4 September, 2024
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La notte scorsa, a Buggerru, i carabinieri della locale Stazione hanno denunciato, con contestuale accompagnamento dell’interessato ed affidamento ai propri genitori, un sedicenne del luogo, per detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il giovanissimo spacciatore sottoposto ad un controllo occasionale in quel centro abitato nel corso della notte è stato trovato in possesso di 12,77 grammi di marijuana, di 790 € in banconote di vario taglio e di un bilancino di precisione. Questa prima perquisizione è stata successivamente estesa all’abitazione del giovane all’interno, della quale sono stati rinvenuti ulteriori 16 grammi dello stesso tipo di sostanza stupefacente suddivisa in dosi, un ulteriore bilancino di precisione e materiale per il confezionamento delle palline di droga. Quanto rinvenuto è stato sottoposto a sequestro, assunto in carico e debitamente custodito in attesa delle analisi di laboratorio che verranno svolte presso l’Agenzia delle Dogane di Cagliari. Il ragazzo è stato affidato alla custodia genitoriale così come disposto dall’autorità giudiziaria informata dai carabinieri che hanno proceduto nella circostanza.

Gli azzurrini allenati da Angiolino Frigoni, freschi di vittoria ottenuta al Palasport di Cisterna di Latina due giorni fa in amichevole al tie break contro la Top Volley Cisterna, da ieri sono nel capoluogo sardo per il Campionato del Mondo Maschile Under 21 in programma a Cagliari, Carbonia e Sofia, dal 23 settembre al 3 ottobre. L’Italia farà il proprio esordio nella rassegna iridata giovedì 23 settembre, alle 19.00, al PalaPirastu di Cagliari contro la Thailandia.
I gironi
Pool A (Cagliari, Italia): Italia, Egitto, Repubblica Ceca, Thailandia.
Pool B (Sofia, Bulgaria): Bulgaria, Cuba, Bahrain, Polonia.
Pool C (Carbonia, Italia): Iran, Argentina, Marocco, Belgio.
Pool D (Sofia, Bulgaria): Russia, Brasile, Cameroon, Canada.
La formula
Nella prima fase, le sedici squadre partecipanti sono state divise in quattro gironi e si affronteranno con la formula del round robin. Le prime due classificate di ciascuna pool staccheranno il pass per la fase successiva, nella quale le otto formazioni ancora in gara verranno divise in ulteriori due gironi da quattro (E, F). Le prime due si affronteranno nelle semifinali incrociate, mentre le ultime due competeranno per i piazzamenti dal 5° all’8°. Le terze e le quarte classificate di ciascun raggruppamento della prima fase, formeranno invece altri due gironi (G, H). Qui, le prime due squadre si affronteranno per stabilire la classifica dal 9° al 12° posto, mentre le ultime due per stabilire i piazzamenti dal 13° al 16°.
Il programma
Pool A (Cagliari, Italia)
23 settembre: ore 16.00 Repubblica Ceca-Egitto, ore 19.00 Thailandia-Italia
24 settembre: ore 16.00 Repubblica Ceca-Thailandia, ore 19.00 Egitto-Italia
25 settembre: ore 16.00 Egitto-Thailandia, ore 19.00 Italia-Repubblica Ceca.
Pool B (Sofia, Bulgaria)
23 settembre: ore 12.00 Cuba-Polonia, ore 18.00 Bulgaria-Bahrain
24 settembre: ore 12.00 Polonia-Bahrain, ore 18.00 Cuba-Bulgaria
25 settembre: ore 12.00 Bahrain-Cuba, ore 18.00 Polonia-Bulgaria
Pool C (Carbonia, Italia)
23 settembre: ore 16.00 Argentina-Marocco, ore 19.00 Belgio-Iran
24 settembre: ore 16.00 Marocco-Belgio, ore 19.00 Argentina-Iran
25 settembre: ore 16.00 Argentina-Belgio, ore 19.00 Iran-Marocco
Pool D (Sofia, Bulgaria)
23 settembre: ore 9.00 Cameroon-Canada, ore 15.00 Russia-Brasile
24 settembre: ore 9.00 Canada-Brasile, ore 15.00 Cameroon-Russia
25 settembre: ore 9.00 Brasile-Cameroon, ore 15.00 Canada-Russia
La seconda fase (27-29 settembre)
Pool E (Cagliari): 1A – 2A – 1C – 2C Pool F (Sofia): 1B – 2B – 1D – 2D Pool G (Carbonia): 3A – 4A – 3C – 4C Pool H (Sofia): 3B – 4B – 3D – 4D 2 ottobre
Semifinali 1°-4° posto – Cagliari
Semifinali 5°-8° posto – Carbonia
Semifinali 9°-12° posto e 13°-16° posto – Sofia 3 ottobre
Finale 1°-2° posto e 3°-4° posto – Cagliari
Finale 5°-6° posto e 7°-8° posto – Carbonia
Finali 9°-12° posto e 13°-16° posto – Sofia
La conferenza stampa di presentazione del Mondiale Under 21 si svolgerà martedì 21 settembre, alle 11.00, nella sede della Fondazione di Sardegna in Via San Salvatore da Horta 2, a Cagliari.

