21 December, 2024
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I loro lavori di due giovani sardi sono stati pubblicati in un libro fotografico, uscito il 1° novembre. Patron dell’iniziativa è Brian May, celebre chitarrista dei Queen.

Una è Mary Friargiu, 26 anni, residente ad Iglesias. Negli ultimi anni ha sviluppato una passione per la fotografia stereoscopica: tecnica che permette di fotografare gli oggetti e lo spazio in 3D, e di cui Brian May è un grande appassionato. Due anni fa, nel pieno del lockdown, impossibilitata ad uscire di casa, ha iniziato a creare le sue ‘Modern Diableries’ ovvero piccoli diorama con degli scheletrini creati artigianalmente. Loro sono i protagonisti di avventure divertenti, che trovano ispirazione nelle Diableries francesi del diciannovesimo secolo.

Due fotografie stereoscopiche di questi diorami sono state selezionate personalmente da Brian May e pubblicate nel libro ‘Stereoscopy Is Good For You: Life In 3D’, che celebra la creatività di oltre 100 fotografi appassionati di Stereoscopia provenienti da tutto il mondo durante il periodo della Pandemia.

L’inizio della sua collaborazione ‘stereoscopica’ di Mary Friargiu con Brian May, risale al 2021 con la pubblicazione di foto di Marte in 3D sul blog Mastcam-Z dello scienziato della NASA Jim Bell.

Brian May ha inoltre selezionato un’intensa fotografia stereoscopica scattata da Alessio Argiolas, graphic designer residente a Quartu Sant’Elena. La foto mostra il Parco di Molentargius, un’oasi naturalistica che si estende per circa 1600 ettari, considerata tra le più importanti d’Europa. Alessio Argiolas spiega che la passerella nella sua foto rappresenta il desiderio di passaggio ad una nuova fase più positiva, con allegata una frase della scrittrice americana Helen Keller: «Quando si guarda in faccia il sole, non esistono ombre».

Il progetto ha spinto una delle gallerie fotografiche più famose di Londra, la Proud Galleries, ad inaugurare una mostra di 5 mesi che celebra le foto del libro, a cui i partecipanti del libro sono stati invitati e hanno potuto incontrare dal vivo Brian May.

Foto allegate:

  • In copertina foto personale di Mary Friargiu con Brian May scattata durante l’inaugurazione della mostra

  • Foto stereoscopica del diorama Musique Infernale di Mary Friargiu

  • Foto stereoscopica del Parco di Molentargius di Alessio Argiolas.

 

«Stiamo assistendo all’ennesima vergognosa ingiustizia a danno delle lavoratrici e dei lavoratori del Servizio sanitario regionale. I lavoratori precari, assunti per far fronte alla pandemia da Covid-19, oggi hanno ricevuto la retribuzione senza il salario di produttività che è stato assicurato alle colleghe e ai colleghi che come loro hanno lavorato in questi anni di pandemia. Abbiamo posto il problema ieri pomeriggio all’attenzione dell’assessorato regionale della Sanità che ci ha comunicato che visti gli stanziamenti statali di emergenza che non coprivano interamente le quote di risorse necessarie ad assicurare l’applicazione corretta di tutti gli istituti contrattuali, compresa la produttività, le risorse aggiuntive dovevano essere stanziate dalle Regioni per assicurare la piena applicazione del contratto a tutte le lavoratrici e lavoratori impegnati in prima linea nella pandemia.»
Lo scrivono, in una nota, Roberta Gessa, Massimo Cinus e Fulvia Murru, segretari della FP Cgil, Cisl FP e Uil FPL.
«A fronte del fatto che il finanziamento del Fondo Sanitario Regionale è a totale carico della nostra Finanziaria, che non ha provveduto finora, chiediamo alla Giunta regionale ed al Consiglio che sta discutendo in questi giorni la DDL OMNIBUS 2 di mettere immediatamente a disposizione le somme necessarie per consentire anche ai lavoratori e alle lavoratrici assunti appositamente per far fronte alla Pandemiaconcludono Roberta Gessa, Massimo Cinus e Fulvia Murru, di avere riconosciuti gli stessi diritti dei loro colleghi con cui hanno lavorato fianco a fianco in questi anni terribili.»

