Epatite, l’Aou di Sassari segue circa 8mila pazienti
Un totale di circa 8mila pazienti, il 70 per cento sono positivi all’Hcv (epatite C) mentre il restante 30 per cento è affetto da epatiti di altra natura come quelle virali di tipo B e A, epatotropi minori, e ancora epatiti metaboliche, tossiche da alcool e farmaci quindi autoimmune. È questo il quadro reso noto dagli ambulatori dell’Aou di Sassari dedicati alle malattie del fegato.
«Potenzialmente – dichiara il dottor Giuliano Alagna – tutti i tipi di epatite possono mettere a repentaglio la vita del paziente nell’immediato o dopo anni con una evoluzione della malattia verso la cirrosi e il tumore primitivo del fegato.»
«Grazie ai nuovi farmaci antivirali – aggiunge il dottor Alagna – l’epatite C oggi può essere curata con estrema facilità, tanto che l’Oms, incentivando le nazioni a programmi di screening, ha posto come obiettivo l’eradicazione entro il 2030. Se riguardo l’epatite B i farmaci disponibili evitano la progressione della malattia e nelle forme autoimmuni gli immunosoppressori spengono nella maggior parte dei casi l’infiammazione, un discorso a parte va fatto per le epatiti metaboliche. Per questo – conclude – oltre alla correzione dei fattori di rischio come alcool, ipercolesterolemia, sovrappeso/obesità, diabete, sedentarietà, abbiamo a disposizione pochi trattamenti. Ultimamente, però, hanno dato degli ottimi risultati una classe specifica di farmaci per il diabete.»
«Potenzialmente – dichiara il dottor Giuliano Alagna – tutti i tipi di epatite possono mettere a repentaglio la vita del paziente nell’immediato o dopo anni con una evoluzione della malattia verso la cirrosi e il tumore primitivo del fegato.»
«Grazie ai nuovi farmaci antivirali – aggiunge il dottor Alagna – l’epatite C oggi può essere curata con estrema facilità, tanto che l’Oms, incentivando le nazioni a programmi di screening, ha posto come obiettivo l’eradicazione entro il 2030. Se riguardo l’epatite B i farmaci disponibili evitano la progressione della malattia e nelle forme autoimmuni gli immunosoppressori spengono nella maggior parte dei casi l’infiammazione, un discorso a parte va fatto per le epatiti metaboliche. Per questo – conclude – oltre alla correzione dei fattori di rischio come alcool, ipercolesterolemia, sovrappeso/obesità, diabete, sedentarietà, abbiamo a disposizione pochi trattamenti. Ultimamente, però, hanno dato degli ottimi risultati una classe specifica di farmaci per il diabete.»
Antonio Caria
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