Ignazio Locci (sindaco di Sant’Antioco): «E’ ora che la dirigenza sanitaria a tutti i livelli inizi a pensare ai cittadini unicamente come destinatari di una sanità vicina, prossima, presente e disponibile»
«Se non accompagnata dalla dicitura “urgente”, la prescrizione del medico di base per analisi del sangue rimanda alle strutture private o, nella migliore delle ipotesi, all’ospedale Sirai di Carbonia. In ogni caso, i tempi di attesa per la prestazione non sono mai lusinghieri (a meno che non la si paghi per intero negli organismi convenzionati, al di là del ticket), sia che si riesca ad ottenerla nelle strutture sanitarie periferiche, come la Casa della Salute di Sant’Antioco, sia che si finisca al Sirai, dove il numero di prelievi quotidiano è esiguo, insufficiente a soddisfare la legittima domanda del cittadino.»
Ignazio Locci fotografa così una situazione divenuta insostenibile ed inaccettabile.
«In concreto, non vengono più effettuati prelievi del sangue nei poliambulatori pubblici se non definiti, nero su bianco, come “urgenti”: in tal caso è possibile prenotare la prestazione nella Casa della Salute più vicina – aggiunge Ignazio Locci -. Va da sé che il cittadino si rivolga al proprio medico di base chiedendo di considerare “urgente” il prelievo, anche se non rientrerebbe in tale categoria. Ed è altrettanto naturale che non sempre i medici di famiglia possano cedere alla richiesta del proprio paziente.»
«E così, le Case della Salute, sorte per avvicinare il cittadino alla Sanità, finiscono per allontanarlo, consegnandolo direttamente alla sanità privata – sottolinea Ignazio Locci che da qualche giorno è anche presidente dell’Unione dei Comuni Arcipelago del Sulcis -. Tutto questo può essere definito in un solo modo: disagio, l’ennesimo, a carico dei cittadini talvolta affetti da patologie gravi, costretti a fare i salti mortali anche solo per un banale prelievo del sangue. Non si può continuare a ridurre i servizi a discapito del paziente: di un poliambulatorio incapace di servire il cittadino non ce ne facciamo nulla. Da sindaco di Sant’Antioco, Comune nel quale è attiva una Casa della Salute, chiedo venga ripristinato il servizio al più presto – conclude Ignazio Locci -. Non si possono accampare sempre le solite scuse: è ora che la dirigenza sanitaria a tutti i livelli inizi a pensare ai cittadini unicamente come destinatari di una sanità vicina, prossima, presente e disponibile.»
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