23 December, 2024
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I 22 sindaci dei Comuni del Sulcis Iglesiente che non hanno partecipato alla conferenza socio sanitaria convocata dal direttore generale della ASL Sulcis Iglesiente, Giuliana Campus, e svoltasi venerdì 28 luglio nella sede dell’ARES Sardegna, a Cagliari (era presente solo Debora Porrà, sindaca del comune di Villamassargia), hanno chiesto allo stesso direttore generale della ASL Sulcis Iglesiente Giuliana Campus e al direttore generale di ARES Sardegna Annamaria Tommasella, una nuova convocazione della stessa conferenza socio sanitaria presso la sede della Direzione Generale Carbonia.

«La tematica è ritenuta particolarmente importante e sentita da parte di ognuno dei 22 Sindaci, rappresentanti di un territorio che continua a non avere una struttura adeguata a soddisfare le esigenze della sanità del luogo – si legge nella nota di richiesta di convocazione -. La scelta dell’ubicazione di un nuovo presidio ospedaliero è particolarmente delicata dovendo rispettare determinati requisiti nonché tener conto di un territorio esteso e frastagliato, che coinvolge circa 120.000 abitanti. La scelta è strategica e, pertanto, deve essere attentamente ponderata. Così come accade per qualsiasi altro territorio, quello del Sulcis Iglesiente ha necessità di essere preso in considerazione anche dal punto di vista dell’immagine e delle modalità di interazione da parte degli interlocutori Regionali di qualsivoglia natura.»

I 22 Sindaci (Laura Cappelli – Buggerru, Claudia Mura – Calasetta, Pietro Morittu – Carbonia, Stefano Rombi – Carloforte, Isangela Mascia – Domusnovas, Paolo Sanna – Fluminimaggiore, Andrea Pisanu – Giba, Pietro Cocco – Gonnesa, Mauro Usai – Iglesias, Gian Luca Pittoni – Masainas, Sasha Sais – Musei, Antonello Cani – Narcao, Romeo Ghilleri – Nuxis, Gianluigi Loru – Perdaxius, Mariano Cogotti – Piscinas, Ignazio Atzori – Portoscuso, Elvira Usai – San Giovanni Suergiu, Massimo Impera – Santadi, Ignazio Locci – Sant’Antioco, Maria Teresa Diana – Sant’Anna Arresi, Emanuele Pes – Tratalias, Marcellino Piras – Villaperuccio) hanno chiesto, pertanto, che la riunione relativa alla realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero territoriale nel Sulcis Iglesiente, abbia luogo nel territorio in cui esso dovrà essere costruito, anche alla luce delle molteplici richieste di presenza fisica dell’assessore di competenza e alla stessa è stato invitato a partecipare, presso la sede della Direzione ASL di Carbonia, l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria.

Il basket dopo oltre 20 anni ritorna in piazza Roma, a Carbonia. Dal 7 al 12 agosto 2023, si terrà la prima edizione di Overtime, torneo di basket 3v3 a due canestri su campo ridotto.
L’evento, aderente al circuito FISB e patrocinato dal comune di Carbonia, prevede le seguenti categorie:
  • MINIBASKET M&F (nati nel 2013 e successivi)
  • YOUNG M&F (nati nel 2010, 2011, 2012)
  • NEXTGEN M (nati nel 2006, 2007, 2008, 2009)
  • PRO M (adulti, età minima 15 anni) 

Il torneo durerà sei giorni, ma ciascuna squadra sarà impegnata al massimo per due giornate: una

dedicata alle qualificazioni della propria categoria e l’altra alle fasi finali.
Questo permetterà anche a chi vive fuori Carbonia di ridurre gli spostamenti.
Numero atleti iscritti per ciascuna squadra: 4 (minimo e massimo, obbligatorio)
Orario partite: dalle 17.30 alle 23.30
Costo iscrizione: € 15,00 ad atleta (la quota include la divisa da gioco e la polizza assicurativa)
Durante il torneo sono previste gare di tiro da 3 punti e altre divertenti iniziative.
In palio, per partecipanti e vincitori, ci saranno coppe, targhe, medaglie, gadget e altri fantastici premi.
Per iscriversi sarà sufficiente cliccare sul seguente link: https://forms.office.com/e/MY0LDFEj5K

Il Piano strategico di sviluppo turistico del Sud Ovest della Sardegna è stato presentato nel corso di un evento pubblico che si è svolto a Iglesias. Il documento rientra tra i prodotti e le attività di Vivere il Sud Ovest, il percorso di creazione della destinazione turistica sostenibile del Sud Ovest della Sardegna.

