2 September, 2024
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A partire da lunedì 22 febbraio sulla strada statale 126 “Sud Occidentale Sarda” saranno avviati gli interventi di demolizione del cavalcavia​ ferroviario dismesso che sovrasta la statale all’altezza di Bindua (km 33), a Iglesias.

I lavori saranno eseguiti da una ditta esterna per conto della Regione Autonoma della Sardegna e comporteranno la chiusura al traffico di un tratto di statale fino a giovedì 25 febbraio. Il traffico verrà deviato lungo la SP 84 e viabilità locale, consentendo ai mezzi di soccorso, frontisti e residenti la percorribilità della statale 126 fino all’area di cantiere.

 

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Sono 73 i nuovi casi di positività al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, 2.227 i test eseguiti. Salgono a 40.655 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. In totale sono stati eseguiti 717.300 tamponi. Il rapporto casi positivi-tamponi eseguiti segna per l’Isola un tasso di positività del 3,2%.

Si registrano 7 decessi (1.109 in tutto). Sono 277 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (-5), 29 (+2) i pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 12.974. I guariti sono complessivamente 26.035 (+115), mentre le persone dichiarate guarite clinicamente nell’Isola sono attualmente 231.

Sul territorio, dei 40.655 casi positivi complessivamente accertati, 9.580 (+22) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 6.512 (+16) nel Sud Sardegna, 3.450 (+4) a Oristano, 8.105 (+5) a Nuoro, 13.008 (+26) a Sassari.

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«Perché è stato rallentato l’iter legislativo-istituzionale per l’attuazione delle zone franche in Sardegna?»

La domanda è contenuta nell’interrogazione presentata dal consigliere regionale Fabio Usai alla Giunta regionale sulla mancata attuazione delle zone franche in Sardegna, prevista dall’articolo 12 dello Statuto Speciale Sardo, dal Decreto legislativo n. 75 del 1998; dalla delibera della RAS n. 21 del 2016 e, infine, del DPCM emanato il 16 maggio 2019.

«Nel programma elettorale della nostra coalizione spiega Fabio Usai -, veniva ribadita come priorità quella di concretizzare gli elementi caratterizzanti dello Statuto Speciale della Sardegna, per dare luogo a un processo federalistico in grado di valorizzare e rafforzare gli elementi d’indipendenza economici, fiscali e sociali della nostra isola. Tra essi, in riferimento a quanto previsto nella carta statutaria, nonché a quanto sancito da diversi provvedimenti e dispositivi di legge regionale e nazionali (D.Lgs 75-1998; delibera della RAS n.21 del 2016 e DPCM 16 maggio del 2019), quello dell’attuazione delle zone franche intercluse nei porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme ed Arbatax, nonché in altri porti e aree industriali ad essi funzionalmente collegati o collegabili.»

«Ad oggi – aggiunge Fabio Usail’attuazione dei provvedimenti legislativi per la realizzazione delle zone franche nelle specifiche aree individuate a tale scopo, non è stata completata. E ancorché la delimitazione e messa in opera delle aree preposte a tale scopo sia diretta competenza della Presidenza del Consiglio dei ministri, ciò, inderogabilmente, avviene su proposta diretta della Regione: la quale, ancora oggi, non sembrerebbe aver ancora compiutamente strutturo e presentato tale richiesta.»

