21 December, 2024
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Martedì 5 settembre la Sala del Museo della Memoria e dei diritti Umani di Santiago del Cile, ha ospitato la proiezione del docufilm del regista sardo Marco Antonio Pani: “Ignazio, storia di lotta, d’amore e di lavoro”. Il film è stato prodotto dall’associazione Amici della miniera, in concorso con il Centro servizi culturali della Società Umanitaria Fabbrica del cinema di Carbonia, e con il patrocinio economico della Cineteca sarda, della Fondazione di Sardegna e il patrocinio della Fondazione Berlinguer.

La proiezione del film nella Capitale cilena segue la prima a Carbonia avvenuta il 5 novembre 2022, le successive a Sassari, Cagliari e in diversi altri centri della Sardegna e, infine, quella di Roma del 19 aprile 2023. Hanno partecipato alla proiezione i rappresentanti dell’associazione “Amici della miniera” Antonangelo Casula e Roberto Sanna.

L’evento, rientrava nelle iniziative programmate nell’ambito della ricorrenza del 50° anniversario del golpe fascista dell’11 settembre 1973, che ha abbattuto il governo democratico di Salvador Allende e schiacciato nel sangue il popolo cileno. Sono stati presenti alla proiezione, Autorità di Governo, della politica e della Cultura Cilena.

Di seguito, l’intervento integrale di Antonangelo Casula.

Ignazio Delogu e il Cile. Desidero porgere a nome dell’Associazione “Amici della Miniera” e dei Centri di Servizi Culturali della Società Umanitaria Sardegna un caloroso saluto a tutte le Autorità presenti, al presidente del Museo della Memoria e dei diritti umani di Santiago, la signora Marcia Scantlebury e a Javier Ossandon che è stato per noi un importante e insostituibile punto di riferimento per la realizzazione di questo evento.

Sono molto felice di essere oggi a Santiago con tutti voi per rendere omaggio alla figura di un combattente per la democrazia, la libertà dei popoli, di un amico e di un compagno, inteso nel senso più autentico della militanza politica e civile.

Il bellissimo docufilm scritto e diretto dal regista sardo Marco Antonio Pani, ne descrive la personalità poliedrica e di intellettuale cosmopolita.

Per definire la figura di Ignazio Delogu, occorre fare uso di una moltitudine di definizioni: è stato scrittore, giornalista, traduttore, linguista, storico, poeta e tante altre cose, è stato un grande italiano con l’orgoglio delle radici della sua terra d’origine, sardo e internazionalista come nella migliore tradizione gramsciana.

Era un uomo generoso e di grandi passioni, tra queste quella per la mia città, Carbonia, una città di Fondazione nata nel 1938 alla quale ha dedicato un importante libro sulla sua storia dal titolo: “Carbonia Utopia e progetto”, e una significativa attenzione lungo l’arco della sua vita con la realizzazione di più saggi e inchieste giornalistiche che aveva in un proposito di raccogliere in una pubblicazione alla quale avrebbe dato il titolo di: “Carbonia nel cuore”. Proposito che non si è realizzato per la sua dolorosa scomparsa.

Io però desidero soffermarmi su Ignazio Delogu e il Cile.

Il docufilm pone l’accento sul ruolo da lui svolto nella qualità di segretario esecutivo dell’Associazione Italia Cile negli anni successivi al golpe militare fascista guidato da Augusto Pinochet, 50 anni fa, l’11 settembre 1973, ma l’interesse, la passione, l’amore di Ignazio per il Cile, per il suo popolo, per i suoi artisti, per i suoi poeti, hanno un’origine più remota a partire dai primi anni ’50 del secolo passato.

Mi riferisco, innanzitutto, ad una passione autentica per la figura e l’opera poetica di Gabriella Mistral e di Pablo Neruda e per tutto l’universo della cultura cilena che conosceva e amava profondamente.

