20 July, 2024
Home2022 (Page 210)

La “tempesta perfetta” è un evento naturale catastrofico che si verifica raramente e che deriva dalla somma di più fenomeni meteorologici che si potenziano a vicenda.
Anche nella Storia della civiltà umana sono avvenute “tempeste perfette” dovute a fattori politici, economici, sociali che si sono concluse con catastrofi.
Nel Medioevo, per spiegare l’origine di queste grandi disgrazie, si evocava l’intervento negativo dei Quattro cavalieri dell’Apocalisse” della profezia di Giovanni.
– Primo cavaliere: la conquista militare.
– Secondo: violenza e stragi.
– Terzo: carestia.
– Quarto: pestilenza.
Gli uomini del Medioevo, vedendo i fatti di oggi, attribuirebbero la colpa al primo, al secondo ed al quarto cavaliere.
Il terzo cavaliere, quello della carestia, nella visione laica del 21° secolo lo possiamo identificare con la paura del:
– crollo della produzione industriale e agricola,
– caduta del valore dei salari e redditi,
– svalutazione dei risparmi,
– paura di investire.
Nei decenni ‘20, ‘30, ‘40 del secolo scorso, avvenne una tempesta perfetta che iniziò con la“speculazione” in borsa che intaccò la fornitura delle materie prime e si concluse con le bombe nucleari in Giappone.
A settembre 2021, finita la pausa estiva dei mercati, assistemmo all’improvviso raddoppio del prezzo dei legnami e dei metalli. Negli ultimi mesi del 2021 iniziò l’ascesa del prezzo dei carburanti liquidi e del gas. A dicembre la svalutazione del dollaro in America raggiunse il 7% annuo, mentre in Italia la svalutazione era ancora sotto il 2%. Oggi, a fine marzo apprendiamo che si prevede per i prossimi mesi una svalutazione in Italia intorno al 6% annuo.
Le cose si sono iniziate a complicare a gennaio, quando fu chiaro che il prezzo del gas e del petrolio era universalmente salito con l’impulso iniziale dato dalla riduzione delle forniture dalla Russia.
L’aumento del prezzo del grano, mais e fertilizzanti è un altro segno che, oltre alla guerra, anche laspeculazione” è in movimento.

La speculazione in momenti di gravi crisi internazionali non è un fatto nuovo. I nostri nonni videro, quasi un secolo fa, fenomeni speculativi basati sull’accaparramento delle materie prime e l’intoppo alla catena di approvvigionamento. Gli esiti allora furono disastrosi.
Negli anni ‘60 a noi studenti liceali si spiegava, nelle lezioni di storia contemporanea, come l’origine della “Grande Depressione” del 1929 fosse da attribuirsi alla speculazione finanziaria esplosa in America e, per contagio, in Europa. Gli studiosi avevano accertato che la disoccupazione, la povertà e la fame che in quegli anni uccidevano la gente per strada avveniva proprio quando i magazzini americani erano strapieni di grano e mais.
Premettendo che la sintesi di fatti estremamente complessi ha sempre carenze, si può tentare di riassumere i fenomeni economici e sociali degli anni ‘30 facendo alcune considerazioni. Subito dopo la Prima Guerra Mondiale vi fu una fortissima ripresa dell’economia americana con una iper-produzione industriale di beni durevoli come le macchine. Fin dal 1922 le banche concedevano prestiti a bassissimo interesse per stimolare gli investitori. Ben presto, per rendere più veloci i guadagni, i prestiti erogati vennero investiti sopratutto giocando in Borsa nella compravendita di titoli e non investendo nelle imprese produttive. Con i meccanismi della contrattazione di Borsa si ottenne una moltiplicazione del valore dei titoli rispetto al valore reale dei prodotti che rappresentavano. Allo scopo di far salire il valore dei titoli si arrivò ad accaparrare il grano destinato al mercato e a stoccarlo in magazzini senza immetterlo nel mercato. Con questo metodo si spuntarono prezzi di vendita del grano altissimi. Gli agricoltori, per poter acquistare il grano per la semina, si indebitarono con le banche accettando tassi di interesse molto alti, nella speranza di ottenere un raccolto vendibile agli stessi prezzi elevati indotti dalla speculazione.
Contemporaneamente i capitani dell’industria meccanica e automobilistica americana iniziarono ad applicare le regole del “Taylorismo”. Ciò produsse conseguenze inaspettate. I Taylorismo era l’applicazione pratica di una teoria nata per ottenere l’aumento della produzione industriale nelle catene di
montaggio, dando un ritmo scientifico al metodo di lavoro senza aumentare i salari agli operai. I capitani d’industria guadagnarono molto ma gli operai impoverirono mentre i costi per vivere salivano. Di quella aberrazione della qualità di vita degli operai fece una descrizione magistrale Charlie Chaplin nel film-parodia “Tempi Moderni”.

