“La Casa del Barone di Teulada, dai Catalan, ai Sanjust, ai Bottazzi”: un libro, una finestra sulla storia
Un libro che è un’autentica finestra aperta sulla realtà di un palazzo che della storia di Teulada è stato culla e testimone. Così è da definirsi il bel testo “La casa del Barone di Teulada, dai Catalan, ai Sanjust, ai Bottazzi” in cui, con un ammirevole lavoro di gruppo, l’associazione “Is Sinnus” ha voluto ripercorrere le origini della nobile dimora e, insieme, riandare al fervore di attività che in esso era uso svolgere, facendo di questa cittadina un centro di produzione di beni che avrebbero anche solcato il mare, tanto si rivelarono indispensabili al successo di aziende che nella penisola stavano diventando realtà economiche di spicco.
Beni, dunque, che portarono il nome di Teulada ad essere ben conosciuto oltremare. Un libro che ha voluto restituire la giusta memoria e la dovuta visibilità a coloro che lavorarono alacremente nel palazzo, spendendo al suo interno una esistenza fatta di lavoro e fatica. O a coloro che ad esso legarono il proprio nome a causa di eventi, alcuni anche tragici, che vi ebbero luogo e che, però, rischiavano di perdersi nei meandri del tempo, offuscati dalla nebbia che, inevitabilmente, gli anni fanno scendere sugli uomini e le cose, se non spazzata via da un recupero accorto e paziente di testimonianze e documenti. E da tanta buona volontà! Perché lo scopo de “Is Sinnus” è, sì, il recupero delle tradizioni, ma anche il risveglio della memoria, dando rinnovata visibilità a fatti e persone che a Teulada, e per la storia di Teulada, segnarono passi determinanti. Non meravigli, dunque, che un altro momento importante nella fervida attività de “Is Sinnus” sia stata proprio la presentazione al pubblico di questo bel libro, la sera di sabato 27 agosto, nei giardini del Palazzo Baronale stesso: un evento che ci ha dimostrato come la Storia possa rivelarsi affascinante quando i fatti vengono narrati quasi si stessero svolgendo sotto i nostri occhi, con personaggi vissuti secoli fa resi talmente “vivi” da sembrare di star lì ad imbastirci conversazioni amichevoli. E quando a parlare è una persona che del saper comunicare fa uno stile di vita, dando prova di immediata empatia con gli interlocutori, quale si è rivelato, fin da subito, il prof. Enrico Sanjust di Teulada, uno degli ultimi
discendenti di quei baroni Sanjust che di Teulada furono feudatari, docente di Chimica all’Università di Cagliari, un uomo di scienza e persona squisita, gentile ed “alla mano” come pochi, assolutamente non “barone”.
Con una coinvolgente narrazione, sorprendente per conoscenza di eventi e di nomi, ha ripercorso dieci secoli di storia della Sardegna, di cui i suoi antenati ebbero modo di rendersi protagonisti non secondari, diventando, infine, feudatari di Teulada. Tutto”ammorbidito” da una vena piacevolmente ironica, propria di chi non si abbandona a nostalgie fuori luogo, nonostante il nome ancora oggi altisonante, e di chi rifugge da quella “puzza sotto il naso” che, invece, tanto ci ammorba al cospetto di certi personaggi cui basta un “niente” per sentirsi, loro sì, baroni e redivivi feudatari! Un corollario prezioso, la sua presenza ed il suo parlare, che ha dato ancor più credibilità alla narrazione corale di eventi e di personaggi che nella nobile dimora, oggi sede di una rinomata biblioteca e di sale per convegni e mostre, un vero vanto per “sa bidda”, trovarono ambiente e motivazioni congeniali al proprio verificarsi, al proprio agire. Tutto tornato, ne siamo certi, a vivere nel ricordo dei Teuladini.
Lucia M. Tanas
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