È il risultato di un intenso percorso di coinvolgimento e partecipazione avviato nel mese di maggio con un workshop di presentazione del progetto e proseguito con cinque tavoli tematici di progettazione partecipata (uno per ogni cluster di progetto: turismo dei cammini, turismo degli sport d’acqua, turismo enologico, turismo outdoor, turismo marinaro) e un sesto tavolo trasversale di lavoro sulla cultura e l’ambiente.

I lavori sono stati aperti da Daniele Reginali, assessore delle Attività produttive del comune di Iglesias.

«Questo pianoha detto Nicoletta Piras, direttrice del GAL Sulcis Iglesientepuò rappresentare il punto di partenza per costruire tutti insieme una strategia unitaria di sviluppo turistico e far sì che il Sud Ovest della Sardegna possa diventare una destinazione turistica orientata verso un turismo esperienziale e di scoperta.»

«Come Gal siamo orgogliosi di essere capofila di questo progetto che vede un partenariato molto ricco riunire gli attori più importanti del nostro territorio», ha sottolineato Cristoforo Luciano Piras, presidente del GAL Sulcis Iglesiente.

Sono intervenuti, tra gli altri, i rappresentanti della società Primaidea che ha curato la realizzazione del Piano: Romina Mura (Responsabile di progetto) ha illustrato il lavoro di analisi e l’esperienza di co-progettazione, mentre i consulenti in Destination management, Michele Trimarchi e Chiara Fustella, hanno esposto i contenuti del Piano strategico di sviluppo turistico del Sud Ovest della Sardegna. Davide Corriga, infine, ha esposto le linee guida della comunicazione e della promozione che hanno ispirato il progetto. È seguita l’attività di ascolto e confronto con tutti i partecipanti.

 

«Qualche precisazione sulla Conferenza Socio Sanitaria del 28 Luglio 2023 a Cagliari presso sede ARES e il progetto del nuovo presidio ospedaliero territoriale unico del Sulcis Iglesiente. I Sindaci del Sulcis Iglesiente, di tutti i diversi schieramenti politici, hanno chiesto all’assessore alla Sanità della Regione Sardegna di venire sul territorio, presso la Direzione ASL di Carbonia, per affrontare ad ampio raggio i temi della Sanità nel nostro territorio ed hanno quindi deciso (salvo uno) di non prendere parte alla riunione del 28 luglio . E’ stata questa una iniziativa giusta e coraggiosa dei nostri sindaci a cui va il nostro plauso e sostegno.»

Lo scrive, in una nota, Mauro Esu, segretario federale del PD del Sulcis Iglesiente.

«A pochi mesi dalle elezioni, con tre anni di ritardo, si vuole forse che non si parli d’altro che della costruzione di un nuovo, unico, ospedale?!aggiunge Mauro Esu -. Noi abbiamo bisogno di occuparci subito, domani mattina, di come deve essere curato un bambino o un anziano che ha bisogno del servizio pubblico. Mentre non sappiamo oggi dove portare i pazienti; mentre ci viene comunicato che i pazienti psichiatrici d’estate non sono assistiti perché si chiude il reparto; mentre gli anestesisti ci dicono che non possono garantire il servizio nei reparti; mentre, di nuovo in queste ore, i pronto soccorso di Carbonia e Iglesias si trovano in una drammatica situazione senza possibilità di dare adeguati servizi; mentre le liste d’attesa si allungano spaventosamente; mentre è tutto fermo anche verso quei progetti per i quali esistono ingenti risorse (vedi Case della salute /Comunità di Fluminimaggiore, Giba, Sant’Antioco e Carloforte); ecco, mentre accade tutto questo, noi non ci facciamo distrarre pensando che il problema prioritario sia individuare un sito in cui costruire un nuovo ospedale che, forse, potrà erogare i suoi servizi fra dieci anni.»