Tra il 1926 e 1929 la produzione agricola in Europa imprevedibilmente migliorò, e comparve sul mercato una grande offerta di grano europeo. Ciò provocò la caduta del prezzo del grano americano e di altri prodotti agricoli.
Gli speculatori americani, per risollevare il prezzo dei prodotti agricoli stoccati nei loro magazzini, distrussero, gettandole in mare, o bruciandole, migliaia di tonnellate di cereali e caffè. Lo scopo era creare un squilibrio, tra domanda e offerta, a loro vantaggio. Commisero però un grave errore di calcolo. Non avevano previsto che il prezzo elevato dei cereali e le ridotte capacità di acquisto degli operai mal pagati, avrebbero raffreddato il mercato. I cereali rimasero invenduti. Anche il nuovo raccolto, per cui gli agricoltori si erano indebitati, rimase invenduto e non fu possibile pagare gli alti interessi richiesti dalle banche e fu fallimento. Il crollo delle vendite dei prodotti industriali e agricoli fece crollare i relativi titoli in Borsa. Gli investitori si precipitarono a vendere i titoli ormai svalutati e a ritirare dalle banche i liquidi rimasti. Le banche, private dei liquidi, dovettero chiudere. Al fallimento delle industrie e delle aziende agricole seguirono i licenziamenti, la disoccupazione e la chiusura delle fabbriche.
La speculazione finanziaria in breve tempo aveva attribuito ai titoli delle materie prime un valore fittizio tre volte superiore al loro valore reale e l’economia americana era finita in un vortice di regresso. La povertà gettò nella disperazione tutti: i capitani d’industria, l’alta e media borghesia e gli operai.
La crisi durò quattro anni. Iniziò la sua fine quando il Governo Statunitense prese drastiche decisioni; la prima fu la svalutazione di quasi il 50 per cento del valore del dollaro, allo scopo di abbattere i debiti. Ciò ebbe conseguenze in tutto il mondo. L’Europa subì il contraccolpo di quella svalutazione ed entrò in un vortice recessivo. I Paesi maggiormente indeboliti dalla Grande Guerra e dal ritiro dei capitali americani investiti, come Germania e Austria, ebbero una svalutazione mostruosa delle loro monete nazionali. Il disastro economico della Repubblica di Weimar spinse il popolo a sostenere il movimento estremistico di Adof Hitler la cui ideologia si basava sui capisaldi del complotto mondiale e della superiorità razziale.
All’acme della crisi politica il cancelliere Hindenburg affidò a Hitler il compito di formare il governo tedesco il 30 gennaio 1933. Si sa come finì.
In Italia la forte disoccupazione e la inarrestabile spinta emigratoria, esacerbate dalla crisi economica, portarono alla necessità di procurarsi colonie in Africa. Nel 1935 venne conquistata l’Etiopia. Nel 1936 la Società delle Nazioni reagì con le “Inique Sanzioni” contro l’Italia applicando l’embargo sul petrolio e sul carbone. La grave sanzione energetica gettò l’Italia fascista tra le braccia dei nazisti. A noi sardi portò il beneficio della nascita di Carbonia con le sue miniere.
Il seguito è noto: arrivò la “tempesta perfetta” della Seconda Guerra Mondiale.
Noi oggi non sappiamo cosa conseguirà alle speculazioni sulle materie prime in atto da alcuni mesi.
Conoscere fatti simili, sperimentati dai nostri padri e nonni nella prima metà del 1900, può tornare utile.
Il secondo fattore che può portare alla tempesta perfetta è la “minaccia nucleare” udita più volte nei telegiornali dal 24 febbraio ad oggi. Le origini di quest’altra piaga della storia si possono individuare nella seconda metà degli anni ‘30.
Un italiano fuggito in America a causa delle discriminazioni razziali, capì che la “teoria della relatività ristretta” di Albert Einstein, estesa alle leggi della elettromagnetica, conteneva il segreto per estrarre l’energia dal nucleo atomico. Era Enrico Fermi. Il metodo per raggiungere l’obiettivo venne ideato da Robert Oppenheimer.
La teoria di Einstein aveva loro suggerito la possibilità di poter trasformare la materia in energia e, viceversa, quegli scienziati convinsero il presidente Franklin Delano Roosvelt che c’era la possibilità ipotetica di costruire una bomba utilizzando il principio della fissione nucleare ed ottennero finanziamenti per il “Progetto Manhattan”.