Sono 20 i calciatori convocati dal tecnico del Carbonia David Suazo per la partita d’esordio del campionato di serie D 2021/2022, contro il Sassari Calcio Latte Dolce, in programma domenica pomeriggio, con inizio alle 16.30, allo stadio Comunale di Villamassargia, a porte chiuse: i portieri Idrissi e Bigotti; i difensori Russu, Adamo, Ganzerli, Suhs, Dellacasa, Berman e Bellu; i centrocampisti Serra, Doratiotto, Murgia, Dore, Sanna e Porcheddu; gli attaccanti Gjuci, Quarta, Agostinelli, Quarta e Basciu.

C’è grande attesa per conoscere la nuova squadra, quasi interamente cambiata rispetto alla scorsa stagione, con l’inserimento di tanti giovanissimi che la rendono sicuramente la squadra più giovane del girone G.

Si presenta molto rinnovato anche il Sassari Calcio Latte Dolce di Pierluigi Scotto, con ben 13 giocatori al primo anno con la maglia biancoceleste, 4 dei quali arrivati a Sassari proprio dal Carbonia: il portiere Carboni, il difensore Salvaterra, il centrocampista Palombi e l’attaccante Cannas.

 

Continuano a scendere i nuovi casi positivi al Covid-19 in Sardegna, 55 nelle ultime 24 ore su 2.822 test eseguiti (2.258 molecolari, 564 antigenici), l’1,95%.

I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 20 (2 in più rispetto a ieri).

I pazienti ricoverati in area medica sono 186 (2 in meno rispetto a ieri).

Sono 3.622 i casi di isolamento domiciliare (179 in meno rispetto a ieri).

Non si sono registrati decessi.

Ieri a Giba i carabinieri dell’aliquota radiomobile della Compagnia di Carbonia, coadiuvati dai colleghi della stazione di Santadi, sono intervenuti lungo la statale 195 all’altezza del chilometro 87 + 500, nei pressi di Villarios dove, per cause in corso di accertamento, una Dacia Sandero condotta da un cinquantanovenne di Capoterra, commerciante, aveva invaso la corsia opposta andando a collidere quasi frontalmente contro una Ford Fiesta condotta da una quarantottenne di Masainas, mezzo che a seguito dell’urto si era ribaltato finendo la propria corsa sul ciglio della strada. Fortunatamente la donna era riuscita ad uscire autonomamente dal proprio veicolo, riportando soltanto lievi ferite. I documenti di guida e assicurativi di entrambi i conducenti sono risultati essere regolari. I mezzi sono stati rimossi dalla sede stradale dopo circa un’ora dall’evento e il traffico è stato regolarizzato dai carabinieri senza interruzioni della viabilità. L’uomo è risultato essere negativo alla prova dell’etilometro.

E’ iniziato il conto alla rovescia per la nuova edizione de La Fiera del Libro Iglesias – Gonnesa – Portoscuso – Zeddiani che si terrà dal 29 settembre al 4 ottobre 2021 ed avrà come tema e titolo: “Quando siete felici fateci caso”.

