17 July, 2024
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Il comune di Carbonia poco fa ha diffuso una nota nella quale si legge che «è in fase di completamento l’invio tramite posta ordinaria dei bollettini relativi al pagamento della Tari 2021 e che a causa del prolungamento delle tempistiche non è prevista alcuna mora a carico dei cittadini».

«Il ritardospiegano dall’ufficio Tributi è dovuto in parte al nuovo sistema di pagamento che il Comune sta avviando da quest’anno con la modalità PagoPA, il sistema nazionale per i pagamenti a favore della Pubblica amministrazione. Si tratta di una piattaforma digitale che rende la procedura più veloce e precisa rispetto alle vecchie modalità. I canali di pagamento restano quelli tradizionali.»

Anche l’introduzione di una serie di agevolazioni economiche, come da delibera del Consiglio comunale, a favore di chi è stato penalizzato dalla situazione della pandemia, e destinate nel dettaglio ad alcune categorie di utenze non domestiche, ha comportato per gli uffici un lavoro capillare di inserimento dati e conseguente verifica delle posizioni degli aventi diritto.

«Anche questo fattoreha spiegato il sindaco di Carbonia Pietro Morittuha portato ad un rallentamento delle emissioni dei bollettini. Vorrei rassicurare i cittadini che, nonostante l’arrivo dei bollettini già scaduti non sarà dovuta alcuna mora e che per assolvere i pagamenti si ha a disposizione un arco temporale di cinque mesi, dal momento in cui viene ricevuta la bolletta.»

Con decreto del ministero dell’Interno del 30 dicembre 2021 (https://dait.interno.gov.it/finanza- locale/notizie/comunicato-del-31-dicembre-2021), in riferimento alla partecipazione al bando di rigenerazione urbana (delibera Giunta comunale n° 75 del 04-06/2021), sono stati assegnati al comune di
Carbonia i fondi per la realizzazione di sei progetti per complessivi € 16.550.000, di cui un finanziamento per € 15.492.676,75 e € 1.057.323,25 di cofinanziamento comunale.
In dettaglio i progetti finanziati riguardano:
– Recupero e riqualificazione dell’edificio ex-Ufficio Tecnico come direzione ed archivio del CICC (Centro Italiano della Cultura del Carbone) – € 3.450.000;
– Rifunzionalizzazione della ex centrale elettrica nella Grande Miniera di Serbariu come Museo della Città di Fondazione e Archivio del Novecento – € 8.600.000;
– Realizzazione del Parco della Grande Miniera di Serbariu – € 1.600.000;
– Riqualificazione dell’Edificio polifunzionale del Polo di Alta Formazione e cultura di Serbariu – € 1.700.000;
– Riqualificazione della Via Manno: completamento del progetto generale – € 600.000;
– Riqualificazione e ripristino funzionale del collegamento pedonale del ponte sul Rio Cannas – € 600.000.
Non era scontata la partecipazione a questo bando, ma la forte volontà della Giunta condotta dal sindaco Paola Massidda ed il proficuo lavoro portato avanti dagli assessori dell’Urbanistica Luca Caschili e dei Lavori pubblici Gian Luca Lai ha permesso di arrivare a questo importante risultato.
Un doveroso ringraziamento va al dirigente e ai funzionari del Servizio Lavori pubblici che hanno lavorato al bando, come pure al prof. Giorgio Peghin ed al suo gruppo di lavoro dell’Università di Cagliari, per il ruolo di affiancamento e consulenza che hanno avuto nel percorso di sviluppo delle proposte progettuali.
Ora spetterà all’Amministrazione Morittu di attuare quanto ricevuto in eredità dalla Giunta Massidda. Le opere richiederanno tempi stringenti per l’avvio e il completamento dei lavori, come previsto dalle condizionalità del PNRR, infatti, il contratto dovrà essere concluso entro il 30 settembre 2023 per poi ultimare il collaudo delle opere entro il 31 marzo 2026.