Della Mistral tra i tanti, vorrei citare un aneddoto al riguardo, Delogu, nel corso di un convegno tenuto a Nuoro nei primi anni ‘70, sottolinea l’originale parallelismo tra la Mistral e Grazia Deledda, una grande scrittrice sarda, insignita del Nobel per la letteratura nel 1926, partendo dalle motivazioni quasi coincidenti, che hanno portato all’assegnazione del prestigioso riconoscimento, nel quale viene evidenziata la straordinaria affinità tra le due e posta esplicitamente in relazione la personalità delle due grandi scrittrici. Cosa unica credo, nella storia delle motivazioni del massimo premio internazionale.

Nel caso di Neruda invece si trattava di un rapporto personale maturato negli anni. In un primo momento mediato dalle frequentazioni italiane di Neruda a partire dai primi anni ‘50 del secolo scorso, per divenire successivamente un rapporto più personale, Delogu ne dà ampiamente conto nei suoi scritti ed in particolare in un suo articolo pubblicato sul quotidiano del PCI L’Unità il 26 settembre del 1973, a pochi giorni dopo la sua scomparsa; curò inoltre la traduzione in italiano del suo libro di poesie “Incitamento al Nixonicidio” e pubblicò postuma, l’ultima raccolta di poesie del poeta a cui si diede il titolo “Elegia dell’assenza”.

Di quest’ultimo e delle modalità che ne hanno preceduto la pubblicazione, vorrei citare una sua testimonianza contenuta nel suo libro “Pablo Neruda e l’Italia”, cito testualmente: …«è probabile che per molte ragioni, politiche soprattutto, aveva una grande considerazione per i comunisti italiani – ma anche per ragioni culturali, lo abbia indotto a far giungere un messaggio, l’ultimo, proprio a loro, perché lo rilanciassero nel mondo. O forse qualcuno accanto a lui – il poeta Homero Arce, che per tanti anni fu il suo più fidato e intimo collaboratore – pensò di interpretarne il pensiero quando consegno a un italiano, che non conosco, quel dattiloscritto con correzioni di suo pugno, che la direzione del PCI ricevette qualche giorno dopo il golpe, quando ancora era incerta la sorte del poeta. Mi fu consegnato quella stessa notte da un Enrico Berlinguer insolitamente commosso, per stabilirne l’autenticità e curarne la pubblicazione. Era un libro di poesia dal titolo parzialmente incerto. Con l’ausilio di Volodia Teitelboin decidemmo di chiamarlo Elegia dell’assenza…»

La sua funzione nell’associazione Italia-Cile che era meramente politica, non si limito esclusivamente a questo, anche se ne fu assorbito principalmente, coltivò nel suo rapporto con gli esuli cileni in Italia, le sue passioni artistiche e letterarie, che divennero inevitabilmente anche delle grandi amicizie:

– con il grande pittore Sebastian Matta, Ignazio era anche un culture delle arti visive;

– con il gruppo musicale degli Inti Illimani, esule in Italia, con i quali attivò diverse forme di collaborazione, il 4° disco del gruppo “Hacia La Libertad” reca nell’interno della copertina, in calce: “Traduzione italiana dei testi a cura del Professor Ignazio Delogu”… sempre con Jorge Coulón curò la traduzione di un libro con i testi della Nuova canzone cilena e dell’America Latina, dal titolo “Inti Illimani canti di lotta, d’amore e di lavoro”, una definizione questa, che ha influenzato il regista Marco Antonio Pani nella titolazione del docufilm: “Ignazio, storia di lotta, d’amore e di lavoro”.

Altrettanto degna di nota mi pare anche la collaborazione a Roma, agli inizi degli anni ’80, con il laboratorio di poesia dei poeti esuli cileni denominato “ Maruri”. Il gruppo si riuniva presso la Libreria Croce ed era animato da eminenti figure della poesia cilena: Hernán Castellano-Girón, Eugenio Llona, Carmen Guastavino, Eduardo Banderas, Jorge Coulón, Marcos Cáceres, Odette Smith y Antonio Arévalo.

La sua attività politica contro le dittature, in difesa della libertà dei popoli, si è svolta in diversi paesi del mondo: la Spagna durante il periodo Franchista, la Grecia dei Colonelli per citarne alcuni, ma il suo rapporto con la vicenda cilena è stato certamente – non solo a mio giudizio -, il più intenso.

