18 July, 2024
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In questi giorni abbiamo assistito quasi ad una sfida a intestarsi la presunta vittoria costituita dalla (proclamata per i prossimi giorni) riapertura del Pronto Soccorso dell’ospedale CTO di Iglesias, dopo la manifestazione di giovedì scorso a Cagliari. Dopo le diverse prese di posizione politiche, sindacali e istituzionali su chi avrebbe propiziato meglio e di più tale riapertura, il sindaco Pietro Morittu mette in discussione parte delle soluzioni proposte per riaprire il Pronto Soccorso iglesiente, nello specifico quella di trasferire medici da altri fondamentali reparti come Chirurgia. Come a dire: se la soluzione adottata per riaprire il Pronto Soccorso di Iglesias è quella di depotenziare il servizio di Chirurgia a Carbonia, ci opporremo in ogni modo.
Ma che tale proposta rappresentasse una soluzione evidentemente fragile e, come nel gioco del mikado (dove se sposti una bacchetta, rischi di muoverne e farne cadere delle altre), persino potenzialmente pericolosa per il funzionamento di altre strutture complesse, era apparso chiaro fin da subito a tutti quelli che come noi seguono seriamente le questioni della sanità da tanti anni e di essa conoscono criticità e punti di forza.
Sia ben chiaro: la Direttrice generale Giuliana Campus senza possibilità nell’immediato di arruolare altri medici specialistici, non è che avesse chissà quali altre soluzioni da proporre se non quella di trasferire personale da un reparto all’altro e di aspettare l’assunzione o l’affitto di altri professionisti sanitari.
Ma anche quest’ultima opportunità, quella dei “medici in affitto” (i quali dovrebbero entrare in servizio dal prossimo 13 agosto, il cui utilizzo è stato ufficialmente determinato il 27 luglio scorso, abbastanza prima della manifestazione cagliaritana) non è esente da rischi o pericoli.
Intanto, perché parliamo di personale sanitario non specializzato nella branca dell’emergenza-urgenza. E che perciò si occuperà unicamente di assistere, visitare e curare i codici bianchi e verdi, lavorando in autonomia. Ciò significa anche che questi medici potranno incidere solo su una percentuale minoritaria di pazienti tra quelli che accederanno ed affolleranno il Pronto Soccorso.
E se, ammettiamo il caso, tali pazienti durante la permanenza e visita, nella struttura dovessero passare da un codice all’altro, ossia aggravarsi, cosa accadrebbe? Chi gestirebbe e come l’emergenza?
Inoltre: chi coordinerà le operazioni tra i medici in affitto e quelli della struttura, visto che gli ambienti utilizzati saranno gli stessi?
Insomma, le incognite sono tante, così come (visti gli ordini di servizio per il trasferimento di altri medici) i rischi di depotenziamento di altri servizi, rispetto ai quali ovviamente ci opporremo con forza e ogni strumento a nostra disposizione.
La verità, dobbiamo dircela tutta per essere credibili e non perdere di vista la realtà, è che non ci sono soluzioni veloci ed infallibili: in assenza di nuove assunzioni di medici specializzati per far fronte alle carenze di organico, l’equilibrio ricercato per la riapertura del Pronto Soccorso del CTO, così come quello di altri reparti nei due ospedali del territorio, resta altamente precario.

E anche in caso di riapertura stabile del servizio di emergenza-urgenza a Iglesias, va chiarito senza timore di smentita, che non ci sarà la garanzia totale sulla qualità delle prestazioni erogate. Perciò, non ci siamo arruolati e non ci arruoliamo tra le fila di chi improvvidamente festeggia una mezza soluzione, perché siamo consapevoli che la battaglia per una sanità migliore e a dimensione dei bisogni dei cittadini del nostro territorio, dopo anni e anni di politiche sbagliate e scarsamente lungimiranti, è ancora lunga.

Gruppo Politico Carbonia Avanti

Il lockdown ha influito non soltanto sui pazienti ma anche sugli sportivi. Per questo è stato necessario per tutti fronteggiare le proprie paure, abituarsi di nuovo a uscire di casa e a confrontarsi con gli altri, in un modo inevitabilmente diverso rispetto a prima. Se ne è discusso giovedì 4 agosto, al Bananao Beach di Buggerru, in occasione dell’incontro su surf e psicoanalisi con il campione di surf Lorenzo Castagna e la psicoanalista Adelia Lucattini, in occasione della presentazione del volume “Psicoanalisti in lockdown. Efemeridi di menti a distanza” (Solfanelli) curato dalla stessa Adelia Lucattini insieme a Monica Horovitz, della Societé pychanalytique de Paris (Spp).