Gian Luca Lai

Consigliere comunale e portavoce del M5S di Carbonia

La fine degli Ospedali Provinciali non è stata ordinata dallo Stato. E’ iniziata nel 2001 quando, con la modifica del Titolo V della Costituzione, lo Stato cedette i suoi diritti di supremazia legislativa sanitaria alle Regioni. Da allora prese piede un programma di impoverimento progressivo della Sanità provinciale per concentrarla nei due poli sanitari di Cagliari e Sassari.
Lo strumento utilizzato fu uno slogan burocratico che suona così: “Hub and Spoke”.
Questo slogan seguiva ad altri slogan non meno insidiosi come “efficienza ed efficacia” che vuol dire “ottenere gli stessi risultati spendendo di meno” e “valorizzazione e razionalizzazione” che vogliono dire “sfruttare il più possibile gli organici e le strutture sanitarie senza aumentare le spese”.
I termini contenuti nello slogan “Hub and spoke” hanno questi significati: “Hub” è il nome inglese che si dà al mozzo della ruota del carro, cioè il centro della ruota. Gli “Spoke” sono i raggi della ruota del carro. Cosa significa? Significa che così come i raggi scaricano tutte le loro forze sul mozzo della ruota così pure lo stesso meccanismo di travaso di energie deve avvenire nella Sanità. In sostanza significa “centralizzazione”, cioè “trasferimento” degli impegni di spesa dalla periferia al centro. Il “centro” sono le due città di Cagliari e Sassari. I raggi sono gli Ospedali Provinciali.
Questa idea non è né del tutto nuova né del tutto sbagliata. Infatti, quando nel 1968 venne varata la Legge n° 128, si convenne che gli Ospedali dovessero essere differenziati in: “Zonali”, “Provinciali” e “Regionali”. Gli Ospedali “Regionali” si trovavano a Cagliari e Sassari, ed erano, rispettivamente, il San Giovanni di Dio ed il S.S. Annunziata. In tutti gli Ospedali. Provinciali e Regionali, si curavano, alla pari, le malattie internistiche dell’adulto e del bambino, le malattie chirurgiche, sia quelle pediatriche che dell’adulto; si dava assistenza ostetrica e ginecologica di ottimo livello; si curavano i traumi e si eseguivano interventi ortopedici. Ciò che differenziava gli Ospedali Regionali era che, oltre ai servizi dati anche negli ospedali provinciali, si ricoveravano le malattie poco frequenti e complesse, che erano oggetto di studio dei Centri Universitari come: la Neurochirurgia, la Chirurgia toracica, la Psichiatria (i Manicomi), la Anatomia Patologica, le cura delle Malattie tropicali, quelle delle malattie rare come la Lebbra e la Dermosifilopatica. Negli Ospedali Provinciali, alla pari con quelli Regionali, si curavano le malattie gravi ma molto diffuse come la Tubercolosi polmonare e ossea (il CTO di Iglesias, il Marino di Cagliari ed il Marino di Alghero).
In sostanza la suddivisione non era in base alla “tipologia comune”, ma alla “rarità” e all’area di “ricerca universitaria”.
A Carbonia, fino agli anni ‘60, si eseguivano anche interventi di Neurochirurgia del cranio, mentre ad Iglesias si eseguivano interventi di neurochirurgia della colonna vertebrale e tutte le nuove tecniche di riparazione delle malformazioni ossee, competendo con la migliore chirurgia Ortopedica dell’Istituto Rizzoli di Bologna. Inoltre si curavano le malattie respiratorie da miniera (silicosi e pneumoconiosi rare).
Con questo si vuole dire che le cure delle malattie venivano fornite in egual misura ai cittadini nei propri territori di appartenenza.
Questo spiega la differenza tra Ospedali di interesse Regionale e quelli Provinciali così come la si intendeva fino all’inizio del 2000. Nei primi anni 2000 , per identificare il livello di importanza degli Ospedali, si operò una sostituzione di linguaggio: comparve per la prima volta l’espressione che indicava Ospedali “Hub” e Ospedali “Spoke”. Cioè “Ospedali destinati a ricevere pazienti dalla periferia” e “Ospedali di periferia che dovevano trasferire i propri pazienti agli Ospedali dei Centri Capoluogo”. Così la bilancia democratica della Sanità cominciò a pendere verso Cagliari e Sassari.