 Quando siete felici fateci caso è una citazione di una frase di Kurt Vonnegut, tratta da una serie di conferenze che il geniale autore di distopie fantascientifiche come “Mattatoio n. 5” e “Ghiaccio nove” ha voluto dedicare al motore universale delle nostre vite: la felicità.

Il tema della Fiera del 2021 diviene un invito da mettere in pratica immediatamente: questa frase evocativa ha il potere di riportare l’attenzione sulla somma di piccole cose che – pur in momenti complessi e indecifrabili come quelli che ci troviamo a vivere – devono orientare il nostro agire ed il nostro essere su tutta la bellezza da cui siamo circondati. Come dice Vonnegut, quando le cose vanno bene e tutto fila liscio, fermatevi un attimo, per favore, e dite a voce alta: «Cosa c’è di più bello di questo».

Alla “Felicità” saranno orientati gli incontri con gli autori de La Fiera del Libro Iglesias – Gonnesa – Portoscuso – Zeddiani.

I partner della Fiera sono: Regione Sardegna, Fondazione di Sardegna, Arma Carabinieri, Comune Gonnesa, Comune Iglesias, Comune Portoscuso, Comune Zeddiani, Università degli Studi di Cagliari.

Il programma de La Fiera del Libro si svolge dal 29 settembre al 4 ottobre con “Le colazioni d’Autore”, gli appuntamenti di RadioFiera, le Masterclass e gli incontri serali con gli Autori. Ci saranno mostre, approfondimenti, tavoli tecnici, laboratori e workshop per le scuole.

Gli ospiti di questa edizione sono: Marcello Fois, Piergiorgio Pulixi, Annarita Briganti, Francesco Abate, Carlo Augusto Melis Costa, Ciro Auriemma, Mariangela Pira, Matteo Giusti, Eugenio Proto, Vindice Lecis, Marco Belli, Aldo dalla Vecchia, Bianca Garavelli, Roberto Van Heughten, Daniela Palumbo, Daniele Mocci, Luca Usai, Luigi Sanciu, Mario Boccia, Luciano Minerva.

Gli ospiti delle tavole rotonde e relatori: Stefano Lamorgese, Matteo Colombo, Alessio Pavarallo, Fiorella Carta, Massimo Lumini, Rosario Russo,  Cristina Marra,  Marco Belli, Mara Facchetti, Francesca Spanu.

Numerose le iniziative: “I raccoglitori di felicità”, evento per bambini a cura di Enrica Ena, formatrice e docente; “Il villaggio di Coda di Castoro”, evento per bambini a cura di Argo Circolo Letterario; “La ricerca della Felicità” Istituto IPIA a cura di Betty Medde, formatrice e docente; “Laboratorio Altavoce – tecniche espressive per lettura consapevole con esibizione finale”.

La fiera si concluderà tutti gli anni con una favola sinfonica che quest’anno sarà “il soldatino di piombo” di Andersen a cura del Circolo musicale “Giuseppe Verdi” di Iglesias.

I luoghi de La Fiera del Libro 2021 sono: il centro storico di Iglesias, l’Antica Tonnara su Pranu di Portoscuso, S’Olivariu di Gonnesa e Zeddiani.

