3 September, 2024
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Sono iniziate stamane, all’ospedale Sirai di Carbonia, le vaccinazioni degli over 85. L’accordo sottoscritto con l’ATS, ha consentito di mettere a disposizione dell’Unione dei Comuni del Sulcis, 12 Comuni per circa 60.000 abitanti, i primi…96 vaccini Pfizer. D’intesa con i medici di base, sono stati individuati gli over 85 da vaccinare nel corso di due giorni. Dalle 8.30 alle 12.30, le operazioni si sono svolte regolarmente, senza intoppi, esattamente come programmato. Mentre all’interno si effettuavano le vaccinazioni, all’esterno, davanti alla Hall del Sirai, erano presenti il presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis, Andrea Pisanu, sindaco di Giba, ed il sindaco ed i vicesindaco del comune di Portoscuso, Giorgio Alimonda ed Ignazio Atzori.

 

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Il presidente della Regione, Christian Solinas, ha firmato questa sera la nuova ordinanza, la n° 5 del 5 marzo 2021, contenente “Ulteriori misure straordinarie urgenti di contrasto e prevenzione della diffusione epidemiologica da Covid-19 nel territorio regionale della Sardegna”.

Art. 1)

Tutti i soggetti che intendono imbarcarsi su linee aeree o marittime dirette in Sardegna, sono tenuti a registrarsi prima dell’imbarco accedendo alla sezione “Nuovo Coronavirus” nella home page del sito istituzionale della Regione Sardegna (www.regione.sardegna.it) o mediante l’applicazione “Sardegna Sicura” scaricabile dagli app-store per sistemi operativi iOS e Android.

Ciascun passeggero dovrà presentare copia della ricevuta di avvenuta registrazione unitamente alla carta d’imbarco e a un documento d’identità in corso di validità.

All’interno della suddetta registrazione potrà essere inserita anche quella dei minori a carico che viaggiano con il soggetto dichiarante.

La compagnia aerea o marittima, verifica, preliminarmente all’imbarco, la ricevuta dell’avvenuta registrazione.

Art. 2)

Tutti i soggetti in arrivo con unità da diporto o ogni altra unità non adibita al traffico passeggeri, compresi i pescherecci che non siano iscritti ad uno dei Compartimenti marittimi della Regione o che facciano rientro dopo aver attraccato in porti al di fuori della linea di costa regionale, sono tenuti a registrarsi secondo le modalità previste nel precedente articolo 1. I comandanti e/o gli armatori delle predette unità sono tenuti a verificare, preliminarmente all’imbarco, il possesso della ricevuta di avvenuta registrazione, vietando l’imbarco ai soggetti non muniti.

Art. 3)

I nominativi e i recapiti acquisiti ai sensi dei precedenti articoli, sono trattati dallaRegione Sardegna, ai sensi dell’articolo 5 dell’Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile n. 630 del 3 febbraio 2020 e nel rispetto del Regolamento n. 2016/679/UE, secondo misure appropriate e proporzionate alla tutela dei diritti e delle libertà degli interessati, sono inseriti in un apposito database regionale, conservati per 14 giorni e utilizzati per le azioni di monitoraggio dei  soggetti interessati, in collaborazione con le forze dell’ordine, i Comuni e le Aziende Sanitarie territorialmente competenti. Decorso il termine suindicato, i dati verranno eliminati: i dati personali non sanitari raccolti in attuazione dell’art. 1 potranno essere conservati dall’amministrazione regionale per finalità statistiche ed informative.

Art. 4)

Attraverso la piattaforma di cui all’articolo 1, i passeggeri in arrivo possono dare atto dell’avvenuta vaccinazione (si intende per avvenuta vaccinazione l’inoculazione di entrambe le dosi) e/o sottoposizione all’esame diagnostico molecolare del tampone rino-faringeo per covid-19 e/o sottoposizione all’esame del tampone antigenico, con esito negativo eseguito non oltre le 48 ore dalla partenza.