Perché la burocrazia Sanitaria iniziò ad utilizzare l’inglese visto che esisteva una valida espressione italiana per indicare centro e periferia? Perché con questa nuova formula si voleva dire una cosa nuova, ben diversa. Non si voleva dire più che gli Ospedali Provinciali dovevano trasferire a Cagliari solo casi di Neurochirurgia e di Cardiochirurgia, ma iniziò a voler dire che anche tutti gli altri Servizi Sanitari per patologie comuni (addominali, traumatiche , tumorali, ostetrico-ginecologiche, etc.) dovevano essere trasferiti presso gli Ospedali di Cagliari e Sassari. Ne nacque il progressivo svuotamento degli Ospedali Provinciali perché l’espressione “Hub and spoke”, nelle mani degli interpreti degli uffici programmatori, aveva assunto il significato estremo di “travaso totale della Sanità” a Cagliari e Sassari, destinate a diventare, con maggiori finanziamenti, “città ospedaliere”.
Non solo Carbonia ed Iglesias ma anche altri grandi Ospedali provinciali, come quelli di Oristano e Nuoro, finirono nello ingranaggio dello “Hub and Spoke” e iniziò il loro degrado a vantaggio delle città capoluogo. Il tempo dirà se si è trattato di un meccanismo antidemocratico di “abuso di posizione dominante”.
Per effetto di quel depauperamento sanitario territoriale, nei mesi di Febbraio, Marzo, Aprile e Maggio avemmo in Italia la più alta mortalità da Covid19 del mondo e un lunghissimo Lockdown di 68 giorni (dal 10 Marzo al 18 Maggio 2020). Per questo evento sanitario storico così grave l’Europa deliberò di destinare all’Italia un finanziamento umanitario storico (in parte sussidio e in parte prestito) per riavviare la ripresa economica e ricostituire la Sanità Ospedaliera e territoriale pubblica. E’ stato un richiamo dell’Europa a riparare gli errori che generarono la disfatta sanitaria.
Oggi stanno comparendo nuove disposizioni regionali che attribuiscono ai Sindaci e ai Presidenti di Provincia più chiare e decise funzioni di controllo sul Sistema Sanitario territoriale. Uno di questi è l’articolo 11 della legge regionale 24/2021 in cui si attribuisce alla “Conferenza provinciale Sanitaria”, composta dai Sindaci, la possibilità di accedere alla verifica della attuazione del “Programma Sanitario Regionale” con la possibilità di formulare osservazioni sulla pianificazione, e anche di chiedere la decadenza dei Direttori Generali in caso di inadempienze.
La legge suddetta distingue le competenze delle ASL in due settori: quello Ospedaliero e quello territoriale. Il territorio si articola in Distretti Sanitari.Nel Sulcis Iglesiente i Distretti sono tre: quello di Iglesias, quello di Carbonia e quello delle Isole. Il “Comitato di Distretto” è formato dai Sindaci. Essi devono controllare l’efficacia dell’azione amministrativa del Direttore di Distretto e devono intervenire per le eventuali correzioni di rotta.
In sostanza, dopo l’espulsione dei Sindaci dalle ASL, avvenuta negli anni ‘90, oggi i Sindaci sono nuovamente destinati ad occupare un posto nella cabina di regia della Sanità territoriale.
Quali obiettivi immediati possono porsi i Sindaci?
– Possono concordare con la Regione quale debba essere l’interpretazione autentica dell’espressione “Hub and Spoke” cercando di riottenere per gli Ospedali Provinciali (oggi con DEA di I livello) le funzioni storiche, chiarendo che agli Ospedali regionali sono riservate soltanto le attività complesse, rare, costose, delle seguenti specialità:
– Cardiochirurgia,
– Neurochirurgia,
– Trapianti d’Organo,
– Centro grandi Ustionati e chirurgia plastica,
– Chirurgia maxillofaciale,
– Tumori infantili e leucemie,
– Radioterapia.
Ricordiamo che anche Cagliari e Sassari sono sedi, oltre che di due ospedali regionali, anche di Ospedali provinciali. Gli Ospedali di Carbonia, Nuoro, Olbia, Oristano, San Gavino, Lanusei devono essere dotati di posti letto, di personale, di strumenti e di finanziamenti come gli Ospedali provinciali di Cagliari e Sassari. E tra questi non ci può essere travaso di pazienti e servizi perché tutti devono essere esattamente alla pari in qualità professionale e strumenti.
Secondo la revisione del DM 70 del 2021 si deve prevedere di sviluppare e trasformare le aree di degenza in aree di livelli di intensità di cure più alti. I reparti devono essere destinati ad un alto standard di qualità.
Gli Ospedali provinciali con DEA di primo livello possono essere dotati dei seguenti servizi:
– Medicina Interna
– Cardiologia e Emodinamica h 24
– Neurologia
– Pneumologia
– Angiologia
– Nefrologia e Dialisi
– Ostetricia e Ginecologia
– Pediatria Generale