Nel lessico politico della città di Carbonia, nei programmi e negli impegni culturali che cominciano ad apparire, se ho visto bene, non compare la parola antropologia che studia le esperienze delle relazioni umane, con i loro valori e disvalori culturali. Si tratta di un fatto assai significativo. Il noto antropologo francese Marc Augé nel 1994 scriveva così nel suo Storie del presente. Per un’antropologia dei mondi contemporanei, proprio nella prima frase del primo capitolo: «Il termine «antropologia» è oggi servito in tutte le salse». Egli affermava che l’antropologia poteva rallegrarsene, ma poteva anche inquietarsene.
Infatti, mentre il nocciolo del discorso antropologico combinava la triplice esigenza della scelta di un terreno, dell’applicazione di un metodo, e della costruzione di un oggetto di ricerca, l’antropologia era diluita in vaghe allusioni, non fondate scientificamente. Non è il caso della cultura politica carboniese e dei programmi di politica culturale cittadina, in cui la parola antropologia pare del tutto assente. Si tratta di un fatto che richiede spiegazioni dai protagonisti di tali discorsi e di tali programmi.
A questo proposito, vengo subito all’antropologia come punto importante e inespresso di discorsi politici per obiettivi culturali realizzabili nella città e della città. Si tratta di un punto che riguarda la valenza antropologica, distintiva e caratterizzante l’esperienza urbana di Carbonia, che ha reso durevoli originali valori democratici della città, propri della sua cittadinanza democratica per lungo tempo: la capacità culturale delle persone che davano vita alla città, non solo tecnicamente ed economicamente, ma con specifici modi di lavorare e di abitare che producevano originali relazioni di umanità solidale. Si tratta di un complesso e ricco fenomeno culturale con spessori ed ampiezze che fece e fa di Carbonia uno straordinario
laboratorio antropologico: aperto e funzionante in un antifascismo e in una democrazia a trama minuta e quotidiana. Un laboratorio antropologico che si è palesato in varie lotte popolari per un futuro vivibile egualmente condiviso. Carbonia appare differente da altri centri minerari con esperienze di grande valore culturale. Altri centri minerari non ebbero una fondazione voluta da un fascismo che si volle imperiale e razzista e che il razionalismo architettonico non può far dimenticare. La città seppe uscire democraticamente dalle contingenze della sua fondazione fascista, nonostante l’impianto urbanistico gerarchizzante, la toponomastica che esaltava il fascismo e la negazione della storica antropizzazione rurale locale che Mussolini riduceva alla definizione di “landa quasi deserta”, nella sua svolta industrialista e bellica che determinava la nascita di Carbonia.
Studi antropologici nella e della città hanno contribuito a far nascere e operano ancor oggi per far valere, specialmente in Italia e in Europa, una specifica antropologia mineraria e industriale. Tali studi agiscono nell’ambito di una disciplina condizionata storicamente dal colonialismo, dall’esotismo, dal ruralismo. L’antropologia è stata, generalmente, poco attenta a certe differenze culturali, locali e globali, sociali e di genere, proprie della modernità industriale e delle sue crisi, con esperienze umane disumanizzanti ma anche resistenziali o alternative, emancipative o liberatrici. La democratica antropologia mineraria è stata ed è ancora impegnata in un confronto accademico, non solo teorico ma anche pratico, condizionato da asimmetriche relazioni e assetti di potere accademico. Tuttavia, tale antropologia mineraria democratica si cimenta assai valorosamente in vari confronti all’interno della disciplina stessa,
con un orientamento che riguarda ora principalmente, ma non solo, il cosiddetto “post-industriale”. Nel post-industriale di nuova attenzione culturale, Carbonia assume una particolare rilevanza antropologica, e politica, specialmente nell’attuale fase di necessaria transizione ecologica.
In questo periodo storico, certe necessarie trasformazioni locali e territoriali richiederanno di essere sostenute, perfino con certi nuovi progetti amministrativi che faranno capo a finanziamenti europei, partendo dallo spoglio e dal confronto delle fonti storiche. L’archivio comunale, pertanto, non solo deve essere sottratto all’incuria e all’abbandono, ma deve necessariamente essere informatizzato e valorizzato come vera e propria “miniera di dati”, da cui estrarre informazioni, ordinabili e tematizzabili con efficaci opzioni, anche per rendere realizzabili e validabili nuovi progetti. Il nuovo ordinamento dello storico Archivio Comunale, aperto a nuove fruibilità, riguarda ovviamente anche l’organizzazione della stessa struttura comunale, per la quale un nuovo assetto informatico fu previsto fin dal 1979, con una precisa delibera del Consiglio Comunale. Tali aspetti, interessano anche l’antropologia delle istituzioni, cioè il modo in cui l’amministrazione vorrà caratterizzare l’operatività comunale, tenendo conto anche dei trattamenti che riserverà agli accessi conoscitivi e agli esiti deliberativi, passati, presenti e futuri, per rendere partecipe la popolazione delle esperienze storico-antropologiche della città.