I soggetti che non siano stati vaccinati o che non si siano sottoposti al tampone prima dell’arrivo in Sardegna, dovranno alternativamente:

a) recarsi presso le aree dedicate nei porti e aeroporti, al fine di sottoporsi al tampone rapido antigenico. In caso di tampone antigenico negativo, il soggetto può recarsi al domicilio, con la raccomandazione di mantenere i dispositivi di protezione individuale, evitare i contatti con terzi e sottoporsi nuovamente a tampone antigenico, presso sanitario di propria fiducia, al quinto giorno successivo a quello di sottoposizione al primo tampone. In caso di esito positivo, il soggetto dovrà seguire le ordinarie procedure previste dalla normativa vigente per i casi Covid-19 positivi;

b) recarsi, entro 48 ore dall’ingresso nel territorio regionale, presso una struttura autorizzata (pubblica o privata accreditata) e sottoporsi al tampone molecolare, a proprie spese, con onere per la struttura stessa di darne comunicazione all’Azienda sanitaria territorialmente competente;

c) porsi obbligatoriamente in isolamento fiduciario, dall’ingresso in Sardegna per i successivi dieci giorni, presso il proprio domicilio, con onere di darne comunicazione al proprio medico di medicina generale, al pediatra di libera scelta ovvero, per i non residenti, all’Azienda sanitaria territorialmente competete per il tramite del numero verde.

L’Assessorato regionale della Sanità, per il tramite delle aziende sanitarie ed i COR.SA, provvede a dare esecuzione al presente articolo in accordo con le società di gestione aeroportuale, nonché con l’autorità del sistema portuale del mare di Sardegna.

Art. 5 )

Per tutto quanto non espressamente disciplinato dalla presente ordinanza con riferimento agli ingressi nella regione Sardegna, si fa espresso rinvio al DPCM 2 marzo 2021 e relativi allegati.

Art. 6)

Le attività disposte dalla presente ordinanza saranno avviate a far data dall’8 marzo 2021 e fino al 24 marzo 2021.

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Ieri sera, nel corso della seduta del Consiglio comunale di Iglesias, il gruppo del Partito democratico ha presentato un ordine del giorno relativo alla situazione della sede INPS di Iglesias, prima firmataria  la consigliera Carlotta Scema.

«L’ordine del giorno pone i riflettori sulla critica situazione della sede INPS di Iglesias che rischia un impoverimento dei servizi,  a causa di un depotenziamento che si sta portando avanti da quasi  10 anni spiega Carlotta Scema. Il rischio è principalmente per i cittadini che non potranno più usufruire di determinati servizi presso la sede locale di Iglesias e per tutte le figure che collaborano con l’ente come ad esempio i consulenti del lavoro.»

«L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità da tutto il Consiglio comunale – conclude la consigliera comunale del Partito democratico e questo evidenzia come sia sentimento comune occuparsi della situazione e, soprattutto, trovare delle soluzioni per preservare l’operato della sede.»

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Sono numerosi, anche nel Sulcis Iglesiente, i percettori  del reddito di cittadinanza, uno strumento  già in origine di vitale importanza per attenuare il disagio sociale e ancor più da quando è esplosa la pandemia da Coronavirus. 

All’erogazione delle risorse, ad oggi, non è stata affiancata, se non in minima parte, l’attuazione della seconda parte del progetto, quella tesa a reinserire i destinatari nel mondo del lavoro.

Su questo tema, abbiamo intervistato Daniele Mele, componente della segreteria regionale del sindacato ConfSafi.

 

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Questa è la storia di una casa, di una famiglia che ha accolto, in 33 anni, circa 6.000 ragazzi in gravi difficoltà, perché avevano smarrito la strada e perso l’amore per la vita. Persone con problemi psichiatrici, dipendenze patologiche, ridotte in uno stato di grave povertà, migranti, detenuti, minori. A casa Emmaus sono sempre stati considerati solo e soltanto come esseri umani, senza fare alcuna distinzione all’ingresso.
Parla di questo il libro “Nessun Destino è segnato”, racconta una storia iniziata a Iglesias alla fine degli anni ’80, grazie ad un gruppo di volontari e ad un professore di storia e filosofia, Nico Grillo, che ha avuto il sogno ed il coraggio di tramutare un’utopia in realtà.
Casa Emmaus, nata nel 1988 in una casetta ai piedi del Marganai, come piccola comunità per minori, opera oggi attraverso sei strutture accreditate dalla Regione Autonoma della Sardegna e gestite con grande professionalità e dedizione da equipe multi-professionali e qualificate, composte da 80 persone, suddivise nelle diverse strutture.
Autore del libro è il giornalista Luca Mirarchi, collaboratore de L’Unione Sarda, che con queste risposte rilasciate per un’intervista dopo l’uscita del libro – pubblicato da Alfa Editrice e presente in tutte le principali librerie della Sardegna, oltreché sugli store online – ci racconta la sua esperienza di scrittura in modo chiaro e diretto.