– Psichiatria
– Chirurgia Generale (addominale, toracica, laparoscopica robotica, vascolare)
– Urologia
– (ORL e Oculistica)
– Ortopedia e Traumatologia
– Rianimazione e terapia intensiva
– Endoscopia Digestiva h 24
– Oncologia medica
– Unità Operativa complessa per Infettivi
– Hospice
– Dipartimento per Immagini (TAC, PET, RMN)
– DEA di I livello
– Laboratorio Analisi con Unità operativa semplice di Virologia e di Biologia Molecolare
– Anatomia Patologica
– Centro Trasfusionale
– Fisioterapia e riabilitazione
– Reparto di Semintensiva critica
– Reparto infettivi
– Servizio di riabiltiazione anti Covid (nuovi 15 posti letto)
– 0,14 posti letto d Terapia intensiva/1.000 abitanti (nuovi 20 posti letto).
– Medicina Nucleare
– Servizio di malattie endocrine e del ricambio
– Il numero dei posti letto e la dotazione del personale Medico, Tecnico, Infermieristico, Amministrativo, deve essere adeguato secondo le disposizioni di legge vigenti a livello nazionale per procedere al recupero della mobilità sanitaria passiva indotta dalla precedente “centralizzazione sanitaria”.
Anche questa è una disposizione del DM 70.
Gli obiettivi sono raggiungibili con:
– il rispetto dei LEA ( Livelli Essenziali di Assistenza)
– il recupero dei reparti specialistici (Unità Operative Complesse e Semplici)
– l’osservanza dei DM 70 (dal 2015 al 2021), della Legge Balduzzi 189/ 2012, e della legge 24/2020.