Il suo ultimo libro, pubblicato nel 2010: Parallelo Sud – sottotitolato Patagonia Tragica Terra del Fuoco e altri orizzonti, credo ne sia una significativa testimonianza.

Un piccolo aneddoto su questo libro: lo scrive in polemica con Daniele Del Giudice, uno scrittore italiano scomparso recentemente, autore di un romanzo Orizzonte Mobile, un libro dedicato alla Patagonia e al continente antartico. Delogu sviluppa una critica aspra e senza alcuno sconto nei confronti di Del Giudice e della interpretazione che dà di quel mondo… ma credo che intimamente Ignazio lo abbia scritto spinto dal bisogno di raccontare il “Suo” Cile, a partire dal profondo legame con il presidente Allende, a quello con Pablo Neruda e con tutto il popolo cileno che ha amato intensamente e dal quale, ne è una significativa testimonianza la manifestazione odierna, non è stato dimenticato.

Parallelo Sud è un omaggio alla figura di Salvador Allende, che gli aveva concesso il privilegio di visitare, ospite della Repubblica Cilena, la Terra de Fuoco. Con il presidente Allende, aveva fatto cenno ad una sua conversazione con Francisco “Pancho Coloane” nella quale gli suggeriva di visitare la Patagonia; il Presidente lo incoraggiò a visitarla con le seguenti parole: «E una terra stupenda mi confermò, sono stato Senatore per la Patagonia, ho molti amici laggiù. è opportuno che ci vada. Ha ragione Pancho: non puoi lasciare il Cile senza andarci, anche se so che tornerai».

Qualche giorno dopo Ignazio era già a Punta Arenas, ospite della compagnia di bandiera LanChile. Come nel suo stile, Delogu non si limita ad un resoconto di cronaca, il racconto è a mio giudizio una felice sintesi tra ricerca storica e romanzo, nel quale la lettura degli eventi si succederà attraverso una chiave epica, da Magellano a Catwin e tragica, come sottolineato nel titolo del suo libro, nel quale vengono ricordati i massacri dei popoli aborigeni, delle tribù degli Indios nativi a seguito della colonizzazione spagnola. Altrettanto efficace appare la descrizione dei luoghi, della loro bellezza selvaggia, da Punta Arenas a Capo Horn passando per lo stretto di Magellano.

Per Delogu il viaggio è per definizione avventura, ricerca, conoscenza, curiosità, sono queste, le stesse impressioni che riferisce nel suo girovagare al Nord della Cordigliera attraverso le strade polverose della carrettera di allora, in una dimensione che lo assorbe interamente sul piano intellettuale, umano e spirituale.

Non mi dilungo oltre per ragioni di tempo se non per dire che questo libro, pubblicato nel 2010 ad un anno dalla sua scomparsa, ha il significato di un testamento, un desiderio irrinunciabile di porre un suggello al rapporto con quella terra e con i tantissimi e tantissime persone con cui si era relazionato.

Mi avvio a concludere, in una fase del docufilm vengono scandite molto opportunamente alcune frasi estrapolate dal finale del libro Parallelo Sud, mi scuserete se le ripropongo, ma a me sembrano molto significative per descrivere il legame profondo che Ignazio Delogu aveva maturato con quella che riteneva a pieno titolo anche la sua patria, quella cilena, spero di riuscire a non essere sopraffatto dall’emozione nel leggerle:

Morto Salvador Allende, el Chico.

Morto Pablo Neruda, Pablo.

Assassinato a bastonate il suo amico-segretario, Homero Arce. Trafitto al cuore dalla baionetta assassina di un golpista Victor Jara, l’autore di Venceremos e di Te recuerdo Amanda.

E tanti altri nelle carceri, nei lager, nelle isole o precipitati nel Pacifico dagli aerei della Gloriosa Fuerza Aerea o massacrati sulle navi dell’Invicta Armada.

Se la patria è la terra dove sono sepolti i nostri morti, anche il Cile è la mia patria.

Questo è stato il Cile per Ignazio Delogu.

