27 November, 2024
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Villaspeciosa, grazie alle opere di Manu Invisible e Pil’s, sarà per un giorno capitale sarda della street art con l’intento, però, di mantenere a lungo questa condizione.
Ai 5 murales già presenti nel paese, infatti, si aggiungono altre 2 opere d’arte, realizzate dai due rinomati e riconosciuti artisti, che verranno presentate a cittadini, stampa e amministratori giovedì 2 marzo alle 10.00, presso l’Aula Consiliare del Centro alle porte di Cagliari.
All’evento parteciperanno, oltre ai 2 street artist, anche gli alunni delle scuole medie del Paese, e i sindaci di Villaspeciosa, Gianluca Melis, Decimoputzu, Antonino Munzittu, Vallermosa, Francesco Spiga, e la sindaca di Siliqua, Francesca Atzori. Alla presentazione seguirà la visita alle opere d’arte.
Manu Invisible, esporrà le motivazioni che lo hanno portato a realizzare un murale di 80 metri quadri, dal titolo “Salvezza” sulla sicurezza stradale, mentre l’opera di Pil’s, di 40 metri quadrati, è
più legata alla tradizione speciosese.

«Solidarietà ai lavoratori che hanno intrapreso questa iniziativa a difesa del lavoro. È evidente che il tema da risolvere è quello dell’energia, purtroppo registriamo nessun passo avanti delle istituzioni.  Condividendo il documento dei lavoratori chiediamo com la massima urgenza un incontro con il ministro competente.»
Si sono espressi così stamane Emanuele Madeddu (Filctem-Cgil), Vincenzo Lai (Femca Cisl) e Pierluigi Loi (Uiltec Uil).

«Assistiamo ad una dura presa di posizione dei dipendenti della Portovesme srl che, a seguito della scadenza dei termini previsti dall’accordo dello scorso 20 gennaio, vedono concretizzarsi i precedenti timori riferiti alla cassa integrazione che andrà a coinvolgere un totale di circa 1.500 lavoratori. Riteniamo che ogni singola unità lavorativa debba essere tutelata in ogni sede utile, per questo abbiamo già contattato i parlamentari sardi di F.d.I. perché possano essere partecipi dell’instaurazione di un tavolo nazionale volto alla risoluzione della situazione di crisi.»

Lo scrive, in una nota, Gianluigi Rubiu, coordinatore territoriale di Fratelli d’Italia.

«Ribadiamo che ogni posto di lavoro attualmente esistente deve essere tutelato e garantito conclude Gianluigi Rubiu -, il Sulcis Iglesiente ha bisogno di una nuova ripartenza, che possa porre le sue basi su un tessuto industriale storico che ha caratterizzato gli ultimi 30 anni e del quale il nostro territorio non può, allo stato attuale, fare a meno.»

«E’ inaccettabile che siano i lavoratori a pagare l’incapacità di costruire soluzioni che spetta alla politica trovare. Dopo mesi di promesse, di attese, di trattative e parole a vuoto, gli operai della Glencore SRL di Portovesme sono saliti sulla torre dello stabilimento della Portovesme Srl a rischio chiusura.»

Rossella Pinna, ha portato la solidarietà ed il sostegno personale e del gruppo PD in Consiglio regionale ai lavoratori che sono in presidio su una torre dello stabilimento industriale, a 100 metri di altezza, aggiunge: «La questione del costo dell’energia è da tempo LA questione che blocca la crescita dell’Isola, soprattutto nel sud Sardegna, territorio deindustrializzato dopo la crisi degli anni ’80 e dove restano pochissime e storiche industrie, è il caso della Portovesme Srl e dell’omonimo stabilimento sulcitano e della Fonderia di San Gavino. Una realtà, quella della Glencore che dà lavoro a circa 1.300 lavoratrici e lavoratori. Da mesi – prosegue la consigliera del Medio Campidano – si gioca a rimpiattino con le promesse, gli incontri e i resoconti senza che si sia fatto un solo, vero, concreto, passo avanti. Questo è inaccettabile!»