L’attuazione delle suddette Leggi dello Stato sarebbe un buon esercizio di democrazia. Se si va a leggere la struttura sia dei LEA che delle Leggi appena nominate si osserva una caratteristica costante che restituisce a tutti gli Ospedali una parità di trattamento:
– La “Neutralità” .
Tale valore democratico, affidato agli algoritmi tecnologici delle burocrazie regionali, è stato variamente interpretato.
Non diversamente avviene con la dinamica tra l’interesse di un gruppo contrapposto a quello di un altro gruppo, soprattutto, se minoritario. Ne può derivare una distorsione della democrazia applicata. Questo fenomeno distorsivo tra il momento di generazione di una legge ed il momento della sua applicazione lo abbiamo vissuto tutti proprio nella Sanità. La progressiva espulsione dei Sindaci dai Consigli di Amministrazione delle ASL, iniziata negli anni’90, e continuata negli anni 2000, abolì l’organismo di controllo che doveva esercitare il diritto di critica sui tanti provvedimenti di controriforma, motivati da esigenze contabili. Ne derivò la centralizzazione progressiva della Sanità nei capoluoghi, l’impoverimento della Sanità territoriale e l’annientamento di interi Ospedali (leggi Iglesias) o di reparti specialistici (leggi Carbonia).
Nel 2010 scomparvero 70.000 posti letto per acuti dagli Ospedali italiani. Avvenne in modo “soft”, con una pressione burocratica costante, senza ostacoli.
L’effetto di quella povertà strutturale indotta, fu drammatico nei primi mesi di Pandemia. Il Governo, con i DPCM del 7-8-11-16 Marzo 2020 dovette porvi riparo assumendo con urgenza 5mila Medici e 15mila Infermieri. La disfatta sanitaria obbligò al richiamo dei Medici messi in quiescenza e alla messa in campo, in prima linea, dei Medici-ragazzini. Nè più né meno di quanto si fece nel 1918 per porre riparo alla disfatta di Caporetto col richiamo dei “riservisti” e dei ragazzini del ‘99, come racconta nel suo libro il nostro storico Gabriele Loi.
E’ strano. Nessuno ha fatto un pubblico esame di coscienza.
Adesso stiamo vedendo entrare in campo i nostri Politici. L’articolo 11 della Legge regionale 24/2020 li mette in condizioni di esercitare le loro attribuzioni di controllori sugli atti burocratici riguardanti il nostro Sistema Sanitario del Sulcis Iglesiente, e di richiamare gli Organismi Amministrativi sovraordinati della Regione ai doveri democratici di una equa distribuzione del Servizio Sanitario.
Quest’anno abbiamo novità importanti: la ARES, i nuovi Direttori Generali e la presa di coscienza dei Sindaci sulle loro attribuzioni nel controllo della Sanità.

Mario Marroccu

 

La sala riunioni dell’ex miniera di Sa Marchesa, a Acquacadda, comune di Nuxis, ha ospitato la presentazione del libro di Gian Marco Carboni “Nassiriya andata e ritorno”, organizzata da Agnese Delogu, presidentessa dell’ANMIG, con la collaborazione di Roberto Curreli, presidente dello Speleo Club di Nuxis.

E’ stata una serata carica di emozioni, per la testimonianza dell’autore, medico militare che ha vissuto la tragedia di Nassiriya. E quella del luogotenente Salvatore Casula con il figlio Davide che – ha detto Gian Marco Carboni – mi ha dato una grande lezione di vita, dimostrando che da qualsiasi botta e caduta al tappeto ci si può rialzare. Nonché quelle della giornalista e scrittrice Carmen Salis Oppure Carmé e di Maria Antonietta Pinna, sorella di un militare che solo per miracolo è scampato alla strage, essendo rientrato in Italia soltanto qualche ora prima.

E’ intervenuto alla presentazione il sindaco di Nuxis, Pier Andrea Nuxis, ancora molto provato dalla recente prematura scomparsa della moglie Angela Mascia.

Al termine della presentazione, ho intervistato il dottor Gian Marco Carboni.

 

   

Il Carbonia ha conquistato la 30ª Coppa Capodanno, superando per 1 a 0 una bella Fermassenti, sul campo dello stadio Comunale di Villamassargia. E’ stata una partita sostanzialmente equilibrata, con un primo tempo privo di significative occasioni da entrambe le parti, con la Fermassenti che ha protestato per un sospetto intervento in area avversaria, sul quale il direttore di gara non è intervenuto. Il secondo tempo è proseguito sulla falsariga del primo, fino al 22′, quando il centravanti biancoblù Riccardo Mileddu ha trovato il varco giusto e, appena entrato in area, ha superato il bravo estremo difensore della Fermassenti Nicola Rodolfo Romagno, con un sinistro potente a fil di palo.

