27 November, 2024
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Domenica prossima 26 novembre, dalle ore 10.00 alle 12.00, si terrà una visita guidata alla scoperta di monumenti e curiosità del centro cittadino di Carbonia, con la sua architettura razionalista, tipica delle “Città di Fondazione”, organizzata dal Consorzio Sistema Culturale Sardegna. Su concessione straordinaria dell’Amministrazione comunale, in occasione di questo appuntamento, verrà aperta al pubblico la Torre Civica, ex Torre Littoria, sede della Casa del Fascio, simbolo più rappresentativo del periodo fascista carboniense. L’incontro con i partecipanti si terrà in Piazza Roma, sotto la Torre, alle ore 10.00.

Questo il link del video preparato per la promozione su Facebook: https://fb.watch/nLFJMgyXk6/

E’ richiesta la prenotazione contattando i numeri 0781 1860812 – 340 2689043 (anche whatsapp) o scrivendo una mail all’indirizzo museicarbonia@gmail.com .

Il deputato del Partito democratico Silvio Lai interviene dopo l’annuncio fatto stamane dalla Portovesme srl di spostare ad un altro sito il progetto pilota Li Demo.
«Un altro fallimento del ministro Urso, dimenticati i tavoli di crisi in Sardegna nel silenzio di Solinas Glencore ha deciso di spostare fuori dall’Italia il progetto pilota Li Demo, elaborato dai tecnici della Portovesme Srl sulla produzione di carbonato di Litioscrive in una nota il parlamentare del Pd -. L’incertezza sui tempi delle autorizzazioni di Valutazione di Impatto Ambientale da parte della Regione hanno portato a questa decisione che non apprezziamo ma comprendiamo. Ai ritardi della Giunta regionale si accompagna la disattenzione del Governo Meloni che a parole dice che non ostacola chi produce e in realtà si occupa solo di fare propaganda senza realizzare alcun fatto. Solo per stare in Sardegna nessuna risposta a Eph sul progetto di investimento a Fiumesanto, nessuna convocazione della cabina di regia prevista per legge sulla chimica verde, nessuna risposta sui costi energetici dell’isola esclusa dai bonus metano, zero assoluto per il Nord come per il Sulcis dove non si registra nessuna iniziativa su Glencore come su Eurallumina messa nelle condizioni di rischio dal commissariamento e oggi in attesa dell’addendum fondamentale per il prosieguo degli investimenti. Dopo un anno di Governo Meloni nessun atto concreto.»
«Per quanto ci riguardaconclude Silvio Lai depositeremo nelle prossime ore una interrogazione sulla vicenda del progetto Li Demo per capire se oltre ai ritardi della Regione ci siano ritardi e paralisi da parte del ministero competente su una iniziativa industriale sperimentale che si muoveva sul solco della decarbonizzazione e della transizione ecologica ed energetica e che l’Italia ha deciso di perdere nella inesistente politica industriale nazionale, tutta rivolta alla negazione della realtà e caratterizzata dalla totale assenza di una visione.»

«Le preoccupazioni che avevamo esternato si sono puntualmente concretizzate: nella riunione di stamattina la Portovesme srl ha comunicato che il progetto pilota Li Demo non si farà a Portovesme ma in un altro insediamento industriale fuori dall’Italia. La corretta decisione di sottoporre il progetto alla procedura di valutazione di impatto ambientale si è scontrata, motivo delle nostre preoccupazioni, con l’assenza di certezza dei tempi, condizione inaccettabile per chiunque voglia fare impresa. Il progetto non verrà trasferito certamente in Stati dove non esistono norme a tutela dell’ambiente, ma in uno Stato con le norme giuridiche simili all’Italia.»

Lo scrivono in una nota, i segretari territoriali Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL, Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi.

«La decisione comporta la perdita di 27mila ore lavoro per l’installazione da parte delle imprese d’appalto e l’utilizzo di 20/30 lavoratori direttiaggiungono -. Il paradosso sarà che l’impianto verrà realizzato con know-how progettato dai tecnici della Portovesme srl e forse realizzato dagli stessi tecnici. Siamo di fronte ad una situazione inaccettabile, da un lato si spinge e lavora per avviare il processo di decarbonizzazione e dall’altro si rallentano tutti i piani che si inseriscono nell’ambito della transizione energetica; a oggi non esiste neppure una normativa che regolamenti l’utilizzo delle materie critiche. Riteniamo che il legislatore debba intervenire su questa materia per dare gli strumenti normativi al decisore tecnico.»