L’antropologia nella città e della città di Carbonia non è solo depositata nei libri e nei confronti accademici di convegni, seminari, dibattiti, tesi di laurea ed altro ancora. Ha trovato spazio localmente, per esempio, nel raro impegno culturale del sindaco Tore Cherchi che ha consentito l’istituzione della Sezione Antropologica nella Grande Miniera di Serbariu. In poco più di 100 metri quadri, che corrispondono a uno dei corridoi con le docce della miniera, dialogano varie discipline: antropologia mineraria, etnografia visiva, storia, ingegneria mineraria, medicina del lavoro, archivistica, museologia, espografia, grafica…Il dialogo interdisciplinare, sgorgava da un comitato scientifico ben vivo e attivo, istituito e reso dinamico da periodici incontri, attivati dallo stesso sindaco che vi contribuiva continuamente. Il comitato scientifico, a cui l’antropologia ha dato impegni non sottovalutabili, non è stato più convocato e non mi risulta che sia stato rinnovato con nuove nomine. Per Medau Sa Grutta, inoltre, egli aveva sollecitato un progetto etno-antropologico, dal momento che gli studi antropologici sugli habitat sparsi sulcitani avevano interessato le ricerche sull’architettura popolare e avevano trovato spazio sia in un’importante collana nazionale edita da Laterza, sia in un testo sulla Sardegna, pubblicato in quella collana nel 1988. Tuttavia, l’antropologia è stata bandita da Medau Sa Grutta e non sta a me fornirne spiegazioni.
Tore Cherchi ha dato all’antropologia uno spazio qualitativamente importante e ben visibile sebbene ridotto, uno spazio prima negato per molto tempo all’antropologia, se si pensa che l’Università di Cagliari e in particolare l’Istituto di Discipline Socio-Antropologiche, fin dai primi anni Ottanta, presentò all’Amministrazione Comunale di Carbonia le linee di un progetto museale territoriale chiamato Ecomuseo, allora poco conosciuto e assai innovativo, ispirato da modelli francesi. Si tratta di un progetto finito nel nulla.
Richiamo alla memoria una costellazione di fatti. Nel 1982 l’Amministrazione Comunale formulò una richiesta di collaborazione all’Istituto di Discipline Socio-Antropologiche Nel 1983 promosse un Convegno dal titolo Carbonia. Un progetto per la memoria storica e la cultura materiale. Nel 1987 il Comune di Carbonia acquistò il progetto preliminare dell’Istituto di Discipline Socio-Antropologiche con le linee ispiratrici del progetto attuativo di un museo territoriale, chiamato Ecomuseo. Una delibera del Consiglio Comunale approvò una Convenzione tra l’Amministrazione Comunale e il Consiglio di Amministrazione dell’Università di Cagliari, il quale approvò quella Convenzione nella seduta del primo settembre 1988. Era stato fatto tutto quanto era necessario sul piano istituzionale. Non so quali successive delibere cambiarono quelle decisioni e stornarono le relative spese in bilancio. Sappiamo bene che Ecomusei si fecero altrove, nel Sulcis e in Sardegna, come in altre Regioni italiane. Ricordo, doverosamente, che il progetto era sostenuto per la Società Umanitaria regionalmente da Fabio Masala, oltre che da dirigenti nazionali di questa società che vennero ripetutamente da Milano, partecipando a  vari convegni per sostenere la realizzazione di quell’obiettivo ecomuseale.
Pare a me, nell’attuale fase di transizione per la riconversione ecologica, che una innovativa amministrazione comunale abbia non poche ragioni culturali per riprendere, rimotivare, rimodulare, rifinalizzare le direttrici antropologiche e multidisciplinari delineate in quello storico progetto di Ecomuseo territoriale, a partire dalle sue sedi dislocate e articolate, come “antenne”, nella rete delle frazioni industriali e rurali, inurbate e non inurbate. La concezione del museo era, ed è ancor più oggi, assai cambiata. Il museo non è più un mero deposito di oggetti, staticamente esposti. Il museo si caratterizza ormai da molto tempo, secondo la nuova museologia, come fabbrica di esposizioni a lavorazione continua per produrre mostre temporanee, possibilmente interattive: in genere almeno quattro all’anno, che accompagnano la mostra permanente, prevista istituzionalmente come stabile. Le mostre possono essere residenziali o itineranti per far conoscere la città. Sono orientate dal Comitato scientifico interdisciplinare, ma si servono di varie competenze legate a ricercatori, sia stabili e sia legati ai vari progetti.