Come nasce il libro “Nessun destino è segnato”?

«Ho trascorso un anno collaborando alla comunicazione di Casa Emmaus. Nei primi sei mesi mi sono dedicato, soprattutto, all’organizzazione di un congresso, “Aprire Orizzonti”, che si è svolto nel novembre 2019. Gli altri sei mesi li ho dedicati principalmente alla realizzazione del libro. L’idea è venuta alla direttrice della comunità, Giovanna Grillo, e io non mi sono tirato indietro, anche se non è stata un’esperienza facile. La professione ti spinge ad indagare più a fondo possibile nella storia dell’intervistato, la sensibilità ti fa indietreggiare quando ti rendi conto che stai andando a toccare delle corde emotive sensibili dell’interlocutore. In questo caso le tematiche trattate, il dolore che hanno provato molti degli intervistati e le difficoltà che hanno dovuto fronteggiare nella vita hanno reso l’operazione ancora più complessa: bisognava muoversi lungo un crinale sottile, cercando di equilibrare le due esigenze. È quello  che ho cercato di fare. Ognuno di loro mi ha trasmesso qualcosa».

Le storie ci aprono ad un mondo di cui non siamo i soli abitanti. Di quale mondo ci parla il tuo libro?

«Sono le storie di chi ha smarrito la strada ma ha trovato la forza di mostrare la sua debolezza, il coraggio di farsi aiutare. Sono le storie di persone che spesso provengono da contesti socioculturali fortemente penalizzanti, ma anche quelle di persone che pur non avendo incontrato particolari ostacoli, in apparenza, sono cadute vittime della dittatura delle dipendenze: questo le rende ancora più vicine a noi, perché viene da chiedersi cosa avremmo fatto, se ci fossimo trovati al loro posto. E poi ci sono le storie degli operatori – educatori, psicoterapeuti, psichiatri, coordinatori delle varie strutture – che ogni giorno investono tutte le loro energie nello sforzo di migliorare la vita di persone che la società aveva dimenticato. A prescindere dal risultato che sarà ottenuto. Perché anche solo fare qualcosa per aiutare una persona in difficoltà ripaga dello sforzo che è stato impiegato».

Il racconto si colloca nella relazione tra chi narra e chi accoglie ciò che viene narrato. A chi ti rivolgi con questo libro?
«Non avevo in mente un lettore ideale mentre scrivevo. Certo, ho pensato che sarebbero stati interessati gli animi più vicini a tematiche di carattere sociale, ho immaginato che il libro sarebbe potuto diventare un testo utile da presentare nelle scuole, ma essenzialmente quando scrivo cerco soprattutto di fare bene il mio lavoro, il resto viene da sé. In questo caso si trattava di dare voce a chi non ha voce, nel modo più chiaro, neutrale e dettagliato possibile. Chiunque dimostri interesse verso queste pagine mi rende felice».

