FIOM-FSM-UILM e CUB: «Sider Alloys, si convochino i tavoli a livello regionale e nazionale, urgono risposte, subito!»
«Sideralloys: si convochino i tavoli a livello regionale e nazionale, urgono risposte, subito!»
Le Segreterie territoriali FIOM-FSM-UILM e CUB hanno diffuso una nota nella quale evidenziano con forte preoccupazione, «il ritardo oramai accumulato nel revamping dello stabilimento di produzione di alluminio primario ex Alcoa; stabilimento, che dal febbraio 2018 è di proprietà della Sider Alloys, con una partecipazione di Invitalia e dei lavoratori. L’accordo sottoscritto nel dicembre 2017 tra il ministero dello Sviluppo economico e la Regione Sardegna, prevedeva il 31 dicembre 2023 come termine ultimo di questo programma. Certamente il consuntivo, ad oggi, non è dei migliori; la pandemia prima, e la guerra poi, hanno di fatto giustificato i ritardi con cui si è provveduto al revamping. Allo stesso tempo le incertezze politiche, i cambi di governo negli ultimi anni, hanno di fatto cambiato i rappresentanti nei ruoli ministeriali, con conseguenti ritardi nelle risposte da dare ad un stabilimento dichiarato da anni strategico. I previsti investimenti-finanziamenti nazionali, regionali e privati, sono rimasti per gran parte inattuati».
«Ad oggi, si è provveduto all’avvio di una sola Terna in Fonderia, mentre nel Reparto Sala Elettrolisi e nel reparto Rodding, ancora non si è avviato il tanto atteso revamping; nella stessa Conversione, rimangono molte lacune – aggiungono le Segreterie territoriali FIOM-FSM-UILM e CUB -. Nell’ultimo incontro con la Sideralloys avvenuto il 29 agosto c.a., abbiamo ricevuto conferma da parte dell’azienda, che è in attesa di un finanziamento da parte delle Banche, con garanzia SACE, ritenuto talmente imprescindibile per il rilancio degli investimenti, da ipotizzare che in caso di disattesa del finanziamento, verranno prese delle decisioni drastiche. Cosa significa “decisioni drastiche?” In primo luogo, la mancata conferma di 16 lavoratori assunti a tempo determinato (scadenza il 30 settembre) e poi l’apertura della CIGS.»
FIOM, FSM, UILM e CUB pretendono «il rispetto degli impegni assunti in precedenza al fine di procedere all’assunzione dei lavoratori attualmente in mobilità in deroga. La dichiarazione di riduzione del personale e di possibile apertura di CIGS, è in contrapposizione con le ipotesi di rilancio, è una preoccupazione che deve essere affrontata. Rischia di rendere inutili i tanti investimenti fatti sino ad oggi, compresi gli ultimi milioni di euro, con cui la Regione Sardegna ha finanziato i corsi formazione mirati al ricollocamento dei lavoratori in mobilità; investimento, quest’ultimo, che dovrebbe rafforzare gli accordi che sottintendono la rioccupazione dei lavoratori compresi nei cerchi concentrici, e non quelli dettati da “marchette elettorali”, come ogni tanto accade».
Per la gravità in cui vive il Territorio, le organizzazioni sindacali ritengono ingiustificabile che il MIMIT, non risponda alle richieste avanzate dalle Segreterie nazionali per discutere della vertenza Sider Alloys, che è ben lontana da essere considerata risolta e ritengono la convocazione al MIMIT, fondamentale per conoscere il futuro dello stabilimento e avere dal Governo le garanzie annunciate precedentemente, soprattutto in considerazione dell’ultima visita in stabilimento da parte di Invitalia (fine agosto), della quale non abbiamo ricevuto nessun tipo di comunicazione.
FIOM, FSM, UILM e CUB territoriali, non intendono attendere ancora e «chiedono l’immediato interessamento da parte della regione Sardegna (a tal proposito è stata avanzata una richiesta di incontro alle Commissioni Lavoro e Industria) per arrivare a discutere del futuro dello stabilimento di alluminio primario al MIMIT immediatamente, perché Sider Alloys, non è una vertenza chiusa e se l’azienda non rispetta quanto sottoscritto, ognuno si dovrà assumere le responsabilità di ciò che sta accadendo. Per tali ragioni, la convocazione del tavolo istituzionale al MIMIT, ai massimi livelli, è fondamentale per garantire la validità degli accordi firmati e in che modo, gli investimenti, fatti e da fare, siano ancora validi. Per queste ragioni, le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici, in caso di disattesa dei tavoli richiesti, sono pronti a rimettere in campo le mobilitazioni dei lavoratori.»