La presentazione è stata moderata dal prof. Riccardo Foti ortopedico dello Staff medico della Federazione italiana scherma e arricchita dalla lettura di alcuni brani del libro. Il dibattito ha offerto importanti spunti di riflessione nello scambio tra l’analista Adelia Lucattini ed il maestro Lorenzo Castagna. Interessanti le analogie tra essere psicoanalista e surfista professionista, analista formatore e allenatore federale. In entrambe le professioni sono richiesti un lungo training e una sensibilità particolare.

«Le caratteristiche e le attitudini personalispiega Adelia Lucattini -, vengono forgiate attraverso una lunga formazione, la pratica quotidiana e un aggiornamento continuo. In entrambe le professioni la passione per il proprio lavoro, pensare all’altro e con l’altro, sono elementi fondamentali.»

Numerose le domande da parte del pubblico. In particolare se dopo la pandemia si tornerà alla normalità o se dovremo trovare un equilibrio per questo nuovo tipo di normalità; quando una persona può comprendere da che cosa che ha necessità di chiedere aiuto ad un’analista; se vi siano differenze tra la psicoanalisi per i pazienti e la psicoanalisi per gli sportivi; se attraverso il surf sia possibile superare le proprie paure; quali differenze ci sono tra insegnare surf a bambini e adulti; su come funzioni un gruppo di lavoro in psicoanalisi e nello sport; sulle differenze tra la psicoanalisi dei bambini e degli adulti.

Nella discussione è stato sottolineato come l’osservare la realtà con fiducia e in un’ottica psicoanalitica, mostri come in ogni periodo di crisi porti alcune novità che sono destinate a restare, come arricchimento, passata l’emergenza.

Il maestro Lorenzo Castagna ha fatto l’esempio di nuovi stili e tecniche di surf in cui non si parte più dalla riva ma si viene accompagnati con moto d’acqua sulla cima delle onde alte 20-30 metri.

«Abbiamo parlato dell’introduzione dell’analisi da remoto – ha proseguito Adelia Lucattini -, adottata per necessità durante il lockdown e che in alcune situazioni continua ad essere utilizzata anche ad emergenza conclusa. Tra il pubblico un’insegnante ha portato la sua esperienza con studenti che in situazioni particolari possono seguire le lezioni in DAD con il sistema misto, non perdendo così né le lezioni né il contatto con compagni e insegnanti.»

La discussione con tematiche più personali, curiosità sul libro, approfondimenti su alcuni spunti della presentazione, sono proseguiti nel momento conviviale davanti al mare, tra i colori del tramonto sulla spiaggia di San Nicolò.

 

Sono 848 i nuovi positivi al Covid-19 in Sardegna su 4.550 tamponi eseguiti, 95 diagnosticati da molecolare, 753 da antigenico.

E’ rimasto invariato il numero dei pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva, 11.

I pazienti ricoverati in area medica sono 163 (-5).

Sono 24.968 le persone in isolamento domiciliare (-1.682).

Si registrano 7 decessi: tre donne di 71, 76 e 84 anni, quattro uomini di 61, 64, 78 e 88, tutti residenti nella provincia di Sassari.

Il timore era, dopo due anni che il festival non si svolgeva in piazza, che il pubblico non rispondesse come in passato. Ma i colori, le musiche e soprattutto l’emozione di conoscersi come popoli diversi attraverso la danza e le proprie tradizioni, mancavano e il pubblico lo ha dimostrato partecipando con il calore ed il coinvolgimento di sempre.

Ad attrarre nuovamente le persone in piazza naturalmente anche il ricco cartellone che quest’anno, per l’edizione numero 46, Is Pariglias ha proposto in quattro diversi paesi. Inaugurato ad Assemini il 28 luglio, si è poi spostato a Pula il giorno successivo, a Samugheo il 30 e, infine, il 31 a Perdasdefogu per poi concludersi definitivamente a Carloforte, il 3 agosto. 

Le tradizionali danze dei gruppi di Kenya, Ecuador, Colombia, Irlanda, Lazio e Sardegna hanno animato la piazza e trascinato gli spettatori a partecipare attivamente diventando un unico grande gruppo, unendosi ai danzatori, ai musicisti per coronare il vero obiettivo degli organizzatori: raccontare, scambiarsi informazioni e sperimentare le tradizioni di popoli diversi, animando di nuovo la vera protagonista di questi eventi, la piazza.