«Si vuole forse che il territorio, le sue rappresentanze politiche, sindacali ed istituzionali a pochi mesi dalle elezioni regionali non parlino d’altro? chiede Mauro Esu -. Appare, infatti, abbastanza incomprensibile ma anche grottesca l’accelerazione di una procedura in tal senso, con riunioni estive convocate dall’assessore regionale della Sanità, in cui senza chiarire gli aspetti fondamentali e più importanti di una così complessa operazione di investimento sanitario, si chiede ai Comuni l’individuazione del sito in cui edificare un nuovo ospedale. Bene hanno fatto i sindaci dei due distretti del Sulcis Iglesiente a non prendere parte alla riunione (salvo un solo sindaco)conclude Mauro Esue chiedere invece la convocazione di una riunione qui nel territorio, per valutare anche gli aspetti drammatici che il servizio sanitario vive in queste ore.»

FIOM-FSM-UILM Sardegna Sud Occidentale e Sulcis Iglesiente hanno proclamato uno sciopero generale di 24 ore per lunedì 31 luglio.

«È arrivato il momento della mobilitazione, basta rinvii, Glencore e politica diano risposte occupazionali e produttive al Territorio, alla fabbrica alle Lavoratrici e ai Lavoratori si legge in una nota. Nell’assemblea generale tenuta davanti alla fabbrica il 27 luglio 2023, CGIL, CISL e UIL, hanno condiviso con i partecipanti all’assemblea, con le categorie e con i delegati, un percorso di mobilitazione che partirà il 31 luglio 2023, che vedrà il blocco delle produzioni attraverso lo sciopero generale che durerà per l’intera giornata, per ogni turno di lavoro dalle 6.00 alle 6.00. FIOM, FSM e UILM sono parte integrante della protestasi legge ancora nella nota -, e proclamano di conseguenza lo sciopero di 24 ore per l’intera giornata del 31 luglio con costante partecipazione ai picchetti, che dovranno garantire informazione e partecipazione allo sciopero generale che ha un solo e unico scopo: mettere al centro di ogni discussione il rilancio della fabbrica di piombo e zinco, unico e vero modo per realizzare qualsiasi prospettiva di conversione da affrontare. Il sindacato evidenzia la mancanza di risultati in termine di rilancio occupazionale e produttivo, che neanche i quattro incontri ai massimi livelli, tenuti al MIMIT, sono riusciti a modificare, ragione per cui ritiene fondamentale intensificate le azioni di lotta, nel tentativo di dare prospettive certe allo stabilimento, chiedendo alla Glencore il riavvio immediato, perlomeno della linea zinco, e al governo, nazionale e regionale, gli strumenti atti a superare la fase critica che ha portato alla fermata di gran parte dei reparti

Lo sciopero del 31 luglio è stato dichiarato in concomitanza con l’incontro che si terrà tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e la proprietà Glencore, ma se non si registreranno dei passi avanti, quella, sarà la prima di diverse iniziative, in cui si dovranno ottenere le risposte attese. FIOM-FSM-UILM Sardegna Sud Occidentale e Sulcis Iglesiente hanno invitato tutte le lavoratrici e lavoratori, istituzioni, parti sociali e politiche a unirsi all’iniziativa per l’interesse generale.