All’interno delle tante presenti nel libro, qual è la storia che ti ha colpito maggiormente?
«La storia di una signora elegante e discreta di circa sessant’anni che nel libro ho scelto di chiamare Fabrizia, per tutelare la sua privacy come ho fatto con gli altri utenti o ex utenti della comunità che mi hanno offerto la loro testimonianza. Mi ha colpito perché apparentemente aveva tutto per essere felice, mentre invece la sua vita si sgretolava senza che quasi se ne rendesse conto, senza che quelli che la circondavano muovessero un dito, forse per quella scarsa attitudine a interessarsi del prossimo che troppo spesso si maschera come discrezione, riservatezza o qualche sinonimo di “buona educazione borghese”.
Per aiutare le persone a volte bisogna superare queste ritrosie. Fabrizia poteva essere nostra madre o una nostra zia, nascosta dietro la rispettabilità delle nostre case. Ma in ogni casa, spesso senza rendersene conto, o addirittura col proposito di fare del bene, si mettono in moto dinamiche che possono lasciare cicatrici profonde nel cuore di chi le abita. È un invito che rivolgo a me stesso: fare una domanda in più, se qualcuno non riesce a dire con le parole la sofferenza che rivela il suo sguardo; chiedere cosa c’è che non va, non accontentarsi di risposte evasive, trovare un po’ di tempo in più per capire come si sente davvero chi abbiamo di fronte. Potrebbe valerne la pena.»

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Sono 89 i nuovi casi di positività al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, 3.442 i test eseguiti. Salgono a 41.577 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. In totale sono stati eseguiti 789.675 tamponi. Il rapporto casi positivi-tamponi eseguiti segna per l’Isola un tasso di positività dello 2,5%.

Si registrano 2 decessi (1.179 in tutto). Sono 192 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (-1), 25 (+2) i pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 12.469. I guariti sono complessivamente 27.527 (+107), mentre le persone dichiarate guarite clinicamente nell’Isola sono attualmente 185.

Sul territorio, dei 41.577 casi positivi complessivamente accertati, 9.951 (+50) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 6.638 (+9) nel Sud Sardegna, 3.496 (+3) a Oristano, 8.232 (+6) a Nuoro, 13.260 (+21) a Sassari.

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Subito i tavoli tematici operativi per dare gambe al “Piano strategico del Turismo, Sant’Antioco 2021-2023”. Tre tavoli di confronto che l’Ufficio al Turismo conta di convocare già dalla settimana prossima coinvolgendo gli operatori del settore: strutture ricettive; ristorazione; operatori culturali, dunque associazioni sportive, nonché guide escursionistiche e via discorrendo. Nel pomeriggio di ieri, tramite diretta streaming, è stato presentato alla cittadinanza il Piano strategico, alla presenza dell’esperto di destinazioni turistiche, Joseph Ejarque, del sindaco Ignazio Locci e dell’assessore del Turismo, Roberta Serrenti. Il Piano è ora fruibile nella sua interezza, accessibile dal sito istituzionale del comune di Sant’Antioco.

Il sindaco Ignazio Locci precisa che si tratta di «un lungo lavoro durato oltre un anno, frutto di un obiettivo ben specifico che avevamo fissato già dalle linee di mandato nel 2017: il nostro Comuneha sottolineato il Sindaconon ha mai avuto un documento strategico sul turismo. Abbiamo sempre goduto della casualità, della forza innata che ha la nostra isola di attrarre visitatori, senza mai procedere in maniera ordinata. Con questo Piano strategico cogliamo l’occasione per dare operatività al nostro indirizzo strategico, garantendo una visione unitaria delle politiche del turismo e della cultura. Per fare questo abbiamo costruito un contenitore, ovvero il Museo diffuso, finanziato dalla Fondazione di Sardegna, che è la strategia più grande che abbiamo creato per raggiungere l’obiettivo. E lo abbiamo fatto in maniera aperta e partecipata. Questo documento ha l’ambizione di essere patrimonio degli operatori del turismo, un vero e proprio “cruscotto informativo”, una “cassetta degli attrezzi” che necessita di monitoraggio, sorveglianza, condivisione delle metodologie».

Le parole chiave sono sostenibilità, anche economico finanziaria, innovazione, perché questo settore cambia giorno per giorno e occorre cercare di stare sempre sul mercato, e competitività. In merito è intervenuta anche l’assessore del Turismo Roberta Serrenti: «Il Piano nasce da una condivisione con gli operatori del settore e, oggi più che mai, occorre andare avanti sulla strada della partecipazione, nello specifico tramite tavoli tecnici che opereranno in maniera sinergica. Creando una grande rete, dunque, che comprenda tutti coloro che assicurano l’offerta turistica dell’isola di Sant’Antioco. Nessuno deve sentirsi ospite, quanto piuttosto attore protagonista di questa grande iniziativa, che ha l’obiettivo principale di fare di Sant’Antioco una vera destinazione turistica».