Fermi, usando l’isotopo “uranio 235”, nel 1942 assemblò a Chicago la prima “pila atomica” o “ reattore nucleare a fissione” e Oppenheimer capì che si poteva ottenere una bomba che sfruttasse la reazione di fissione a catena”. Bastava produrre uranio “arricchito” fino ad ottenere una “massa critica” efficace.
Gli studi e la produzione finale della bomba avvennero a Los Alamos, nel deserto del Nuovo Messico.
La prima bomba venne fatta esplodere nel poligono di Alamogordo il 16 luglio 1945.
La seconda bomba venne fatta esplodere su Hiroshima appena 20 giorni dopo: il 6 agosto 1945.
La bomba di Hiroshima aveva una potenza compresa fra i 12,5 e 18 chilotoni.
Un chilotone equivale alla potenza della esplosione di 1000 tonnellate di tritolo.
Pertanto, la bomba di Hiroshima aveva la potenza di 12mila- 18 mila tonnellate di tritolo.
Il nucleo di Uranio entrò in reazione nucleare in un millesimo di secondo. Venne sprigionata istantaneamente un’immane quantità di energia elettromagnetica che dette origine ad una palla di fuoco luminosissima (fire ball). L’intensa luce dell’esplosione diffuse intorno una energia tale da incenerire all’istante qualsiasi corpo vivente (flash) per molte centinaia di metri. Lo spostamento d’aria fece crollare gli edifici della città polverizzandoli per alcuni chilometri di raggio (vento atomico). Intanto, si sollevava per 12 chilometri d’altezza, nella troposfera, il fungo atomico. La massa d’aria calda che ascendeva verso l’alto in forma di una immane colonna creò a terra una corrente d’aria di risucchio che provocò un vento, stavolta di direzione contraria, che portava al centro dell’esplosione tutto ciò che incontrava. La distruzione fu immensa. Morirono all’istante dagli 80.000 ai 120.000 abitanti.
Nelle ore successive avvenne la caduta dal cielo delle polveri più pesanti radioattive (fall out) per diversi chilometri intorno. Le polveri radioattive leggere, trasportate dai venti d’alta quota, si diffusero per molte centinaia di chilometri in tutto il Giappone e sul mare. I morti si moltiplicarono nei decenni successivi per effetti legati alle radiazioni ionizzanti. Parte delle polveri salite ad altissima quota si dispersero in tutto il mondo aumentando la radioattività dell’atmosfera.
Dopo 3 giorni, il 9 agosto 1945, una bomba simile venne fatta esplodere sulla città di Nagasaki e la Guerra Mondiale finì all’istante. Da allora nessuno più ha utilizzato ordigni nucleari strategici sull’Uomo.
Poi seguirono anni terribili la cui descrizione più accurata si trova nei testi di Medicina. Si capirono in pieno le relazioni esistenti tra radiazioni ionizzanti, le leucemie, i linfomi, i carcinomi, i melanomi, le malformazioni congenite e il danno al DNA di uomini, piante e pesci. Nei decenni successivi nacquero esseri mostruosi. Non fu solo una violenza contro il nemico, ma una atrocità contro la Natura. Nonostante ciò, i fabbricatori di ordigni nucleari aumentarono.
Nel 1949 si dotò di bombe atomiche l’Unione Sovietica. Nel 1952 l’Inghilterra. Nel 1960 la Francia, Nel 1964 la Cina. Nel 1966 Israele. Nel 1974 l’India. Nel 1979 il Nord Africa. Nel 1983 il Pakistan. Nel 2006 la Nord-Corea. L’unica nazione a rinunciare, dopo l’allarme dato dagli Scienziati di tutto il mondo, compreso Albert Einstein, fu il Sud Africa.
Il genere di ordigni nucleari di Hiroshima non viene più prodotto. Oggi vengono prodotte bombe di potenza enormemente maggiore. La loro potenza viene misurata in megatoni.
Un megatone è pari a 1.000 chilotoni, cioè pari a un milione di tonnellate di tritolo.
Apprendiamo dai giornali che la Russia ha minacciato di mettere in campo il Poseidon. Si tratta di un ordigno termonucleare di una potenza che va dai 20 ai 40 megatoni. Arma un drone sottomarino telecomandato. Se dovesse esplodere nella Baia di Hudson provocherebbe uno tsunami con onde alte 100 metri. L’onda sommergerebbe la città e lo Stato di New York distruggendo tutto al suo passaggio.
L’onda, si dirigerebbe anche verso il mare aperto in Atlantico e raggiungerebbe le coste dell’Europa.
La Russia possiede 6.500 ordigni nucleari di questa potenza.
Stesso armamentario lo possiedono gli Stati Uniti.
Si sta parlando con incredibile leggerezza della possibilità che venga impiegata una bomba termonucleare tattica nel conflitto di questi giorni.
Cosa succederebbe?
Mettiamoci nei panni dei Generali. Come rispondere a quell’attacco? Esiste un’unica opzione utile: lanciare in risposta un attacco nucleare totale con l’intento di distruggere radicalmente il nemico in modo che non possa reagire. Una guerra del genere, dall’inizio alla fine durerebbe pochi minuti e i vincitori sparirebbero con i vinti.
Pochi giorni fa il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ipotizzato di impiegare il First nuclear strike.
Cioè ha teorizzato la possibilità di sferrare l’attacco nucleare totale prima che lo faccia l’altro.