La squadra guidata da Floriano Congiu (un ex da grande calciatore che ha segnato la storia del Carbonia Calcio, sia da tecnico che ha guidato in passato la prima squadra e nelle ultime due stagioni ha portato i giovanissimi del Carbonia a vincere la Coppa Capodanno, imponendosi in entrambe le edizioni – 2019 e 2020, perché lo scorso anno non si è giocata per la pandemia da Coronavirus – sulla Monteponi, con l’identico punteggio di 4 a 0) ha accusato il colpo, ha cercato di reagire, ma il Carbonia ha portato in porto il risultato che vale la terza Coppa Capodanno consecutiva, la quinta nelle ultime sei edizioni, senza particolari problemi.

Per il neo tecnico biancoblù Simone Sotgiu, lo scorso anno alla guida degli Esordienti biancoblù, si tratta del primo successo nella prestigiosa Coppa per la categoria Giovanissimi.

Al termine della partita sono state effettuate le premiazioni delle squadre finaliste, della terna arbitrale e dei migliori calciatori delle due squadre in finale, Riccardo Mileddu per il Carbonia e Matteo Dall’Oca per la Fermassenti.

Carbonia: Satta, Mereu, Cocco, Frau, Lindiri (dal 10′ s.t. Dettori), Fidanza, Perna, Tartaglione (dal 17′ s.t. Sabiu), Nocco (dal 15′ s.t. Dentis), Mileddu, Lambroni. A disposizione: Ballisai, De Sanctis, Loddo, Perna, Pusceddu, Scano, Sotgiu. All. Simone Sotgiu.

Fermassenti: Soddu Patrik (Romagno), Cocco, Soddu Damian (Basciu), Dall’Oca, Porceddu, Lardieri, Zonchello, Zedde, Abbruzzi, Lampis (Melis), Giorgini. A disposizione: Arru, Matteu, Pistis. All. Floriano Congiu.

Arbitro: Mattia Farci.

Assistenti di linea: Alessandro Fanutza ed Annamaria Sabiu.

Rete: al 22′ s.t. Mileddu (C).

 

Il Carbonia cambia volto in vista della ripresa del campionato, con diversi nuovi arrivi e alcune partenze, per inseguire la salvezza. La società guidata dal presidente Stefano Canu crede ancora nella salvezza e con 20 partite ancora da giocare ha concluso numerose operazioni per mettere a disposizione di David Suazo un organico più solido rispetto a quello che ha iniziato la stagione, incontrando non poche difficoltà.

Sono i sei nuovi arrivati tra fine novembre ed inizio dicembre che hanno già esordito: l’attaccante Samuele Curreli (classe 1988); il centrocampista Mohamed Camara (2001); gli esterni bassi di destra Andrea Mastino (1999) e Fabio Porru (2000); il centrocampista Mirco Carboni (1991) ed il centravanti Alessandro Aloia (1996).

Negli ultimi giorni del mercato autunnale, sono state ufficializzate altre tre operazioni in ingresso: Mauro Agustín Pitto (1989), difensore centrale 32 anni argentino di Buenos Aires con passaporto comunitario (con esperienza in serie D con il San Luca, girone I); Antonio Cristiano Altieri (2002), centrocampista cresciuto nel Genoa; James Cohen Kirby (2005), portiere proveniente dal Villasimius.

9 volti nuovi che potrebbero diventare 10, perché è in prova un attaccante francese.

