27 November, 2024
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Il rinvio della seduta della commissione Sanità del Consiglio regionale che avrebbe dovuto esaminare le proposte della Giunta per il superamento dell’emergenza determinata dalla carenza di medici di famiglia, è stata un nuovo motivo di scontro tra maggioranza e minoranza, con quest’ultima che ha abbandonato la seduta provocandone il rinvio, denunciando l’assenza di componenti della maggioranza, incapace di garantire il numero legale.

In molte città, intanto, tra queste Carbonia dove l’emergenza è più grave, sono migliaia i cittadini privi di assistenza sanitaria di base e le soluzioni tampone adottate con la creazione dei cosiddetti ASCot, ambulatori straordinaria di Comunità Territoriale e la mobilitazione delle guardie mediche, riescono a soddisfare in minima parte le necessità. Sulla situazione emergenziale in atto a Carbonia, abbiamo intervistato Daniela Garau, consigliera comunale di minoranza del Patto civico.

E’ stato un 1° maggio molto difficile per i lavoratori della Portovesme srl, sia a Portovesme sia a San Gavino Monreale. A Portovesme per vivere la “Festa del Lavoro” come Speranza, rispetto alla grave crisi lavorativa che sconvolge il nostro territorio. Questa mattina, presso l’ingresso principale dello stabilimento della Portovesme srl, l’Amministratore apostolico della diocesi di Iglesias Cardinale Arrigo Miglio, e don Antonio Mura, direttore diocesano dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro e parroco delle due chiese di Portoscuso, hanno partecipato all’incontro con i lavoratori, CISL e UIL territoriali e regionali, amministratori locali. Una presenza come segno di speranza e incoraggiamento da parte della Chiesa diocesana, vicina ai lavoratori e alle loro famiglie in questo cruciale passaggio delle vertenze che coinvolgono il polo industriale di Portovesme e l’intero Sulcis Iglesiente.

Analoga iniziativa si è svolta a San Gavino Monreale, organizzata dalla Camera del Lavoro CGIl della Sardegna Sud Occidentale.

Allegate le interviste con il cardinale Arrigo Miglio e con don Antonio Mura.

«Sia a Portovesme che a San Gavino, per il Primo Maggio, mi aspetto un forte coinvolgimento di tutte le persone di buona volontà dei nostri territori. Mi aspetto una partecipazione “a testa alta”! Mi aspetto che nelle due manifestazioni che si svolgono a Portovesme e San Gavino, tutti ci si senta coinvolti. Questa ulteriore grave vicenda che sta “mettendo a terra”, senza più lavoro, centinaia e centinaia di persone, provocando il loro “schiacciamento sociale”, con conseguenze gravissime per le rispettive famiglie, ci deve coinvolgere tutti. Ancora una volta, come altre crisi lavorative, questa gravissima situazione ha e avrà gravi ricadute sociali nei nostri territori.»

A dirlo è don Antonio Mura, parrocco delle due chiese di Portoscuso e responsabile dell’Ufficio per la Pastorale Sociale e il Lavoro della diocesi di Iglesias.

«Non sono soltanto Portoscuso e San Gavino Monreale che devono reagire, ma le popolazioni dei rispettivi territori che stanno subendo, da decenni, il sopruso di essere utilizzati per produrre capitali che finiscono nelle tasche di altri al di fuori della Sardegnaaggiunge don Antonio Mura -. Non possiamo accettare l’idea che dal momento che per qualche decennio ci hanno dato lavoro, ora, perché i guadagni non sembrerebbero lauti per gli azionisti, possiamo essere, per l’ennesima volta, “scaricati”, come “stracci usati”. Tutti insieme obbiamo difendere il rispetto della dignità delle persone e delle nostre popolazioni – conclude don Antonio Mura -. Come altre vicende di questo genere, già sperimentate anche nei decenni precedenti, dobbiamo sentirci tutti coinvolti, partecipando numerosissimi al Primo Maggio a Portovesme e a San Gavino.»