Il gruppo keniano Nairobi Africa Tumbas, il Grupo de Danzas Saihua dall’Ecuador, America Danzas dalla Colombia, i Glee’s con le loro musiche dall’Irlanda, gli Sbandieratori e Musici dei Sette Rioni Storici di Carpineto Romano (Lazio), i Mamutzones di Samugheo e i padroni di casa del Gruppo folk Città di Assemini hanno davvero incantato il pubblico. Hanno offerto oltre che uno spettacolo indimenticabile anche preziose informazioni ciascuno sulla propria cultura, grazie a un lungo e preciso studio di ricostruzione fedele dei costumi, dei passi di danza e delle musiche tradizionali.

E tra una serata e l’altra si sono tenuti laboratori sulle danze identitarie e sulla cucina tradizionale: i componenti dei gruppi ospiti, tra i quali tanti giovani, si sono cimentati nella preparazione della panada piatto tipico di Assemini, contribuendo in questo modo a far conoscere aspetti della nostra meravigliosa Isola che ciascuno di loro custodirà nella propria memoria e contribuirà a far conoscere nel proprio paese d’origine.

«È stata un’emozione fortissima vedere le piazze di nuovo piene e le persone così partecipi e coinvolte. Non era affatto scontato ha affermato Maria Carmela Deidda, direttore artistico del festivaldopo due anni, avevamo tanti dubbi ma grazie all’impegno e alla collaborazione di tutti è stato un vero successo. Non solo la parte dedicata agli spettacoli, anche i laboratori sono andati benissimo, i gruppi esteri hanno apprezzato tantissimo le nostre tradizioni, ciò che rappresenta la nostra cultura: la cucina, l’arte della ceramica per esempio e questa è la dimostrazione che attraverso il folklore che è ancora vivo e profondamente sentito in Sardegna, si può fare cultura e promuovere il turismo. Di questa edizione post pandemiaha concluso l’organizzatrice conserverò l’immagine bellissima della piazza nel momento in cui dopo lo spettacolo, tutti, danzatori e pubblico inclusi tanti bambini si sono uniti in un’unica danza corale regalando l’immagine della vera inclusione tra i popoli.»

lo storico festival delle danze identitarie giunto alla sua quarantaseiesima edizione e organizzato dall’associazione culturale “Gruppo Folk Città di Assemini”, con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, degli assessorati regionali del Turismo e della Pubblica Istruzione, della Fondazione di Sardegna, in collaborazione con la Federazione Italiana Tradizioni Popolari, Iov Italia, i comuni di Assemini e Pula, il gruppo folk Carolino-Carloforte e le Pro Loco di Assemini e Perdasdefogu.

 

Il Vescovo di Iglesias S.E. Mons. Giovanni Paolo Zedda ha annunciato alcuni minuti fa che sabato 3 settembre 2022, alle ore 17.00 nella chiesa di San Francesco in Iglesias, si terrà l’ordinazione episcopale di Mons. Walter Erbì, nominato lo scorso 16 luglio da Papa Francesco Arcivescovo titolare di Nepi e Nunzio Apostolico in Liberia e (in data 20 luglio 2022) in Sierra Leone.

La celebrazione con il rito di ordinazione sarà presieduta dal Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità Papa Francesco.

In allegato una fotografia di mons. Walter Erbì, lo stemma episcopale ed un breve profilo biografico.

