19 November, 2024
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«Pronti alla mobilitazione per difendere la Sardegna dall’eventuale trasformazione in deposito di scorie nucleari. Non è pensabile che la nostra, che paga già un elevato prezzo per la condizione di insularità, possa ospitare un deposito di questo tipo di rifiuti. E’ vero che lo studio tecnico predisposto dalla Sogin indica una serie di eventuali possibilità, ma è altrettanto vero che la nostra isola “ha già dato” in termini di servitù. Per questo motivo siamo pronti ad avviare una mobilitazione che coinvolga i sindaci e tutte le figure istituzionali. E siamo pronti a sostenere quel principio di autonomismo che ha sempre caratterizzato la nostra attività.»

Lo ha detto Emanuele Cani, segretario regionale del Partito democratico.

 

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Il Carbonia Calcio ha trovato casa, sarà ospite del comune di Santadi. Lo hanno annunciato poco fa il sindaco Massimo Impera e l’assessore dello Sport Elisena Anedda.

«Cari concittadini e concittadine hanno scritto il sindaco Massimo Impera e l’assessore dello Sport Elisena Anedda nella pagina facebook istituzionale – si rende noto che l ‘Amministrazione comunale di Santadi, preso atto dell’impossibilità per le nostre Associazioni Sportive di praticare le attività per via della pandemia, ha deciso in accordo con le stesse, di concedere a partire dal giorno 7/01/2021 l’impianto sportivo di Is Collus al Carbonia Calcio, Campionato Nazionale Dilettanti 2020/21 Serie D girone G, per allenamenti e partite di campionato.»
«Auspichiamo che questa importante scelta possa portare benefici economici alle nostre attività ricettive e di ristorazione, di conseguenza un ritorno positivo di immagine per il nostro paesehanno concluso Massimo Impera ed Elisena Anedda -. Vorremmo, pertanto, che tutte le Associazioni Sportive e i Santadesi tutti, sentano forte la vicinanza dell’Assessore allo Sport e dell’Amministrazione Comunale, nel portare avanti i programmi e i progetti riguardanti lo sport, con la speranza di rivedere al più presto tutti riempire i campi di gioco, le palestre e il palazzetto.»

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«Il “NO” della Sardegna alle scorie nucleari è ben noto, definitivo ed irrevocabile.» E’ la risposta secca del presidente della Giunta regionale, all’inserimento della Sardegna tra le sette regioni nelle quali sono state individuate aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito unico delle scorie nucleari.

«Indicare 14 siti in Sardegna sui 67 individuati complessivamente nel territorio nazionale per la realizzazione del deposito unico dei rifiuti nucleari rappresenta l’ennesimo atto di arroganza e prevaricazione di uno Stato e di un Governo che non hanno alcun rispetto per l’Isola e per la volontà chiaramente espressa dal Popolo Sardo, in maniera definitiva ed irrevocabile, con un referendum ed una legge regionale.»

«La Sardegna ha già pagato fin troppi tributi alla solidarietà nazionale verso lo Stato italianoha aggiunto il presidente Christian Solinas -: dal disboscamento dei 4/5 del proprio patrimonio arboreo per lo sviluppo delle reti ferroviarie della Penisola e per l’industria del carbone, soprattutto toscana, fino ad oltre il 60% delle servitù militari del Paese sul proprio territorio, senza trascurare le servitù industriali ed ambientali della chimica di stato, ancora in attesa di bonifiche. E non possiamo certo dimenticare il tributo di sangue pagato in misura enorme, sproporzionata rispetto al resto d’Italia, da intere ge.», ha continuato il Governatore sardo.»