A mio avviso, un tale innovativo progetto museale, antropologico e multidisciplinare, a carattere diffuso di Ecomuseo territoriale, come continua fabbrica di mostre residenziali e specialmente itineranti, potrebbe comprendere le bonifiche delle discariche minerarie ed essere aperto alle varie esperienze artistiche e creative. Potrebbe, soprattutto in questa fase, esporre e valorizzare ogni innovazione produttiva che ha marcato e marca il territorio cittadino e la zona, anche con esposizioni aziendali culturalmente validate, dando un forte senso culturale ad ogni iniziativa di transizione ecologica, in opera o via via realizzata. Potrebbe, infatti, collegare elementi della fase contemporanea di transizione ecologica alle storiche e caratterizzanti esperienze umane di saper vivere e di saper far vivere che marcarono culturalmente, secondo i tempi e i modi, sia certe relazioni antropologiche nella città e sia le identità della città: continuamente reinventata da rurale a industriale, da industriale a terziaria, non più monocolturale ma tesa verso un futuro di vita durevole.
Credo che tale cimento, articolato e precisato negli obiettivi di risorse finanziarie e umane, in connessione a vari programmi europei per modi e cronoprogrammi, sia il necessario risarcimento di attenzione e di impegno che una seria amministrazione deve in primo luogo alle future generazioni della città. Tale impegno può essere attraversato e realizzato proprio grazie all’apporto delle discipline antropologiche, trascurate e neglette, non si sa se per limiti culturali di certe politiche amministrative o per miopi calcoli basati solo sul peso elettorale di tali discipline, considerato esiguo.
Il peso culturale delle discipline antropologiche, in realtà, non è irrisorio nel presente, e neppure nel futuro della politica culturale della città. Non si tratta, infatti, di un recupero né di “radici”, né di “semi”, né di “DNA”, espressi dal senso comune senza fondamenti scientifici per essere validati come fatti culturali.
La dimensione culturale non può essere ridotta solo al biologico, anche se la cultura è prodotta da corpi viventi, può essere conosciuta mentalmente e può essere incorporata negli stili di vita individuali e comunitari. Non si tratta quindi di recuperare semplicemente elementi significativi delle identità del passato, ma di saper cogliere l’imprescindibile contributo scientifico che le discipline antropologiche hanno dato e danno per capire il senso e la portata dei continui cambiamenti delle identità individuali e di gruppi, locali e territoriali. Tali aspetti, riguardanti i rapidi mutamenti culturali e identitari negli ambienti minerari, sono emersi con particolare vigore specialmente in un recente incontro internazionale, promosso dall’Università di Cagliari nel novembre del 2019. L’incontro aveva un titolo significativo che richiamava le esperienze di cambiamento culturale personale e collettivo, dei luoghi e dei territori nella complessiva vita
globale delle miniere, nel minerario e nel post-minerario, fra estrattivismo e creazione di un patrimonio: The Global Life of Mines. Mining and post-mining between Extractivism and Heritage-Making.
Si tratta di temi e di problemi antropologici che risultano ormai non più rinviabili per una attuale politica culturale nella e della città, nell’avanzare del tempo e dei nuovi bisogni culturali che implicano in certi modi le relazioni sia di genere e sia di giovani generazioni, le cui identità sono annichilite nelle disoccupazioni e frantumate nei “lavoretti” precari. Tali relazioni sono particolarmente sollecitative per realizzare una politica culturale adeguata alle nuove domande socio-culturali, più o meno esplicitate ma assai importanti nei rischi e nelle opportunità del nostro difficile poter vivere. Si tratta di bisogni culturali che sollecitano cambiamenti delle culture politiche locali e delle politiche culturali, particolarmente urgenti nel fragile presente di salute e di istruzione formativa, industriale e rurale, che Carbonia vive dolorosamente: per produrre un nuovo futuro, condiviso con pratiche accomunanti creative e inventive, capaci di caratterizzare antropologicamente innovative identità personali e collettive in metamorfosi nella  città e della città, abili nel farla in nuovi modi solidale e durevole.