Nato a Torino (Italia) l’8 gennaio 1968, mons. Walter Erbì è stato alunno del Seminario Minore “Maria Immacolata” della Diocesi di Iglesias (Italia). Conseguita la maturità classica, è divenuto alunno del Pontificio Seminario Regionale Sardo ed ha espletato il quinquennio filosofico-teologico presso la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna (1986-1991).
È stato ordinato sacerdote per la Diocesi di Iglesias il 10 maggio 1992.
Ha conseguito la Licenza in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Gregoriana in Roma (1993).
Ha svolto il ministero sacerdotale nella Diocesi di Iglesias dal 1993 al 1999 con i seguenti incarichi:
– Promotore di Giustizia e Difensore del Vincolo presso il Tribunale Ecclesiastico Diocesano e docente
di Diritto Canonico presso l’Istituto Diocesano di Scienze Religiose (1993-1999);
– Vicario Parrocchiale nella Parrocchia San Ponziano in Carbonia (1993-1997);
– Insegnante di Religione nella Scuola Media Statale N. 2 di Carbonia (1993-1994);
– Assistente Diocesano dell’Azione Cattolica dei Ragazzi (1993-1996);
– Assistente di Zona dell’A.G.E.S.C.I. (1996-1999);
– Segretario del Vescovo per la Visita Pastorale alla Diocesi (1997-1999);
– Direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale Giovanile (1997-1999);
– Direttore dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali (1997-1999);
– Delegato Diocesano per il Grande Giubileo del 2000 (1997-1999);
– Segretario del Consiglio Presbiterale (1998-1999).
Dal 1999 al 2001 è stato alunno della Pontificia Accademia Ecclesiastica – in preparazione al servizio diplomatico della Santa Sede – e, al contempo, della Pontificia Università Gregoriana, in ordine al conseguimento del Dottorato in Diritto Canonico. Completati i relativi corsi accademici, si è laureato in Diritto Canonico ed è stato nominato Addetto della Nunziatura Apostolica nelle Filippine (2001), dove poi ha ricevuto la nomina a Segretario di Nunziatura di 2ª classe, il 1° luglio 2002.
Trasferito alla Sezione per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, il 28 giugno 2004, in qualità di Segretario Particolare del Sostituto per gli Affari Generali, è stato successivamente nominato Cappellano di Sua Santità (3 luglio 2004). Il 24 giugno 2005, di iniziativa del Presidente della Repubblica, è stato insignito dell’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
In seguito, è stato nominato Segretario di Nunziatura di 1 a classe (1° luglio 2006) e Consigliere di Nunziatura di 2ª classe (1° luglio 2010).
Trasferito alla Nunziatura Apostolica in Italia e nella Repubblica di San Marino, il 1° luglio 2012, è stato successivamente nominato Prelato d’Onore di Sua Santità (22 novembre 2012) e Consigliere di Nunziatura di 1ª classe (1° luglio 2014).
È stato poi trasferito alla Nunziatura Apostolica negli Stati Uniti d’America, il 1° luglio 2015, e, dopo cinque anni, alla Nunziatura Apostolica in Turchia, Turkmenistan e Azerbaigian, il 1° luglio 2020.
Nel 2021 (23-25 novembre) è stato Capo Delegazione dello Stato della Città del Vaticano all’89 all’Assemblea Generale dell’INTERPOL.
Il 16 luglio 2022 il Santo Padre Francesco lo ha nominato Nunzio Apostolico in Liberia, elevandolo in pari tempo alla Sede Titolare di Nepi, con dignità di Arcivescovo. Il 20 luglio seguente è stato nominato Nunzio Apostolico in Sierra Leone.
Oltre all’italiano, sua lingua madre, conosce l’inglese, il francese e lo spagnolo.

La giornata di sabato 13 agosto è stata venduta da qualcuno (anche a ragione) come una data storica, una soluzione originale, il frutto dell’oceanica e straordinaria presenza di un fronte compatto di primi cittadini per la garanzia del diritto alla salute dei loro amministrati nei 23 comuni del Sulcis Iglesiente, ai quali si sono aggiunti Siliqua e Teulada.

La sequenza temporale è invece un saldo di fine stagione, perché ad estate climatica abbondantemente in corso, tanto quanto l’emergenza sanitaria, i sindaci e i sindacati confederali strappano un impegno “straordinario” che straordinario non è, perché anticipato dal DG Asl Sulcis d.ssa Campus all’ultima Conferenza Socio Sanitaria di martedì 2 agosto, ma soprattutto perché già nel giugno 2022, quindi sessanta giorni fa, Ares Sardegna diretta dal DG Tomasella aveva pubblicato l’avviso per l’affidamento a privati dei servizi di pronto soccorso da luglio a settembre.

Dove sarebbero, quindi, la novità vera e la vittoria a tutto campo, dopo 6 ore di confronto addirittura serrato in Commissione Sanità in Consiglio regionale al cospetto di tutti, tutti, i nostri sindaci?

Verranno noleggiati neolaureati e non specializzati per poter tenere aperti punti denominati di primo soccorso che quando si chiamavano Pronto soccorso erano privi di professionisti sanitari e carenti in salute e sicurezza non solo per il personale. Con i medici in affitto la carenza di salute e sicurezza, non solo permane in tutta la sua interezza, ma potrebbe addirittura aumentare drasticamente.

È questa la vittoria? È questo il risultato atteso? Ci si può accontentare? Sarà davvero risolutivo o tutto si ripresenterà più criticamente di prima?