Sarebbe una decisione talmente grave che l’unica possibilità di salvezza che abbiamo è sperare che non succeda mai.
Dato per scontato che l’ordigno nucleare non verrà mai usato, rimane però l’altro ordigno a reazione “a catena”: quello gettato nel cuore dell’Economia mondiale, innescato con la Speculazione e l’Accaparramento delle fonti di energia, delle materie prime e dei prodotti agricoli.
L’innesco è stato attivato alcuni mesi fa, quando vennero chiusi molti rubinetti del gas, del petrolio, del grano e dei fertilizzanti.
Le anime belle si aspetterebbero solidarietà mondiale ed aiuto reciproco, invece si è scatenata immediatamente la speculazione sulle materie prime.
Anche se non venisse usata la guerra nucleare, basterebbero questi fattori economici per innescare una reazione a catena” che porterebbe alla “tempesta perfetta”.

Mario Marroccu

Il focus, oggetto dell’attenzione dell’Amministrazione comunale, è sulla ciclabile nel tratto da via della Stazione/via del Minatore fino all’incrocio con via Castelsardo.

«La mobilità sostenibile è importante per una città come Carbonia ha dichiarato il sindaco, Pietro Morittu -; i percorsi ciclabili non sono solo luoghi ad uso sportivo ed amatoriale per gli abitanti, ma da concepire come infrastrutture preziose per gli spostamenti a basso impatto ambientale.»

«La scelta di intervenire per la messa in sicurezza di questo trattoha precisato l’assessore dei Lavori pubblici, Stefano Masciaè per garantirne la piena fruizione da parte dei ciclisti e per la notevole importanza ricoperta da quella arteria stradale, in prossimità di una serie di attività commerciali.»

«Il progetto, con un importo dei lavori di 81mila eurospiega ancora Stefano Mascia prevede la messa in sicurezza di un tratto di pista ciclabile: l’intervento predominante consiste nel rifacimento dell’intero manto stradale del percorso con un bitume colorato.»

Con il finanziamento messo a disposizione dal decreto MIT che destina risorse per le ciclovie urbane non sarà possibile intervenire sull’intero tratto che è di circa 1.500 metri, «ma è intenzione dell’Amministrazione comunalegarantisce l’assessore competenteriuscire ad estendere l’intervento sull’intero tracciato, sfruttando economie di gara e ulteriori risorse economiche derivanti da ulteriori finanziamenti».

«È necessario garantire la percorribilità ciclabile in sicurezza di tutte le piste che si snodano sul territorio comunaleha osservato Stefano Masciaoltre che favorire l’intermodalità dei mezzi di trasporto, si tratta di disciplinare gli automobilisti. A tal proposito, saranno apposte delle barriere di delimitazione della ciclabile a protezione dei fruitori.»