Ieri l’Amministrazione comunale di Carbonia ha sottoscritto, insieme all’azienda affidataria dei lavori, il primo contratto relativo al Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) riguardante il comune di Carbonia. Il contratto fa riferimento ai lavori di rigenerazione dell’impianto sportivo di Cortoghiana, inerenti la “missione 5 – Inclusione e coesione sociale, componente 2 – Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore (M5C2), misura 3, investimento 3.1 “Sport e inclusione sociale – cluster 2”.
Ad esprimere la sua soddisfazione è l’assessora allo Sport Giorgia Meli: «Si tratta in assoluto del primo contratto sottoscritto dal comune di Carbonia sui bandi PNRR. Siamo veramente orgogliosi e, dopo tanti mesi di programmazione, non vediamo l’ora di vedere i primi risultati, che in questo caso interesseranno l’impianto sportivo polivalente di Cortoghiana, con lavori finalizzati a rendere la struttura maggiormente fruibile e attrezzata per tutti gli appassionati di sport della frazione».
Gli interventi mirano a una rigenerazione dell’impianto sportivo polivalente di Cortoghiana, con l’esecuzione delle seguenti opere:
• Rigenerazione del campo polivalente di pallacanestro/pallavolo, con fornitura e posa in opera di nuova pavimentazione omologata da esterno, i tracciamenti di norma e la fornitura e posa in opera delle attrezzature necessarie alla pratica sportiva: ciò consentirà lo svolgimento di più discipline sportive, in particolare basket, pallavolo e tennis.
• Efficientamento dell’impianto di illuminazione del campo di calcio a 11;
• Verifica e adeguamento delle vie di esodo;
• Adeguamento alle norme dell’impianto elettrico degli spogliatoi.
• Messa in sicurezza delle tribune per l’afflusso degli spettatori.
«Con la firma di questo primo contratto inizia a prendere concretamente forma il processo di miglioramento e potenziamento del patrimonio pubblico cittadino, nel caso specifico l’impianto calcistico sito nella frazione di Cortoghiana, avviato nel primo anno e mezzo della nostra Amministrazioneha detto l’assessore dei Lavori pubblici, Manolo Mureddu -. Da qui ai prossimi mesi, dalla rigenerazione urbana al potenziamento dei servizi all’istruzione, fino all’efficientamento energetico, apriranno decine di cantieri e la nostra città progressivamente cambierà aspetto. Siamo, infatti, di fronte a un’importante inversione di tendenza sul fronte dei lavori pubblici, in totale promuoviamo investimenti per oltre 25 milioni di euro con tutto ciò che questo genererà in termini di benefici per l’indotto economico locale.»

I ragazzi di Oberhausen, a Carbonia nell’ambito degli scambi previsti dal gemellaggio tra le due città, hanno visitato la sezione locale dell’Anmig, Associazione Nazionale dei Mutilati e Invalidi di Guerra.  E’ stata l’occasione, organizzata dalla presidente Agnese Delogu, per ad ascoltare la storia dell’associazione e quella di Modesto Melis, il cittadino di Carbonia protagonista dell’incredibile esperienza vissuta nei campi di concentramento di Mauthausen e Gusen, ricostruita nel libro “L’animo degli offesi” di Giuseppe Mura.
L’interprete dell’associazione Giulia Giranu ha spiegato ed esposto la storia di Modesto Melis con i pannelli esposti sulle scale della sede Anmig. Agnese Delogu ha raccontato la storia dell’Associazione, dalla nascita della prima pietra, sino ai giorni nostri, per finire con il suono della sirena di Modesto Melis (la traduzione l’ha fatta un’interprete in inglese). I ragazzi di Oberhausen sono rimasti affascinati dalla storia, hanno applaudito Giulia Giranu e si sono complimentati per la mostra.

