E’ stato presentato a Roma il primo report nazionale che fa il punto sul lavoro della rete territoriale di Servizi diocesani e interdiocesani per la tutela dei minori e dei vulnerabili. Sono circa 89 le segnalazioni pervenute nel biennio 2020-21, 68 i presunti abusatori.
A seguito dell’incontro mondiale in Vaticano sulla «Protezione dei minori nella Chiesa», convocato da papa Francesco nel febbraio 2019, sta nascendo una rinnovata coscienza rispetto alla tematica della tutela dei minori e delle persone vulnerabili. Anche la Cei ha costituito in ogni diocesi un apposito «Servizio per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili», formato da professionisti del settore, al fine di collaborare strettamente con il vescovo diocesano nell’adempimento delle sue responsabilità pastorali, in materia di tutela dei minori e degli adulti vulnerabili, di proporre iniziative per sensibilizzare il clero, le comunità ecclesiali e parrocchiali, gli organismi di partecipazione e gli uffici pastorali diocesani sotto il profilo della tutela dei minori.
«Il servizio – spiega l’arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Conferenza episcopale italiana monsignor, Giuseppe Baturi – mira a formare gli operatori pastorali, assistere e consigliare il vescovo collaborando, se richiesto, nell’ascolto e nell’accompagnamento delle vittime e nella gestione delle segnalazioni di abusi. Il Report nazionale sulle attività di tutela dei minori, presentato lo scorso 17 novembre, si pone come obbiettivo quello di verificare lo stato dell’arte nel biennio 2020-2021, relativo all’attivazione del Servizio diocesano o interdiocesano per la tutela dei minori, del Centro di ascolto e del Servizio regionale nelle diocesi italiane.»
Il tema relativo alla violenza sui minori, pone la società tutta davanti a profondi interrogativi e numerose riflessioni. Da qui la volontà, espressa fortemente dalla Chiesa di Cagliari, anche attraverso diversi momenti di incontro e confronto con le istituzioni, di lavorare sinergicamente e in rete con i diversi attori del territorio, professionisti nei tanti ambiti connessi alla questione.
«In poco tempo – dettaglia mons. Giuseppe Baturi – e, soprattutto, nei due anni di pandemia, questi servizi sono stati istituiti in tutte le diocesi italiane. Si è deciso inoltre di instaurare anche la possibilità di creare dei centri di ascolto, che avessero maggiore capacità professionale, di seguire le denunce e far pervenire all’autorità giudiziaria quanto segnalato nelle chiese. I Centri sono 90 e coprono quasi l’80% di tutto il territorio nazionale.»
Quello relativo agli abusi è un tema arduo da affrontare, che richiede una grande fatica interiore, e non ci si può voltare dall’altra parte.
«Il report sarà annuale – precisa monsignor Giuseppe Baturi – così che, oltre una panoramica della situazione, avremo a disposizione anche la possibilità di tracciare tendenze e storie. Certamente questa è una delle attività della Chiesa italiana. Lo scorso 24 ottobre il cardinale Sean O’Malley, presidente della Pontificia commissione per la tutela dei minori (Pctm) ed il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, hanno firmato un accordo di collaborazione che prevede una maggiore cura del fenomeno anche nei Paesi dove la cultura per la tutela del minore è meno marcata. Ci sarà inoltre – prosegue l’arcivescovo di Cagliari – l’intesa con l’Osservatorio permanente per il contrasto dei reati di pedopornografia e di abusi nei minori istituito nel 1998 e coordinato dal ministro della famiglia, dove siamo stati invitati quali osservatori permanenti. Siamo anche in procinto di definire l’accordo con il dicastero per la dottrina della fede, per iniziare un’analisi quantitativa e qualitativa dei casi. Tutto l’impegno è finalizzato a ridurre a zero i casi, e quindi tutte queste azioni, comprese quelle giudiziarie di repressione in senso stretto, saranno perseguite contemporaneamente per la diffusione in tutto il mondo di una logica di rispetto, di cura e di amore dei nostri minori. Anche in Diocesi – conclude mons. Giuseppe Baturi – proseguiremo a lavorare sulla scorta dei convegni che si sono svolti a giugno, fortemente voluti dalla Diocesi, inseriti nel percorso di analisi e confronto sul fenomeno, a partire dalla consapevolezza che per affrontarlo è necessario guardare al suo complesso, a partire da tutte le sue specificità.»
Anche la Chiesa di Cagliari, in linea con quella italiana, ha rafforzato il proprio impegno, anzitutto attraverso il lavoro del Servizio diocesano tutela dei minori, guidato da un sacerdote, che vede la competenza di diversi membri del popolo di Dio: sei donne, un uomo, due religiose, un sacerdote e quattro laiche. Sono state intense le attività e i corsi proposti dall’èquipe (sei in totale), che ha incontrato gli operatori pastorali (circa 250 partecipanti), seminaristi, religiosi, sacerdoti (circa 100 partecipanti), associazioni e movimenti (circa 60 partecipanti).
I temi trattati nel corso degli incontri hanno riguardato: le ferite degli abusi, la dignità dei minori, le buone prassi in parrocchia e l’ascolto delle vittime. Non sono state organizzate iniziative con associazioni, movimenti ed enti non ecclesiali. Mentre le attività di formazione sono state quindici.
È operativo anche il Centro di ascolto, dove sono impegnate due psicologhe e un’educatrice religiosa, coordinate da un’avvocata (anche membro del Servizio diocesano tutela dei minori), istituito fuori dalla Curia in un luogo protetto. Cresce in questo ambito soprattutto il numero dei laici impegnati. L’équipe si è riunita nel corso del biennio per la formazione interna e la programmazione delle attività. È stata attivata, inoltre, una collaborazione con il servizio di Pastorale giovanile per la diffusione di materiale informativo sulla tutela dei minori, in occasione dell’organizzazione delle attività estive, e con la Caritas per la formazione degli operatori.