«Questo stesso Popolo ha sempre respinto, e continuerà a farlo con tutte le sue forze, ogni ipotesi di trasformazione dell’Isola in una pattumiera nucleare al centro del mediterraneo, con un danno irreversibile alla propria vocazione turistica ed al suo tessuto economico produttivo – ha rimarcato il presidente Christian Solinas. Abbiamo una legge regionale in vigore dal 2003 che vieta anche solo il transito di scorie radioattive sul territorio regionale e dichiara la Sardegna denuclearizzata. Abbiamo svolto un referendum nel 2011 che, con un’affluenza massiccia, ha ribadito in mondo chiaro e netto con oltre il 97 per cento dei voti il no all’energia nucleare ed al deposito di scorie. A fronte di tutto questo, considerato che da decenni paghiamo un costo dell’energia superiore al resto d’Italia perché lo stato ci ha sempre negato anche il metano, è davvero paradossale, se non proprio offensivo, che il Governo, noncurante di tutti i pronunciamenti istituzionali, popolari e democratici contrari, possa pensare di indicare in Sardegna ben 14 siti di stoccaggio idonei, peraltro in zone di alto pregio ambientale e paesaggistico, ricche di testimonianze archeologiche della civiltà nuragica e difficilmente accessibili dai porti in ragione della rete viaria. Insomma, prosegue il Presidente Solinas, una scelta dal sapore neocoloniale di un Governo che pensa di poter portare distante dai propri centri di potere i rifiuti più pericolosi e dannosi, con costi e rischi aggiuntivi enormi dovuti all’esigenza di trasportare via mare i materiali radioattivi.»

«A questo Stato centralista e prevaricatore che non ascolta la nostra voce, ad un Governo che manca di rispetto ad un intero popolo e alla autonomia della nostra Regione, sordo alle nostre legittime richieste ma sempre pronto a imporre pesanti fardelli, diciamo fin d’oraha concluso Christian Solinas -, che metteremo in campo ogni forma democratica di mobilitazione istituzionale e popolare, coinvolgendo enti locali, associazioni e movimenti, corpi sociali, istituti culturali e scientifici per contrastare questa decisione e preservare la nostra Terra da questo ennesimo oltraggio.»

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La Sardegna ha già dato! E’ questo il messaggio univoco che arriva dalla Sardegna, dopo la diffusione dell’elenco delle aree potenzialmente idonee allo stoccaggio delle scorie nucleari prodotte nella Penisola.

Siapiccia, Albagiara, Assolo, Usellus, Mogorella, Villa Sant’Antonio, Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Tuili, Ussaramanna, Gergei, Las Plassas, Villamar, Mandas, Siurgus Donigala, Segariu, Guasila e Ortacesus. Sono questi i 22 comuni sardi, tra le province di Oristano e Sud Sardegna, inseriti nelle 14 aree nella “Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee” allo stoccaggio delle scorie nucleari prodotte nella penisola, che ne comprende complessivamente 67.
Sono 7 le regioni in cui sono state individuate le aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nucleare nazionale: Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia.
Il deposito nazionale e il Parco tecnologico saranno costruiti in un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al Parco.
In Sardegna è già iniziata la rivolta contro qualsiasi ipotesi di destinazione del deposito unico nell’Isola.
Esprime la sua contrarietà è la Corona De Logu, l’assemblea degli amministratori locali indipendentisti sardi. «Niente e nessuno potranno convincere il nostro popolo a sobbarcarsi il peso della custodia dei rifiuti nucleari – ribadiscono gli amministratori indipendentisti -. Un popolo mai consultato e mai ascoltato sulle questioni che più contano e lo riguardano rigetta senza alcun appello il progetto di Roma. Tocca ai sardi decidere del proprio destino. Basta con l’imposizione di politiche dall’alto. Ora basta.»
Un parere contrario che sta già arrivando da più fronti, tanto che è già stata aperta una consultazione pubblica online.

«Inutile dire che noi siamo assolutamente contrari e, se necessario, siamo pronti a dare battaglia», ha dichiarato il sindaco di Ussaramanna, Marco Sideri.
«La Sardegna ha detto già in passato no alle scorie radioattive, il consiglio comunale di Nurri si è già espresso per un no alle scorie radioattive nel territorio comunale e in tutta la Sardegna, lo diciamo oggi e lo ripeteremo anche domani. Se insistono, covid o non covid, le piazze saranno pronte con i forconi», tuona il sindaco di Nurri, Antonello Atzeni.
Un NO arriva anche dal PD. «Invitiamo il Governo nazionale, qualora ci fosse solo l’idea di individuare la nostra regione come possibile sede, di scartare anche la più remota di queste ipotesi, rispettando l’unanime posizione più volte ribadita dall’intera popolazione sardaha detto il segretario regionale Emanuele Cani -. Ribadiamo di essere pronti ad avviare una mobilitazione in difesa dei sardi e della Sardegna che ha già dato tanto al Paese in materia di servitù militari e non solo.»

