18 July, 2024
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Il presidente della Regione, Christian Solinas, ha firmato questa sera una nuova ordinanza, la n° 2 del 3 febbraio 2022, avente ad oggetto “Misure straordinarie urgenti di contrasto e prevenzione della diffusione epidemiologica da COVID-19 nel territorio regionale della Sardegna”.

Art. 1)

A far data dal giorno di entrata in vigore della presente Ordinanza e fino al 15 marzo 2022, fatte salve ulteriori e/o diverse valutazioni sulla base dei dati epidemiologici a disposizione, un test antigenico positivo è ritenuto sufficiente e non comporta un obbligo di conferma con test RT-PCR (molecolare) per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, per la definizione di caso confermato SARSCoV-2 e per le conseguenti disposizioni di isolamento o quarantena disposti dai Servizi di igiene e sanità pubblica.

Art. 2)

Le disposizioni di cui all’art. 1 si applicano unicamente ai test antigenici eseguiti dai soggetti autorizzati dalla Regione Sardegna, secondo le disposizioni regionali citate in premessa, non anche ai test antigenici autosomministrati.

Art. 3)

Al fine di assicurare la tempestiva presa in carico dei casi positivi, tutti i soggetti autorizzati all’esecuzione di test antigenici, secondo le disposizioni regionali citate in premessa, dovranno garantire l’inserimento dei dati nei sistemi informatici regionali già in uso e secondo le medesime modalità fino ad ora adottate, avendo cura di verificarne preventivamente l’identità personale.

Art 4)

La diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 in pazienti ospedalizzati, o per i quali deve essere disposta l’ospedalizzazione, deve essere confermata a mezzo di apposito test molecolare RT-PCR. 

Nel 1998 l’Organizzazione Mondiale della Sanità, riprendendo quando sviluppato da Nutbeam, nel Glossario di promozione della salute definisce l’health literacy come l’insieme delle capacità cognitive e sociali che determinano la motivazione e l’abilità degli individui per accedere, comprendere e utilizzare le informazioni, sì da promuovere e mantenere un buon livello di salute (World Health Organization. Health Promotion Glossary. WHO, Geneva, 1998).
La health literacy è legata al saper leggere e scrivere e riguarda le conoscenze, le motivazioni e le competenze delle persone ad accedere, comprendere, valutare e mettere in pratica le informazioni per esprimere giudizi e prendere delle decisioni nella vita di tutti i giorni, riguardanti l’assistenza sanitaria, la prevenzione e la promozione della salute per mantenere e migliorare la qualità della vita per tutto il corso della vita.