«Non dimentichiamoha evidenziato il sindaco Pietro Morittu che questi percorsi che incentivano l’uso della bicicletta permettono di ridurre i livelli di inquinamento e non è neppure da sottovalutare quanto contribuiscano ad innescare una serie di microeconomie diffuse a vantaggio del territorio.»

Secondo le previsioni dell’assessore Stefano Mascia sulla tempistica «i lavori, previa procedura di affidamento, dovrebbero partire a inizio estate, essendo il progetto di fattibilità tecnico-economica già stato approvato ed essendo in fase di completamento il progetto definitivo-esecutivo».

 

 

Dalle ore 12.00 del 31 marzo alle 15.00 del 3 aprile 2022, la circolazione ferroviaria tra le stazioni di Cagliari e Decimomannu sarà sospesa per lavori di potenziamento infrastrutturale e i treni saranno sostituiti con bus che effettueranno le fermate nei piazzali antistanti le stazioni ad eccezione di:

– Elmas Aeroporto: presso Terminal arrivi presso la fermata ARST;

– Assemini: via Asproni (fermata cancellata ad Assemini Carmine ed Assemini Santa Lucia);

– Cagliari Santa Gilla: presso parcheggi della fermata ferroviaria.

A Cagliari, dove la fermata di partenza ed arrivo degli autobus non sarà la Stazione Centrale bensì Cagliari Santa Gilla, è previsto un servizio di navetta per gli spostamenti da e per la Stazione e si invitano i viaggiatori ad acquistare preventivamente il titolo di viaggio.

Tutte le modifiche all’offerta Trenitalia sono consultabili sui canali di vendita digitali, in biglietteria e presso le assistenze clienti. Gli orari dei bus potranno variare in funzione delle condizioni del traffico stradale.

 

 

A Iglesias, a partire da venerdì 1° aprile, i servizi speciali di raccolta dei rifiuti indifferenziati per le persone positive al SARS-CoV-2 sono sospesi, e saranno ripristinate per tutti le abituali modalità di conferimento dei rifiuti differenziati, secondo le disposizioni ISS.

Dal 1° aprile, le persone positive al SARS-CoV-2 dovranno continuare la raccolta differenziata secondo le regole in vigore nel Comune, seguendo alcune raccomandazioni:
– Utilizzare due sacchetti (uno all’interno dell’altro) per tutte le frazioni di rifiuti.
– Inserire fazzoletti di carta, rotoli di carta asciugamano, mascherine, guanti, tamponi diagnostici e materiali che possono essere stati contaminati in una busta separata, che deve essere chiusa e conferita tra i rifiuti indifferenziati.
– chiudere con la massima attenzione i sacchetti.
– Evitare che i sacchetti siano conservati in ambienti con animali, al fine di evitare possibili danneggiamenti.
– Smaltire con cura possibili oggetti taglienti per evitare la rottura dei sacchetti.

Per le persone che non sono positive, si richiede di proseguire come di consueto con la raccolta differenziata, con la raccomandazione, a scopo precauzionale, di inserire fazzoletti di carta, rotoli di carta asciugamano, mascherine, guanti, tamponi diagnostici e materiali che possono essere stati contaminati, in una busta separata, da conferire una volta chiusa nel secco indifferenziato.

«Una notizia positiva che rappresenta un passo importante per il ritorno alla normalitàcommenta l’assessore dell’Ambiente Francesco Melis -. Raccomando ancora a tutti la massima prudenza e attenzione nell’effettuare la raccolta differenziata.»

Sono 2.013 i nuovi positivi al Covid-19 accertati in Sardegna su 11.799 tamponi eseguiti, 350 diagnosticati da molecolare, 1.663 da antigenico.

I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 22 (-1).

I pazienti ricoverati in area medica sono 331 (+6).

Sono 30.159 le persone in isolamento domiciliare (-382).

Si registrano 7 decessiuna donna di 85 anni e un uomo di 70, residenti nella Città Metropolitana di Cagliari; una donna di 97 anni e un uomo di 86, residenti nella provincia di Oristano; un uomo di 81 anni, residente nella provincia di Sassari; una donna di 95 anni e un’altra persona, residenti nella provincia di Nuoro.

«Oggi è una bellissima giornata: la nostra Casa Famiglia riaprirà a brevissimo, perché due giorni fa ne è stata finalmente assegnata la gestione alla cooperativa Ctr, in seguito ad un bando regionale. Una conquista che ha visto fin dal primo giorno, dopo la chiusura avvenuta tre anni fa, le operatrici e l’operatore che vi lavoravano sempre in prima fila nella battaglia durissima per la riapertura.»