«La politica Regionale e Nazionale la finisca di buttare la palla in tribuna e dica con chiarezza se si vuole fare ancora industria nel Paese, nel rispetto delle norme ambientali certamente ma con la certezza dei tempi e una legge quadro di riferimento chiarasottolineano Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi -. L’unica nota positiva emersa nella riunione odierna è che Glencore ha confermato la volontà di proseguire lo sviluppo del progetto definitivo sul litio a Portovesme, ma attenzione se rimane l’attuale atteggiamento di Regione e Governo fatto di sola diffidenza senza indicare percorsi in linea con il percorso europeo recepito recentemente con la votazione delle Commissione Industria del Senato il destino appare segnato.»

«Francia e Germania, intanto, intervengono sul prezzo dell’energia con azioni a favore delle aziende energivore rendendo l’Italia sempre meno competitiva, la Sardegna propone soluzioni giuridiche inattuabili come la golden power. Una politica industriale fallimentare concludono i tre segretari territoriali Filctem-CGIL, Femca-CISL, Uiltec-UIL -. E’ necessaria una convocazione immediata del tavolo nazionale sulla vertenza della Portovesme srl, richiesta inviata formalmente dal gruppo di lavoro tecnico lo scorso 10 ottobre, ancora oggi senza risposta.»

«E’ stata presentata, alla presenza degli organi di stampa, la prima bozza del programma della coalizione di centrosinistra, frutto del lavoro intenso di oltre cento persone in rappresentanza dei partiti, dei movimenti e delle associazioni, coordinati da dieci autorevoli esponenti della cultura e della politica sarda.»

Lo scrive, in una nota, Sinistra Futura, una delle forze politiche che compongono la coalizione di centrosinistra che ha scelto Alessandra Todde quale candidata alla Presidenza della regione per le elezioni del 2024.

«La bozza, che prevede 150 azioni specifiche destinate a cambiare profondamente la Sardegna e a rispondere ai bisogni delle persone, delle forze produttive, delle associazioni di cittadini, sarà oggetto di una consultazione con tutti i soggetti della società: sindacati, organizzazioni economiche, categorie professionali, operatori del terzo settore, singoli cittadinisi legge ancora nella nota di Sinistra Futura -. Né il programma di governo né la candidata alla Presidenza della Regione derivano da scelte calate dall’alto, ma sono frutto di un grande lavoro di squadra che ha coinvolto e continuerà a coinvolgere la società sarda, quella organizzata in forme associative e quella costituita da singole persone che intendono partecipare al processo di rinnovamento della Sardegna. Con uno spirito unitario e con un impegno continuo, Sinistra Futura ha partecipato a tutti i tavoli programmatici, apportandovi idee e proposte, anch’esse frutto di un’azione collettiva che ha rimesso in movimento energie e passioni diffuse in tutti i territori della nostra isola.»

«Tale impegno proseguirà nelle prossime settimane, durante le quali – insieme alla candidata Alessandra Todde – dovrà essere esperito ogni tentativo per ricostituire e allargare la coalizione, avendo come base, come enunciato fin dall’inizio, le scelte programmatiche, che devono costituire e rappresentare quell’unità nella diversità più volte proclamata. È nel confronto e nel dialogo, non nella polemica infinita, che si può raggiungere tale obiettivo. Sinistra Futura auspica, perciò, che si dia vita rapidamente a una forma organizzativa efficace, senza preclusioni verso alcuna organizzazione politica o sociale, ad eccezione di quelle che, finora o a partire da oggi, hanno sostenuto o sostengono il fallimentare governo della destra che ha ridotto la Sardegna nelle condizioni miserevoli in cui si trova», conclude la nota di Sinistra Futura.

Assunzione a tempo determinato di sette lavoratori da impiegare nel cantiere di Sant’Antioco per l’aumento, la manutenzione e la valorizzazione del patrimonio boschivo. A breve l’Aspal pubblicherà il bando pubblico ma, sin da adesso, per gli aspiranti è consigliabile di munirsi della certificazione ISEE in corso di validità e di SPID o tessera sanitaria.

Il comune di Sant’Antioco ha richiesto all’Agenzia sarda Politiche attive del lavoro CPI di Carbonia, l’avviamento a selezione per:

  • 6 operai comuni – Personale non qualificato addetto alla manutenzione del verde;
  • 1 operaio qualificato – Operatore alla motosega.