L’OMS inquadra, di fatto, il concetto nella dimensione delle life skills (Il termine di Life Skills viene generalmente riferito ad una gamma di abilità cognitive, emotive e relazionali di base, che consentono alle persone di operare con competenza sia sul piano individuale che su quello sociale. In altre parole, sono abilità e capacità che ci permettono di acquisire un comportamento versatile e positivo, grazie al quale possiamo affrontare efficacemente le richieste e le sfide della vita quotidiana), affermando che la health literacy implica il raggiungimento di un livello di conoscenza, abilità e consapevolezza utili a intraprendere azioni per migliorare la salute individuale e della comunità, promuovendo il cambiamento degli stili e delle condizioni di vita.
Il riferimento alla “salute della comunità” e alle “condizioni di vita” sottolinea quanto la health literacy sia rilevante non soltanto per la salute individuale, ma quanto eserciti un peso per la partecipazione della comunità a decisioni che hanno un impatto sulla salute della popolazione (la cosiddetta critical health literacy), aprendo definitivamente la strada allo sconfinamento di tale disciplina in ambito di prevenzione collettiva di promozione della salute (public health literacy).
Il primo articolo in cui si fa riferimento esplicito al concetto di public health literacy risale presumibilmente al 2005. In questo articolo Gazmarian e collaboratori si interrogano se sia etico che professionisti della salute forniscano informazioni troppo difficili o poco accessibili ai cittadini/clienti/pazienti, spesso incentrate sugli aspetti scientifici, comprensibili solo dagli esperti del settore (Gazmararian JA, Curran JW, Parker RM, Bernhardt JM, DeBuono BA. Public health literacy in America: an ethical imperative. Am J Prev Med 2005; 28 (3): 317-322)
Tale criticità, ripresa ed affrontata da numerosi altri autori, verrà descritta da Rowlands e Nutbeam come “the inverse information law” ossia come “la legge dell’informazione inversa” in base alla quale “quelli che hanno i più bassi livelli di health literacy hanno anche i più bassi livelli di informazione sanitaria” (Rowlands G., Nutbeam D. Health literacy and the “inverse information law”. Br J Gen Pract 2013; 63 (608): 120-121)
L’articolo di Gazmarian e dei suoi collaboratori prosegue affermando che, fino ad allora, l’attenzione alla health literacy era stata prevalentemente limitata all’ambito sanitario in senso stretto e, nello specifico, alla comunicazione tra i servizi sanitari e i pazienti, e proseguono lanciando una nuova sfida, quella della public health literacy, vista come un livello più elevato di alfabetizzazione sanitaria, nel quale gli individui siano in grado di comprendere non solo le informazioni sulla salute che li riguardano da vicino, ma anche quelle che interessano l’intera comunità.

