23 December, 2024
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Dopo Forlì, Lousada, Carbonia e Dimitrovgrad, Scutari in Albania è stata la quinta tappa del progetto “Faro” ad ospitare le delegazioni dei Comuni coinvolti. Per l’Amministrazione erano presenti il vicesindaco e assessore del Turismo ed Attività produttive Michele Stivaletta e Nicola Merche, responsabile del progetto Faro, progetto finanziato dall’Unione europea che riunisce le città caratterizzate da una architettura razionalista dei regimi totalitari.

«La visita al patrimonio urbanistico, culturale e turistico della città albanese – ha osservato il vicesindaco Michele Stivalettaè risultata funzionale ad approfondire aspetti e acquisire spunti utili per futuri progetti di riqualificazione, impiego di spazi e strumenti finalizzati allo sviluppo economico e turistico della nostra città, oltre che alla salvaguardia della memoria.»

Dopo la due giorni di lavori che si sono svolti a Scutari, la delegazione di Carbonia è stata a Tirana per incontri istituzionali con il vicesindaco della capitale Andi Sederi e alla presenza delle delegate Arba Baxh e Anxhela Doku dei settori rispettivamente urbanistica e sviluppo economico, in un’ottica di collaborazione futura. Tenuto conto dell’esperienza di Tirana come capitale europea della Gioventù 2022, è stato inoltre fruttuoso il confronto con Irena Topalli del Congresso nazionale dei Giovani.

L’impressione generale è di una realtà dinamica che per superare le proprie difficoltà economiche sta puntando ad uno sviluppo di carattere turistico, attraverso i servizi, l’inserimento in reti sovra-nazionali e la valorizzazione del proprio patrimonio architettonico, culturale, storico e naturalistico. «Sulla base di questi presuppostiha concluso il vicesindaco Michele Stivaletta risulta evidente l’opportunità di promuovere iniziative progettuali con il centro di aggregazione giovanile e con le amministrazioni di Tirana e Scutari.»

«Nelle scorse settimane, dopo l’approvazione dell’AIFA, la Asl 3 della Regione Liguria, prima in Italia, ha dato il via all’utilizzo del Romosozumab, innovativo farmaco appartenente alla categoria “bone builders” (che tradotto significa: “costruttori di ossa”) considerato estremamente efficace per il trattamento dell’osteoporosi severa nelle donne in post-menopausa ad alto rischio di frattura; in particolare per quelle su cui non sono stati riscontrati benefici dall’utilizzo dei farmaci già in commercio.»

Lo scrive, in una nota, il consigliere regionale Fabio Usai.

A tal proposito, per promuovere l’utilizzo di tale farmaco anche in Sardegna, Fabio Usai ha protocollato un’interrogazione rivolta all’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu.

«L’osteoporosi è una patologia grave, spesso invalidante, ricorda l’esponente politico, che interessa nella nostra isola, con diversi livelli di gravità, oltre 200.000 donne over 60. Pertanto, vista la disponibilità di un farmaco, peraltro rimborsabile dal sistema sanitario nazionale, nonché già in utilizzo nella Regione Liguria, ho rivolto un’interrogazione all’assessore Mario Nieddu per capire se siano state già attivate iniziative o procedure per adottare tale terapia nelle strutture sanitarie della nostra isola o, in caso contrario, per stimolare ogni azione che possa favorire tale scopoconclude Fabio Usai -. Ovvero concedere alle donne sarde colpite da osteoporosi un’arma efficace in più per contrastare quella che è una grave patologia.»

