“Tonni e tonnare, tra minacce e tutela della tradizione”, esperti a confronto stamane al 19° Girotonno
Esperti a confronto stamane a Carloforte, nell’ambito del 19° Girotonno, nei locali dell’ex Me di via XX Settembre, nel Tuna Talk sul tema “Tonni e tonnare, tra minacce e tutela della tradizione”. Il convegno, organizzato dal comune di Carloforte, è stato moderato dal giornalista Simone Repetto .
«Il Girotonno, da sempre – ha detto il primo cittadino di Carloforte Stefano Rombi in apertura dei lavori – rappresenta anche un momento di riflessione sulla pesca del tonno e sulle tonnare che nella nostra isola hanno storia e tradizioni secolari e che rappresentano una quota importante della nostra economia.»
Aspetti su cui si è subito concentrato Giuliano Greco, (imprenditore P.I.A.M Tonnare) nell’introdurre uno degli argomenti del convegno: “L’attività in tonnara a Carloforte”. Nell’evidenziare le sempre crescenti difficoltà del lavoro nelle tonnare, già alle prese con i problemi legati alle quote tonno, peraltro migliorate negli ultimi anni ma ancora insufficienti per la sostenibilità degli impianti fissi come quelli di Carloforte. Ad alimentare ulteriori e forti preoccupazioni, poi, sono i progetti circa la possibile installazione di “fattorie del vento” galleggianti al largo dell’isola di San Pietro e lungo le rotte percorse dal tonno rosso, il “corridore dei mari”. «Alla luce dei progetti presentati la Sardegna è praticamente circondata. Il fatto che le pale eoliche vengano ancorate ai fondali, anche se a 15 miglia dalla costa, lascia troppi dubbi su cosa possano produrre a livello acustico. Il passaggio delle correnti attraverso i cavi di ancoraggio sicuramente produrrà del rumore che potrebbe allontanare i tonni dalla rotta che da sempre utilizzano per la riproduzione. Il rischio – ha evidenziato Giuliano Greco – è che possano passare altrove sancendo una condanna per le nostre tonnare. A quel punto andremo a chiedere gli indennizzi, ma potremo scordarci una tonnara che per secoli ha lavorato sempre in modo sostenibile, in equilibrio con l’ambiente.»
A seguire l’intervento di Pietro Vuolo (Marevivo International) che ha parlato de “I confini del mare e le aree marine protette”. Il giurista esperto di Diritto internazionale del mare ha accennato all’importanza di un aspetto particolarmente complesso come quello dei limiti delle acque territoriali, delle aree economiche esclusive e delle aree marine protette. Argomenti che assumono sempre più importanza pratica nella definizione dei confini tra stati e territori che si affacciano sul mare. Sulle aree marine protette ha poi sottolineato che «sono uno strumento di protezione che assumono sempre più importanza. Rappresentano il futuro e occorre combattere l’accezione negativa che spesso le accompagnano. Proteggono la biodiversità e gli ecosistemi e, nonostante le ostilità, contribuiscono a ripopolare i tratti di mare interessati e, sempre più spesso, ad esplicare gli effetti positivi anche alle aree limitrofe». Nel suo intervento, infine, il rappresentante di Marevivo International ha acceso i riflettori sulla necessità di «aggiornare la legge 394 sulle aree marine protette, ormai trentennale, e di inserire novità sia sulle nomine dei vertici che sulla possibilità di introdurre zone di sperimentazione di una tipologia di pesca come la tonnara fissa che utilizza un sistema di pesca sostenibile».
Piero Addis (Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente – Università degli Studi di Cagliari), dopo aver presentato il libro “Bibliografia italiana sui tunnidi” (Springer Editore) di Antonio Di Natale (Fondazione Acquario di Genova), ha parlato del tema: “Tonnare e offshore wind farm: una convivenza possibile?”. Partendo dall’esperienza degli studi effettuati anche nella tonnara di Carloforte, Addis è passato a parlare del «potenziale impatto degli impianti eolici off shore sulle rotte del tonno, pescato da secoli in Sardegna e nell’isola di San Pietro secondo la tecnica delle tonnare fisse, impianti legati alle correnti e ai venti. Venti che ora interessano anche alle wind farm». Preso atto dei report europei sul futuro dell’approvvigionamento di energia elettrica da fonti rinnovabili, di cui circa un 15 per cento dovrebbe provenire dall’eolico, Addis ha evidenziato che per la Sardegna sarebbero state presentate quasi una ventina di istanze per centrali eoliche off shore che interesserebbero per lo più la parte meridionale e occidentale dell’Isola. E tra queste anche per le acque intorno a Carloforte.
«In questo contesto gli impianti galleggianti e ancorati al fondo di ultima generazione potrebbero creare nuovi habitat, ma anche problemi alle specie marine per via delle onde elettromagnetiche dei cavidotti utilizzati. E la stessa illuminazione degli impianti potrebbe essere un ostacolo per la pesca perché, richiamando il pesce in zone limitate, contribuirebbe a creare micro habitat a discapito di altre aree. Per questo – ha rilevato – servono iniziative preventive per ridurre al minimo i rischi per le specie marine e la pesca nelle aree eventualmente interessate da queste installazioni. Al momento tra i dati utilizzabili ci sono quelli relativi agli studi sulla marcatura di una cinquantina di tonni che, effettuati con P.I.A.M Tonnare e Commissione tonno, hanno consentito di tracciare gli spostamenti dei tonni che, in questo caso, coincidono proprio con le aree in cui si vorrebbe far sorgere le wind farm off shore e che potrebbero far abbandonare ai tonni le rotte migratorie percorse da secoli, creando così problemi alle attività di pesca ad essi legate».
Il convegno, infine, è stato anche l’occasione per conoscere l’artista Brigitta Ciampi-Karner ideatrice del progetto “Arte al Girotonno”. Un progetto artistico, quello della pittrice austriaca residente da Roma ma assidua frequentatrice dell’isola di San Pietro, che, caldeggiato dall’assessore comunale alla Cultura Betti Di Bernardo, ha portato alla realizzazione di opere pittoriche, in particolare piccoli tonni azzurri, in alcuni scorci suggestivi del centro, tra cui via Solferino.
«Un progetto che ha anche una valenza sociale e che – ha tenuto a sottolineare l’artista – è stato reso possibile grazie al contributo dei volontari della Pro Loco, del Comune e di semplici appassionati. E che conferma quanto l’isola di San Pietro sia piena di poeti e pittori, persone con una forte carica artistica e dotata di tecniche proprie incredibili.»
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