In questo senso, le abilità di public health literacy sono essenziali e “spendibili” per comprendere, ad esempio, il ruolo di un fattore di rischio ambientale e per riconoscere le eventuali distorsioni nelle informazioni riportate dai media.
Affermando che «la qualità dell’informazione sanitaria che gli americani ricevono, la capacità di capire e usare quella informazione è la chiave per costruire un’America più sana e che colmare il gap in health literacy è una questione di etica e di equità, essenziale per ridurre le diseguaglianze nella salute», gli autori elencano sei passaggi per raggiungere l’obiettivo primario di una società maggiormente health literate:
– definire le caratteristiche di una popolazione health literate;
– sviluppare strumenti e indagini per misurare il livello di health literacy di una popolazione;
– valutare in modo critico gli sforzi comunicativi del personale sanitario;
– potenziare le capacità comunicative e di ascolto del personale sanitario;
– riconoscere che, a differenza della health literacy, possedere conoscenze teoriche su determinati argomenti di salute è condizione necessaria ma non sufficiente per impegnarsi a mantenere e promuovere comportamenti salutari;
– sviluppare collaborazioni estese tra sanità pubblica e altri professionisti per raggiungere l’obiettivo di mantenere e promuovere comportamenti.
Conoscenze, competenze e motivazioni costituiscono il cuore della definizione della health literacy, contraddistinguendola dalla singola acquisizione di conoscenze (aspetto meramente nozionistico) o di competenze (abilità raggiunte con l’addestramento), e sono finalizzate all’accesso, alla comprensione, alla valutazione e alla messa in pratica delle informazioni sulla salute durante tutto il corso della vita.
La health literacy influenza i comportamenti e l’uso dei servizi sanitari, con conseguenze in termini di outcome di salute e di costi per l’individuo e la collettività. Una bassa health literacy risulta associata a errori, esposizione a fattori di rischio, problemi di sicurezza del paziente, uso improprio dei servizi sanitari, mancata adesione a campagne di screening di popolazione, con conseguente peggioramento dello stato di salute, anche in termini di salute percepita.
In attesa di chiarire meglio i contenuti della riforma sanitaria e le funzioni di ARES e delle AASSLL, è bene ricordare a tutti gli operatori sanitari che è indispensabile garantire un aumento del livello di health literacy dei cittadini e della popolazione del Sulcis Iglesiente al fine di determinare un progressivo incremento dei livelli di autonomia e un empowerment maturo, fondato sulla conoscenza diretta dei fenomeni per realizzare l’autogestione della propria salute e la partecipazione attiva ai percorsi di cura.
A livello di ASL, le diverse strategie di coinvolgimento dei pazienti e di offerta di prestazioni e servizi devono essere appropriate in funzione del livello di alfabetizzazione sanitaria degli utenti. Affinché tale assunto si realizzi, è necessario che la direzione strategica includa la health literacy nelle politiche aziendali e che il personale sanitario sia formato sul ruolo della stessa come determinante di salute.
Nello specifico, soprattutto qualora non sia noto il livello di health literacy dei pazienti o della popolazione assistita, risulta indispensabile adottare alcune precauzioni universali (Agency for Healthcare Research and Quality, U.S. Department of Health and Human Services. Health Literacy Universal Precautions Toolkit. http://nchealthliteracy.org/toolkit/toolkit_w_appendix.pdf) per garantire che tutti i soggetti siano in grado di comprendere il messaggio di salute e di orientarsi all’interno del servizio sanitario.
Tra le precauzioni universali sono compresi gli interventi per migliorare la comunicazione orale o scritta, come la tecniche teach-back o brown bag medication review (Questo metodo consiste nel far ripetere al paziente, con parole proprie, quanto appena spiegato per testarne l’apprendimento, verificare l’efficacia della comunicazione e apportare le eventuali correzioni alle informazioni risultate inaccurate. La comprensione del paziente è confermata quando è in grado di ripetere correttamente quanto appena detto dal professionista), l’uso di materiale scritto semplice, con poche scritte e molte immagini, e incoraggiare i pazienti a fare domande.
Inoltre, considerando una prospettiva più ampia del sistema-salute, gli operatori sanitari devono tenere in considerazione il fatto che anche i caregivers dei pazienti, siano essi informali (familiari, amici) o formali (gli assistenti alla persona, ovvero i cosiddetti “badanti”), potrebbero presentare bassi livelli di health literacy.
L’alfabetizzazione sanitaria ci tocca tutti da vicino in maniera molto più concreta di quanto si possa pensare.
Ha a che fare con la nostra salute e con l’equità di accesso alle risorse, quindi con il perpetuarsi o l’aggravarsi delle disuguaglianze. Impatta non solo sulle possibilità di beneficiare pienamente delle risorse offerte dai diversi sistemi sanitari e dalla società in cui viviamo, ma compromette la capacità di reagire nelle situazioni di bisogno o di emergenza, coinvolgendo non solo i singoli interessati, ma le loro famiglie e le intere comunità.
Quest’ultimo aspetto risulta di particolare rilevanza alla luce dei cambiamenti dell’assetto del sistema sanitario regionale, che vede una sempre maggiore complessità e lontananza geografica di alcuni servizi e strutture di riferimento cagliaritane.

