Carbonia. Sulla vicenda dei passi carrai, interviene Andrea Pubusa, professore di Diritto amministrativo all’Università di Cagliari
A Carbonia c’è una generale agitazione per i passi carrai sui quali il Comune ha disposto il pagamento di una tassa, che per le famiglie in difficoltà (e sono tante) è consistente, 120 euro all’anno, ossia 10 euro al mese. La questione è importante, perché ogni abitazione ha uno scivolo.
Ora, stando anche ai miei ricordi personali, l’abbassamento del marciapiede è stato disposto dal Comune all’atto dell’asfalto delle vie cittadine. Non è stato richiesto dai proprietari o dagli affittuari. Si tenga anche conto che, al tempo, gran parte delle case era ancora di proprietà dell’Istituto case popolari. Opportunamente, dunque, l’Amministrazione comunale, nel rifare le vie cittadine, fece gli scivoli in corrispondenza degli ingressi alle abitazioni, ma lo fece motu proprio, senza alcuna richiesta dei proprietari. Per questi scivoli, l’Amministrazione, non avendo avuto richiesta, non può chiedere alcun compenso. E, dunque, dovrebbe stralciarli dal novero dei debitori.
Può chiedere un corrispettivo solo ai proprietari di scivoli che hanno fatto domanda di passo carraio. E, dunque, dovrebbe condurre un’istruttoria nei suoi archivi, volta ad accertarne il numero, il nome e il cognome. Solo dopo questa verifica documentale dovrebbe fare la richiesta di pagamento.
Per i primi, dovrebbe, con un avviso pubblico, chiedere a chi è interessato di presentare domanda per avere il passo. E costoro andrebbero aggiunti al gruppo di coloro che già hanno presentato domanda e, dunque, sono debitori del canone.
E’ del tutto infondata e irrazionale la pretesa dell’Amministrazione di eliminazione dello scivolo per chi non fa domanda, Infatti, il marciapiede è stato abbassato non dai privati ma, di sua iniziativa, dallo stesso Comune nel fare le strade. Quindi, o i luoghi rimangono come sono, con lo scivolo (come sarebbe opportuno e razionale), oppure, questo dev’essere eliminato dall’Amministrazione a sue spese.
Rimane da esaminare la questione dell’usucapione del diritto di passo, ma questa è una questione più complessa, sulla quale mi riservo di tornare dopo un necessario approfondimento.
Andrea Pubusa
Professore di Diritto amministrativo all’Università di Cagliari
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