Nessun deposito di scorie nucleari in Sardegna: «Il nostro no a qualunque ipotesi veda coinvolta la Sardegna in questa direzione è netto e deciso», dichiarano i Progressisti in Consiglio regionale: «Lo abbiamo sempre detto, come cittadini sardi prima e come rappresentanti delle istituzioni poi, lo ribadiamo anche oggi che arriva l’ufficialità da parte del Governo su 14 zone nell’isola potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale».

«Per cercare di tranquillizzare e per abbindolare i più sprovveduti, nei documenti il deposito che conterrà le scorie nucleari italiane viene associato ad un “Parco Tecnologico”, su cui si millantano le solite balle già sentite mille altre volte, con lavoro per i residenti e benessere per tutti, sperando di fare leva sulla miseria e sul bisogno di lavorodichiarano gli indipendentisti di Liberu -. La verità è che si tratta di una discarica blindata in cui verranno riversate le scorie nucleari italiane, di una produzione energetica del passato, inquinante e pericolosa.»

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Il segretario della Camera del Lavoro CGIL Antonello Congiu ed il segretario della Funzione pubblica CGIL Giovanni Zedde hanno chiesto un incontro urgente al commissario straordinario ATS Massimo Temussi e all’assessore regionale dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale Mario Nieddu, alla presenza dei sindaci del comuni del Sulcis Iglesiente, sulla situazione del reparto Dialisi dell’ospedale Sirai di Carbonia.
«Un altro passo fondamentale verso il ridimensionamento e lo smantellamento dei servizi sanitari del territorio del Sulcis Iglesiente si sta per portare a compimento:
– dopo l’organizzazione week surgery, dell’attività delle unità operative di chirurgia e Traumatologia del C.TO che consentono la sola attività con degenza limitata;
– la trasformazione in attività ambulatoriale dei reparti di Otorino e Oculistica;
– la chiusura della Chirurgia Pediatrica, Anatomia Patologica e Medicina Nucleare;
– il vergognoso ridimensionamento della sala operatoria di Emodinamica che ha ridotto l’operatività da h 24 a h 8 pur essendo un servizio tempo dipendente d’urgenza salvavita;

– adesso è giunto il turno della Dialisi scrivono in una nota Antonello Congiu e Giovanni Zedde -. Il metodo è sempre lo stesso: creare le condizioni per le quali non è più possibile erogare gli standard quantitativi e qualitativi per mancanza di risorse Umane e mettere tutti di fronte ad un fatto compiuto. Ma per quanto riguarda il reparto Dialisi non hanno fatto i conti con la volontà e la testardaggine dei nostri Medici, Infermieri e Oss che, pur in queste condizioni, hanno continuato a erogare le prestazioni sanitarie per amore del loro lavoro ed attaccamento ai pazienti che assistono. Il senso di responsabilità che contraddistingue tutto il personale sanitario, ha fatto sì che in tutti questi anni, nonostante gli organici presumibilmente sotto il limite di accreditamento, non ci sia stata nessuna riduzione dell’assistenza sanitaria che ha mantenuto sempre gli stessi standard di eccellenza.»

«I lavoratori hanno sempre garantito ai loro pazienti il diritto al miglior trattamento sanitario possibile, nonostante l’inerzia dei dirigenti aziendali sia stata d’ostacolo al loro operatoaggiungono Antonello Congiu e Giovanni Zedde -. Ma ora, dopo anni di doppi turni; riposi non goduti; ferie negate; straordinari e prestazioni aggiuntive, questo personale è allo stremo e, avendo un’età media molto elevata, non è più in grado di garantire un’attività delicata in sicurezza senza incorrere in un alto rischio di errore. CGIL, CISL e UIL di Categoria hanno chiesto più volte l’assunzione di Personale Infermieristico per la Dialisi ( l’ultima datata 12 ottobre 2020) senza mai ricevere risposta alcuna. Oggi apprendiamo che invece di assumere ATS intende modificare i turni degli infermieri, portando il loro orario di lavoro da 7,12 a 6 ore giornaliere, impedendo di fatto, la possibilità di praticare la dialisi lunga e quella notturna che hanno comportato ai pazienti tanti benefici alla salute e alla loro qualità di vita. Tale soluzione proviene dalla Direzione del servizio delle professioni sanitarie che, a nostro avviso, non ha alcun titolo per decidere quali turnazioni si debbano fare nella Unità Operativa, condizionandone le attività di cura.»
«Siamo certi che queste siano funzioni e responsabilità in capo al Direttore della struttura di Dialisi e non possano essere demandate ad altri. Noi non abbiamo dubbi, il disegno politico è di cancellare le eccellenze delle zone periferiche e con esse la buona sanità, facendo diventare il Sulcis Iglesiente l’emblema di questo progetto – concludono Antonello Congiu e Giovanni Zedde -. Dato atto che la attuale situazione di pandemia ha condizionato negativamente tutte le attività sanitarie è comunque innegabile che la risposta fornita ai bisogni di salute manifestati dalla nostra comunità, oggetto di tante promesse durante la scorsa campagna elettorale regionale e probabilmente dirimenti rispetto agli esiti della stessa, non debba e non possa essere questa.»