Bibliografia

Agency for Healthcare Research and Quality, U.S. Department of Health and Human Services. Health Literacy Universal Precautions Toolkit. http://nchealthliteracy.org/toolkit/toolkit_w_appendix.pdf

Health literacy e sanità pubblica https://www.saluteinternazionale.info/2018/02/health-literacy-e-sanita-pubblica

Freedman DA, Bess KD, Tucker HA, Boyd DL, Tuchman AM, Wallston KA. Public health literacy defined. Am J Prev Med 2009;36: 446-51.

Godlee F. Evidence based medicine: flawed system but still the best we’ve got. BMJ 2014;348:g440.

Hersh L, Salzman B, Snyderman D. Health Literacy in Primary Care Practice. American Family Physician 2015; 92(2): 118-24.

Ha Dinh TT, Bonner A, Clark R, Ramsbotham J, Hines S. The effectiveness of the teach-back method on adherence and self-management in health education for people with chronic disease: a systematic review. JBI Database System Reviews and Implementation Reports 2016; 14(1): 210-47.

3. Miller TA. Health literacy and adherence to medical treatment in chronic and acute illness: A meta- analysis. Patient Education and Counseling 2016; 99(7): 1079-1086.

Antonello Cuccuru

Come ogni anno, in questi giorni invernali, quando arriva il freddo, la pioggia impetuosa ed il forte vento si ripete la situazione di grande difficoltà e di disagio per i cittadini e, soprattutto, per le fasce socialmente più deboli, anziani, invalidi e disabili che devono stare in fila e in piedi per ore fuori dagli uffici postali per ritirare la pensione. Per certi versi con il nuovo servizio di prenotazione online delle Poste, che serve per evitare le lunghe attese e le code, la situazione, paradossalmente, diventa ancora più critica per molti anziani. Ci sono parecchi anziani che nonostante abbiano il cellulare non sanno usare l’applicazione delle Poste per la prenotazione online. Restano, infatti, in coda per ore e sono scavalcati da chi invece ha prenotato online e la fila aumenta. Per superare queste difficoltà si potrebbe invece, visto che ora per accedere agli uffici postali serve il green pass, aumentare il numero delle persone nelle sale d’attesa e dare la precedenza agli anziani e agli invalidi.   

Invece nulla è cambiato rispetto a prima nonostante Poste Italiane ribadisce che con le nuove soluzioni introdotte, l’accesso agli uffici postali sarà semplice e veloce.  Si continua al contrario a limitare inspiegabilmente gli accessi come succede in diversi uffici postali che entrano solo due persone per volta.

E’ chiaro che la migliore soluzione resta sempre l’aumento del personale addetto agli sportelli in modo particolare negli uffici dove c’è un solo operatore. Basterebbe però adottare questi pochi ma efficaci provvedimenti per risolvere una serie di incombenze che gravano pesantemente sui cittadini che hanno maggiori difficoltà. Sarebbe non solo un segno di civiltà e di rispetto per le categorie più deboli ma anche un diritto esigibile così come previsto dalla normativa e disciplinato dall’art. 2 comma 1, del decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 30 gennaio 1996, inerente la “Carta della qualità del servizio pubblico postale” che stabilisce: «L’Ente Poste Italiane (EPI) promuove a favore dei portatori di handicap, degli anziani e dei clienti in condizioni particolari, facilità di accesso e rapporto diretto agli sportelli».

I dirigenti dei vari uffici postali dovrebbero, pertanto, organizzare una gestione del servizio che sia più efficiente e nello stesso tempo più umano per conciliare le esigenze di tutti i clienti nel rispetto delle regole e dei diritti. Sarebbe, infatti, importante affiggere un cartello in ogni ufficio postale che informa i clienti sui diritti degli anziani e dei disabili e che esorta alla sensibilizzazione e al rispetto del vivere civile.

La Consulta degli Anziani, con spirito di collaborazione, è comunque disponibile a organizzare, con il supporto delle Poste, una formazione rivolta agli anziani per insegnare l’uso corretto del cellulare e facilitare l’accesso ai vari servizi con l’APP di Poste Italiane, compresa la prenotazione online.

Antonio Achenza

Presidente ConsultAnzianIglesias

È in arrivo anche in Sardegna il nuovo anti-virale “Paxlovid” della casa farmaceutica Pfizer. I primi 113 trattamenti completi del farmaco a uso orale, autorizzato dall’Aifa per le cure sperimentali contro il Covid-19, arriveranno domani nell’Isola e saranno consegnati alla farmacia dell’ospedale Santissima Trinità, hub regionale per lo stoccaggio e la distribuzione dei farmaci antivirali e degli anticorpi monoclonali. Le scorte destinate alla Sardegna fanno parte dei primi 11.200 trattamenti completi consegnati in Italia. Secondo quanto reso noto dalla struttura commissariale, la fornitura prevista nel corso del 2022 per il nostro Paese ammonta a 600mila trattamenti completi. Le indicazioni dell’Aifa prevedono l’impiego del “Paxlovid” entro cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi e il trattamento per un periodo di cinque giorni.