«Pertanto, vista e considerata l’enorme importanza e opportunità assegnate dallo strumento della Zona Franca, in sinergia con quello delle ZES, per il rilancio economico e sociale di importantissime e vaste aree della Sardegna (alcune delle quali come Portovesme gravemente colpite dalla deindustrializzazione e, dunque, bisognose di incisivi stimoli per la loro ripartenza), e in prospettiva per l’intera isola se si dovesse (anche in un’ottica di riscrittura e rafforzamento dello statuto autonomistico per allineare l’isola alle comunità nazionali più avanzate sul tema fiscale come l’Irlanda, le Canarie e la Catalogna) allargare la fiscalità di vantaggio ai confini regionaliconclude Fabio Usaisollecito fortemente la Giunta regionale a relazionare sui motivi per cui è stato rallentato l’iter legislativo-istituzionale per l’attuazione di questi fondamentali strumenti di riequilibrio economico; nonché ad adempiere ai propri doveri politico-istituzionali in merito alla definizione dei passaggi burocratici per ciò che è di sua competenza e a fare tutto quanto è in suo potere per intervenire presso il neo insediato Governo nazionale affinché si adoperi per definire l’operatività delle zone franche in Sardegna.»

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Lo scorso mercoledì 17 si sono riunite le Segreterie Unitarie di Filctem Cgil Flaei Cisl e Uiltec Uil provinciali e regionali insieme alla RSU della Centrale Enel Sulcis. La discussione ha avuto come punto nodale gli aggiornamenti riguardanti l’evoluzione dei progetti di infrastutturazione del Polo Industriale di Portovesme e, di conseguenza, del sistema di metanizzazione della Sardegna, non escludendo il fattore opportuno e centrale che con il nuovo Governo nazionale si dovrà capire se l’idea di Transizione Energetica per la Sardegna che sino ad oggi ha portato avanti il Governo Conte, sarà confermata oppure ci saranno cambiamenti. Per questo motivo ,è stata fatta l’analisi di ciò che il Governo Conte ha deciso, senza una preventiva discussione con le OO.SS., sino alla sua “caduta”. Tra le cose che sono state reputate positive c’è stata la fattiva volontà di mettere al centro della Transizione Energetica della Sardegna il Polo Industriale di Portovesme, in quanto è stato oggetto di una serie di provvedimenti legislativi già definiti dal Decreto Semplificazioni e in corso di definizione. Nel provvedimento, oltre all’individuazione dell’infrastruttura immateriale della Virtual Pipe Line per il trasporto del GNL in Sardegna a prezzi calmierati in maniera strutturale, grazie all’accordo specifico con Snam, verrà progettata e installata di una unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione del GNL meglio definita come FSRU da ormeggiare presso la banchina lato est del porto industriale.
Tale infrastruttura è stata individuata sulla base di alcuni elementi fondamentali:
1. la tempistica dell’iter autorizzativo che sarebbe ridotto in maniera importante con un provvedimento ad-hoc;
2. l’individuazione di un luogo in cui l’infrastruttura si possa realmente posizionare tenendo conto che le poche aree disponibili a terra non sono immediatamente utilizzabili;
3. il sostegno infrastrutturale al polo dell’alluminio e alla costruzione della nuova Centrale dell’Enel;
4. la nascita di nuove intraprese economiche che saranno favorite dall’abbattimento del costo energetico. In tutto questo il fattore tempo gioca un ruolo fondamentale per le attività immediatamente realizzabili e per quelle che certamente nasceranno.
Tutte queste attività riteniamo possano e debbano coesistere. Qualsiasi altra iniziativa imprenditoriale diversa da quella che già insiste nel Polo Industriale di Portovesme, rappresenta per noi un valore aggiunto da sostenere senza alcuna preclusione. Per far sì che questo possa accadere, non possiamo prescindere da alcune considerazioni che debbono essere fatte, ovvero:
• il processo di de-carbonizzazione è irreversibile e non rinviabile, ovviamente quello che si deve compiere è una transizione giusta, capace di tenere insieme ambiente e lavoro, garantendo il mantenimento dei livelli occupazionali. Non può certo sfuggire che il passaggio delle Centrali elettriche dal carbone al gas richiederà una forza lavoro diretto ed indiretto inferiore;
• l’Europa oltre ad affrontare il tema ambientale ha inserito attraverso la Just Transition Fund le risorse per i nuovi progetti;
• nell’ambito della Rubrica 3 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza le risorse per la giusta transizione previste per l’Italia ammontano a circa 500 milioni di euro a prezzi correnti. Aggiungendo a queste risorse i 500 milioni provenienti da Next Generation EU e il cofinanziamento nazionale, si ottiene una disponibilità di 1,2 miliardi di euro a prezzi correnti per finanziare strategie territoriali nell’ambito delle politiche di coesione giusta e compatibile con l’ambiente nelle aree di Taranto e del Sulcis.
Sarà compito del Centro Regionale di Programmazione predisporre i piani territoriali ed avanzare progetti nel pieno rispetto delle regole previste dall’Unione Europea. Ad oggi la Regione Sardegna non ha ancora presentato nessun progetto relativo ai primi 500 milioni, non capendo che la politica deve pianificare oggi il futuro per garantire al nostro territorio e ai lavoratori la continuità occupazionale e nuove intraprese economiche. Soprattutto, sarà importante individuare anche la possibilità di creare quella filiera di impresa che parta dallo studio dei nuovi progetti sui vettori energetici del futuro e che si concretizzi la vera e propria fabbricazione di quei sistemi che serviranno per la loro produzione. Nel nostro territorio esistono le competenze tecniche e professionali per sviluppare un nuovo modo di fare impresa e creare lavoro nell’assoluto rispetto del territorio e in linea con i dettami della Commissione europea che ci indica che al 2050 tutte le produzioni dovranno essere a Zero emissioni nel pieno rispetto del Green Deal europeo. Come OO.SS e Delegati della centrale Sulcis riteniamo che queste dovranno essere le basi su cui discutere per un vero e serio piano di ripartenza del Polo Industriale di Portovesme e per dare la giusta prospettiva occupazionale al territorio.
Segreterie Unitarie di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil provinciali e regionali
RSU della Centrale Enel Sulcis