Noleggio di neolaureati: una Uber sanitaria.

Siamo ad agosto inoltrato, a settembre già abbiamo un limite temporale da affrontare, sempre che tutto vada bene, e questo è un primo elemento per una più cauta esultanza.

I Pronto Soccorso degli ospedali di Ghilarza, Oristano e Bosa sono stati i primi avamposti tra i 12 “punti di primo intervento” dove la sanità sarda affitta. È questo è un secondo elemento di cautela: hanno di fatto declassato il Pronto Soccorso del CTO di Iglesias a “punto di primo intervento”.

Iglesias è, in Asl Sulcis, la città con il Presidio ospedaliero che in questo momento è in maggiore sofferenza (domani il cerino acceso tornerà al Sirai o ai Distretti e poi nuovamente al CTO…) a causa delle carenze negli organici del medici ma anche degli infermieri, per cui nessuno ieri ha speso una parola, tra l’indifferenza generale.

L’Ordine Professioni Infermieristiche Carbonia Iglesias non è stato coinvolto e nemmeno invitato a partecipare alla manifestazione del 4 agosto in Cagliari, e il livello del dibattito ne ha certamente risentito, ma questa è un’altra storia.

Le ore necessarie a coprire i turni che non si possono affidare a dirigenti medici già incardinati in altri reparti e servizi, vedranno i medici in affitto coprirle con turni h. 24 nella gestione sia del “triage minore” che per i codici gialli e rossi, e sempre in turni da h. 24 ore per le gestione delle urgenze e dei casi meno gravi, terzo elemento da tenere in debita considerazione.

Gestione dei casi meno gravi, per i casi più gravi citofonare dove?

Altre domande in libertà: un Pronto Soccorso, pur declassato a Punto di Primo Intervento non è per antonomasia luogo per l’emergenza? E in un ambiente sanitario per l’emergenza sanitaria, se ne appalta la gestione a neo laureati e privi di specializzazione e alla quale gara possono concorrere sia singoli sia eventuali associazioni ed operatori economici?

Tutti ripetono più volte che il Servizio Sanitario Regionale non  privatizza la salute, non smantella, non chiude, anzi raddoppia, ma il ricorso ai medici in affitto quindi a figure professionali poco esperte (quarto elemento di alert…) rispetto al necessario nel Sulcis Iglesiente, non risponde alla domanda di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro per assistiti e professionisti sanitari.

E la sicurezza è come già suesposto il quinto elemento da tenere sotto lente d’ingrandimento perché se il Pronto Soccorso Cto è stato chiuso perché non era garantita, con i medici in affitto resta comunque a rischio.

Manca poco sia al 13 agosto che al 30 settembre. Prudenza.

Asl Sulcis è, di fatto, costretta a ridimensionare la qualità delle risposte assistenziali alle domande di emergenza e urgenza e non solo al piano terra ma anche ai Blocchi operatori e alle Chirurgie, ed il Pronto Soccorso del Cto è seriamente a rischio di declassamento.

Ma tutti plaudono ed applaudono quando ci sarebbe da strapparsi le vesti, ed invece di cambiare l’intera camera d’aria si esulta per una pezza peggiore del foro.

Da notare, sesto elemento critico, l’assoluto silenzio dell’ordinistica di riferimento alla notizia del ricorso ad Uber Medica nella gestione diretta dei posti di Pronto soccorso/Primo intervento nel Sulcis Iglesiente, come se affidare ai privati la gestione di un servizio così essenziale e centrale non possa essere considerato inopportuno, con costi importanti da evitare di sperperare, con “noleggiati”  con motivazioni professionali tutte da verificare e con recensioni al limite dell’inenarrabile dove l’affitto è già una triste realtà. Insomma, parrebbe una questione che non interessa l’Ente di Diritto Pubblico Non Economico Sussidiario della Stato e vigilato dal Ministero della Salute quali sono gli Ordini Professioni Sanitarie Mediche.

Silenzio anche sulla disposizione di servizio, settimo elemento di qualcosa che stride, che indica che alcuni medici chirurghi vengano assegnati altrove rispetto alla sede di appartenenza, mettendosi a disposizione del direttore MECAU in ASL Sulcis.

Si trasferiscono professionisti sanitari medici da un servizio ad un altro, da un presidio ad un altro, per tamponare un vuoto in dotazione organica conseguente ad aver già precedentemente trasferito professionisti sanitari medici da un’altra ed aprendo una crepa ulteriore nei già ridimensionati diritti alla salute dei cittadini?