La determinazione di approvazione dell’avviso e il relativo schema saranno pubblicati nei prossimi giorni sul sito di ASPAL https://agenziaregionaleperillavoro.regione.sardegna.it/ e dello stesso sarà data adeguata pubblicità sul sito del comune di Sant’Antioco https://comune.santantioco.su.it/

Al fine di consentire la partecipazione alle procedure di selezione entro i termini che verranno indicati  nei prossimi giorni, si invitano gli interessati a premunirsi:

  • della certificazione ISEE in corso di validità;
  • dello SPID o della  TS-CNS (tessera sanitaria).

Giovedì 23 novembre, alle ore 18,00, presso la Sala Remo Branca di Piazza Municipio, a Iglesias, l’Associazione Argonautilus presenta Cristina Caboni e il suo nuovo romanzo “La collana di Cristallo” (Garzanti). Nell’occasione verrà scoperto qualcosa di più sul segreto che lega la protagonista a un diario in cui sono custodite geniali formule per lavorare il vetro e a una donna di Murano vissuta nel secolo scorso.
In dialogo con l’autrice: Maria Tiziana Putzolu Mura – Consigliera di Parità della Regione Sardegna ed Eleonora Carta.
L’evento è parte della #FieraOFF della Fiera del Libro di Iglesias 2023 Mappe, con il patrocinio del comune di Iglesias.
La Fiera del Libro di Iglesias è un progetto ArgoNautilus&011solution

Una grande serata dedicata ai campioni dello sport e ai giornalisti che raccontano le loro gesta è quella vissuta oggi al Teatro Centrale di Carbonia, scelta quest’anno per l’ormai tradizionale consegna dei premi Ussi 2023.

Tre ore intense, in una sala gremita, che hanno avuto come autentico fiore all’occhiello la partecipazione di Claudio Ranieri, allenatore del Cagliari, che ha ricevuto il premio Davide Astori, da Renato e Bruno Astori, riconoscimento attribuito a un personaggio del mondo del calcio, che possa sposare gli stessi valori portati avanti nella sua carriera da Davide.

 

Tantissimi i campioni premiati, dall’olimpionico Filippo Tortu (non presente, ha inviato un messaggio video di ringraziamento) a Dalia Kaddari, copresentatrice per l’occasione, dall’altro olimpionico Lorenzo Patta (anche lui non presente ha inviato un messaggio video) a Stefano Oppo, i rappresentanti del Cagliari Calcio, della Dinamo Sassari con lo storico capitano Jack Devecchi. Il grande Gigi Datome non ha potuto essere presente e anche lui ha inviato un messaggio video di saluti e ringraziamenti.

 

Gli altri premi Ussi 2023 sono stati assegnati al campione europeo junior iqfoil Federico Pilloni, al pesista Sergio Massidda, a suor Silvia Carboni ex calciatrice, agli arbitri di calcio di serie A Antonio Giua e Giuseppe Collu, al campione del mondo di paratrap Oreste Lai, alla mezzofondista Claudia Pinna, al giudice sportivo della Serie B di calcio Ines Pisano, al ct della nazionale italiana di pallatamburello Giovanni Dessì, alla presidentessa della Fondazione Giulini Ilaria Nardi, alla campionessa italiana universitaria di taekwondo Sarah Longoni, alle squadre Sarroch e Cus Cagliari di volley, alla Catalana Alghero baseball, alla Raimond Sassari pallamano, alla Quattro Mori femminile di tennistavolo, Maracalagonis di badminton.

I premi del comune di Carbonia, rappresentato dal sindaco Pietro Morittu e dagli assessori Giorgia Meli e Manolo Mureddu, sono stati assegnati al campione di mountain bike Davide Palazzari, al pattinatore Alessio Mannai e all’atleta speciale Luciano Scandariato. Premi anche per Marco Lecis del parahockey, per il pilota Giuseppe Pirisinu, per la nuotatrice Francesca Zucca e per il ciclista sulcitano Emiliano Murtas.

   

Tra i destinatari dei premi Ussi 2023 anche ai giornalisti di Sky Veronica Baldaccini (per lei è stato un ritorno nella sua città d’origine) e Giorgio Porrà. Un riconoscimento è andato anche al giornalista Ignazio Caddeo che ha vinto la sua battaglia contro un serio problema di salute e conta di riuscire a tornare presto al suo lavoro.

Il Premio Joseph Vargiu, dedicato al pugilato, è stato assegnato alla Sulcis Boxe Team, in paerticolare per il lavoro svolto con i giovani.