Antonangelo Casula

È stato presentato alla stampa stamane a Cagliari, alla Fondazione di Sardegna, il 38° Premio letterario “Giuseppe Dessì”. All’incontro con i giornalisti sono intervenuti la Presidente della Fondazione Dessì Debora Aru, il sindaco di Villacidro Federico Sollai, il componente della giuria del premio letterario Duilio Caocci e la Segretaria generale della Fondazione Dessì Antonella Cavallo.

È un’edizione del Premio “Giuseppe Dessì”, la trentottesima, in un’inedita versione autunnale e spalmata nell’arco di tre mesi: il concorso letterario intitolato allo scrittore sardo (1909-1977), quest’anno slitta infatti dal tradizionale periodo di fine settembre per snodarsi in varie fasi, con spettacoli, concerti, presentazioni editoriali e incontri con gli autori, fino al suo clou in programma il 25 novembre, data della cerimonia di premiazione. L’appuntamento è, come sempre, a Villacidro, la cittadina del Sud Sardegna, a una cinquantina di chilometri da Cagliari, che tanta importanza ebbe nella vita e nell’opera di Dessì e dove ha sede (proprio in quella che era la casa di famiglia) la Fondazione che porta il suo nome e che organizza il premio con il contributo del comune di Villacidro, dell’assessorato regionale della Pubblica Istruzione e Beni Culturali della Regione Autonoma della Sardegna e della Fondazione di Sardegna, e con il patrocinio del MiC – Ministero della Cultura e del GAL Linas Campidano.  
A contendersi gli allori saranno i tre finalisti di ciascuna delle due sezioni, Narrativa e Poesia, in cui si articola il concorso letterario, selezionati fra gli autori delle 168 opere iscritte quest’ann0 (118 per la Narrativa e 50 per la Poesia) dalla giuria presieduta dalla massima studiosa dell’opera di Giuseppe Dessì, Anna Dolfi: una qualificata e affiatata commissione giudicatrice composta da Duilio Caocci, Giuseppe Langella, Giuseppe Lupo, Luigi Mascheroni, Gino Ruozzi, Stefano Salis, Gigliola Sulis, Nicola Turi e da un rappresentante della Fondazione Dessì. Agli stessi giurati spetterà il compito di eleggere il “supervincitore”, il 25 novembre, al quale andrà il premio di cinquemila euro (millecinquecento euro, invece, a ciascuno degli altri finalisti): in lizza nella categoria Narrativa sono Silvia Ballestra con La Sibilla. Vita di Joyce Lussu (Laterza), Ermanno Cavazzoni con Il gran bugiardo (La nave di Teseo) e Gennaro Serio con Ludmilla e il corvo (L’orma editore); Paolo Febbraro con Come sempre. Scelta di poesie 1992-2022 (Elliot Edizioni), Umberto Fiori con Autoritratto automatico (Garzanti) e Enrico Testa con L’erba di nessuno (Einaudi) i finalisti, invece, nella sezione Poesia.
 

Il presidente Federico Fantinel ha convocato il Consiglio comunale di Carbonia presso la sala consiliare del Centro polifunzionale in Piazza Roma, in seduta straordinaria e pubblica, nella giornata di venerdì 6 ottobre 2023, alle ore 18,30, prima convocazione, per la trattazione del seguente ordine del giorno: 1. Conferimento della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto.

Venerdì 29 settembre, alle ore 17.30, nel Palazzo Regio di piazza Palazzo, a Cagliari, l’inaugurazione di “Fenici, la rotta del Sud” la mostra della fotografa Marina Federica Patteri dedicata alle località costiere del sud della Sardegna che, in antichità, ospitarono la presenza fenicia.

La Sardegna fu al centro delle rotte dei fenici, che vi fondarono città e insediamenti, alcuni dei quali ancora esistenti. Il succedersi di epoche e popoli ha quasi del tutto reso invisibili le tracce della civiltà fenicia in Sardegna. Ciò, se da un lato ci priva delle testimonianze della loro presenza, dall’altro, in special modo nei luoghi non più antropizzati, consente il poter apprezzare una visuale analoga a quella dei primi navigatori che dall’attuale Libano approdarono sull’Isola. Basato su tale suggestione, “Fenici, la rotta del Sud” è il racconto fotografico di un itinerario che si snoda lungo alcuni di tali luoghi. Un viaggio ideale la cui direzione e, al contempo, meta finale sono la bellezza dei paesaggi costieri e della poesia in essi custodita.

