Persona, lavoro, politica e futuro – di don Antonio Mura
Persona, lavoro, politica e futuro… alcune considerazioni. «L’eguale dignità delle persone richiede che si giunga ad una condizione più umana e giusta della vita. Infatti, le troppe disuguaglianze economiche e sociali, tra membri e tra popoli dell’unica famiglia umana, suscitano scandalo e sono contrarie alla giustizia sociale, all’equità, alla dignità della persona umana, nonché alla pace sociale ed internazionale.» (GS 29).
Ormai molti studiosi hanno messo in evidenza, che negli ultimi anni, c’è stato un drammatico aumento delle disuguaglianze per le seguenti cause: un’eccessiva prevalenza della finanza sul mondo del lavoro; una crisi della sfera politica; una società sempre più individualistica e oligarchica. Per superare queste gravi derive, è urgente mettere al centro il principio che il lavoro è a servizio dell’uomo. Questo non vuol dire soltanto dare un giusto salario, ma significa riconoscere la dignità umana di quel lavoratore, che prima di essere un lavoratore è un essere umano e che, attraverso il lavoro, può esprimere la dignità della sua vita. Questo è un principio troppo spesso calpestato, alcune volte a causa dall’indifferenza, altre volte per una mentalità individualista che non riesce ad andare oltre un utilitarismo personalistico e senza alcuna “visione” del nostro futuro. Dobbiamo smettere di pensare il lavoro come ad un meccanismo totalizzante che “ingurgita” la vita delle singole persone fino a disumanizzarle. Ciò che conta più di tutto è la dignità umana. Le nostre società occidentali sono immerse in una diffusissima cultura basata su una certa idea di benessere che finisce per obnubilare la mente e il cuore delle persone, essenzialmente in due modi: innanzitutto, tramite una «nuova idolatria del denaro»; e in secondo luogo, attraverso la riduzione dell’essere umano ad uno solo dei suoi bisogni: il consumo. Questa analisi rappresenta la sfida concreta più importante lanciata dalla Laudato Si’ di Papa Francesco. Abbiamo una sfida epocale che si configura, soprattutto, come l’impegno a cercare di porre un freno politico a quella sorta di “potere ingovernabile” che Francesco ha chiamato a più riprese, il «paradigma tecno-economico», cioè un sistema di potere che riduce l’uomo e l’ambiente a semplici oggetti da sfruttare in modo illimitato e senza cura. Da ciò deriva anche la precarietà lavorativa a cui sono costretti moltissimi nostri cittadini, vittime di una “precarietà iniqua”.
In Sardegna e in particolare nel nostro Sulcis Iglesiente, è ormai da anni, ripartita una nuova forma di emigrazione che dobbiamo avere il coraggio di dirci che è una autentica sconfitta sociale! Occorre un nuovo patto sociale, capace di superare i vecchi conflitti sociali e le inutili diatribe ideologiche, fenomeni purtroppo ancora molto presenti. Possiamo uscire da questa drammatica situazione solo con l’aiuto di tutte quelle persone e Istituzioni di buona volontà che hanno veramente a cuore il “bene comune”. Per fare ciò, è necessaria una grande visione del futuro del nostro territorio, inoltre è necessario valorizzare con fiducia le energie nuove, valorizzando i talenti che sono presenti ovunque nei nostri paesi. Inoltre è urgente e fondamentale ripensare il rapporto tra l’uomo e l’oikos, tra lo sviluppo economico e la “casa comune”. Occorre ripensare un nuovo stile di vita all’insegna della sobrietà e non del consumismo e inoltre è urgente una nuova cultura del lavoro che si prefigga, sempre, di salvaguardare la dignità umana. Tutto questo per persone con il coraggio della buona volontà a servizio della dignità di ogni persona e quindi del bene comune.
Don Antonio Mura
Responsabile UPSL Diocesi di Iglesias
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