«Anche il nostro sistema sanitariospiega l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddusegue attivamente l’evoluzione in ambito scientifico delle cure contro il Covid. Come gli altri antivirali anche il “Paxlovid” è indicato per il trattamento precoce dei casi positivi che presentano importanti fattori di rischio per la possibilità di sviluppare le forme più gravi della malattia e quindi l’ospedalizzazione. Questi farmaci non sostituiscono i vaccini, che restano il primo baluardo contro il virus, ma rappresentano un’arma in più. Le nostre strutture sanitarie sono pronte e i trattamenti sono eseguiti e monitorati scrupolosamente dal personale sanitario.»

In Sardegna sono undici le strutture ospedaliere distribuite su tutto il territorio e autorizzate dalla Regione alla prescrizione ed al trattamento dei pazienti con i farmaci antivirali e anticorpi-monoclonali: l’ospedale Marino di Alghero, il Giovanni Paolo II di Olbia, il Nostra Signora della Mercede di Lanusei, il San Francesco di Nuoro, il San Martino di Oristano, il Nostra Signora di Bonaria di San Gavino, il Cto di Iglesias, le Cliniche San Pietro di Sassari, il Santissima Trinità e il San Michele (Arnas G. Brotzu) di Cagliari e il Policlinico Duilio Casula di Monserrato.

«Gli ultimi dati sui flussi turistici dei primi nove mesi del 2021, evidenziati nel dossier della Cna sarda, sono confortanti e incoraggianti, perciò nel 2022 mi aspetto una stagione turistica in crescita per la Sardegna e, confidando sulla possibile attenuazione dell’emergenza sanitaria, molto vicina ai livelli prepandemici. In questo scenario, l’incremento delle rotte è una buona notizia, oltre che un ulteriore segno della capacità attrattiva di Cagliari e della Sardegna in generale.»

Lo ha detto l’assessore regionale del Turismo, Gianni Chessa, questa mattina al Business center dell’aeroporto di Cagliari, durante la presentazione di quattro nuovi voli Ryanair in partenza da Cagliari: Carcassonne (Francia), Norimberga (Germania), Palma di Maiorca (Spagna) e Poznan (Polonia).

«L’attività promozionale portata avanti dalla Giunta regionale non ha avuto un attimo di tregua e i risultati lo dimostranoha aggiunto l’assessore Gianni Chessa -. Potrebbe non bastare, perché la Sardegna è ancora troppo discriminata. Il sogno di un’isola che vive tutto l’anno di turismo si può avverare, ma solamente con certezze nel settore dei trasporti, altrimenti rischiamo di non essere competitivi e di non riuscire ad andare oltre la stagione estiva. Promuoviamo ed offriamo unicità, facciamo molti sforzi e impegniamo risorse, ma potrebbe non bastare per destagionalizzare pienamente i flussi turistici. Anche se recentemente, grazie soprattutto ad una serie di grandi eventi, in particolare sportivi e culturali, abbiamo ottenuto buoni risultati e di buon auspicio per la ripartenza del settore. La collaborazione anche coi grandi vettori è fondamentale per rafforzare e incrementare i collegamenti da e per la Sardegna, finalizzati non solo allo sviluppo del turismo, ma anche per garantire la mobilità dei Sardi.»

