24 July, 2024
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Una basilica della Nostra Signora di Bonaria gremita ha dato l’estremo saluto a Giorgio Oppi, leader dell’UDC, morto ieri all’età di 82 anni. La Santa Messa è stata officiata dal padre gesuita Enrico Deidda.

In prima fila c’erano il presidente della Giunta regionale, Christian Solinas, il presidente del Consiglio regionale Michele Pais, i sindaci di Cagliari Paolo Truzzu e di Iglesias (sua città d’origine) Mauro Usai, l’ex presidente della Regione ed attuale deputato Ugo Cappellacci.

Presenti, tra gli altri, numerosi assessori e consiglieri regionali, il senatore Emilio Floris, il segretario nazionale dell’UDC Lorenzo Cesa, l’ex presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo. E ancora tanti amministratori e semplici cittadini, giovani e meno giovani, che hanno conosciuto ed apprezzato Giorgio Oppi nel corso della sua lunghissima esperienza politica ed amministrativa.

Padre Enrico Deidda nel corso della sua omelia ha ricordato la ferita aperta nel cuore di Giorgio Oppi, quella mai rimarginata del figlio scomparso nei primi anni ‘80, a soli 17 anni, vittima di un incidente stradale in pieno centro, a Cagliari. «Adesso il figlio Marco sarà stato tra i primi ad abbracciarlo in questa nuova dimensione della vita», ha detto padre Enrico Deidda.

Giorgio Oppi è stato uno dei maggiori protagonisti della politica sarda negli ultimi 50 anni. Venne eletto la prima volta in Consiglio regionale nel 1979, eletto altre sette volte, con la sola interruzione nel quinquennio 1994-1999, quando non venne ricandidato dal Partito Popolare, per aver superato il limite dei 3 mandati. 

Si ricandidò e venne rieletto nel 1999 nelle liste del CCD, per poi diventare il leader dell’UDC, forza politica con la quale ha recitato un ruolo di primattore nell’intero panorama politico regionale, fino ad alcune settimane fa, quando le condizioni di salute lo hanno costretto a fermarsi, fino a martedì 26 luglio, quando il suo cuore ha cessato di battere.

Squadre del Comando di Cagliari stanno intervenendo a Quartu Sant’Elena, nei pressi del Parco di Molentargius-Saline, per un vasto incendio di vegetazione che si è propagato anche ad una vicina azienda. Per l’opera di contrasto alle fiamme, che attualmente risultano essere sotto controllo, è stata inviata sul posto tre autobotti  che garantiranno il rifornimento idrico alle lance antincendio delle squadre.