Marco Corrias, sindaco di Fluminimaggiore, saluta così la definizione di una vertenza, quella della riapertura della Casa Famiglia, che si trascinava da tempo.

«Con lo stesso grado di amore e professionalità che hanno sempre dimostrato nell’assistere i pazienti che vi erano ospitati, così, con incredibile tenacia e perseveranza hanno ottenuto, infine, quel che era nel loro dirittoconclude Marco Corrias -. Felice, se anche una piccola parte della nostra vicinanza ha contribuito – insieme all’indispensabile aiuto dei sindacati Cgil e Cisl – a ridare un sorriso a loro, agli amici/pazienti e alle famiglie che ora potranno riavere a Fluminimaggiore un punto di riferimento per l’intero territorio.»

Questa mattina le organizzazioni sindacali hanno incontrato la direzione della SiderAlloys, per fare il punto della situazione sul riavvio dell’impianto.

«C’è stato comunicato che l’azienda ha versato ulteriori 21 milioni di euro previsti dalla quota di contratto a supporto dell’investimento, manca ancora la quota a carico di Invitalia e l’azienda ha sottoscritto parecchi contratti commerciali che, purtroppo, trovano difficoltà ad essere onorati, in quanto il Covid e la guerra stanno creando dei problemisi legge in una nota della Fsm Cisl -. Per quel che riguarda il problema dell’energia, l’azienda ha confermato che l’accordo fatto con Enel di 10 anni garantirà un prezzo competitivo sul mercato ma manca ancora la quota a carico del Governo da mettere a disposizione sulla riduzione dei costi legati alle emissioni che dovrebbe incidere per circa sette euro megawatt ore.»
«La fonderia dovrebbe partire a freddo quindi con rifusioni da settembre 2022 con il forno F poi F2si legge ancora nella nota della Fsm Cisl -. La macchina Properzi a causa delle opere civili da fare e dei ritardi sulla partenza della sala elettrolisi è prevista per il 2024. Gli organici in fonderia non dovrebbero avere incrementi se non la trasformazione degli attuali a tempo determinato e qualche unità in più. Per quanto riguarda la sala elettrolisi le nuove celle potranno iniziare ad arrivare a settembre del 2023, anche i trasformatori sarebbero fermi in Cina ma nelle prossime settimane dovrebbero arrivare in stabilimento. Entro il primo semestre del 2023 si dovrebbe avviare la prima sala con le vecchie celle. Al Rodding, a causa dei tempi lunghi di fornitura dei materiali, si sta cercando di trovare soluzioni per l’inghisaggio degli anodi, forse utilizzando anche un forno nell’ex Metallotecnica e, comunque, il Rodding non potrà partire prima del 2023.»
«I tempi per l’inserimento in fabbrica dei lavoratori, purtroppo, si stanno allungando e sarà nostra cura anche verificare la data di partenza dei corsi di formazione che erano previsti per i primi di aprile e sui quali però non abbiamo certezza sottolinea la segreteria Fsm Cisl -, stiamo inoltrando una sollecitazione alle organizzazioni sindacali nazionali, affinché mettano in piedi un incontro nazionale, così come previsto negli impegni presi dallo stesso governo.»
«Per quanto riguarda la mobilità del 2022 non abbiamo nessuna informazione mentre per quanto riguarda gli arretrati del 2021 l’Inps sta elaborando con metodo individuale le spettanze dei lavoratori che dovrebbero essere erogati prima di Pasqua e comunque non è ancora chiaro quello che sia il riconoscimento dovuto ai lavoratoriconclude la segreteria Fsm Cisl -. Il prossimo incontro con l’azienda è previsto prima di Pasqua, per elementi conoscitivi anche di una serie di appalti che verranno assegnati e capire anche quali e quanti lavoratori potrebbero essere interessati.»

Pareggio amaro per la Torres. I sassaresi danno l’impressione di essere in controllo di un match che però finisce 3-3 con la rimonta di un Carbonia bravo a non perdersi sotto di due reti e capace anzi di trovare i gol del pari quasi inaspettato.

