2 November, 2024
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Inaugurata stamane, a Guspini, la Festa della letteratura “Bimbi a bordo 2023”

La miniera di Montevecchio ha aperto le sue porte questa mattina ai bambini e bambine, ragazzi e ragazze e rispettive famiglie per l’XI edizione della Festa della letteratura “Bimbi a Bordo”. Un programma ricco di laboratori per i più piccoli, a partire da 0 a 3 anni, e di icontri di formazione per gli adulti. La giornata si è aperta con la lectio magistralis del professore della Bicocca Martino Negri, riconfermato per il secondo anno alla guida scientifica del Festival di Guspini. Negri si è concentrato sul tema di quest’anno “ombra e luce” e sulla sua profonda dimensione dicotomica e simbolica.
«Le storieha detto Martino Negrisono fondamentali nella nostra vita, specie nell’età della fanciullezza, perché sono in grado sia di dare un senso al caos dell’esistenza che si palesa davanti agli occhi del bambino-lettore, sia perché nel bene e nel male sono in grado di plasmare il nostro immaginario e di contaminare passato, presente e futuro.
Pensiamo ai mostri che compaiono nelle storie e negli albi illustrati, e agli uomini che poi diventano quegli stessi mostri. E viceversa. E’ necessario, dunque, non raccontare storie troppo edulcorate ai più piccoli, ma proporre loro la complessità e anche l’orrore del mondo, perché possano essi stessi aprirsi varchi di senso e riflessioni personali su ciò che la lettura del libro gli ha proposto.»

La strada indicata tra ombra e luce sembra, dunque, essere proprio quella di non occultare la mostruosità ai bambini perché essi si abituino a non avere una visione semplicistica ed egocentrata ma sappiano ascoltare l’altro da loro, empatizzare e capire come siamo tutti interconnessi.

L’elezione della miniera di Montevecchio come “casa” del Festival, la scelta del tema ombra e luce, tutto richiama – ha continuato a spiegare il direttore artistico – alla metafora della vita, al continuo oscillare tra bene e male, ai luoghi di dolore che però contengono anche il seme della speranza e della rinascita.
I bambini sono costantemente chiamati, e sentono loro stessi il richiamo, ad attraversare la paura e i luoghi paurosi. Cercano spesso anfratti nei quali nascondersi e sperimentare il loro coraggio in una prova di alterità con il buio, lontano dall’occhio vigile e attento degli adulti, siano essi i genitori o gli insegnanti. I bambini amano abitare luoghi poco popolati dai grandi, sia nella vita reale che nelle storie, nelle narrazioni fiabesche. Amano la notte come momento di affrancamento dallo sguardo severo di chi vuole imporre la via. Sono alla costante ricerca di una esperienza libera dal controllo dei genitori e adulti in generale. Sfidare il limite imposto e sfidarsi dentro una loro zona d’ombra è un obiettivo primario. L’ombra rappresenta infatti il buio, la paura, l’inconscio, il poco noto e visibile, mentre la luce riveste il ruolo del controllo e della razionalità che si vive durante il giorno.

Le storie sono inoltre un ponte tra le generazioni. «Sono capaci di unire la generazione attuale con quella che li ha preceduti. I racconti ci fanno capire chi siamo e cosa sentiamo anche attraverso le storie degli altri. Le storie danno ordine ai pensieriha concluso Martino Negrima cambiano e si evolvono, sono vive, e vengono reinterpretate da chi le riscrive. Come Calvino, che regala alla nazione nel 1956 la collana delle fiabe italiane, ma ovviamente ci mette del suo. Ogni autore aggiunge quando ri-racconta. E così fanno i lettori. A ciascuno di noi la storia arriva in modo diverso.»

 

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