Sono intervenuti alla serata i presidenti della Federazione nazionale della stampa Vittorio Di Trapani, dell’Ordine dei giornalisti Sardegna Francesco Birocchi, del Coni Sardegna Bruno Perra.

Vittorio Di Trapani e Francesco Birocchi hanno partecipato, con gli arbitri Antonio Giua e Giuseppe Collu, al giudice sportivo della serie B di calcio Ines Pisano, e al presidente di Ussi Sardegna Paolo Mastino, ad un breve dibattito su varie tematiche dello sport.

   

Nel corso della serata sono state affrontate le tematiche legate al ruolo delle donne nello sport e nella vita di tutti i giorni, con riferimento ai fatti di cronaca più recenti sui femminicidi. E il sindaco di Carbonia ha ricordato la battaglia contro la Sla del cronista sportivo Renato Scanu, presente in sala.

L’evento, organizzato con la collaborazione del comune di Carbonia e dell’Associazione Sturmtruppen, ha avuto il patrocinio di Regione Sardegna, Ussi, Ordine dei Giornalisti Sardegna, Federazione nazionale della stampa, Assostampa Sardegna, Coni Sardegna, Università di Cagliari.

I premi Ussi Sardegna sono stati dedicati a Davide Astori, Mario Mossa Pirisino, Joseph Vargiu, Gianfranco Fara, altri sponsorizzati da Fondazione di Sardegna, Aci Sassari, Banco di Sardegna.

Hanno contributo all’organizzazione e allo svolgimento della serata, il comune di Carbonia; l’assessorato regionale Sport, Cultura, Spettacolo; Coni Sardegna; Figc Sardegna; Fondazione di Sardegna; Banco di Sardegna; Aci Sassari; Sturmtruppen; Cantina di Santadi; Medianet Carbonia; Lù Hotel Carbonia; Cattleya fiori e piante Cortoghiana; Elektra Service Carbonia; Venus Dea; L’arcobaleno; Fabio Murru fotografie; Cambio immagine Cagliari; Ceramiche Nioi Assemini; Agis Cad.

Giampaolo Cirronis

Grande partecipazione, a Teulada, alla Festa dell’albero, organizzata dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Angelo Milia, con la collaborazione dell’Istituto Comprensivo “Taddeo Cossu” e il Corpo forestale, nell’ambito della Giornata nazionale degli alberi.
Nel corso della mattinata gli alunni della Scuola dell’Infanzia hanno piantumato le piantine offerte dall’Ente Forestas nel Giardino comunale; poi gli alunni della Scuola Primaria e della Secondaria di 1° grado hanno piantumato le piantine, offerte sempre dall’Ente Forestas, presso il campo sportivo polifunzionale.
«E’ stata una bellissima e emozionante giornata in occasione della Giornata Nazionale dell’Alberoha detto il sindaco, Angelo Milia -. Con la graditissima partecipazione dei bambini, ragazzi, docenti e collaboratori scolastici dell’Istituto Comprensivo Taddeo Cossu, abbiamo messo a dimora diverse piantine gentilmente offerte dall’ente Forestas. Le piantine sono state collocate nel giardino del Municipio e presso il Parco Sport. Complimenti vivissimi e un grandissimo ringraziamento agli studenti per i bellissimi lavori svolti, le canzoni e la lettura di poesie che ci hanno ricordato l’importanza della tutela dell’ambiente e il valore inestimabile degli alberi. Grazie a loro ha aggiunto Angelo Milia -, queste iniziative diventano giornate davvero speciali.»
«Il dono di una piantina ad ogni studente intende far comprendere quanto sia importante il “rispetto” della natura e degli alberi, nell’auspicio che questo valore fondamentale possa trovare posto nell’animo delle nuove generazioni, anche nelle relazioni sociali, affinché comprendano l’importanza del “rispetto” per il prossimo, la parità di genere ed il rispetto per le opinioni, le idee e le scelte delle altre persone. Ringrazio inoltre per la presenza e la preziosa collaborazione il Corpo forestale, i carabinieri, la Polizia locale e le autorità militari», ha concluso il sindaco di Teulada.

Una giornata di studio sulle responsabilità professionali nella gestione della cartella clinica, organizzata dalla Direzione medica dei Presidi Ospedalieri, si è svolta a Carbonia negli spazi della Grande Miniera di Serbariu, Sala conferenze Sotacarbo, il 30 ottobre 2023.