In questi giorni s’intensifica il dibattito territoriale, nonché l’interlocuzione-confronto dei Sindaci nel contesto della Conferenza socio-sanitaria con la Direttrice dell’ASL 7 Giuliana Campus, in merito all’atto aziendale che certificherà e qualificherà l’allocazione, distribuzione e sostenibilità dei servizi ospedaliero-sanitari nel nostro territorio.
Un tema che ci coinvolge e preoccupa, anche in virtù del progressivo depauperamento della sanità territoriale avvenuto negli ultimi anni, e dell’abbassamento di ogni standard qualitativo sul fronte dell’assistenza sanitaria.
E’ necessario partire da questa consapevolezza per avanzare una proposta che abbia come unico obiettivo quello di risollevare i livelli qualitativi della sanità nel Sulcis Iglesiente, in particolare per ciò che riguarda il trattamento delle urgenze; delle attività programmate; dei servizi territoriali; in modo concreto e realistico senza tentare di camuffare la realtà con sogni che al momento non hanno e non possono trovare alcun concreto riscontro.
L’attuale proposta di atto aziendale non risponde affatto a tali obiettivi dal momento che propone di organizzare al ribasso due mezzi ospedali: il Sirai ed il CTO con la convinzione che ciò produca come risultato un intero ospedale.
Non è assolutamente cosi! Due mezzi ospedali restano sempre due mezzi ospedali destinati ad abbassare ulteriormente i livelli di erogazione dei servizi, sia del trattamento delle emergenze che delle attività programmate. A ciò si aggiunga, cosa ben nota e riscontrabile dalle cronache quotidiane, l’affannarsi continuo della dirigenza ASL dei soggetti politico-sociali e delle comunità locali, per scongiurare finanche la chiusura dei servizi quando semplicemente, per qualsiasi motivo, si assenti qualche professionista sanitario.
Oltretutto, nello specifico delle ipotesi proposte dalla dirigenza riscontriamo che i due ospedali di Carbonia e Iglesias vengono ancora una volta presentati come due contenitori più volte in passato riorganizzati – ristrutturando, comprimendo e tagliando i servizi – senza mai ridiscutere il modello culturale di fondo sui quali costruire la rete sanitaria.
Peraltro, continuare a strutturare le strutture del Sirai e del CTO come due silos organizzativi, con due UU.OO. di Chirurgia Generale, due di Ortopedia e Traumatologia e due Pronto Soccorso, rappresenta un tradimento politico nei confronti dei cittadini che porterà unicamente al risultato di perdere altri servizi. Poiché i silos organizzativi, quando sono tali, tendono a ragionare in modo autonomo e a cercare di ottimizzare il proprio funzionamento anche quando il loro interesse particolare può andare a scapito del funzionamento complessivo dell’organizzazione. Nonché, conseguentemente, a ricercare un’ottimizzazione locale a scapito di quella globale. D’altronde, i bassissimi volumi di attività di molte UU.OO. presenti nei nostri due “ospedali silos”, che sono fisiologicamente portati a ragionare in un’ottica di separazione, non ci consentono più di negoziare ulteriori risorse umane.
Perciò non sarà sufficiente un direttore di Dipartimento per risolvere le criticità tra i doppioni esistenti e previsti. A tal proposito diventa vitale cominciare a ragionare in termini di progettazione di un Presidio Ospedaliero unico senza per questo far prevalere le paure di perdere pezzi o professionalità per l’una o l’altra città.
Nondimeno, è necessario riconoscere appieno le peculiarità geografiche e demografiche delle due città ove sorgono i due ospedali. L’ospedale Sirai di Carbonia, così come previsto dalla legge e dalla DLR 2017, per ovvi motivi legati alla sua baricentricità territoriale e la potenziale platea di utenti (consistente poco meno di 90.000 cittadini/e), naturalmente ospita il DEA di 1 livello. Ma tale status va articolato con interventi concreti e il dislocamento all’interno della sua struttura di tutte le UU.OO. e i servizi propedeutici, afferenti e/o necessari, affinché sussista un ospedale specializzato nel dipartimento “emergenza-urgenza”.
Mentre per tutto ciò che concerne l’organizzazione del territorio è necessario declinare al meglio il modello “Chronic Care Model” (CCM) e suggerire un approccio “proattivo” tra il personale sanitario e gli stessi pazienti, con l’obiettivo di passare da un modello di “medicina d’attesa”, dove il bisogno si trasforma in domanda, ad uno incentrato sulla “Sanità d’iniziativa” per il quale è necessaria la creazione di percorsi ad hoc per patologie croniche quali il diabete, l’ipertensione, o la broncopneumopatia cronica ostruttiva, in quanto assorbenti elevate quantità di risorse.
Se davvero vogliamo risollevare il grado di soddisfacimento dei bisogni di salute provenienti dalla nostra comunità è giunto il momento di voltare pagina. Per queste ragioni, “Carbonia Avanti” sostiene la posizione del sindaco Pietro Morittu e di tutti i sindaci che intendono impegnarsi consapevolmente a sostegno del rafforzamento dei livelli di erogazione dei servizi sanitari nel Sulcis Iglesiente e perciò bocciano la proposta avanzata dall’azienda.