Dal primo giugno 2013 esiste una delibera con cui è stata decisa la costruzione dell’ospedale unico del Sulcis Iglesiente. La stessa delibera dichiara che la progettazione e l’esecuzione dell’opera verrà affidata alla ARES (Agenzia Regionale Sanità). Alla comunicazione inviata ai 23 Comuni del Sulcis Iglesiente è stata associata la richiesta di indicare la sede prescelta per situarvi il nuovo ospedale.
La scelta della sede apre a tre possibilità:
I – edificare l’ospedale in una delle due città maggiori;
II – la mancanza di risposta rischierebbe di veder edificato un palazzone qualsiasi in un luogo qualsiasi col pericolo che venga costruito “in mezzo al nulla” lontano dai centri abitati.
III – edificare in un “luogo condiviso” e secondo i “canoni dell’OMS”.
Stiamo vedendo quanto sia fragile il diritto alla salute nel caso in cui non si eserciti il diritto democratico della partecipazione alle scelte.
Allo scopo di evitare che ci venga calata dall’alto la scelta di un progetto burocraticamente perfetto, ma senz’anima, proviamo sommessamente a disegnare con l’immaginazione ciò che potremmo proporre seguendo i canoni ingegneristico-architettonici proposti a livello di OMS e UE.
Lo scopo atteso da tutti è quello di raggiungere, per il nostro territorio, l’autonomia sanitaria strategica per il futuro. Non sarà un semplice edificio di cemento: sarà una piccola città fortemente energivora che vivrà 24 ore al giorno e 365 giorni all’anno.

Ipotetico schema planimetrico dell’area sanitaria secondo le indicazioni emerse dai centri studi italiani e presentati all’OMS e UE.

Relazione allegata per spiegare l’ipotesi disegnata.
E’ fortemente aumentata l’insicurezza mondiale con l’esperienza della Pandemia Covid, con l’attuale minaccia nucleare, il rischio climatico e meteorologico, l’invecchiamento della popolazione, l’incremento delle migrazioni, la penuria energetica e alimentare, la nuova competizione del Sud del Mondo. Così come è già avvenuto nel passato, visto lo stravolgimento storico che stiamo vivendo, dobbiamo dedicarci al rinforzo delle strategie di sopravvivenza finalizzata a ottenere una maggiore autonomia alimentare ed energetica e una maggiore autonomia strategica in Sanità.
Da ciò deriva che per la futura generazione saranno necessari “nuovi criteri” per la progettazione degli ospedali.
I veri “criteri fondanti” dell’ospedale moderno furono quelli “rampiniani” (cardinal Enrico Rampini) del 1450,e cioè:
– umanizzazione,
– igiene,
– servizio idrico e fognario capillare
– corretta aerazione e riscaldamento delle camere di degenza,
– distinzione per “intensità di cure” (pazienti acuti e pazienti cronici),
– distinzione per genere,
– distinzione per specialità medica e chirurgica,
– servizio religioso,
– medicina di prossimità,
– buona gestione sotto controllo pubblico.
Dopo altri 450 anni, finita l’epoca storica delle “epidemie”, e finita la Grande Guerra, emerse un nuovo criterio: la “velocità” di intervento sanitario, sopratutto legata ai grandi traumi e alle emergenze chirurgiche.
Pertanto, fu necessario passare dagli ospedali a “padiglione” su piano orizzontale agli ospedali a monoblocco verticale dotati di veloci ascensori.
Era intervenuto un nuovo criterio: il “tempo” di intervento.
Nel 1930 l’architetto Alvar Aalto interpretò, graficamente, un’idea ancora più avanzata sul come debba essere disegnato il nuovo ospedale, e aggiunse altri due “criteri”:
Primo: il criterio dell’“economia” attraverso il “risparmio energetico” e lo fece progettando un ospedale che avrebbe sfruttato razionalmente la luce solare, orientando le grandi fenestrature delle camere di degenza verso sud-est e disponendo i servizi tecnici e amministrativi nel lato dell’edificio orientato a occidente.
– Secondo: il “criterio della “umanizzazione”. Questo criterio era già presente nell’idea di Enrico Rampini ma Alvar Aalto lo arricchì coll’idea di fornire ai degenti una vista godibile sul panorama circostante e mise in progetto l’esistenza di un grande parco verde in cui si doveva immergere la fabbrica dell’ospedale.
I “criteri” maturati in 2.000 anni di ingegneria e architettura ospedaliera sono tutt’oggi vigenti.