I partenti sono 5: Juan Dellacasa (1997), difensore centrale venezuelano passato al Li Punti, in Eccellenza; Fabio Doratiotto (1999), centrocampista, passato all’Arzachena; Kassama Sariang (1999) attaccante, passato alla Villacidrese, in Eccellenza; Tamirr Berman (2001), difensore centrale, ceduto al San Luca (Serie D, girone I); Mirko Atzeni (2002), portiere, ceduto all’Atletico Uri.

Un organico profondamente rinnovato, dunque, sul quale David Suazo avrà tempo di lavorare, perché la situazione di emergenza sanitaria ha portato al nuovo rinvio del recupero con l’Aprilia, con data di svolgimento ancora da fissare, insieme a quello sul campo della Vis Artena. Il campionato, salvo nuovi scossoni per i problemi legati alla pandemia, ripartirà domenica prossima con le partite dell’ultima giornata del girone d’andata, con il Carbonia impegnato sul campo del Gladiator, primo di una serie di scontri salvezza previsti da oggi alla conclusione della stagione.

Sono 675 i nuovi positivi al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, su 5.538 test eseguiti (3.047 molecolari, 2.491 antigenici), il 12.19%.

I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 17 (2 in più di ieri).

I pazienti ricoverati in area medica sono 159 (17 in più di ieri).

Sono 9.116 le persone in isolamento domiciliare (611 in più di ieri).

Si registra il decesso di 2 pazienti: un uomo di 68 anni e uno di 72, entrambi residenti nella provincia del Sud Sardegna.

 

Tempi lunghi per i recuperi nel campionato di serie D. Il Dipartimento Interregionale ha pubblicato il calendario dei recuperi in programma dal 29 dicembre 2021 al 12 gennaio 2022.

Nove partite sono state sono state rinviate a data da destinarsi per situazioni di quarantena in corso per casi positivi già accertati nei giorni precedenti o per disposizioni delle Autorità Sanitarie. Tra queste, due del girone G, Carbonia-Aprilia ed Afragolese-Torres.

Mercoledì 5 gennaio, verranno recuperate due partite del girone G: Vis Artena-Arzachena e Gladiator-Team Nuova Florida.

Domenica 9 gennaio tornerà il campionato, con le partite dell’ultima giornata del girone d’andata: Afragolese-Team Nuova Florida, Aprilia-Muravera, Atletico Uri-Torres, Giugliano-Cynthialbalonga, Gladiator-Carbonia, Lanusei-Cassino, Insieme Formia-Ostia Mare, Real Monterotondo Scalo-Vis Artena, Latte Dolce-Arzachena.

Altre tre partite verranno recuperate mercoledì 12 gennaio: Vis Artena-Muravera, Aprilia-Team Nuova Florida e Cynthialbalonga-Real Monterotondo Scalo.

Sono 891 i nuovi casi positivi al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, su 21.267 test eseguiti (4.727 molecolari, 16.540 antigenici), il 4,19%.

In calo sia i pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva, 15 (1 in meno di ieri), sia quelli ricoverati in area medica, 142 (4 in meno di ieri).

Sono 8.505 le persone in isolamento domiciliare (675 in più di ieri).

Si registra il decesso di una donna di 88 anni, residente nella provincia di Oristano.

Anche quest’anno, la magia dei presepi rivive nella Tonnara Su Pranu di Portoscuso, grazie allo straordinario lavoro dell’associazione culturale “Sa Fabbrica”. Due i grandi presepi inaugurati l’8 dicembre, il giorno dell’Immacolata, e visitabili fino al prossimo 31 gennaio, tutti i giorni dalle 16.00 alle 20.00 e nei fine settimana e nei giorni festivi, anche al mattino. Un presepe è legato alla tradizione napoletana, l’altro al territorio del Sulcis Iglesiente ed alle tradizioni delle diverse comunità.

Come sia stato possibile, nonostante i problemi legati all’emergenza sanitaria determinata dalla pandemia, realizzare tutto ciò, lo spiega nell’intervista allegata, Demetrio Sanna, presidente dell’associazione culturale “Sa Fabbrica”.