Ormai non ci sono parole per definire l’ennesimo provvedimento della Dirigenza della ASL Sulcis che sta determinando la morte certa dell’operatività del PO del CTO di Iglesias.
Avevamo preannunciato qualche settimana fa che nel pieno dei mesi estivi ci sarebbe stato un ulteriore
aggravamento della tragica situazione sanitaria del territorio. Siamo stati dei facili profeti perché da qualche mese abbiamo constatato che la ASL Sulcis non è capace di trovare soluzioni organizzative per arginare lo sfascio dei servizi sanitari ma si limita a emettere solamente comunicazioni burocratiche di chiusure di reparti.
Le responsabilità di tutto ciò sono ben chiare e riguardano l’Assessore Regionale alla Sanità e la Dirigenza della ASL Sulcis come dimostrano i fatti, ultimo in ordine di tempo, la mancata assegnazione delle risorse al Sulcis Iglesiente per la riduzione dei tempi delle visite. E’ semplicemente vergognoso che neanche quando ci sono a disposizione i finanziamenti si è attenti, capaci e pronti a richiederli.
Ci domandiamo, che mandato hanno avuto i dirigenti della ASL Sulcis che sono stati nominati dall’Assessore Regionale della Sanità? Forse era quello di migliorare l’assistenza sanitaria del Sulcis Iglesiente oppure di indebolirla fino alla autodistruzione. In ogni caso se quei Dirigenti non hanno dimostrato capacità gestionali lei, Assessore Nieddu, ha il dovere di rimuoverli al più presto. Gli incontri, le visite e i sopralluoghi non servono a niente se non si cambia il paradigma.
Caro Assessore non cerchi ora di scaricare le sue responsabilità sul Governo con la richiesta di dichiarazione di emergenza sanitaria perché lo sa benissimo che in Sardegna c’è un grave problema di riequilibrio territoriale dove la ASL Sulcis è la più sofferente ed è la più penalizzata della Regione. Lei ha la responsabilità e i poteri per adottare immediati provvedimenti a prescindere dal riconoscimento di emergenza sanitaria.
Emergenza sanitaria significa interventi urgenti e non a babbo morto e lei avrebbe già dovuto fare qualcosa come per esempio destinare maggiori investimenti alla ASL Sulcis.
Non si può aspettare che il personale sanitario vada in pensione senza prevedere un piano di sostituzione
altrimenti entro l’anno prossimo la chiusura di gran parte dei reparti dei Presidi Ospedalieri del CTO e del Sirai sarà inevitabile.
La Consulta Anziani di Iglesias condivide la protesta che le Organizzazioni Sindacali CGIL-CISL-UIL hanno messo in campo, sostenuta dal sindaco Mauro Usai, aderisce al sit in di fronte al PS del CTO e invita tutti gli anziani, le loro famiglie e tutti cittadini a partecipare numerosi domani 28 luglio alla manifestazione che si terrà a Carbonia presso la Direzione della ASL.
Però per vincere questa battaglia è necessario che tutti i Sindaci del territorio, siano in prima linea e sempre presenti nelle manifestazioni a partire da quella di domani per creare un fronte comune con le OO.SS, le Associazioni e i cittadini.
E’ inoltre indispensabile e urgente definire unitariamente una programma articolato di mobilitazione e di iniziative di protesta con il coinvolgimento anche del mondo artistico e culturale per mantenere sempre viva la lotta nel territorio fino a quando non saranno risolte le criticità della sanità del Sulcis Iglesiente.
L’appuntamento è per domani 28 luglio, alle 9.00, davanti all’ingresso del Pronto Soccorso del CTO

Antonio Achenza
Presidente della Consulta Anziani di Iglesias

Le segreterie territoriali CGIL CISL UIL hanno organizzato un nuovo presidio per rivendicare il superamento dello stato di emergenza nel servizio sanitario pubblico, per il prossimo 4 agosto davanti all’assessorato regionale della Sanità, in via Roma, a Cagliari.
«Si deve constatare che nonostante gli impegni presiaffermano i segretari Franco Bardi, Salvatore Vincis ed Andrea Lai, riunitisi oggi per monitorare lo stato di degrado assoluto del servizio sanitario pubblico nel territorio -, la situazione non tende a migliorare ma anzi alla luce dei recenti provvedimenti della direzione sanitaria ASL sembra confermarsi il precipitare della situazione. Gli auspicati e richiesti mezzi e strumenti adeguati ad affrontare una situazione da tutti proclamata, a parole, come di emergenza, ma poi da nessuno affrontata, nei fatti, con i provvedimenti e decisioni del caso, a nessun livello, ci vedono costretti alla ripresa di iniziative di lotta e protesta.»
«Non sono più tollerabiliconcludono i tre segretari sindacali territoriali del Sulcis Iglesiente -: ambulanze e pazienti in fila al pronto soccorso, impegnate per ore; medici di base assenti in vari comuni del territorio; servizi di pediatria nel territorio assenti; tempi biblici per le specialistiche; chiusure di servizi basilari come P.S. C.T.O. Iglesias e Laboratorio Analisi Sirai Carbonia.»

I vigili del fuoco di Cagliari, distaccamento di Carbonia, sono intervenuti per un incidente stradale, verificatosi in via Giovanni Maria Lai, alla periferia di Carbonia.
La squadra intervenuta ha messo in sicurezza lo scenario e collaborato con i soccorritori del servizio sanitario regionale. Lo scontro ha coinvolto un furgone ed una moto, il motociclista è stato trasportato in ospedale con l’elisoccorso.

 

Sono 2.013 i nuovi positivi al Covid-19 in Sardegna su 6.549 tamponi eseguiti, 206 diagnosticati da molecolare, 1.807 da antigenico.

I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 14 (+1).

I pazienti ricoverati in area medica sono 185 (+5).

Sono 37.278 le persone in isolamento domiciliare (-1.782).

Si registrano 7 decessi: due donne di 80 e 91 anni e un uomo di 85, residenti nella provincia di Sassari; una donna di 89 anni e tre uomini di 79, 83 e 87 anni, residenti nella provincia del Sud Sardegna.