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I carabinieri di Giba hanno denunciato a piede libero un 35enne di Santadi, operaio, indiziato del reato di truffa. In particolare egli aveva posto in vendita privatamente un motocoltivatore usato e, con artifizi e raggiri, dal 28 marzo 2020 al 30 ottobre 2020, si era fatto consegnare a più riprese in contanti la somma complessiva di 1.440,00 euro da un 48enne, residente a Giba, senza di fatto consegnargli il macchinario agricolo, al termine dei pagamenti ricevuti.

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Nuovi sbarchi di migranti sulle coste del Sulcis. Approfittando delle buone condizioni meteomarine, una quarantina di algerini sono arrivati tra Porto Pino e Sant’Antioco e riesplodono le polemiche.

«Mentre in Parlamento il Governo dei ‘migliori’ – con la conferma del ministro Lamorgese e la sua fallimentare politica migratoria – ottiene la fiducia, in Sardegna continuano gli sbarchi. Oltre 40 algerini sono approdati a Porto Pino e sulle coste di Sant’Antioco, per poi essere collocati nel centro di accoglienza di Monastir.»

A dichiararlo è il deputato sardo di Fratelli d’Italia, Salvatore Deidda, che ha aggiunto: «E noi dovremmo appoggiare un Governo costituito da chi non ha messo in campo nessuna misura utile per bloccare gli sbarchi dall’Algeria e rimpatriare immediatamente chi è entrato clandestinamente? Ancora più convinti del nostro no alla fiducia al Governo Draghi».

Antonio Caria

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Domenica 21 febbraio, Iglesias Turismo ha in programma un trekking esplicativo lungo il percorso compreso tra il villaggio minerario Asproni ed il Monte San Giovanni.

I partecipanti, accompagnati dalle guide, nel corso di circa 10 km di itinerario, potranno approfondire la storia degli uomini e delle donne del Villaggio Asproni, le vicende della vicina miniera di Seddas Modizzis e gli aspetti geologici del Monte San Giovanni.

