Sardegna, nonostante fosse dotato di provvedimento di respingimento dal territorio nazionale datato gennaio 2020.

È per questo che un uomo di nazionalità algerina, di 33anni, è stato arrestato dagli investigatori della Squadra Mobile, essendo rientrato nel territorio nazionale prima dei tre anni previsti dalla legge.

Grazie agli accertamenti dei poliziotti dell’Ufficio Immigrazione e della Polizia Scientifica l’algerino, compiuti presso il Compendio dell’Ex Scuola Penitenziaria di Monastir, dove, in costanza del periodo osservazione sanitaria, è stato sottoposto alle procedure di identificazione mediante foto segnalamento e rilievi dattiloscopici, gli investigatori hanno accertato la violazione per la quale è stato arrestato, convalidato dal Tribunale di Cagliari che lo ha condannato a 5 mesi e 20 giorni di reclusione, con nullaosta all’espulsione che verrà effettuata al termine delle procedure.

I dati sull’aumento dei decessi in Sardegna nel 2020 preoccupano perché la nostra Regione ha la percentuale più alta di aumento per cause non attribuite al Covid (65%), e questo nonostante la percentuale totale di aumento di decessi sia tra quelle a due cifre tra le regioni italiane. A cosa attribuire questo marcato aumento di morti COVID? Forse è l’effetto di una più marcata paralisi del sistema sanitario e di una conseguente assenza di prestazioni sanitarie fondamentali. È quanto emerge da uno studio di ACLI Salute Sardegna, l’associazione promossa dalle ACLI che si occupa di sanità e sociale, sulla base di un’analisi dello IARES, l’Istituto di ricerca sociale delle Acli sarde. Sono 18.853 i sardi deceduti nel 2020 contro la media di 16.836 nel quinquennio precedente (17.003 nel 2019). Si tratta di 2.158 sardi in più nel 2020 rispetto alla media del quinquennio 2015-2019, 1.850 in più rispetto all’anno precedente: dati che triplicano i decessi dichiarati per causa Covid che, nel comunicato ufficiale della Regione Sardegna al 31 dicembre 2020, risultano 747. Si tratta della percentuale più bassa in Italia: nelle altre regioni infatti l’aumento dei decessi tende ad avvicinarsi maggiormente ai numeri di decessi per Covid.

«Si tratta – afferma Franco Marras, presidente delle ACLI  di oltre 1.400 sardi deceduti per cause non attribuite al Covid ma che, in qualche modo, ne potrebbero essere l’effetto indiretto. Centinaia di persone che potrebbero non avere ricevuto le prestazioni sanitarie necessarie per una prevenzione precoce o una terapia indispensabile dal sistema sanitario regionale, in gran parte impegnato nella lotta alla pandemia o paralizzato senza essere in grado di fornire i servizi essenziali.»

Una storia che non si ferma se è vero che al 30 marzo 2021, i decessi dichiarati Covid sono 1.233, cresciuti, dunque, di quasi 500 unità in soli tre mesi. La Sardegna presenta una percentuale di decessi per Covid (12,8% del totale) in linea con le regioni più colpite, ma ha anche la percentuale più alta di aumento dei decessi non legata al Covid (65%).

«Da tempo la nostra associazione che tutela gli anziani, la FAP, così come gli sportelli di ACLI Salute, denunciano la carenza di servizi sanitari pubblici fondamentali e le lunghissime e inaccettabili liste d’attesa, con sedute chirurgiche, visite e diagnostica rinviate sine die. Una disattenzione che la corte dei conti ha denunciato il 24 febbraio scorso già per il 2019, ben prima del tracollo dei servizi dovuto alla pandemia. Inoltre, ci vengono segnalati casi eclatanti come quello dell’unica camera iperbarica (privata) nell’isola aperta alle prestazioni sanitarie e funzionante mentre il sistema pubblico tiene chiuse, o con prestazioni minime, quelle pubbliche. L’assenza di prestazioni sanitarie fondamentali – come possono dimostrare i dati sulla mortalità – sono evidenti e dovrebbero essere di interesse più generale, perché oltre alla vaccinazione delle persone ci sono anche le attività ordinarie da mantenere a pieno regime.»