La Torres aspetta senza fretta né patemi il ritorno di capitan Gigi Scotto, in recupero post infortunio ma pronto a tornare a dare il suo contributo alla causa, ed Edgar Cani, attaccante di origine albanese con grande esperienza nei massimi campionati italiani che lavora per arrivare alla migliore condizione possibile. Il primo sarà in panchina, il secondo è in tribuna. In campo c’è Samuele Pinna, turno di riposo a Kalifa Kujabi. In avanti spazio a Adama Diakite e Francesco Ruocco con Giancarlo Lisai a supporto. Dietro si ricompone la coppia Nicolò Antonelli-Paolo Dametto.

Il Carbonia recupera Joaquin Sush ed Alessio Murgia rispetto alla vittoriosa partita con il Cynthialbalonga, nell’undici iniziale c’è anche il centravanti Cristian Padurariu, uscito anzitempo dal campo quattro giorni fa dopo aver segnato il goal partita.

Subito propositiva la Torres che guadagna un corner, battuto da Daniele Bianchi e spinto in rete, di testa, da Francesco Ruocco: 1-0 e palla al centro dopo appena 2’ di gioco. Alessio Murgia tenta un improbabile lob da oltre 40 metri, Alessio Salvato para facile a due mani. Rossoblù ad occupare stabilmente la metà campo avversaria, ma mancano gli spunti degni di nota. Spingono i sassaresi, ma non trovano la via del raddoppio, davanti ad un Carbonia attendista.

Al 23’ Tristan Ganzerli si ritrova quasi inaspettatamente davanti ad Alessio Salvato. Il tiro punta al pareggio, l’intervento del numero uno rossoblù è decisivo, posto che l’azione lascia a terra Luis Mukaj ed Alessandro Aloia. Ancora il Carbonia in avanti, ma con poca convinzione anche se sempre più vicino alla porta torresina. Paolo Dametto sembra avere il pallone giusto, ma l’impatto è difficile e la palla supera la traversa e finisce sul fondo.

Si capisce che la Torres c’è. La manovra in mediana porta Adama Diakite a scambiare in maniera magistrale con Giancarlo Lisai, che a tu per tu con Adam Idrissi è una sentenza che non lascia spazio alle attenuanti: 2-0. Entra Ador Gjuci, pochi istanti dopo (38’) Fabio Porru trova la conclusione tesa e sotto l’incrocio che rimette tutto in gioco e scrive 2-1 sul tabellino. Inizia a scaldarsi Gigi Scotto.

Al 46’ poco prima del duplice fischio di metà gara, Adama Diakite si appresta a proteggere un pallone virgolato dalla difesa sud isolana, Adam Idrissi esce a valanga e lo atterra esattamente al vertice sinistro dell’area. Punizione battuta magistralmente da Giancarlo Lisai, con parabola che infilandosi in rete trova il tocco di Adama Diakite per il 3-1 che manda le due squadre negli spogliatoi.

Al rientro in campo, dopo 5’ di gioco, Francesco Ruocco riceve palla, cerca di accentrarsi, tira ma trova Adam Idrissi che stoppa in due tempi e gli nega la gioia della doppietta. Fabio Porru prova a colpire sotto misura sul traversone basso arrivato dalla destra dopo un passaggio errato di Alessandro Gurini ma la sfera finisce a lato. Al 12’ Alessio Murgia sorprende gli spalti con il tocco che vale il 3-2, riaprendo una partita che la Torres sembra essere in grado di controllare agevolmente ma non riesce ad “ammazzare”.

Dentro Massimiliano Mignogna per Alessandro Gurini. Affondo di Nicolò Antonelli stoppato in maniera fallosa ma per l’arbitro non interviene. Giancarlo Lisai sfiora la doppietta con un tocco sotto misura che per poco non beffa Adam Idrissi. Mister Alfonso Greco getta nella mischia Kalifa Kujabi per Samuele Pinna, Andrea Mastino in campo per David Suazo.

Al 32’ una gran conclusione da fuori area trova la parata in tuffo di Adam Idrissi che devia in calcio d’angolo. Andrea Mastino rimedia un giallo per un brutto fallo su un ispirato Daniele Bianchi. Nel Carbonia dentro Porcheddu per Alessio Murgia. Poi tocca anche a Davide Sabatini dare fiato ad un positivo Giancarlo Lisai. Al 36’ la doccia fredda: l’ex Ador Gjuci realizza la rete del 3-3 ribadendo in rete il pallone respinto da Alessio Salvato sul suo primo tentativo. Alfonso Grrco getta nella mischia anche Gigi Scotto.

