Don Antonio Mura: «Sia a Portovesme che a San Gavino, per il Primo Maggio, mi aspetto una partecipazione “a testa alta”»
«Sia a Portovesme che a San Gavino, per il Primo Maggio, mi aspetto un forte coinvolgimento di tutte le persone di buona volontà dei nostri territori. Mi aspetto una partecipazione “a testa alta”! Mi aspetto che nelle due manifestazioni che si svolgono a Portovesme e San Gavino, tutti ci si senta coinvolti. Questa ulteriore grave vicenda che sta “mettendo a terra”, senza più lavoro, centinaia e centinaia di persone, provocando il loro “schiacciamento sociale”, con conseguenze gravissime per le rispettive famiglie, ci deve coinvolgere tutti. Ancora una volta, come altre crisi lavorative, questa gravissima situazione ha e avrà gravi ricadute sociali nei nostri territori.»
A dirlo è don Antonio Mura, parrocco delle due chiese di Portoscuso e responsabile dell’Ufficio per la Pastorale Sociale e il Lavoro della diocesi di Iglesias.
«Non sono soltanto Portoscuso e San Gavino Monreale che devono reagire, ma le popolazioni dei rispettivi territori che stanno subendo, da decenni, il sopruso di essere utilizzati per produrre capitali che finiscono nelle tasche di altri al di fuori della Sardegna – aggiunge don Antonio Mura -. Non possiamo accettare l’idea che dal momento che per qualche decennio ci hanno dato lavoro, ora, perché i guadagni non sembrerebbero lauti per gli azionisti, possiamo essere, per l’ennesima volta, “scaricati”, come “stracci usati”. Tutti insieme obbiamo difendere il rispetto della dignità delle persone e delle nostre popolazioni – conclude don Antonio Mura -. Come altre vicende di questo genere, già sperimentate anche nei decenni precedenti, dobbiamo sentirci tutti coinvolti, partecipando numerosissimi al Primo Maggio a Portovesme e a San Gavino.»
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