Si è conclusa con uno straordinario successo, la 32esima edizione del festival Narcao Blues, organizzato dall’associazione culturale Progetto Evoluzione, con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna e della Fondazione di Sardegna. E’ stata l’edizione che ha riportato il festival a stretto contatto con i tanti appassionati della musica blues, tenuti lontani negli ultimi due anni per le restrizioni legate alla pandemia. I numeri sono sotto gli occhi di tutti. Dopo un avvio di rodaggio nella serata inaugurale, è stato un crescendo fino alla straordinaria ultima serata che ha visto il catino di piazza Europa pieno in ogni ordine di posti, seduti e in piedi, per le esibizioni della Kris Barras Band e della band di Eric Gales che ha suonato quasi due ore, stimolata dalla straordinaria partecipazione del pubblico.

Che sarebbe stato un grande successo lo si era intuito già in occasione delle anteprime, a Perdaxius con il gruppo di Maurizio Gnola e a Santadi e Tratalias, con quello di Max Lazzarin.

La qualità della proposta musicale è stata eccezionale dalla prima all’ultima serata.

Ad aprire il festival sono stati il 20 luglio Bai Kamara Jr & The Voodo0 Sniffers ed il gruppo della cantautrice haitiana Moonlight Benjamin; a seguire l’astro nascente Toby Lee e l’affascinante Samantha Fish; la terza serata ha visto protagonisti Anders Osborne e Matt Schofield, fino ai già citati Kris Barras ed Eric Gales.

Grande partecipazione di pubblico, infine, anche nei dopo festival, sempre a base di musica blues e cibo, negli spazi di Bacca ‘e Marronis.

«L’assessore della Sanità, Mario Nieddu, sollevi quanto prima dall’incarico i vertici della Asl Sulcis». Lo chiede con forza la consigliera regionale di Idea Sardegna, Carla Cuccu.

«Non solo non si è provveduto a riaprire il Pronto Soccorso del C.T.O., come fortemente sollecitato dai sindaci, dai sindacati, dai cittadini, ma in queste ore la direttrice generale, Giuliana Campus, ha comunicato la sospensione dell’attività di Chirurgia, la riduzione della Medicina di laboratorio, fino al trasferimento di infermieri dal C.T.O. all’ospedale di San Gavino aggiunge -. Un disastro per la sanità dell’Iglesiente, non è pensabile che i vertici aziendali, evidentemente inadeguati, rimangano al loro posto.»

L’esponente di Idea Sardegna, componente e segretaria della Commissione Salute del Consiglio regionale, anche in queste ore ha scritto al Prefetto di Cagliari invitandolo – vista la drammaticità della situazione – a dichiarare lo stato di emergenza sanitaria per il territorio.

«Mandino subito i medici militari, come accaduto in altre realtà in momenti di emergenzapropone Carla Cuccu -. Le soluzioni si possono e si devono trovare. Non si può continuare a far finta di niente, come fa la dottoressa Campus, molto attiva a rilasciare lunghe interviste televisive nelle quali si autoincensa, mentre la sanità di Iglesias è al collasso e, grazie alle infauste decisioni dell’Azienda, si sta trascinando quella di Carbonia. È solo grazie al senso di responsabilità e alla professionalità degli operatori che ancora non si è arrivati a fatti tragici. Ma fino a quando l’assessore Nieddu continuerà ad assistere alla distruzione della sanità iglesiente senza intervenire? La Giunta regionale non provi minimamente a portare avanti un disegno di cui si parla ormai da anni, che vedrebbe la chiusura dell’ospedale di Iglesias per aprirne uno nuovo a Villamassargia. Né alcuno pensi di approfittarsi per momento di estrema fragilità dell’onorevole Giorgio Oppi, da sempre difensore e baluardo della sanità del territorio. Noi non staremo con le mani in manoconclude Carla Cuccu -, non ci fermeremo finché non sarà restituita dignità ai cittadini del Sulcis Iglesiente.»