Il trekking durerà circa 6 ore, pause comprese, in un percorso tra cultura e storia del territorio. Il ritrovo è previsto per le ore 9:00, nell’area di fronte al ponte in costruzione, all’ingresso di Iglesias (zona ingresso San Giorgio).

Per prenotazioni (obbligatorie al fine di garantire le misure di sicurezza in materia di prevenzione anti Covid-19), informazioni e costi dell’iniziativa, è possibile contattare l’Ufficio del Turismo di Iglesias, al numero 0781/274507 (aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15,30 alle 18,30).

«Un nuovo appuntamento dedicato a tutte le persone che vogliono approfondire la storia del nostro territorio e delle donne e degli uomini che hanno lavorato in miniera ha messo in evidenza il sindaco Mauro Usai -. Grazie alle nostre guide e all’Ufficio Turistico che rendono possibile l’iniziativa.»

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Nonostante le incertezze legate alla diffusione del Coronavirus, a Villacidro, parte la macchina organizzativa del 36° Premio “Giuseppe Dessì”, dedicata all’opera dello scrittore nato a Cagliari nel 1909 e morto a Roma nel 1977.

Il concorso letterario si articola in due sezioni, Narrativa e Poesia, ed è aperto a opere in lingua italiana che siano state pubblicate dopo il 31 gennaio dell’anno passato (escluse le ristampe e le edizioni successive a quella originale). Per partecipare alla selezione, le pubblicazioni dovranno essere inviate (in 11 copie) entro il 15 giugno alla segreteria della Fondazione Giuseppe Dessì(via Roma n. 65 – 09039 Villacidro – SU), promotrice dell’iniziativa insieme al comune di Villacidro.

Fra tutte le opere proposte (nella scorsa edizione sono state 282 tra Narrativa, 169, e Poesia, 113), la giuria presieduta da Anna Dolfi (e composta da Duilio Caocci, Giuseppe Langella, Giuseppe Lupo, Luigi Mascheroni, Gino Ruozzi, Stefano Salis, Gigliola Sulis e dal presidente della Fondazione Dessì Paolo Lusci) selezionerà tre finaliste per ciascuna sezione. Gli autori vincitori verranno poi proclamati e premiati nel corso della consueta cerimonia prevista il 25 settembre a Villacidro: in palio, anche quest’anno, cinquemila euro per i primi classificati di ciascuna sezione e millecinquecento per gli altri finalisti.

Nel corso della serata, insieme agli allori per le due sezioni letterarie del Premio Dessì, verranno assegnati anche gli altri due riconoscimenti abituali dell’iniziativa villacidrese: il Premio Speciale della Giuria (sempre dell’importo di cinquemila euro), che la commissione giudicatrice si riserva di assegnare a un autore o a un’opera di vario genere letterario, e il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna, che viene invece riconosciuto a un personaggio del panorama culturale, artistico o musicale per l’attività svolta nell’annualità di riferimento.

La cerimonia delle premiazioni sarà, al solito, il momento culminante della consueta settimana culturale che dal 20 al 26 settembre accompagnerà il premio letterario ai suoi giudizi finali con un variegato cartellone di appuntamenti a Villacidro: presentazioni di libri, incontri con autori, spettacoli, concerti e mostre, tutto nel pieno rispetto delle normative anti Covid.

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Coronavirus, la Sardegna è sulla buona strada, ad un passo dalla zona bianca, con i dati migliori in Italia sull’indicatore dell’incidenza dei casi positivi ogni 100 mila abitanti. Lo attesta in rapporto settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato oggi.

«L’andamento della pandemia in Sardegna ci permette di guardare al futuro con rinnovata fiducia. In particolare l’incidenza dei casi per 100 mila abitanti, scesa a 38,72, registra il dato migliore a livello nazionale. Ci attestiamo per la seconda settimana consecutiva ben al di sotto della soglia dei 50 casi, condizione necessaria per la classificazione nella zona bianca se questi indicatori vengono confermati per 3 settimane consecutiveha detto il presidente della Regione Christian Solinas -. Un risultato che vogliamo raggiungere e mantenere anche nei mesi futuri per assicurare ai cittadini la riconquista di tutte quelle piccole grandi libertà individuali che sono state sacrificate in questi mesi, e per garantire la ripresa alle attività economiche e produttive.»

