Portovesme srl: i metalmeccanici hanno proclamato lo stato di agitazione
Le segreterie territoriali FIOM, FSM e UILM del Sulcis Iglesiente, hanno proclamato lo stato di agitazione e aderito alla manifestazione del 29 marzo, organizzata dalla FILCTEM, FEMCA e UILTEC a Villa Devoto.
«La politica regionale ascolti le ragioni della protesta ed eviti la catastrofe nel polo industriale di Portovesme! – si legge in una nota – Il giorno 25 marzo 2022 presso gli ingressi degli appalti della Portovesme srl, si è tenuta l’assemblea generale dei lavoratori metalmeccanici, operanti presso la Portovesme srl. L’assemblea ha dibattuto i temi legati alla grave crisi che ha coinvolto la Portovesme srl, in conseguenza dello sproporzionato aumento dell’energia elettrica, che sta rischiando di compromettere il futuro produttivo dello stabilimento. Questa condizione ha fortemente penalizzato le attività lavorative all’interno dello stabilimento, aumentando le difficoltà economiche dei lavoratori, costretti contemporaneamente ad affrontare la crisi derivante da anni di deriva industriale, dalla pandemia degli ultimi anni, dalla perdita del potere di acquisto in conseguenza dell’aumento dei beni di consumo e della cassa integrazione alla quale nel frattempo sono stati costretti.»
«In conseguenza di ciò, è emersa l’importante esigenza di mettere in campo una iniziativa a sostegno della continuità di marcia dello stabilimento – aggiungono FIOM, FSM e UILM -. Per tali ragioni si è deciso di aderire all’iniziativa avanzata dalle categorie dei chimici territoriali, che attraverso comunicati, assemblee e iniziative condivise, hanno organizzato una manifestazione da tenersi a Cagliari a Villa Devoto, per incontrare il presidente della Regione Sardegna il 29 marzo.»
Per tali ragioni, le Segreterie dei metalmeccanici, per dare un importante sostegno alla vertenza della Portovesme srl, hanno proclamato lo stato di agitazione, non escludendo iniziative più incisive in ciascuna azienda metalmeccanica operante all’interno della fabbrica e si schierano a fianco dei chimici, nel richiedere con tutte le forze possibili un intervento politico a tutti i livelli, per scongiurare ogni possibilità di fermata, parziale o totale degli impianti.
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