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Sono in crescita i clienti nei mercati di Campagna Amica. A riferirlo è Coldiretti Sardegna che parla di un incremento del 46% di afflusso e del 26% nello scontrino medio.
Come ha spiegato il presidente, Battista Cualbu, Campagna Amica «ha saputo far crescere l’aspetto economico sempre accompagnato da forti valori sociali e solidali I nostri mercati sono dei grandi punti di aggregazione, in cui si è creato un forte legame di fiducia tra agricoltore e consumatore costruito grazie anche a scelte difficili con l’allontanamento dalla Rete di quelle aziende che non si sono dimostrate all’altezza di poter rispettare il Patto siglato con il consumatore».
Per il direttore di Fondazione Campagna Amica Carmelo Troccoli «ad una grande e nuova comunità basata sul Patto di successo tra agricoltore e consumatore, che garantisce presidio del territorio agricolo ma anche urbano, la tutela delle biodiversità la nascita di nuovi mestieri, come gli animatori dei mercati. Composta da 1.200 mercati, 12mila fattorie e agriturismi, 200 orti urbani e circa 700 ristoranti. Dal 2017 al 2020 le persone che si recano nei mercati sono passate da 11milioni a 16 milioni, mentre lo scontrino medio da 27 euro a 34 euro. Ma la Comunità è anche solidale. Nell’ultimo anno ha donato alle famiglie bisognose oltre 5milioni di prodotti a km0, grazie ad una dinamica attività che ha trovato la risposta della società».
Antonio Caria

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MediaWorld, multinazionale leader nel mercato dell’elettronica di consumo, è alla ricerca di oltre 170 diplomati e laureati da inserire presso i punti vendita dislocati sul territorio nazionale.

La ricerca di personale riguarda soprattutto addetti al magazzino, che dovranno occuparsi della ricezione e dello scarico delle merci in ingresso, dell’imballaggio e della movimentazione della merce, della preparazione degli ordini in uscita, della sistemazione e dello stoccaggio della merce all’interno del magazzino, della verifica dei documenti di trasporto ed addetti alla vendita, che dovranno assistere al meglio i clienti e soddisfare ogni loro esigenza con i migliori prodotti e servizi, relazionarsi con la clientela, gestire tutte le attività di cassa, gestire ed organizzare gli articoli venduti nel punto vendita e sistemare il negozio. L’azienda ricerca anche Capi Settore, i quali dovranno sviluppare le competenze di vendita della squadra, sviluppare con i clienti una relazione unica e duratura, promuovere le modalità di vendita assistita in modo da accompagnare i clienti durante la sua esperienza d’acquisto, pianificare strategicamente le attività quotidiane in funzione dei bisogni dei clienti, sviluppare una politica commerciale in linea con le strategie aziendali ed assicurare il raggiungimento degli obiettivi di vendita degli store. I candidati, che saranno inseriti in un ambiente giovane, dinamico e fortemente innovativo, devono avere forte spirito di squadra, ottime doti di comunicazione e di relazione con i clienti, entusiasmo, flessibilità, disponibilità, propensione a lavorare in contesti dinamici, spiccato senso di iniziativa, forte spirito commerciale e orientamento al cliente, approccio analitico, attenzione al dettaglio, doti organizzative e di problem solving e predisposizione al cambiamento.

Per verificare tutte le posizioni aperte…

L’articolo completo consultabile nel sito: http://suntini.it/diariolavoro_mediaworld_3_21.html .

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Lunedì 8 marzo, dalle 8.00 alle 13.30, la pista ciclabile che parte dalla località Ponti, presso il Faro di Porto Ponte Romano, fino alla località “Corru Longu”, verrà temporaneamente interdetta per consentire lo svolgimento della prova fisica inserita nell’ambito del concorso pubblico indetto dal comune di Sant’Antioco valevole per l’assunzione di un istruttore direttivo di vigilanza, a tempo indeterminato e pieno.

I candidati, infatti, dovranno cimentarsi in una corsa di 1.000 metri che richiede spazi sicuri e consoni, quali sono, appunto, quelli della pista ciclabile.