La mostra che sarà aperta al pubblico fino al 9 ottobre ed è realizzata dalla Casa di Prometeo con la collaborazione dell’associazione Amici di Sardegna e dell’Ente Concerti Iglesias Sardegna, si svolge con il patrocinio della Città Metropolitana e dei Comuni di Cagliari e Sant’Antioco.

 

Passaggi d’Autore: intrecci mediterranei, il festival del cortometraggio organizzato a Sant’Antioco dal Circolo del Cinema “Immagini”, si prepara per la sua diciannovesima edizione: l’appuntamento dedicato ai film brevi prodotti nell’area del Mediterraneo è in calendario, come sempre, ai primi di dicembre, quest’anno dal 2 al 7. Ma intanto parte una delle attività collaterali che mirano a coinvolgere attivamente i giovani nel festival: il laboratorio formativo “La traduzione per i prodotti audiovisivi: i sottotitoli per il cinema e la televisione”. Tenuto da Luca Caroppo, professionista esperto in sottotitolazione, collaboratore di Raggio Verde Sottotitoli s.r.l. di Roma (una delle aziende leader in Italia nel campo della fornitura di servizi di sottotitolaggio film e di ausilio alla programmazione per non vedenti e non udenti), il laboratorio è finalizzato ad acquisire la capacità di trasformare un dialogo in testo scritto, sincronizzando gli elementi audiovisivi con i sottotitoli.Si svolgerà in due fasi: la prima, da mercoledì 27 a sabato 30 settembre è un workshop di dodici ore, articolato in quattro incontri con Caroppo in videoconferenza, in cui verranno illustrati gli aspetti principali della sottotitolazione e forniti strumenti e indicazioni utili per lo svolgimento delle attività previste nel laboratorio formativo. Nella seconda fase, più operativa, i partecipanti si cimenteranno nella sottotitolazione dei cortometraggi che verranno poi proiettati al festival in dicembre. Il laboratorio è rivolto agli studenti del Liceo linguistico IIS “Gramsci-Amaldi” di Carbonia e agli studenti dei corsi di Lingue della Facoltà di Studi Umanistici dell’Università di Cagliari, che potranno partecipare gratuitamente.
In preparazione del festival ritorna anche, per il decimo anno consecutivo, un altro laboratorio all’insegna del coinvolgimento attivo dei giovani: “Critica il Corto” – questo il titolo – mira a dare ai partecipanti gli strumenti della critica cinematografica e a stimolare il loro spirito critico, la loro capacità di leggere le immagini e le narrazioni e di cogliere in profondità il linguaggio audiovisivo e le sue potenzialità.

Verrà presentato alla stampa domani – giovedì 28 settembre – a Cagliari, il programma del 38° Premio letterario “Giuseppe Dessì” promosso a Villacidro dalla Fondazione “Giuseppe Dessì” con il contributo del Comune, dell’assessorato regionale della Pubblica istruzione e Beni culturali della Regione Autonoma della Sardegna e della Fondazione di Sardegna, e con il patrocinio del MiC – Ministero della Cultura e del GAL Linas Campidano.  

All’incontro con i giornalisti, con inizio alle 11.00 nella sede della Fondazione di Sardegna in via San Salvatore da Horta, sono previsti gli interventi della Presidente della Fondazione “Giuseppe Dessì” Debora Aru, del sindaco di Villacidro Federico Sollai, dell’assessore della Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport della Regione Autonoma della Sardegna Andrea Biancareddu, di un rappresentante della Fondazione di Sardegna, del Segretario Generale della Fondazione Dessì Antonella Cavallo e di Duilio Caocci in rappresentanza della giuria del premio.
Nel corso della conferenza stampa verranno annunciati i nomi dei sei finalisti delle due sezioni, Narrativa e Poesia, in cui si articola il concorso letterario, e dei premi speciali assegnati dalla Giuria e dalla Fondazione di Sardegna: la cerimonia di premiazione è in programma a Villacidro il 25 novembre.