Carbonia Avanti

Coordinamento cittadino

Sono 505 i nuovi positivi al Covid-19 in Sardegna su 2.711 tamponi eseguiti, 67 diagnosticati da molecolare, 438 da antigenico, nessun decesso.

E’ rimasto invariato il numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva, 3.

I pazienti ricoverati in area medica sono 92 (-4).

Sono 6.476 le persone in isolamento domiciliare (-284).

Il comune di Sant’Antioco per la prima volta ottiene la qualifica di “Città che legge” (per il biennio 2022-2023), risultato della partecipazione all’avviso promosso dal Ministero della Cultura e dal “Centro per il libro e la lettura”, d’intesa con l’Anci. Tra i requisiti richiesti dal bando, novità rispetto ai bienni precedenti, anche l’aver già stipulato un Patto per la lettura che coinvolgesse nella promozione della lettura le realtà del territorio.

«Dopo la stipula del Patto per la Lettura con le associazioni cittadine – commenta l’assessore della Cultura Luca Mereu il Comune di Sant’Antioco riceve la qualifica di “Città che Legge”, un importante riconoscimento nazionale che viene attribuito a quelle amministrazioni comunali che si impegnano con continuità, sul proprio territorio, a incentivare politiche pubbliche di promozione della lettura. Oltre all’importante riconoscimento che premia i nostri sforzi per sostenere la crescita socio-culturale del nostro paese attraverso la diffusione della lettura come valore riconosciuto e condiviso, la qualifica di “Città che Legge” è anche un requisito fondamentale per partecipare a bandi e progetti nazionali di promozione della lettura capaci di valorizzare le sinergie tra istituzioni pubbliche, istituti scolastici, biblioteche e associazionismo».

Ai Comuni che hanno ottenuto la qualifica 2022-2023, infatti, è riservata la partecipazione all’omonimo bando di finanziamento “Città che legge”per progetti meritevoli che abbiano come obiettivo la promozione del libro e della lettura.

Ieri pomeriggio gli agenti della Volante del Commissariato di Iglesias sono intervenuti presso l’abitazione di un uomo perché aveva aggredito il medico curante durante una visita domiciliare. Gli agenti, una volta raggiunto l’abitazione, hanno trovato il medico, in servizio presso il Centro di Igiene Mentale di Iglesias, riverso a terra con il volto sanguinante e l’aggressore, di anni 58 già conosciuto agli operatori, sopra di lui che continuava a colpirlo al volto.

Con non poca fatica i due agenti sono riusciti a sottrarre il medico dalla violenta azione dell’uomo e a consentire al personale del 118 di prestare le prime cure al malcapitato. Al sanitario è stato necessario un urgente trasferimento  all’ospedale “Brotzu” di Cagliari, dove gli è stata assegnata una prognosi di 30 giorni per lesioni gravi.