«Sono passati ben 4 mesi da che abbiamo presentato come forze di minoranza un’interrogazione al Presidente della regione e all’assessora dell’Industria. Da allora solo dichiarazioni ed annunci ma nulla di concreto. E i lavoratori diretti e indiretti di fabbrica e di indotto, stanchi e preoccupati dal rischio di cassa integrazione per i primi e di licenziamento gli altri, sono saliti in cima alla ciminiera della fabbrica, alta 100 metri. Solo così, forse, torneranno visibili alla Giunta e, magari, anche in cima alle tante urgenze da risolvereconclude Rossella Pinna -. Oggi depositiamo una mozione sul tema, con richiesta di convocazione urgente del Consiglio regionale per conoscere dal presidente Solinas quali interlocuzioni e atti siano stati intrapresi dalla Giunta per risolvere la situazione. La Sardegna ed i sardi non possono pagare le disparità regionali che penalizzano imprese e lavoratori. Prima se ne prende atto e prima si evita la desertificazione economica di un’intera isola.»

Questa mattina, quattro lavoratori della Portovesme srl sono saliti sulla ciminiera dell’impianto Kss a 100 metri di altezza per sollecitare attenzione sul tema del caro energia e della fermata degli impianti che metterebbe a rischio 1.300 buste paga. Si tratta di una protesta che prosegue da tempo, da ieri i lavoratori degli appalti sono in assemblea permanente, in un quadro di generale difficoltà per l’area industriale – e con essa dell’intero Sulcis Iglesiente – che ha visto la sensibile riduzione dei lavoratori occupati e delle tutele per quanti hanno perso il posto di lavoro.
Appresa la notizia delle nuove proteste nel polo industriale, l’Amministratore apostolico card. Arrigo Miglio e la Chiesa Diocesana di Iglesias manifestano preoccupazione per lo stato di grave crisi attuale con la speranza che tutti gli attori istituzionali coinvolti nella vicenda, pubblici e privati, si impegnino con un dialogo aperto e costruttivo per salvaguardare i posti di lavoro, a garanzia della dignità di ogni persona.
La nostra Chiesa Diocesana è vicina e solidale con tutte le lavoratrici e lavoratori che rischiano, ancora una volta, di vedere “svanire” il loro lavoro.

Don Antonio Mura
Direttore UPSL

«Osservo con grande preoccupazione ciò che sta accadendo alla Portovesme SRL, dove 4 lavoratori diretti si sono asserragliati a 100 metri d’altezza in una ciminiera, e altre centinaia di indiretti, delle imprese d’appalto, hanno intrapreso una forte mobilitazione a tutela del proprio futuro lavorativo. In queste drammatiche ore nelle quali le sorti dell’ultima grande fabbrica del nostro territorio, che dà lavoro direttamente ad oltre 1.200 lavoratori e lavoratrici (senza contare l’indotto ed il moltiplicatore economico generato), sono gravemente a rischio, sto sollecitando fortemente il presidente della Regione, affinché metta in campo un nuovo es autorevole intervento rispetto alla dirigenza dell’azienda multinazionale ma soprattutto verso il Governo nazionale, vero soggetto titolato a gestire la vertenza con competenze e strumenti specifici, affinché trovi una soluzione concreta e definitiva a questa complessa vicenda.»

Il consigliere regionale Fabio Usai interviene così sugli sviluppi della crisi alla Portovesme srl.

«Il nostro territorio, già gravemente colpito dalla crisi economico-sociale a causa delle chiusure produttive degli anni scorsi e di una progressiva contrazione del mercato del lavoro in ogni settore conclude Fabio Usai -, non potrà tollerare questa ennesima emorragia di buste paga.»