Durante un servizio di vigilanza presso l’isola di Carloforte la pattuglia del Corpo forestale appartenente alla Base Navale di Sant’Antioco impegnata in un servizio straordinario mirato alla prevenzione e repressione degli illeciti in materia di pesca e in particolare alla pesca del riccio, ha accertato in località La Punta – Tonnara di Carloforte, la presenza di un sub intento a pescare in un basso fondale. Da un’osservazione da terra era evidente fosse intento alla raccolta dei ricci di mare, pertanto atteso che uscisse dall’acqua e che si portasse presso la sua auto. è stato sottoposto a un controllo dagli agenti del Corpo forestale. Durante il controllo è stato accertato che il pescatore era in possesso di una cesta contenente 143 ricci di mare appena raccolti. E’ stata effettuata una prima contestazione dell’illecito per aver pescato e detenuto esemplari di riccio di mare nonostante il divieto assoluto di quel tipo di pesca, poi l’identificazione e il verbale di sequestro, i ricci sono stati immediatamente ributtati in mare, in quanto ancora vitali.

La pattuglia, considerato l’atteggiamento del pescatore, ha lasciato momentaneamente il posto ma si è riportata in località La Punta e ha sorpreso nuovamente lo stesso pescatore intento a recuperare i ricci appena rilasciati in mare. L’uomo è stato invitato a rimetterli in acqua ed è stato contestato il secondo illecito a carico dello stesso pescatore poco prima sanzionato, con l’aggravante della recidiva.

 

Il salone del Centro di documentazione di Storia locale, sito nel complesso della Grande Miniera di Serbariu, a Carbonia, ospita questo pomeriggio, alle 17.30, la presentazione del libro “I cammini dei sogni – Due piedi raccontano le vie per Santiago”, di Luciano Murgia, prefazione di Alex Schwazer, pubblicato da edizionideicammini/GoWalk. L’organizzazione della presentazione è stata curata dalla Libreria Lilith con il patrocinio del comune di Carbonia.

L’autore, Luciano Murgia, originario di Carbonia, figlio di padre minatore, ha lasciato un lavoro sicuro e la Sardegna all’età di 20 anni, per inseguire il suo sogno di diventare giornalista sportivo. Per farlo ha scelto le Marche e la città di Pesaro, dove vive dal 1969. Dopo diverse esperienze, è riuscito a realizzare il suo sogno ed ha raccontato per quasi mezzo secolo eventi sportivi su giornali, radio e televisioni, in particolare le imprese della Scavolini basket e della Robur di volley femminile.

Da giornalista, tabagista e sedentario, Luciano Murgia è diventato in età avanzata appassionato pellegrino, pur senza il dono della fede, e ha percorso per ben cinque volte il Cammino di Santiago di Compostela, esperienze che racconta nel libro “I cammini dei sogni – Due piedi raccontano le vie per Santiago”, sua terza pubblicazione, dopo “Dietro i canestri” e “Quelli che camminano”, scritto insieme ad Alex Schwazer, pubblicato da Mondadori.

 

E’ stato presentato in occasione delle giornate Europee del patrimonio 2023, presso l’aula consigliare del comune di Cagliari, su invito della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna. il lavoro di restauro eseguito sui monumenti in memoria di Quintino Sella, Zaira Deplano Pinna e Maddalena e Luigina Boldetti di Giuseppe Sartorio alla quale abbiamo voluto aggiungere, poiché facente parte del medesimo intervento, il restauro del monumento in Memoria dei Caduti della grande guerra di Francesco Ciusa.