Attualmente sta avvenendo un ulteriore cambiamento per fenomeni sociali mai visti nella storia dell’Uomo:
– l’invecchiamento demografico,
– La sovrappopolazione del globo,
– la rivoluzione della comunicazione,
– La digitalizzazione e la dipendenza obbligata che ne è conseguita.
– La Pandemia Covid che ha messo in luce l’inadeguatezza del sistema Sanitario,

– le emigrazioni,
– la crisi climatica
– la nuova guerra in Europa,
– la paura di un possibile coinvolgimento in “fall-out” nucleare,
– la scarsità di nascite nel mondo occidentale.
– il Sud del mondo che avanza le sue richieste di ricchezza, potere e consumi.
La vistosa carenza di “visione “ della Sanità internazionale, messa alla prova dalla Pandemia, oggi ci obbliga a cambiare la prospettiva di osservazione.
Nel 2.000 Carlo Azeglio Ciampi se ne rese conto e dette incarico all’architetto Renzo Piano di disegnare l’“ospedale del futuro”. Questi produsse un nuovo criterio: “l’Umanesimo”.
Con tale termine egli indicava la necessità di introdurre il concetto di “bellezza” sia nei nuovi edifici che alle aree verdi circostanti destinati all’ospedale. Riteneva che la “bellezza” fosse necessaria per migliorare la qualità della vita dei degenti e del personale sanitario, ed era convinto che avrebbe avuto benefici effetti accelerando la guarigione.
In linea con l’OMS, la Commissione europea ha dato incarico agli scienziati di elaborare i “criteri” adeguati ai futuri ospedali europei.
Aggiungendo i nuovi criteri ai criteri classici del passato, i punti cardine da rispettare sarebbero:
– la flessibilità
– la autonomia energetica,
– la intensità di cure,
– la bellezza e gradevolezza del contenuto della struttura ospedaliera e dell’ambiente circostante (l’Umanesimo).
Secondo la proposta italiana presentata a Baku una decina di mesi fa dagli scienziati del Politecnico di Milano questi criteri dovrebbero essere preceduti da un altro criterio, necessario e imprescindibile: l’accettazione propedeutica di un “modello condiviso” tra gli attori pubblici in campo che sono:
– 1) l’Opinione pubblica,
– 2 ) la Politica,
– 3 ) le Istituzioni Sanitarie.
Secondo l’opinione degli scienziati in assenza della condivisione propedeutica di un modello non si può procedere all’esecuzione del progetto definitivo.
Tra le opzioni, proposte dai vari studi, prevale l’idea che nei progetti debbano coesistere le seguenti strutture:
1 – gli edifici a monoblocco o poliblocco;
2 – l’esistenza di torri parallele destinate all’impiantistica,
3 – l’ospedale per day surgery,
4 – l’ospedale stanziale, con prevalenza di camere singole.
5 – l’Hotel per pazienti dimessi,
6 – Percorsi separati per padiglioni a pressione negativa destinati agli infettivi,
7 – padiglione psichiatrico,
8 – giardino terapeutico (preferibilmente sulle terrazze); miniappartamenti per maternità.
A queste strutture di degenza si assocerebbero:
9 – i locali per i servizi di igiene (sterilizzazione e lavanderia) e di catering (cucine, ristorante),
10 – centrale energetica (pannelli fotovoltaici, etc..)
11 – servizio idrico (da fonti autonome e di rete; produzione di acqua sanitaria), serbatoi,
12 – eliporto,
13 – stazione metropolitana collegata alle città e alla rete ferroviaria,
14 – via d’accesso con immissione diretta ad arteria stradale principale,
15 – grande parco nel quale saranno immersi gli edifici. Superficie di 30 ettari per un ospedale medio.
16 – scelta dell’area in posizione tale da: non essere in ombra a sud-est ed essere ad un’altitudine sufficiente per non incorrere nel rischio di inondazioni; essere in località sismicamente stabile.

17 – ampi spazi sotterranei per parcheggi trasformabili all’occorrenza in rifugi antinucleari.
18 – miniappartamenti per il personale,
19 – edificio di culto
20 – inceneritore
21 – market
22 – Centro studi sia per ricerche universitarie sia per la formazione del personale.
Queste poche note hanno il solo scopo di mantenere viva l’attenzione sul nostro Ospedale del futuro affinché diventi, secondo le indicazioni citate, una piccola città immersa in un parco di 30 ettari di verde.