Nell’ultimo incontro con il ministro Giancarlo Giorgetti la Confindustria ha manifestato al rappresentante del Governo la grave e drammatica situazione che attraversa l’apparato produttivo della Sardegna, in particolare per l’aumento vertiginoso subito dalle tariffe di energie elettrica e gas, per fronteggiare la quale sono necessari interventi urgenti e strutturali di politica industriale.
«La situazionedice Giuseppe Toia, vicepresidente Assometha subito un’evoluzione drammatica. E’ interessante l’iniziativa portata avanti dall’amministratore delegato della Portovesme Srl, Davide Garofalo, che ha evidenziato gli effetti prodotti sulla produzione industriale dagli aumenti delle tariffe elettriche e del gas, con un primo impatto sull’occupazione, con il blocco della produzione di zinco ed il conseguente ed il collocamento in cassa integrazione guadagni di oltre 400 lavoratori. Le iniziative della Portovesme Srlha aggiunto Giuseppe Toiasono importanti, perché fra le proposte portate sul tavolo del Governo, c’è la richiesta della superinterrompibilità per la Sardegna e la Sicilia.»
«La crisi attualeha aggiunto Giuseppe Toiapuò per certi versi essere accostata a quella del 1973, quando la crisi petrolifera creò un trauma al sistema produttivo. Oggi la situazione si è aggravata anche a causa delle tensioni europee ma non va nemmeno sottovalutato che alla base di tutto ci sono interessi di altra natura e speculazioni.»
«A supportare ciòha concluso il vicepresidente Assometsono necessarie soluzioni immediate, sulla falsariga di quanto hanno già fatto i governi di Francia e Germania e gli incontri avvenuti tra Confindustria, Assomet e Governo, e l’istituzione di una task-force coordinata da palazzo Chigi al fine di dare attuazione a misure adeguate, è stato un passo importante.»
Armando Cusa

Due giovani di Carloforte, di 31 e 39 anni, sono stati denunciati a piede libero per ricettazione dai carabinieri della locale Stazione. En- trambi sono stati fermati nel corso di un servizio perlustrativo a “La Caletta”, nel parcheggio adiacente l’albergo Baia D’Argento. I carabinieri avevano notato una Fiat Panda allontanarsi repentinamente al loro arrivo. I due sono stati in breve raggiunti e sottoposti a controllo e, a seguito di perquisizione veicolare, è stata rinvenuta varia merce della quale i due giovani non sono stati in grado di motivare la provenienza. Si trattava di cavetteria varia, di oggetti di arredo bagno e di due taniche di vernice. Materiale verosimilmente sottratto ad un cantiere edile. Anche il loro maldestro tentativo di fuga predispone negativamente nell’interpretazione complessiva del loro comportamento.

 

Dopo aver camminato a “Passo lento” lungo il Cammino Minerario di Santa Barbara per commemorare la prematura scomparsa della giovane torinese Beatrice che si preparava a percorrere lo stesso Cammino Minerario di Santa Barbara, il pellegrino vicentino Mirco Birollo, ingegnere di professione e pittore per talento e passione, ha realizzato un fantastico dipinto di dimensioni 100×80 cm utilizzando la tecnica del “Cubismo sacro”.

L’opera pittorica realizzata da Mirco Birollo, che rappresenta i pellegrini in cammino lungo Cammino Minerario di Santa Barbara che, illuminati dallo splendore della luce del sole, ringraziano il Signore per la bellezza del paesaggio nel quale sono incastonate le grandiose testimonianze di archeologia industriale realizzate dai minatori nei secoli passati, è stata donata dall’autore alla Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara.

Con questa donazione si ripete un altro gesto di generosità già fatto da altri pellegrini che testimonia ancora la loro bellezza interiore, i loro valori che li portano ad amare la nostra terra ed il loro talento artistico e divulgativo che rappresentano fonte di gioia e gratificazione per l’impegno dedicato alla costruzione del Cammino Minerario di Santa Barbara.

Sono 1.564 i nuovi positivi al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, su 24.384 test eseguiti (4.662 molecolari, 19.722 antigenici), il 6,41%.

I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 30 (2 in meno di ieri).

I pazienti ricoverati in area medica sono 376 (1 in meno di ieri).

Sono 23.127 le persone in isolamento domiciliare ( 379 in più di ieri).

Si registrano 11 decessi: 2 donne di 84 e 93 anni, residenti nella provincia di Sassari; 3 uomini di 70, 80 e 90 anni, residenti nella Città Metropolitana di Cagliari; 1 donna di 77 anni, residente nella provincia di Oristano; 1 uomo di 66 anni e 1 donna 88, residenti nella provincia del Sud Sardegna; 1 donna di 83 e altri 2 pazienti, residenti nella provincia di Nuoro.