Il sindaco di Carbonia, Pietro Morittu, impossibilitato a partecipare all’iniziativa per ragioni strettamente personali, sostiene, in rappresentanza dell’intera Amministrazione comunale, le ragioni dei lavoratori delle imprese d’appalto della Portovesme Srl, in assemblea permanente davanti ai cancelli della fabbrica di zinco e piombo.

«Manifestiamo la nostra vicinanza e solidarietà ai dipendenti delle ditte d’appaltoha detto stamane Pietro Morittu -. Sosteniamo con forza e convinzione le rivendicazioni dei lavoratori delle ditte d’appalto, che purtroppo – in un contesto caratterizzato dal caro-energia e dalla paralisi produttiva – rappresentano l’anello debole del sistema e, proprio per questo motivo, meritano di essere tutelati e salvaguardati con ogni modalità possibile. È evidente che la soluzione non possa essere il ricorso agli ammortizzatori sociali ed alla cassa integrazione. L’unica soluzione percorribile è la piena ripresa produttiva dello stabilimento e siamo disposti ad attivarci organizzando e partecipando attivamente a tavoli ed incontri istituzionali a vari livelli, dalla Regione al Governo, affinché possano essere garantiti i livelli occupazionali per tutti i lavoratori che quotidianamente operano nelle ditte d’appalto. Il nostro territorio, che versa già in una grave crisi economico-socialeha concluso il sindaco di Carbonia -, non può assolutamente permettersi di perdere ulteriori posti di lavoro.»

«Vicino ai lavoratori in lotta, condividendone tutte le ragioni e le preoccupazioni.»

Il presidente della Regione, Christian Solinas, esprime piena solidarietà ai lavoratori di Portovesme srl in lotta per salvaguardare l’occupazione, e conferma l’impegno della Regione per la soluzione della vertenza.

«Soluzione che la Regione ha agevolato con tutti gli strumenti a sua disposizione, e per la quale sono state poste solide e chiare basi nelle varie interlocuzioni svoltesi con il Governo nazionale e i gestori di energia. Positiva in questo senso la convocazione a Roma dell’incontro tra le parti, decisa dal Ministro Urso. Sono state createricorda il presidente della Regione -, le condizioni favorevoli perché nell’ambito di accordi commerciali tra privati Portovesme srl possa trattare con i soggetti erogatori dell’energia elettrica per stabilire un accordo che consenta di accedere a prezzi molto più competitivi, tali da garantire la prosecuzione delle attività nella fase di transizione che porterà l’azienda ad una riconversione delle produzioni. Era prioritario, prosegue, agevolare un confronto tra i soggetti in campo, con l’obiettivo di affrontare in modo stabile ed efficace il problema del costo dell’energia, per salvaguardare il lavoro e programmare il rilancio del polo industriale del Sulcis, che consideriamo di assoluta importanza.»

«Oraaggiunge Christian Solinasl’azienda deve fare la sua parte. Abbiamo preso atto del progetto di riqualificazione della produzione con un ambizioso programma di riconversione degli impianti, e confermato il nostro impegno ad accompagnare l’azienda ed i suoi lavoratori nella fase di transizione, come stabilito fin dal mese di ottobre. La Regione ha un interesse diretto a mantenere nel Sulcis Iglesiente la filiera della metallurgia non ferrosa ed è disponibile a realizzare qualsiasi intervento di propria competenza per il mantenimento del sito. Forme di protesta estreme quali quelle in atto conclude il presidente della Regione non devono lasciare insensibili. Nessun lavoratore sarà lasciato solo, la Regione metterà in campo tutti gli strumenti necessari per supportare le maestranze nella fase di riconversione industriale.»