E’ stato approvato ieri a Roma un emendamento al Decreto Legge Pubblica Amministrazione bis, avente a tema “Disposizioni in materia di adeguamento della dotazione organica del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna ai fini della partecipazione e realizzazione del progetto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza “Etic”.

La nuova proposta al DL PA bis, che vede come primo firmatario il deputato Gianni Lampis (FdI), consentirà di rafforzare la pianta organica dell’ente e valorizzare le professionalità già presenti. In particolare, la pianta organica potrà arrivare a 13 unità, con l’assunzione a tempo pieno e indeterminato di 6 unità e la trasformazione a tempo pieno dei rapporti di lavoro in essere a tempo parziale e indeterminato, nelle aree Funzionari e Assistenti. Questa disposizione, è indirizzata alla realizzazione del progetto “Etic”, nell’ambito della Missione 4 coordinata dal Ministero dell’Università e della Ricerca del PNRR, finalizzato all’installazione dell’Einstein Telescope presso la miniera di Sos Enattos a Lula.

«Da più di un anno abbiamo lavorato per arrivare a questo risultato e ne siamo veramente orgogliosi. Le assunzioni consentiranno di migliorare l’operatività dell’ente, sia nell’ordinaria amministrazione che nella realizzazione dei progetti e nel conseguimento degli obiettivi che ci poniamo per il futuro anche e soprattutto per lo sviluppo del territorio. Un sentito ringraziamento al deputato Gianni Lampis e a tutti quelli che credono e hanno creduto insieme a me nella rinascita di questo Parco», ha dichiarato il Commissario Straordinario Elisabetta Anna Castelli.

«La nuova dotazione organica potrà garantire una governance più efficace e solida, cosi da poter programmare con maggiore forza attività sulle aree del Parco Geominerario ed implementare un percorso di networking su ampia scala, facendo leva sia su finanziamenti europei che su collaborazioni internazionali», ha detto il Direttore Fabrizio Atzori.

Nello scorso mese di maggio, dopo tre mesi di lezioni intense e partecipate, è terminato il progetto “Sicuri in strada”, che ha visto il comune di Carbonia – segnatamente il Comando di Polizia locale, l’assessorato della Pubblica Istruzione – e l’Auser Carbonia-Csv Sardegna in prima linea per diffondere l’educazione stradale tra gli studenti delle classi quinte delle scuole primarie, ritrovatisi tutti insieme nella mattinata del 19 maggio in piazza Roma per la giornata finale di un’attività educativa e formativa finalizzata a far sì che i bambini e le bambine  siano, fin da piccoli, portatori di buone pratiche di sicurezza stradale.
“Il progetto Sicuri in strada” è stato un successo, concretizzatosi nell’erogazione agli alunni di specifiche lezioni frontali con numerosi esempi pratici realizzati in collaborazione con gli agenti della Polizia locale. Durante le lezioni è stato trattato il tema della segnaletica stradale che ha registrato la partecipazione attiva e il pieno coinvolgimento degli studenti.
Al fine di rendere impresso nella memoria dei partecipanti e degli organizzatori il lavoro svolto nei tre mesi di lezione, l’Auser Carbonia ha predisposto e stampato un opuscolo finale riassuntivo del progetto “Sicuri in strada”. Il testo, corredato da immagini, è stato donato ieri mattina dalla presidente dell’Auser Carbonia Rosy Orecchioni al sindaco Pietro Morittu e al Comandante della Polizia locale Andrea Usai. All’incontro erano presenti anche il responsabile del progetto, Andrea Piras, e la squadra in turno dell’Auser Carbonia.
Il sindaco Pietro Morittu e il Comandante della Polizia locale Andrea Usai hanno ringraziato l’Auser Carbonia per l’impegno profuso in un’iniziativa che ormai rappresenta un format apprezzato e collaudato, unitamente a tutti gli studenti e agli agenti della Polizia locale che hanno contribuito all’ottima riuscita del progetto.