Tutti gli interventi, a iniziare dalla progettazione fino alla realizzazione, sono stati sottoposti all’alta sorveglianza da parte dei funzionari della Soprintendenza.
I lavori si sono conclusi, dopo sette mesi, alla fine dello scorso mese di agosto.
«Nel cimitero di Iglesiasspiega l’assessore dell’Arredo urbano Francesco Melissono presenti diverse statue del Sartorio, le prime ad essere restaurate sono state quelle di “Zaira, la bambina col cerchio” e delle “Sorelline Boldetti” che nel 2009 vennero brutalmente vandalizzate, e che oggi finalmente è possibile riammirare nella loro originaria posizione. Quando ancora i lavori erano in corso è iniziato un lavoro di censimento e monitoraggio delle opere del Sartorio, lo scultore di anime, al fine di garantire un costante monitoraggio del patrimonio artistico conservato nel cimitero cittadino.»
«Ad oggi si contano più di ottanta sculture realizzate dall’artista nel cimitero cittadino, per la quale è già in atto una valutazione dello stato di degrado, eventuali misure da adottare sempre in continua sinergia con la Soprintendenza e richiesta di fondi per poter intervenire celermenteconclude Francesco Melis -. Un ringraziamento ai nostri tecnici ed in particolare all’architetto Laura Arru che ha seguito tutti i restauri in prima persona e all’ex assessore Ubaldo Scanu che ha avviato il progetto nella precedente amministrazione.»

Con oltre 170 iscritti, il 49esimo campionato italiano della classe Windsurfer in programma nel  fine settimana nelle splendide acque di Porto Pino, si annuncia il più gettonato delle ultime stagioni. A regatare anche numerosi concorrenti di varie nazionalità, con ben 13 partecipanti francesi e altri da Spagna, Austria, Danimarca, Olanda, Giappone, Svizzera, Sud Africa, UK, Finlandia, USA. Organizzato dalla Lega Navale del Sulcis dal 27 settembre al 1 ottobre, su delega FIV e sotto il coordinamento del comitato III zona, con il patrocinio del comune di Sant’Anna Arresi, il campionato delle tavole monotipo Windsurfer LT e WS One Design precede infatti i mondiali che si terranno a dicembre a Perth, in Australia.
Ma la vera novità riguarda nutrita la partecipazione della classe femminile, con 33 iscritte, e dei giovani e giovanissimi che, sempre più competitivi, affiancano i veterani della prima e più popolosa classe di windsurf che negli anni ’70 e ’80 è stata la regina delle regate amatoriali di tavole a vela in tutto il mondo, con flotte numerosissime, e dal 2018, con l ‘adozione del nuovo e più performante Windsurfer LT, è in continua crescita: combattiva e divertente, inclusiva e basata sulle abilità e sulla tattica piuttosto che sull’attrezzatura, la Windsurfer Class mantiene le caratteristiche che ne fanno un evergreen. Sono 32 gli juniores che affronteranno il mare prospiciente le dune di sabbia di Porto Pino. Per loro si testerà l’apposita categoria 4.7, che prevede la possibilità di utilizzare vele ridotte e proporzionate al peso.
Dopo la practice race di mercoledì 27, si entra nel vivo della regate da giovedì alle ore 14, quando gli atleti saranno sulla linea di partenza alla conquista del titolo da assegnare al compimento della Course Race (previsto un massimo di 9 prove, un primo scarto dopo la quarta e un secondo al compimento dell’ottava) e, come da lunga tradizione, delle gare di Slalom, Long Distance e FreeStyle.
Tra i partecipanti, gli  attuali  campioni in carica, nelle rispettive categorie a seconda del peso: i laziali Andrea Marchesi (anche campione europeo), Luca Frascari, Peppe Barone, Celine Bordier e il siciliano Alessandro Alberti (oro ai campionati del mondo). Numerose le flotte “regionali” in particolare dalla Sicilia, con Vincenzo Baglione dello storico circolo Albaria e i cugini Marco e Massimiliano Casagrande, e Katerina Babikova; dalla Toscana arriva Alessandro Torzoni (già campione del mondo); dal Lazio Lorenzo Pavolini, Nicola Spadea e Edoardo Thermes, da Pescara il team guidato da Andrea Papa.
Nutrita la flotta sarda del Windsurfing Club Cagliari con Alberto Congiu, Alberto Sanjust, Giulia Clarkson, Roberto Spinelli, Alberto Diaz, Roberto Medici e gli juniores Enrico Niola e Riccardo Poledrini, e degli olbiesi con, tra gli altri, Davide Gessa, Angelo Usai, Roberto Soro, Gabriele Spano e Giorgio Spano.
L’organizzazione del campionato è resa possibile anche grazie alla sensibilità degli sponsor: Wella, Boomerang, Svr e Flector.