Da quanto appreso dagli Agenti l’uomo, paziente psichiatrico, aveva contattato il centro di Igiene mentale per poter avere a domicilio una ulteriore dose della terapia farmacologica fatta il giorno prima, perché ritenuta insufficiente. Il medico quindi si era presentato presso la casa del paziente insieme ad altre due infermiere ed una volta entrato è stato, inaspettatamente ed improvvisamente, colpito con calci e pugni dall’uomo, in preda ad una “violenta esplosione di rabbia”. Le due donne nulla hanno potuto fare per sottrarre il medico dalla furia dei colpi, perché anche loro sono state colpite ripetutamente con calci. Solo una delle due è riuscita a raggiungere il cortile e a chiamare il 113.

L’uomo è stato arrestato per il reato di lesioni gravi.

Stamane una squadra di pronto intervento dei vigili del fuoco del Comando di Cagliari, è intervenuta sulla strada Provinciale 91 che collega la Statale 195 territorio del comune di Capoterra, per un incidente stradale nel quale, per cause ancora da accertare, un’auto 

ed un camion sono rimasti coinvolti in uno scontro.

I vigili del fuoco hanno provveduto alla messa in sicurezza dei veicoli e della sede stradale.

Nell’incidente, purtroppo, è deceduta una donna di 92 anni, un’altra ferita è stata soccorsa trasportata in ospedale dagli operatori sanitari del 118, entrambe le donne occupanti dell’autovettura, illeso il conducente del mezzo pesante.

La strada è stata temporaneamente interdetta alla circolazione stradale per le operazioni di soccorso e di messa in sicurezza dei veicoli, della sede stradale e per gli accertamenti ed i rilievi da parte della Polizia stradale.

 

 

 

Una 71enne pensionata di Carbonia è stata investita accidentalmente da una Citroen condotta da un coetaneo, originario di Assemini, che non si era reso conto della sua presenza mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali, in via Roma. L’uomo viaggiava in compagnia della madre 95enne. L’anziana è stata subito soccorsa dall’investitore. La donna ha riportato solo lievi ferite, ma è stata comunque trasportata da personale 118 presso l’ospedale Sirai di Carbonia per i necessari accertamenti sanitari. I documenti di guida e quelli assicurativi del mezzo sono risultati essere regolari. I rilievi tecnici sul luogo del sinistro sono stati effettuati, per ogni possibile sviluppo legale, dai carabinieri intervenuti sul posto.

La Giunta comunale di Sant’Antioco ha approvato le linee guida del progetto “Azioni attive per lo sport e la musica”, pensato con lo scopo di favorire l’accesso alle attività sportive e musicali alle famiglie che vivono un certo disagio economico. La dotazione finanziaria è di 8 mila euro e a breve l’ufficio Politiche Sociali predisporrà gli atti (manifestazione di interesse per le società sportive, avviso pubblico e modulistica per i partecipanti) per avviare quanto prima il progetto.

«Riteniamo necessario sostenere i bambini e gli adolescenti nel loro percorso di crescita, rafforzando la rete di aiuto alle famiglie e promuovendo attività di prevenzione sanitaria con servizi a valenza educativa come lo sport e la musica commenta il sindaco e assessore dello Sport, Ignazio Locci – con questo progetto diamo risposta anche alle richieste presentate dai cittadini che vivono un disagio e che, se non sostenuti, non maturerebbero l’esperienza della pratica sportiva o musicale.»

Con il progetto “Azioni attive per lo sport e la musica” si rafforza il livello di salute, prevenzione, socialità, integrazione offrendo opportunità e risorse per la pratica di attività sportive o musicali da parte di giovani e giovanissimi. Nel contempo si offrono iniziative volte all’educazione all’attività motoria, ai corretti stili di vita e alla diffusione della cultura musicale quali elementi essenziali per la crescita culturale, sociale e intellettuale dei giovanissimi in un complessivo progetto di miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Senza tralasciare il fatto che si garantiscono ai Servizi Sociali ed Educativi un ulteriore valido strumento nella prevenzione del disagio, nel recupero e nella lotta all’emarginazione.

Il “Progetto Azioni attive per lo sport e la musica” verrà garantito per bambini e ragazzi che hanno un’età compresa tra i 6 e i 17 anni (il compimento del 6° e del 17° anno di età deve avvenire entro il 31 dicembre dell’anno in corso), risiedono nel comune di Sant’Antioco e appartengono a nuclei familiari il cui ISEE non è superiore a 4.500,00 euro.