Il gruppo Decathlon, ideatore, produttore e distributore di articoli e servizi sportivi, presente sul territorio nazionale con 136 negozi dove lavorano oltre 8.400 collaboratori, effettuerà 300 nuove assunzioni, che riguarderanno soprattutto Assistenti alla Vendita, da inserire nell’area lavorativa retail, i quali dovranno accogliere, ascoltare e accompagnare i clienti nell’acquisto desiderato tramite il canale di vendita più adatto, garantire le operazioni di incasso e partecipare alle operazioni di ricezione della merce, assicurare la sicurezza di persone e beni e garantire l’approvvigionamento dei prodotti rapido ed efficace. Sempre nell’area “retail” Decathlon cerca Responsabili Operativi di Negozio, che dovranno accompagnare i collaboratori nell’organizzazione e nella gestione del negozio (sicurezza delle persone e dei beni, incassi, affidabilità dello stock e soddisfazione dei clienti), garantire immagine e funzionalità del punto vendita, valorizzare i talenti dei collaboratori, pianificare e organizzare le risorse per soddisfare i bisogni e le richieste dei clienti; per l’area “logistica” si cercano Addetti alla Logistica, che dovranno garantire un rapido e preciso approvvigionamento dei negozi, curare la preparazione delle spedizioni ai negozi in base alla risalita degli ordini e assicurare il corretto stoccaggio della merce in arrivo dai depositi internazionali; per l’area “finance” si cercano Specialisti in Finanza e Contabilità, che dovranno garantire l’affidabilità della contabilità, partecipare alla redazione del bilancio, contribuire al rispetto dell’applicazione dei principi contabili internazionali e contribuire al miglioramento dei processi nell’area di responsabilità. Il requisito più importante richiesto ai candidati è la passione per lo sport oltre alla curiosità, alla vitalità, alla responsabilità, alla dinamicità, alla propositività, alla concretezza, all’orientamento al cliente e alle capacità di leadership, di organizzazione, relazionali, di lavorare in team e di saper raggiungere gli obiettivi e i risultati.

Per verificare tutte le altre figure…

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://diariolavoro.com/decathlon_1.html .

Trasferta da dimenticare per la Villacidrese nell’11ª giornata del campionato di Eccellenza. A Ghilarza la squadra di Graziano Mannu ha perso 4-0.

Una classica giornata no per i gialloblù. Complici anche diverse assenze, è mancata la prestazione che aveva caratterizzato le scorse gare positive. Il Ghilarza ha sbloccato il match con Atzei al 21’. Il raddoppio di Caddeo è arrivato in fotocopia al 41’. Subito dopo il 2-0, mister Graziano Mannu ha provato a dare la scossa con i primi cambi già nel primo tempo. La Villacidrese ha ritrovato compattezza, ma nella ripresa il Ghilarza ha riallungato ancora con Atzei, che ha calato il tris al 61’. Gara in ghiaccio, con i padroni di casa che hanno trovato anche il 4-0 al 90’, nuovamente con Caddeo.

La Villacidrese proverà a rifarsi già mercoledì in Coppa Italia con il ritorno dei quarti di finale contro la Tharros in programma a Villacidro. Nella gara di andata la Villacidrese s’è imposta 1 a 0.

Ghilarza: Matzuzi, Laconi, Chessa, Dessolis, P. Aru (41′ st F. Orrù), Atzei (21′ st Cossu), Corda, Orro (41′ st N. Orrù), Rancez, Fantasia (35′ st Medde), Caddeo. In panchina: Mereu, Chergia, Oppo, Mele, Cossu, F. Orrù, N. Orrù, Trogu, Medde. Allenatore: Cirinà.

Villacidrese: Quiriti, Pittau, Lussu (42′ pt Fenu), Llanos, Medda (22′ st Labriola), Muscas, Figus (42′ st M. Aru), Cirronis, Piras (9′ st M. Pinna), D. Pinna (38′ st Virdis), Palermo. In panchina: Ardau, M. Aru, Garau, Cinus, Virdis, Caballero, Fenu, Labriola, M. Pinna. Allenatore: Mannu.

Arbitro: Deriu di Oristano.

Reti: 21’ pt Atzei, 41’ pt Caddeo, 16’ st Atzei, 45’ st Caddeo.