La Torres si riserva nella metà campo del Carbonia, alla ricerca del gol del nuovo vantaggio. Samuele Curreli sostituisce Ador Gjuci infortunato. Cinque i minuti di recupero decretati da Fantozzi. La situazione non si sblocca. Finisce 3-3. Il Carbonia festeggia il punto conquistato che conferma il periodo molto positivo, alla Torres resta il rammarico per i due persi quando probabilmente pensava, alla fine del primo tempo, di averli già incamerati.

Torres: Salvato, Mukaj, Antonelli, Dametto, Gurini (15’ st Mignogna), Bianchi, Masala (40’ st Scotto), Pinna S. (30’ st Kujabi), Lisai (36’ st Sabatini), Diakite, Ruocco. A disposizione: Garau, Ferrante, Rossi, Turchet, Demartis. Allenatore: Alfonso Greco.

Carbonia: Idrissi, Adamo, Ganzerli, Serra, Suhs, Carboni, Padurariu (37’ pt Gjuci, 46’ st Curreli), Murgia (34’ st Porcheddu), Aloia, Isaia, Porru (30’ st Mastino). A disposizione: Bigotti, Pitto, Bellu, Agostinelli, Curreli, Porcheddu, Russu. David Suazo.

Arbitro: Flavio Fantozzi di Civitavecchia.

Assistenti di linea: Marco De Simone di Roma e Massimiliano Cirillo di Roma.

Reti: 2’ pt Ruocco (T), 32’ pt Lisai (T), 38’ st Porru (C), 47’ pr Diakite (T); 12’ st Murgia (C), 36’ st Gjuci (C).

Grave incidente stradale sulla strada Provinciale 61 in territorio di Villacidro, all’altezza di uno svincolo che collega ad un’attività commerciale che tratta infissi e serramenti.
Per cause ancora da accertare, due auto (una Fiat Doblo’ e una Giulietta Alfa Romeo) sono rimaste coinvolte in uno scontro, tutti feriti gli occupanti.
La sala operativa 115, ricevuta la richiesta di soccorso, ha inviato sul posto la squadra di pronto intervento dei vigili del fuoco del distaccamento di Sanluri, congiuntamente al personale sanitario del 118. I vigili del fuoco hanno operato per soccorrere gli occupanti, mettere in sicurezza i veicoli e la sede stradale.
Il conducente del Fiat Doblo’ estratto dalle lamiere e subito affidato al personale sanitario, si trova in gravi condizioni, in codice rosso gli altri due occupanti dell’Alfa Giulietta, tutti trasportati in ospedale dalle ambulanze giunte sul posto.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Villacidro che hanno provveduto alla gestione della viabilità stradale e la Polizia locale per gli accertamenti ed i rilievi di legge.

Con l’indizione della gara d’appalto per l’affidamento dei lavori, si avvia a conclusione, a Sant’Antioco, il procedimento dedicato ai “Lavori di manutenzione straordinaria degli impianti sportivi Lungomare Silvio Olla”, che prevede una serie di lavorazioni nelle aree che ospitano i due campi da tennis e nel campo di calcio a cinque, compresa la sostituzione del manto in erba sintetica di quest’ultimo. Un progetto che si inserisce nell’imponente programma di riqualificazione e ammodernamento degli immobili pubblici avviato da questa amministrazione comunale. L’investimento sulle strutture sportive è di 215mila euro, frutto di finanziamenti delle Isole minori ottenuti grazie alla progettazione proposta da questo Comune.

«In questi anni abbiamo dato vita a un programma poderoso di riqualificazione degli immobili di proprietà comunalecommenta il sindaco Ignazio Loccicomprese le strutture sportive: ora è il turno dei campi da tennis, accanto ai quali sono sorti due campi da Padel, e di quello di calcio a cinque. Nel frattempo, stanno per essere eseguite le ultimissime lavorazioni di completamento nei campi da padel, che presto potranno essere utilizzati. Il Lungomare e le strutture sportive così riqualificati rappresentano sempre più il biglietto da visita del nostro Comune.»

«Nello specificoevidenzia l’assessore dei Lavori pubblici, Francesco Garau le lavorazioni prevedono il rifacimento di tutte le recinzioni esterne, sia del tennis che del calcio a cinque, nonché quelle interne di delimitazione dei campi da gioco. E ancora, si procederà con il rifacimento di tutti i camminamenti interni e, infine, con la sostituzione del manto in erba sintetica del campo di calcetto.»