Paola Atzeni

Scatta domenica 19 settembre il nuovo campionato di serie D. Il Comunale di Villamassargia ospiterà uno dei tre derby sardi in programma, Carbonia-Latte Dolce. Alla vigilia parla il tecnico del Latte Dolce, Pierluigi Scotto.

«Questa è la settimana che stavamo aspettando dall’inizio della preparazione – dice Pierluigi Scotto, lo scorso anno ad un passo dalla panchina del Carbonia -. Il precampionato è stato surreale: non mi era mai successo di fare così tante amichevoli, che finivano in fretta e non ho mai avuto modo di vedere la squadra impegnata nella fase di non possesso. Sarà un campionato di grande battaglia, siamo una squadra giovane, che dovrà correre tanto e sorprendere sé stessa ogni domenica e dovremmo cercare di limare i nostri limiti partita dopo partita. Abbiamo fatto più di 50 allenamenti, senza mai poter mettere in pratica quello che abbiamo fatto. Domenica giocheremo una partita importante e, nonostante qualche defezione dell’ultimo momento, ho una rosa che mi consentirà di mettere in campo una formazione competitiva. Andiamo a Villamassargia con tanta voglia e sfacciataggine, ma allo stesso tempo anche con tanta attenzione. Siamo una squadra umile, che sa che dovrà affrontare un campionato di grandi firme, perché tutte le squadre hanno fatto grandi acquisti. Va detto però che mi hanno sempre insegnato che ciò conta sono la fame e il campo.»

II mister sassarese fa capire fin da subito quanto siano importanti le prime partite stagionali: «Nelle prime tre/quattro partite ci sarà la nostra prova del “9”: non abbiamo avuto modo di vedere il lavoro fatto, soprattutto nella fase di non possesso. Siamo tutti curiosi e vogliosi di vedere ciò che riusciamo a fare: il campionato sarà competitivo con squadre come Giugliano, Torres, Afragolese, Ostia Mare, Cinthyalbalonga, che sono delle vere e proprie corazzate. A queste vanno poi aggiunte delle outsider come il Muravera, che possono dire la loro e lottare per il primato. Momentaneamente sto pensando alla partita di domenica e penserò alla sfida con la Torres solo a partire da lunedì.»

La Torre Sabauda di Calasetta ospiterà, domenica 19 settembre, alle 18.00, in occasione della Festa di San Maurizio, la presentazione di “Anima scalza” la prima raccolta poetica di Mauro Liggi, moderata da Claudio Moica.
«Sono versi di abbandono, in questo anno che mi ha messo di fronte al non senso del dolore, all’abisso della perdita, alla speranza di un domani, al buio dell’oggispiega Mauro Liggi -. Scalzo ho provato a seguire i suoi sentieri, in silenzio, nella solitudine delle mie angosce, del futuro rapito dal passato. Scalzo sono andato incontro alla poesia, alla sua immensa bellezza, alle parole che nascevano da angoli della mie mente che non conoscevo, da ferite del mio cuore non sanate, dalla nuova solitudine. E’ un viaggio dentro di me, che condiviso ho scoperto è il viaggio che tutti fanno quando la vita decide che è il momento di fermarsi, togliersi le scarpe, spogliarsi di se stessi, affidarsi al cullarsi dei ricordi, dell’immaginazione, del dolore, dell’amore conclude Mauro Liggi -. Camminare, piano, lasciando orme che il mare cancellerà onda dopo onda, ma tu sarai già oltre.»
I proventi delle vendite del libro andranno all’Associazione SognoClown Onlus.