«Stamane ho incontrato l’assessore alla Sanità Mario Nieddu che mi ha confermato di aver già messo in agenda per i prossimi giorni un vertice per discutere della situazione dell’Asl n.7.  In queste settimane si sono susseguiti incontri per quanto attiene la situazione della sanità locale in particolare dei nostri ospedali CTO e Sirai. E’ evidente che la situazione è critica specie per quanto riguarda la gestione dell’emergenza-urgenza che in ogni parte della Sardegna, e d’Italia, sta soffrendo come non era mai accaduto. Nello stesso incontro l’assessore mi ha confermato di aver portato avanti la richiesta di “emergenza sanitaria” al Ministero e al Governo la quale, qualora accolta, consentirebbe di derogare alle norme nazionali che oggi ingessano il sistema sanitario.»
Lo ha scritto in una nota Michele Ennas, consigliere regionale della Lega eletto nel Sulcis Iglesiente.
«Ci si confronta ancora con una pandemia che porta gli ospedali, in particolare i pronto soccorso, a una pressione che ogni giorno è sempre più forte facendo i conti con una eredità del passato che in termini di assenza di programmazione si sviluppa oggi in tutta la sua criticitàha aggiunto Michele Ennas -. La fotografia ovunque dell’assenza di professionisti, centinaia solo in Sardegna rispetto all’organico previsto ha origini lontane. Il lavoro in Consiglio regionale è stato fatto per invertire questa tendenza anche alla luce di una visione diversa della sanità data dalla pandemia. Questo grazie all’azione dell’assessore Mario Nieddu, della maggioranza e devo dire, molto spesso, grazie alla convergenza di tutte le forze politiche, mettendo in campo strumenti normativi regionali che non erano neanche mai stati presi in considerazione, eliminato l’imbuto formativo aumentando le borse di specializzazione. Abbiamo ritenuto che si dovesse agire ed abbiamo agito in tal senso con la riforma per eliminare l’accentramento disegnato nella scorsa legislatura, affidando alle competenze delle direzioni generali una reale capacità gestionale.»
«I tanti confronti con cittadini e operatori sanitari mi confermano che la richiesta alla politica è quella di ricevere risposte adeguate non certamente una descrizione distorta della realtà o la politicizzazione degli eventi che in questi difficile periodo stanno capitandoha rimarcato Michele Ennas -. Oggi soffriamo l’inadeguatezza della rete ospedaliera disegnata nella scorsa legislatura: ci hanno messo anni per vararla e oggi spesso sembra figlia di nessuno. Una rete ospedaliera che ha penalizzato il Sulcis Iglesiente e in particolare Iglesias. Così come abbiamo corretto la parte gestionale con la riforma, tutti i livelli da quello politico a quello gestionale sono impegnati per modificare anche questo aspetto e restituire al territorio un sistema di servizi che guardi effettivamente alle esigenze del cittadino. Sono certo, al termine dell’incontro, si aprirà una riflessione onesta e seria, sul presente e sul futuro della sanità del nostro territorio ha concluso Michele Ennas -. Ma sono anche certo che sarà avviato un percorso per migliorare l’attuale situazione con le dovute condivisioni territoriali e coinvolgimenti di amministratori, operatori e parti sociali.»

Questa mattina il consigliere regionale Fabio Usai, accompagnato dal portavoce del gruppo politico “Carbonia Avanti” Manolo Mureddu e dai consiglieri comunali, Gianluca Arru e Giacomo Floris, ha fatto visita al Pronto Soccorso dell’ospedale Sirai di Carbonia, e successivamente anche al CTO di Iglesias dove il Pronto Soccorso è ancora chiuso.