 

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Dopo mesi di silenzio, con tutte le attenzioni concentrate sull’emergenza Coronavirus, si torna a parlare del deposito unico per lo smaltimento delle scorie nucleari.

«Apprendiamo che sarebbe prossima la pubblicazione della relazione tecnica predisposta dalla Sogin, per l’individuazione delle aree idonee allo smaltimento di scorie nucleari sul territorio nazionalescrive in una nota Emanuele Cani, segretario regionale del Partito democratico -. In attesa dell’ufficializzazione che siano pubblicati i risultati dello studio che potrebbe vedere la Sardegna come sede idonea, ribadiamo con forza la contrarietà ad accogliere il deposito di scorie nucleari sul nostro territorio regionale. Ancora una volta, cogliamo l’occasione per ribadire, come già detto in più occasioni e in tutte le sedi politiche ed amministrative, il principio della Sardegna come regione denuclearizzata. Per questo motivo, invitiamo il Governo nazionale, qualora ci fosse solo l’idea di individuare la nostra regione come possibile sede, di scartare anche la più remota di queste ipotesi, rispettando l’unanime posizione più volte ribadita dall’intera popolazione sarda. Naturalmenteconclude Emanuele Caniribadiamo di essere pronti ad avviare una mobilitazione in difesa dei sardi e della Sardegna che ha già dato tanto al Paese in materia di servitù militari e non solo.»

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Dopo due settimane di pausa, mercoledì 6 gennaio riparte il campionato di serie D di calcio, con le partite della decima giornata del girone di andata. Sarà un programma incompleto, perché due partite, Muravera-Latina ed Insieme Formia-Monterosi, sono state rinviata su richiesta delle squadra ospitanti. a seguito dell’accertamento di numerosi casi di positività al Covid-19 tra i calciatori. L’Insieme Formia ha chiesto il rinvio anche per la partita successiva, in calendario domenica prossima in trasferta contro il Carbonia di Marco Mariotti. La squadra biancoblù dovrà quindi recuperare successivamente due partite, essendo rimasta ancora da giocare quella della sesta giornata sul campo del Giugliano.

Il programma della decima giornata verrà aperto domani, martedì 5 gennaio, alle 14.30, dalla partita Latte Dolce Sassari-Cassino (dirigerà Stefano Foresti di Bergamo, assistenti di linea Antonio Minieri di Treviglio e Bruno Galigani di Sondrio). La squadra sassarese di Stefano Udassi va a caccia dei tre punti per rilanciarsi dopo le due sconfitte consecutive subite in casa con il Latina e a Giba con il Carbonia.

Il Carbonia sarà in campo mercoledì 6 gennaio, alle 14.30, sul campo della Nocerina, squadra con la quale divide il 6° posto con 13 punti, insieme anche alla Vis Artena e al Cassino (quest’ultima, delle quattro, è l’unica squadra ad aver disputato tutte le partite delle prime 9 giornate, le altre tre devono recuperarne una). Dirigerà Carlo Palumbo di Bari, assistenti di linea Antonio Alessandrino di Bari e Giuseppe Rizzi di Barletta). Anche oggi i calciatori del Carbonia sono stati sottoposti al tampone, sono risultati tutti negativi e sono tutti disponibili, eccezion fatta per Moussa Soumarè che ha riportato un leggero infortunio.