«I numeri premiano gli imponenti sforzi messi in campo per contrastare il Covid, non solo dalle Istituzioni, ma da tutti i cittadini, che desidero ringraziare per il loro impegno e l’alto senso di responsabilità dimostrato. Il nostro obiettivo non cambia prosegue il presidente della Regione – puntiamo a portare la Sardegna fuori dall’emergenza nel tempo più breve possibile. Non dobbiamo abbassare la guardia. Per raggiungere questo traguardo servirà ancora il massimo impegno e la collaborazione da parte di tutti. Collaborazione ampiamente dimostrata dai cittadini che hanno aderito alla campagna ‘Sardi e sicuri’, lo screening di massa organizzato dalla Regione, che nel prossimo fine settimana prosegue la sua attività nel territorio con lo scopo di intercettare il virus e interrompere la catena dei contagi.»

Sabato e domenica sarà la volta dei test sulla popolazione dei comuni del Medio Campidano.

«Un progetto importante al quale i sardi stanno rispondendo con forza, con la collaborazione dei Comuni che forniscono un prezioso supporto logistico. Ai cittadiniconclude il presidente della Giunta regionalerivolgiamo un sentito ringraziamento per questa battaglia di civiltà e solidarietà e chiediamo di proseguire ancora su questa strada. La partecipazione ai test, volontari e gratuiti, è un atto di altruismo per la tutela della salute di tutti e rappresenta un’opportunità irrinunciabile per l’Isola.»

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La Regione, con determina dell’assessorato della Sanità, ha approvato il primo dei due bandi per l’assistenza primaria che consentiranno l’assegnazione di incarichi a tempo indeterminato ai medici di base nelle sedi vacanti dell’Isola. In linea con quanto previsto dalla disciplina nazionale, si procederà subito all’assegnazione delle sedi non ancora bandite negli ambiti divenuti carenti nel 2018 (108 sedi) e successivamente, con un secondo bando, saranno assegnate quelle del 2019 (29 sedi) per un totale di 137 sedi vacanti. Le domande dovranno essere presentate dai candidati entro quindici giorni dalla pubblicazione dell’avviso sul Bollettino ufficiale della Regione Sardegna. Le sedi che dovessero risultare ancora scoperte al termine del primo bando saranno ripubblicate in quello successivo.

«Procedendo all’assegnazione delle sedi carenti ai medici di base dichiara il presidente della Regione Christian Solinasdiamo una risposta concreta alle necessità urgenti delle comunità che vivono in tutti i territori della nostra Isola, avviando a soluzione problemi che arrivano da lontano e su cui stiamo lavorando con serietà e impegno fin dai primi mesi del nostro mandato. Abbiamo infatti ereditato una situazione con gravi lacune: in Sardegna risultavano non ancora bandite le sedi rimaste vuote fin dal 2014. In poco tempo siamo riusciti a recuperare un arretrato enorme e ora proseguiamo sulla strada che abbiamo tracciato con l’unico obiettivo di garantire ai cittadini il diritto all’assistenza e alle cure.»

«Siamo fermamente convinti dell’importanza del ruolo dei medici di base all’interno delle nostre comunità aggiunge l’assessore della Sanità Mario Niedduoggi più che mai, in ragione dell’attuale emergenza sanitaria, potenziare presenza e servizi sul territorio è fondamentale. L’attenzione per tutte le comunità è massima ed il potenziamento dei servizi di base è un obiettivo irrinunciabile non solo per la tutela della salute, ma anche per contrastare lo spopolamento, soprattutto nelle aree interne.»