Con il rinvio deciso dal Consiglio di Stato, la Regione scrive la sentenza contro i lavoratori e l’azienda Eurallumina.
La Rappresentanza sindacale aziendale CGIL CISL UIL Eurallumina ha commentato così il rinvio al 16 novembre 2023 deciso dal Consiglio di Stato del pronunciamento sul ricorso della Regione contro il DPCM energia approvato dal Governo Draghi.
«Il riavvio di Eurallumina genererebbe, attraverso il coefficiente economico occupazionale, circa 1.500 buste paga tra lavoratori diretti e relativo indotto – scrive in una nota la RSA CGIL CISL UIL Eurallunmina -! È bene sapere, dunque, che chi sta “giocando pericolosamente” sulle sorti di questa vertenza sta mettendo a serio rischio la possibilità che nel Sulcis possa generarsi un importante ricaduta economica che terrebbe conto del reddito da lavoro più che dignitoso di 1.500 tra padri e madri di famiglia con un orizzonte temporale a medio lungo termine (20 anni di attività come da progetto). Pare invece, salvo smentite, che nei fatti o meglio nei “non fatti” e nell’inconcludenza perpetrata sino ad oggi, il Partito che in fondo in fondo è disposto a “sacrificare” gli attuali oltre 200 lavoratori diretti attualmente in forza e delle ditte d’appalto e i fornitori che continuano nonostante tutto a varcare quotidianamente i cancelli del nostro stabilimento, conti tra le proprie fila “numerose/i iscritte/i”! Le lavoratrici e i lavoratori Eurallumina non hanno mai “sposato” un soluzione specifica alla risoluzione della propria pluriennale vertenza ma “la soluzione” intesa come quella più celere e tecnicamente fattibile, poiché sappiamo benissimo che per noi e la vertenza il “fattore tempo” non è mai stato una variabile indipendente né tanto meno trascurabile. Durante tutti questi anni diversi i progetti di volta in volta proposti e poi, per tutta una serie di vicissitudini ben note, che sono stati poi rigettati poiché non più accoglibili dagli attori politico-istituzionali ai vari livelli, dal naufragato progetto Galsi al progetto della costruzione di una caldaia-CHP da alimentare a carbon fossile, progetto poi abbandonato per il sopraggiungere dell’intesa con ENEL per la costruzione di un Vapordotto tra la vicina Centrale termoelettrica e lo stabilimento Eurallumina (Progetto, quest’ultimo, autorizzato nel dicembre 2019); si arriva infine al Progetto ultimo che prevede l’approvvigionamento energetico attraverso l’utilizzo del Gas metano (Gnl) a “bocca di stabilimento”, attraverso il posizionamento di una FSRU da ormeggiare nel porto industriale di Portovesme ad opera di SNAM rete gas (società leader nel settore e partecipata dal ministero dell’Economia e quindi dallo Stato). Un anno e mezzo per ottenerne la definizione attraverso un provvedimento di legge ad hoc, dal Decreto Semplificazioni (settembre 2020) al DPCM Energia (marzo 2022) e poi a far data da settembre 2022 i vari ricorsi di impugnazione da parte del presidente Solinas e la sua Giunta, prima al TAR e successivamente presso il Consiglio di Stato!! Il Consiglio di Stato oggi decreta di fatto, sollecitato da Regione e Governo, di non esprimere nessun parere a riguardo sino al 16 novembre 2023! È bene a riguardo dire chiaramente qual’è l’attuale stato della vertenza e le ripercussioni che tale decisione potrebbe generare nel futuro non troppo prossimo. Ad oggi la Regione Sardegna attraverso l’assessorato della Difesa dell’Ambiente non rilascia le autorizzazioni del procedimento PAUR (V.I.A. – A.I.A.), un procedimento autorizzativo, l’ennesimo affrontato dalla società nel corso degli anni, che si sarebbe dovuto chiudere in 180 giorni e invece perdura da oramai ben 2 anni, tergiversando e tirando di volta in volta problematiche che si sarebbero potute risolvere con l’utilizzo dell’istituto quale l’applicazione di determinate prescrizioni a riguardo, ma non lo si è voluto fare! In sede di Governo ancora si attende la sottoscrizione di un Nuovo Protocollo d’intesa aggiornando i precedenti del 2009 e del 2012 che, una volta condiviso il progetto definitivo, possa individuare le forme di tutela del reddito dei lavoratori sino alla realizzazione delle opere e ripartenza della produzione e la quota parte del cofinanziamento agli investimenti da parte dello Stato (un prestito e solo una minima parte a fondo perduto!) Con la sentenza odierna da parte del Consiglio di Stato che lancia la palla non in tribuna ma fuori campo sino a fine anno di fatto si decreterebbe la fine della vertenza Eurallumina nelle forme conosciute sinora poiché di fatto ad oggi la stessa Regione Sardegna, il suo Presidente e la sua Giunta, andando fuori tempo massimo, decreta la non sussistenza di un Progetto per l’approvvigionamento energetico fondamentale alla ripartenza della stessa Eurallumina; senza un progetto non sussisterebbero le condizioni affinché la proprietà di Eurallumina possa decidere di andare avanti e tradotto, significherebbe il licenziamento collettivo del personale dipendente in forza.»
«Questo scenario è stato scongiurato sino ad oggi, a distanza di 14 anni, poiché la Società e la Proprietà hanno “tenuto botta” e “cacciato i soldi per la gestione ordinaria e straordinaria e le bonifiche tutt’ora in corso, perché le bonifiche sono in corso!” e non da meno anzi “grazie alla straordinaria ed indispensabile lotta di resistenza portata avanti nel corso degli anni da parte del movimento delle lavoratrici e lavoratori dell’Eurallumina!” – aggiunge la RSA CGIL CISL UIL Eurallumina –. La società Eurallumina ha già dichiarato ufficialmente l’eventualità di uno scenario nefasto com’è quello del licenziamento collettivo, purtroppo, già visto nel passato non troppo lontano concretizzarsi in altre importanti aziende industriali del nostro territorio, qualora entro il 1° semestre di quest’anno in corso non si dovessero concretizzare le questioni che da anni ormai di fatto non si sono mai concretizzate!! È bene chiarire con questo comunicato che i lavoratori e le lavoratrici non rimarranno inermi e che l’eventuale lettera di licenziamento collettivo, oltre che un atto aziendale, avrà implicitamente la controfirma del presidente della Regione e della sua Giunta, in quanto corresponsabili dell’inconcludenza ed inadeguatezza, pertanto dolosa, che una tale vertenza non merita visto il proprio trascorso.»
«La Regione Sardegna è quindi responsabile di questa situazione di stallo ed altresì il Governo nazionale non ha finora esercitato la necessaria autorevolezza a riguardo – conclude la RSA CGIL CISL UIL Eurallumina -. Il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni è sempre stato per noi un atto dovuto per garantire il sostentamento dignitoso delle nostre famiglie ed indirettamente dell’intero territorio, abbiamo sempre auspicato di poterne uscire definitivamente attraverso la risoluzione definitiva della vertenza ed il tanto auspicato ritorno al lavoro a tempo pieno; l’abbiamo sempre considerato uno strumento fondamentale ed indispensabile, temporaneo ma mai risolutivo poiché di risolutivo c’è solo la serenità e la dignità riconquistata attraverso il lavoro. Si annuncia con la presente ed in rappresentanza delle proprie iscritte ed iscritti l’avvio dello stato di agitazione permanente.»