Nel corso della visita la delegazione capeggiata da Fabio Usai ha incontrato alcuni operatori sanitari presenti in loco, fra i quali, a Carbonia, la primaria del Pronto Soccorso Viviana Lantini e, a Iglesias, con i rappresentanti sindacali e politici presenti al presidio permanente del CTO.
«Nella visita di questa mattinaspiega Fabio Usai -, innanzitutto abbiamo voluto portare il nostro sostegno concreto a coloro che più di tutti stanno sacrificando per far sì che i già debilitati servizi sanitari delle strutture ospedaliere del nostro territorio non si depotenzino ulteriormente o addirittura interrompano: ovvero ai professionisti, medici, infermieri e oss, che stanno subendo, soprattutto in reparti come il PS di Carbonia (per ovvii motivi vista la chiusura di quello di Iglesias e l’impatto della stagione estiva negli accessi), carichi di lavoro non più tollerabili. Allo stesso modo dei pazienti che, giocoforza, vengono inevitabilmente sballottati od obbligati a subire attese lunghissime per essere visitati e curati.»
«Non ci si può certo nascondere dietro un dito, è una situazione insostenibile – aggiunge l’esponente politico -. Figlia di una mancata programmazione nel passato sul fronte della formazione e assunzione di nuovi medici specializzati nonché del mancato turnover tra chi è andato in pensione senza esser stato sostituito, e che oggi, a causa anche del particolare periodo pandemico, subiamo nella sua drammatica interezza. Allo stato attuale, le già reiterate soluzioni proposte per far fronte alla carenza di personale – ad esempio l’utilizzo di incentivi economici per le prestazioni aggiuntive – sebbene vadano percorse in ogni modo, rischiano di non essere più sufficienti. Dunque, prosegue l’esponente politico, arrivati a questo punto e considerati i processi sviluppatisi in ambito regionale per bandire concorsi per l’assunzione di nuovo personale e per cercare di modificare quelle normative che spesso non hanno permesso una proporzionale dislocazione di personale sanitario nei territori periferici come il nostro, è necessario un intervento di un livello più alto di quello finora invocato e avviato su scala regionale. Vista la condizione di drammatica emergenzialità della nostra sanità territoriale, così come invocato dai 23 sindaci del territorio, è ormai improcrastinabile riconoscere lo stato di emergenza sanitaria nel Sulcis Iglesiente. Ho chiesto la convocazione di un nuovo tavolo stavolta allargato su scala regionale che veda la
partecipazione oltre che dell’assessore Mario Nieddu, del management della Asl 7 e i dei Sindaci del territorio, anche della Direttrice generale di ARES Annamaria Tomasella, per discutere di come poter tamponare nel frattempo questa grave situazione e far sì che la funzionalità generale negli ospedali Sirai e CTO venga nuovamente ripristinata.»
«Nella fattispecie della chiusura Pronto Soccorso di Iglesias conclude Fabio Usai -, ancorché sempre in emergenza, si potrebbe già procedere alla sua riapertura: perché già oggi la dotazione di medici esistente tra i due Pronto Soccorso dei due ospedali di Iglesias è tornata ad essere la stessa di un mese e mezzo fa, prima della chiusura del reparto del CTO. Pertanto il servizio potrebbe immediatamente essere ripristinato, e allo stesso modo si sgraverebbe dall’eccessiva mole di accessi quello dell’ospedale Sirai.»

Oltre il depotenziamento dei servizi ospedalieri, rischia di saltare anche il sistema della medicina generale nel territorio e specificamente nella città di Carbonia.

«Fra pochi giorniaffermano Manolo Mureddu, portavoce del gruppo politico Carbonia Avanti e Gianluca Arru e Giacomo Floris, consiglieri comunali del medesimo gruppo -, la nostra città perderà ulteriori 3 medici di base che dopo una vita di lavoro andranno legittimamente in quiescenza. Allo stato attuale non verranno sostituiti e dunque dal mese di agosto altre migliaia di persone, aggiungendosi a quelle già sprovviste di medico di famiglia, non sapranno a chi rivolgersi per poter essere assistite o anche solo per richiedere una semplice ricetta. Una situazione intollerabile possibile concausa, anche, dell’intasamento del Pronto Soccorso anche da parte di quei pazienti con codici bianchi che invece potrebbero essere agevolmente assistiti dal proprio medico di base. E’ auspicabile che la soluzione proposta di ampliare i massimali nel numero dei pazienti dei medici rimasti (da 1.500 a 1.800), allo scopo di coprire la domanda di assistenza dei cittadini rimasti scoperti dall’andata in quiescenza del proprio medico, diventi realtà al più presto. Superando le diffidenze dei professionisti sanitari che, legittimamente – proseguono Manolo Mureddu, Gianluca Arru e Giacomo Floris -, chiedono di ottenere adeguati corrispettivi economici per l’ulteriore lavoro svolto. In attesa che il bando regionale per la MMG arrivi a compimento, è necessario avviare ogni percorso possibile per scongiurare il tracollo della medicina generale nel territorio e nella nostra città: anche attuando soluzioni tampone come questa con interventi straordinari se servisse. In attesa, ovviamente, di soluzioni strutturali», concludono gli esponenti del gruppo Carbonia Avanti.