PCI Sulcis Iglesiente: «Ucraina: no alla guerra, sì alla diplomazia e alla Pace»
Il conflitto in atto in Ucraina rappresenta un grande pericolo per la Pace in Europa ed un rischio concreto di aggravio ulteriore degli altri conflitti in atto nel resto del mondo.
Ci troviamo dinanzi ad una grave escalation bellica che mostra grandi difficoltà ad interrompersi.
Diversi governi europei, inoltre, hanno deciso di inviare forniture di armi all’Ucraina, una risposta profondamente inadeguata alla risoluzione della crisi in atto.
Anche l’Italia vede un allineamento del Governo ad una linea politica europea che fatica a tenere aperte le porte del dialogo, nonostante l’art. 11 della Costituzione sottolinea che l’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
In questo contesto è sempre viva la preoccupazione di come la NATO rappresenti un’alleanza militare in qualche modo coinvolta direttamente o indirettamente in innumerevoli conflitti bellici, passati e presenti.
Davanti a questa situazione non possiamo che ribadire con forza l’esigenza del trionfo della diplomazia e della Pace, di un convinto impegno da parte dei paesi europei a favorire le condizioni per la fine della guerra, anche promuovendo la centralità dell’ONU nella gestione delle crisi economiche, politiche, diplomatiche e militari. Occorre promuovere uno sforzo per favorire il dialogo tra Russia e Ucraina, perché la diplomazia e la Pace devono prevalere sulla guerra!
In gioco, oltre alle vite di civili innocenti dell’Ucraina e del Donbass, i primi da difendere e tutelare dalla guerra, ci sono anche le ripercussioni che potrebbero generarsi dalle sanzioni decise verso la Russia, a cui l’Italia non sarà immune.
In una situazione del genere, non si può negare come si aggiungano ulteriori preoccupazioni per il riavvio di importanti settori produttivi dell’economia del Sulcis Iglesiente, dall’industria fino al turismo.
In Sardegna è di qualche giorno fa l’allarme di Confartigianato, che ha sottolineato le forti preoccupazioni per l’export di prodotti sardi verso la Russia e per i contraccolpi sul turismo: in questi giorni, le testate giornalistiche parlano di decine di licenziamenti in atto nel settore turistico in Costa Smeralda, che a catena rischia di coinvolgere altri settori.
Preoccupa inoltre il rischio del coinvolgimento diretto del nostro territorio nella guerra, sia per via della vicinanza delle basi militari sia per via della presenza di siti produttivi legati all’industria bellica.
L’Italia, la Sardegna ed il nostro territorio rischiano di non riuscire a difendersi dalla grave crisi economica che può scatenarsi, in una situazione di per sé già drammatica.
Tutte le forze democratiche e progressiste, anche quelle che tardano a sostenere con pi decisione il ritorno all’uso della diplomazia, dovrebbero fermarsi e mobilitarsi per chiedere al Governo di fare la sua parte per disinnescare la spirale di guerra, perché proprio l’Italia può rappresentare uno dei soggetti pi importanti nel dialogo per la Pace.
Facciamo quindi appello alle forze sociali, politiche e culturali tutte, perché dicano no alla guerra, perché si assuma come primario il percorso diplomatico e la ricostruzione di un clima di Pace.
PCI Sulcis Iglesiente
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