Il grido d’allarme dei produttori alimentari sardi: «Se va avanti così chiudiamo»
«Se va avanti cosi, chiudiamo»: è l’allarme lanciato dai 7.900 laboratori alimentari della Sardegna messi in ginocchio dall’impennata dei costi delle materie prime e dell’energia.
«Quello che ci crea più angoscia, in questo momento – dichiara Marco Rau, delegato regionale per l’alimentazione di Confartigianato Imprese Sardegna – è sicuramente il rincaro del costo dell’energia: elettricità e gas. Dopo una crescita, da inizio anno che ha già più che raddoppiato i nostri costi, nel solo mese di luglio le nostre analisi nazionali stimano un ulteriore aumento del 55%: una cosa mai vista prima.»
Le attuali quotazioni dei prezzi alla borsa elettrica, infatti, preannunciano un forte incremento della bolletta elettrica nel mese di luglio rispetto al mese precedente.
«A questo, ovviamente – aggiunge Marco Rau -, va aggiunto, ed è sotto gli occhi di tutti, un aumento continuo dei prezzi delle materie prime: farina (+85%), burro (80%), olio girasole (40%), marmellate e cioccolato (+20%).»
Una situazione che viene definita grave dalla stessa Confartigianato Sardegna, anche in previsione dell’autunno. «Da ogni angolo della Sardegna riceviamo telefonate disperate di tanti colleghi artigiani e non dell’alimentare che hanno difficoltà a mantenere gli attuali livelli occupazionali – conclude Marco Rau – non possono infatti scaricare tutti questi aumenti sul prezzo del prodotto finito. Che sia pane, pasta, dolciumi ma anche salumi, formaggi, conserve e birra. Ormai lavoriamo tra mille difficoltà per contenere i costi e non gravare sul consumatore e quindi mantenere il rapporto con i clienti.»
Antonio Caria
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