20 December, 2024
HomeSanitàGraziano Lebiu (OPI Carbonia Iglesias): «L’emergenza di queste ore sconta il ritardo e l’assenza di un piano strategico per almeno 12 posti letto di terapia intensiva e semintensiva dedicati al CoViD+»

Graziano Lebiu (OPI Carbonia Iglesias): «L’emergenza di queste ore sconta il ritardo e l’assenza di un piano strategico per almeno 12 posti letto di terapia intensiva e semintensiva dedicati al CoViD+»

Il presidente dell’OPI (Ordine Professioni Infermieristiche) Carbonia Iglesias interviene sulla sospensione delle attività esterne presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Sirai di Carbonia «per il manifestarsi di numerosi casi di CoviD+ senza possibilità di una presa in carico diretta, immediata e/o adeguata di chi ha necessità di cure, conseguendone impatti negativi sui diritti dei cittadini, sulla professionalità degli infermieri, sulla sicurezza negli ambienti di lavoro, sulla continuità assistenziale e più in generale sull’accesso ai servizi sanitari».

«Decorsi due anni dai primi casi la risposta del Servizio Sanitario Regionale per il tramite di ASL Sulcis Iglesiente doveva essere oggi certa, immediata, adeguata, fruibile, già programmata e nota la tabella di marcia su chi deve fare cosa! – sostiene Graziano Lebiu -. L’emergenza di queste ore è frutto dell’assenza di una visione complessiva delle esigenze di salute di chi vive e abita nel territorio ex provincia Carbonia Iglesias, che sconta prima il ritardo e poi l’assenza di un piano strategico tendente alla realizzazione di almeno 12 posti letto di terapia intensiva e semintensiva dedicati al CoViD+, previsti e necessari nel Sulcis Iglesiente già dal 2020 e da mettere al servizio della comunità civica tutta. Siamo nel 2022 e non si è concretizzato nulla, e ancora si ricorre a soluzioni “tampone”.»

«Le responsabilità decisionali, operative e finanziarie del non progetto di attivazione del Centro Covid nel Sulcis Iglesiente, così come previsto dalla Delibera Regionale Sardegna del 9/07/2020, sono evidentemente pregresse e diffuse, ma oggi passano in secondo piano rispetto al diritto di continuare a garantire cure e assistenza tanto agli utenti CoviD+ quanto agli utenti CoViD free ai quali è impedita, nei fatti, la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettivitàconclude Graziano Lebiu -. Auspichiamo che le Direzioni Aziendali, Ospedaliere, Dipartimentali e di Strutture Complesse sappiamo porre immediata soluzione alle criticità che pervengono dalle comunità civiche e professionali.»

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