Note: ammoniti Chessa, Cossu, Lussu, Fenu, Orro.

 

Cresce “il Club dei centenari” tra i residenti nel comune di Carbonia. Dopo Amelia Trogu, festeggiata recentemente a Cortoghiana, ieri a Carbonia, nella comunità di Serbariu, sono stati celebrati i 100 anni di Francesca Lecca, per tutti nonna Cicitta. Nata a Sant’Anna Arresi il 23 ottobre 1922, dal 1946 residente a Carbonia dove si trasferì con il marito minatore, è stata festeggiata da amici e parenti e dall’Amministrazione comunale, rappresentata dall’assessora Katia Puddu, a Serbariu, nella piazzetta di fronte alla parrocchia di San Narciso.

Il presidente Federico Fantinel ha convocato il Consiglio comunale di Carbonia in seduta ordinaria e pubblica, di prima convocazione, presso la sala Polifunzionale in piazza Roma, per giovedì prossimo 27 ottobre, alle ore 17.00, col seguente ordine del giorno:

1. Interrogazioni, interpellanze, mozioni;

2. Variazione al Programma triennale delle Opere Pubbliche 2022-2024. Approvazione;

3. Secondo aggiornamento del “Programma Biennale degli Acquisti di Beni e Servizi 2022/2023” e contestuale integrazione al Documento Unico di Programmazione – DUP 2022-2024.

Gentile Direttore,

sulle Case di Comunità apprendiamo dal suo giornale del giudizio tranchant della Presidente di Rete Sarda Difesa della Sanità Pubblica:

«Lo smantellamento in corso degli ospedali pubblici, Case di Comunità e Ospedali di comunità, gestiti da infermieri, operatori socio-sanitari e amministrativi, quindi, “strutture non di cura”, non possono essere considerati strutture intermedie ma potrebbero essere il capolinea del sistema sanitario pubblico».

Dissentiamo dalla modalità comunicativa che tende pubblicamente più a delegittimare professioni sanitarie e l’infermieristica in particolare, (e non solo oggi, ndr), piuttosto che rafforzare e valorizzare il proprio ruolo e/o la funzione del team multidisciplinare.

Sono almeno tre le dichiarazioni che riteniamo quanto meno fuorvianti rese da Rete Sarda Difesa della Sanità Pubblica:

1)    che le Case di Comunità non siano strutture di cura

2)    che gli operatori socio sanitari gestiscano le Case di Comunità

3)    che le Case di Comunità siano il capolinea del sistema sanitario pubblico

La “Casa di Comunità” è il luogo dove diversi professionisti integrano le loro competenze per offrire a tutti i cittadini assistiti servizi efficienti e contrastare le disuguaglianze nella salute collettiva.

Nella Casa della Salute lavora un team multidisciplinare, formato da medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, infermieri, altri professionisti sanitari, personale sociale e di supporto e amministrativo che garantiscono la presa in carico globale della persona, la continuità assistenziale ospedale-territorio e l’integrazione tra assistenza sanitaria e sociale.

Al netto delle criticità, delle difficoltà oggettive e delle risorse umane e professionali sanitarie disponibili che nemmeno l’Ordine Professioni Infermieristiche Carbonia Iglesias sottovaluta, anche nel Sulcis Iglesiente le Case della Salute rappresentano la sede di accesso ed erogazione dei servizi sanitari, sociosanitari e socio-assistenziali rivolti alla popolazione dell’ambito territoriale di riferimento.

Come possono quindi essere considerate “strutture non di cura” le Case di Comunità quando assicurano un punto unico di accesso ai cittadini, garantiscono la continuità assistenziale, organizzano e coordinano le risposte da dare al cittadino, rafforzano l’integrazione con l’ospedale, soprattutto in relazione alle dimissioni, implementano la presa in carico di pazienti affetti da una o più patologie croniche, sviluppano programmi di prevenzione, promuovono e valorizzano la partecipazione dei cittadini?