Ancora sciopero tra i lavoratori degli appalti della Portovesme srl. Una protesta che ha origini lontane e che parte dalla fortissima svalorizzazione del Lavoro messa in campo negli ultimi anni dalla Portovesme srl, come mai accaduto in precedenza. La crisi determinatasi a causa degli aumenti del costo energetico, ha di fatto colpito la multinazionale, che nel corso di 12 mesi è stata costretta ad affrontare una crisi in conseguenza del costo energetico passato da poco più di 20 € sino a quasi 800 € Mwh, una conseguenza, figlia delle scelte “poco attente” dell’amministratore delegato della Portovesme, il quale, scegliendo di acquisire l’energia dal mercato europeo, al costo del giorno prima, ha rinunciato definitivamente alle garanzie che generalmente si ottengono, attraverso accordi a lungo termine, esponendo così le migliaia di lavoratori al rischio economico e occupazionale. Scelte che, se aggiunte all’attacco portato nel corso degli ultimi anni al mondo degli appalti, attraverso la ricerca spasmodica del miglior profitto, attraverso il massimo ribasso, che si sono traditi, da una parte nel raggiungimento dell’obiettivo, di produrre allo stesso modo con un numero di lavoratori inferiori e dall’altra di indebolire sino al limite dell’umiliazioni i lavoratori degli appalti, costretti a vedersi ridotti i diritti e le tutele in continuazione.

Le fermate degli impianti annunciate, hanno di fatto ridotto le lavorazioni da effettuare, portando in questi giorni, le aziende operanti all’interno della Portovesme srl, ad aprire le procedure di cassa integrazione, con un numero di persone occupate al lavoro, talmente esiguo da rischiare ogni giorno uno sciopero o una protesta. L’ultima iniziativa di sciopero è conseguenza del taglio degli appalti che coinvolge nella stessa commessa, SKV, GSMI, FM e SCS. Un appalto passato da 200 a 76 persone, che difficilmente può soddisfare le aspettative di occupazione richieste dai lavoratori.

L’iniziativa di ieri ha visto trovare soluzione, attraverso il consenso e d’accordo con le aziende coinvolte, attraverso la suddivisione delle lavorazioni, con le aziende che anticiperanno la cassa integrazione e che utilizzeranno le ferie, e la Cigo per superare la mancanza di lavoro in questi due mesi di difficoltà che ci aspettano.

Una soluzione provvisoria, che se non vede coinvolge la Portovesme srl è del tutto insoddisfacente. Per tali ragioni, le segreterie dei metalmeccanici di FIOM, FSM e UILM, nel proclamare lo sciopero del giorno 27/02/2023, confermano lo stesso per il giorno odierno, pur apprezzando il massimo sforzo effettuato per il raggiungimento del risultato parziale delle aziende in appalto, chiedono con carattere di urgenza una soluzione definitiva alla vertenza, che deve trovare soluzione attraverso un costo energetico che dia garanzia produttive alla Portovesme srl, la quale deve rioccupare le persone tutte, senza se e senza ma, da subito, in modo dignitoso.

Segreterie Territoriali FIOM FSM UILM Sulcis-Iglesiente

La crisi alla Portovesme srl precipita. Stamane quattro lavoratori sono saliti sulla ciminiera dell’impianto Kss, a 100 metri di altezza, da dove hanno annunciato che non scenderanno fino a che non saranno state trovate soluzioni alla vertenza dello stabilimento, esplosa fragorosamente negli ultimi mesi in conseguenza del caro energia. La fermata di alcuni impianti mette a rischio 1.300 buste paga.

Le segreterie dei metalmeccanici FIOM, FSM e UILM hanno confermato per oggi lo sciopero proclamato ieri, e pur apprezzando il massimo sforzo effettuato per il raggiungimento del risultato parziale delle aziende in appalto, chiedono con carattere di urgenza una soluzione definitiva alla vertenza.

Stamane davanti all’ingresso dello stabilimento, si respirava l’aria dei momenti più critici che riportano indietro nel tempo, alle grandi vertenze per il lavoro che hanno caratterizzato il territorio del Sulcis Iglesiente.

Allegata l’intervista realizzata con Fausto Durante, segretario regionale della CGIL.