I medici in affitto sarebbero quindi destinati al rinominato Punto di Primo Intervento che prima di fine giugno non era in sofferenza e rappresentava un avamposto importante come Pronto Soccorso. Medici in servizio nelle Chirurgie di ASL Sulcis idem, destinati al Punto di Primo Intervento del CTO di Iglesias. Della riduzione delle attività dei reparti di Chirurgia e dei Blocchi Operatori se ne parlerà quando?

Ultima domanda: ma destinare di affittare da Uber Sanitaria solo al luogo dove si era creato l’impasse che ha generato quanto è ancora sotto gli occhi di tutti, no? 

Graziano Lebiu

Presidente OPI Carbonia Iglesias

Il presidente dell’Iglesias Giorgio Ciccu non si ferma. Alessio Virdis, 21 anni, formerà un grande attacco con Rafael Monteiro ed Alessio Figos! Centravanti fisicamente prestante (187 cm), Alessio Virdis nonostante la giovane età (è nato il 19 novembre 2000), vanta già una lunga ed importante esperienza, maturata con le maglie di Anzio, Torres, Lanusei, ed Ossese, tra serie D ed Eccellenza regionale. Il nuovo arrivato ha già iniziato la preparazione sotto la guida del confermato tecnico Alessandro Cuccu.
I nuovi ingressi nell’organico rossoblù non sono ancora terminati. Il presidente Giorgio Ciccu ed il direttore sportivo Andrea Marras hanno avviato altre trattative che dovrebbero essere definite nei prossimi giorni, in vista dell’esordio stagionale, previsto il 21 agosto nel primo turno di Coppa Italia con il Carbonia di Diego Mingioni, Il campionato scatterà la domenica successiva, il 28 agosto, con la trasferta di Oristano, sul campo della Tharros.

Ritorna a San Gavino Monreale la rassegna Festival Off con due ospiti d’eccezione: alle 20.00, il giornalista e scrittore Francesco Abate presenta a Casa Mereu il suo nuovo romanzo con protagonista Clara Simon, “Il complotto dei Calafati”. Al suo fianco, il direttore artistico del Festival Giovanni Follesa.
Alle 21.00, sarà ancora presente Francesco Abate in dialogo con l’attore Valerio Aprea, che di seguito presenterà il libro “A questo poi ci pensiamo” dello sceneggiatore e regista Mattia Torre, scomparso nel 2019.

Antonio Caria

Sono 963 i nuovi positivi al Covid-10 in Sardegna su 4.714 tamponi eseguiti, 85 diagnosticati da molecolare, 878 da antigenico.

I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 11 (-4).

I pazienti ricoverati in area medica sono 168 (-1).

Sono 26.650 le persone in isolamento domiciliare (-1.495).

Si registrano 11 decessi: quattro donne, due di 89, 94 e 96 anni e un uomo di 69, residenti nella provincia di Sassari; due donne di 86 e 94 anni e tre uomini di 75, 92 e 93, residenti nella provincia di Oristano; un uomo di 93 residente nella provincia di Nuoro.

E’ stato rinviato per motivi di salute il concerto del trio “Cats in The Kitchen”, inizialmente annunciato per domenica 7 agosto a Piscinas, nel giardino della Villa Salazar (che sarà riprogrammato in data da definirsi), sarà invece il mito di Jimi Hendrix ad illuminare giovedì 11 agosto la seconda tappa delle anteprime del trentasettesimo festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, di scena nel Sud Sardegna con gli appuntamenti della rassegna “Jazz Around”, una sorta di “festival nel festival” che anticipa il cuore della manifestazione storicamente di casa a Sant’Anna Arresi. Si va in scena alle 21.00, alla Cantina Sociale di Santadi, con l’esplosivo “A Tribute to Jimi Hendrix”, un omaggio al rivoluzionario chitarrista di Seattle, nato da un’idea di Andrea De Luca, talentuoso bluesman italiano dalle solide collaborazioni d’oltreoceano, legato artisticamente al compianto Jimi, che con questo progetto evidenzia gli affascinanti intrecci ritmici e melodici che vedono il Jazz fondersi con le distorsioni psichedeliche del Rock, creando una miscela che ha rivoluzionato la musica moderna. Ad accompagnarlo nel “trip” sonoro, una stella del jazz italiano, il batterista Roberto Gatto, e l’originale e solida struttura di basso di Pierpaolo Ranieri.