Come può essere considerato “capolinea del servizio sanitario pubblico” la Casa della Salute e il team che vi opera e che lo rappresenta quando accoglie i cittadini, valuta i bisogni, orienta ai servizi, gestisce in coordinamento le patologie croniche, pianifica e gestisce l’assistenza domiciliare integrata, educazione alla salute, favorisce stili di vita sani, assicura continuità assistenziale, supporta i care givers, avvicina sempre di più ospedale e territorio e garantire una presa in carico sempre più completa ed efficace?

Noi infermiere ed infermieri, coordinatori infermieristici, dirigenti delle professioni sanitarie in ASL 7 Sulcis Iglesiente e per tutti i 130mila abitanti che prende in carico ci assumiamo la responsabilità della definizione di percorsi assistenziali specifici soprattutto nell’assistenza primaria, con un ruolo centrale di governo e case management per situazioni di criticità clinica o soggetti fragili, a svolgere un’importante attività nei programmi di prevenzione e di educazione sanitaria destinati alla popolazione, con particolare riferimento alla gestione delle patologie cronico-degenerative.

Tanto ritenevo di portare a conoscenza dei suoi lettori per correttezza e completezza d’informazione.

Graziano Lebiu

Presidente OPI Carbonia Iglesias

Si tiene domani, martedì 25 ottobre, dalle ore 15.30 alle ore 18.30, alla Biblioteca comunale di Carbonia, in viale Arsia 91, il secondo appuntamento del progetto pilota “Destinazione Turistica del Sud Ovest Sardegna” che si inserisce nel Festival per lo Sviluppo Sostenibile Sardegna 2030.

Questo secondo incontro si rivolge alle imprese del territorio e alla comunità di Carbonia e ha l’obiettivo di rafforzare le interlocuzioni con gli attori locali, creare sinergie e interagire con le reti di operatori turistici esistenti, al fine di costruire un progetto condiviso e di qualità. Fa seguito al primo che si era tenuto nella sala Polifunzionale lo scorso 29 settembre. Fra gli Enti locali che la Regione Sardegna ha selezionato come beneficiari vi è infatti il Comune di Carbonia che ha proposto un progetto inerente lo sviluppo della Destinazione Turistica del Sud Ovest della Sardegna, in partenariato con altri attori locali, e grazie alla sinergia tra l’assessorato al Turismo guidato da Michele Stivaletta e quello Agenda 2030 in capo a Katia Puddu.

Domani, martedì 25 ottobre, a partire dalle ore 9.00, presso il museo Pas alla grande Miniera di Serbariu, l’Amministrazione comunale, in collaborazione con il Sistema museale, promuove e propone un ricco programma didattico culturale rivolto ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado sia cittadine che dell’intero territorio.
«La giornata dedicata a questa attivitàha sottolineato l’assessora della Pubblica Istruzione, Antonietta Melaspersegue un duplice e ambizioso obiettivo: la promozione e la valorizzazione del nostro sistema museale e quindi del nostro patrimonio culturale storico-archeologico.»

«Dall’altro – ha continuato l’assessoratale attività rappresenta un contributo diretto all’utilizzo della didattica laboratoriale, in un’ottica volta a migliorare la qualità dell’azione educativa e formativa.»

«Un modo di fare scuolaha detto l’assessora della Cultura, Giorgia Meli – che va nella direzione dell’apertura delle porte del nostro patrimonio culturale così da conoscerlo, apprezzarlo e valorizzarlo.»
Un patrimonio storico archeologico museale da vivere quindi non solo attraverso le visite dei luoghi dei nostri antenati, ma anche attraverso i laboratori didattici per i necessari approfondimenti e riflessioni che servono ad interiorizzare le conoscenze e formare le competenze connotate come life skills e anche hard skills per i più grandi.

Programma Open day 25 OTTOBRE