Sugli altri campi, si giocano: Arzachena-Vis Artena (dirigerà Stefania Menicucci di Lanciano, assistenti di linea Matteo Manni di Savona e Antonio Nicolò di Milano); Gladiator-Lanusei (dirigerà Stefano Giampietro di Pescara, assistenti di linea Maurizio Patruno di Bari e Michele Decorato di Cosenza); Team Nuova Florida-Torres (dirigerà Carlo Virgilio di Agrigento, assistenti di linea Pasquale Scopelliti di Reggio Calabria e Lucio Salvatore Mascali di Paola); Nola-Afragolese e Giugliano-Savoia.

 

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Si profila un ulteriore allungamento dei tempi per il rilancio produttivo dello stabilimento ex Alcoa, oggi Sider Alloys, di Portovesme. Secondo quanto riporta il giornale online “quotidianoenergia.it”, per la «ripartenza si va verso il 2022».

«Rispondendo a un’interrogazione presentata alla Camera dalla deputata PD Romina Mura, la sottosegretaria Mise Alessandra Todde ha sottolineato che il piano industriale prevede per “ottobre 2021 il riavvio della fonderia mentre per gennaio 2022 è previsto il riavvio della prima cella di elettrolisi”. Sider Alloys “ha fatto sapere che sono state già svolte delle attività: check dei macchinari (circa 1.600 test), accordi con Enel per servitù, riparazione del tetto e della struttura, ripristino delle strade e dell’illuminazione, la riconversione elettrica, ecc.si legge in “quotidianoenergia.it”. Ma “a causa della emergenza epidemiologica, si avrà un allungamento di circa 10 mesi dei tempi di realizzazione degli investimenti”, ha rimarcato la Todde. Aggiungendo tuttavia che “la società ha rassicurato che si impegnerà per recuperare il ritardo nei prossimi mesi anche per dare una risposta occupazionale al territorio”.»

«Al Mise sono intanto in corso i tavoli tecnici “per verificare gli avanzamenti del piano industriale e la rimodulazione del contratto di sviluppo in base alle nuove tempistiche di attuazione richieste dall’azienda”si legge ancora in “quotidianoenergia.it” -. Sono previste inoltre “verifiche con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e con la regione Sardegna riguardo all’utilizzo degli ammortizzatori sociali a supporto”. La sottosegretaria ha quindi ribadito “il massimo impegno del Ministero dello sviluppo economico per la ripresa e il rilancio dell’impianto sardo e nel mantenimento della totalità della forza lavoro impiegata”.»

«Come riportato nei mesi scorsi (QE 13/11/20), Sider Alloys ha ottenuto un prezzo dell’elettricità particolarmente conveniente: intorno ai 24 €/MWh. Frutto dell’accordo raggiunto a luglio con Enel (circa 44 €) e delle ulteriori agevolazioni legate all’interrompibilità e agli oneri indiretti per l’abbattimento della CO2», conclude l’articolo pubblicato in “quotidianoenergia.it”.

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Nella giornata di ieri, a Carbonia, a conclusione di accertamenti investigativi, i carabinieri dell’aliquota radiomobile della locale Compagnia hanno denunciato a piede libero un 42enne del posto che, già sottoposto al regime degli arresti domiciliari presso la propria abitazione di Carbonia, come disposto con ordinanza dal Tribunale di Cagliari in data 14/12/2020, all’atto del controllo domiciliare non risultava essere all’interno dell’abitazione. Ovunque egli fosse, era evaso dal luogo di detenzione. La magistratura valuterà quali sanzioni applicargli.

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Sono 177 i nuovi casi di positività al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, 1.846 i tamponi eseguiti. Salgono a32.038 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza.
Si registrano 4 decessi (768 in tutto), due donne e due uomini tra 62 e 94 anni. Le vittime: due residenti della provincia del Sud Sardegna e due rispettivamente della Città Metropolitana di Cagliari e provincia di Sassari.
In totale sono stati eseguiti 490.740 tamponi. Sono 489 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (+16 rispetto al dato di ieri), mentre è stabile a 43 il numero dei pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 16.194. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 14.246 (+210) pazienti guariti, più altri 298 guariti clinicamente.
Sul territorio, dei 32.038 casi positivi complessivamente accertati, 7.224 (+82) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 5.260 (+26) nel Sud Sardegna, 2.553 a Oristano, 6.393 (+22) a Nuoro, 10.608 (+47) a Sassari.