Alla giornata di studio, moderata dal dirigente medico legale e risk manager Andrea Della Salda, sono intervenuti il dirigente medico della Direzione del Presidio Sirai Cristiana Cardia, il professore ordinario Francesco De Stefano, medico legale dell’Università degli Studi di Genova, il dirigente delle professioni sanitarie Antonello Cuccuru, il dirigente medico legale Maria Maddalena Mele, il Tecnico di Radiologia Medica e Specialista in DIS/MIS-PACS Management, Tecnologie in Diagnostica per Immagini e Telemedicina Alessio Urgenti e la Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza Paola Massidda.

Il tema, di stretta attualità e di largo interesse in una sanità sempre più multimediale, ha coinvolto oltre 100  professionisti, tra dirigenti medici, infermieri, ostetriche e fisioterapisti.

I lavori della I sessione sono stati introdotti dalla Direttrice sanitaria degli Ospedali di Carbonia e Iglesias Giovanna Gregu, che ha evidenziato come la cartella clinica, oltre ad una indubbia valenza medico-nosologica ed epidemiologica, ha poi anche un importante rilievo giuridico, sotto vari profili e non ultimo, negli ultimi anni, ha assunto grande valore amministrativo. La direttrice ha messo in risalto che, per migliorare la disponibilità di informazioni, snellire il lavoro dei sanitari e favorirne i processi decisionali, occorre una riconsiderazione estesa e approfondita dell’intera cartella clinica: lavoro impegnativo che può sortire positivi risultati solo a condizione che vi sia una convinta partecipazione delle molteplici professionalità interessate

Nel primo intervento, il dirigente medico Cristiana Cardia, ripercorrendo un singolare excursus storico della nascita della cartella clinica, ha spiegato che non esiste una normativa unitaria che disciplini i contenuti e chiarisca la modalità di compilazione della cartella clinica: esistono diverse indicazioni in differenti documenti quali DPR, DM, Circolari ministeriali , DPCM, inoltre i Codici deontologici di medici e infermieri sono intervenuti nel disciplinare la questione e anche la Corte di Cassazione si è pronunciata in materia, per definire quale deve essere il contenuto della cartella clinica e quali sono i requisiti di validità e le responsabilità ad essa connesse. Il Ministero della Sanità nel 1992, ha definito  la cartella clinica come uno ”Strumento informativo individuale finalizzato a rilevare tutte le informazioni anagrafiche e cliniche significative relative ad un paziente  e ad un singolo episodio di ricovero”.

Fatta salva questa definizione, la dirigente ha precisato che la cartella clinica è un insieme di documenti in cui è registrato da medici e infermieri un complesso eterogeneo di informazioni sanitarie, anagrafiche, sociali, ambientali, giuridiche  aventi lo scopo di rilevare il percorso diagnostico terapeutico di un paziente al fine di predisporre gli opportuni interventi sanitari e di poter effettuare indagini scientifiche, statistiche, medico legali.

Nell’ambito delle attività della Direzione medica dei due nosocomi del Sirai e CTO, il controllo delle cartelle ha evidenziato diverse criticità: per tale motivo si sta costruendo una scheda di verifica della compilazione della cartella clinica e un manuale operativo che potrà fungere da supporto per migliorare la qualità del documento.

Infatti, la legge 133/2008 capo IV art 79 prevede che: «Al fine di realizzare gli obiettivi di economicità nell’utilizzazione delle risorse e di verifica della qualità dell’assistenza erogata, secondo criteri di appropriatezza, le regioni assicurano, per ciascun soggetto erogatore, un controllo analitico annuo di almeno il 10 per cento delle cartelle cliniche».

I prossimi mesi vedranno la Direzione degli Ospedali di Carbonia e Iglesias impegnata in attività di controlli sanitari per verificare l’utilizzo corretto e migliore delle risorse del SSN al fine di ottenere i risultati migliori in termini di sicurezza, efficacia ai costi più bassi possibili.

I lavori sono proseguiti con l’intervento del dirigente delle professioni sanitarie della ASL Sulcis Iglesiente, Antonello Cuccuru,  che ha presentato un’analisi retrospettiva delle cartelle infermieristiche non compilate adottate dalle 15 UU.OO. Nel lavoro, sono state sottoposte a valutazione 15 cartelle infermieristiche non compilate, raccolte dall’Ufficio di Staff delle Professioni Sanitarie,  relative alle Unità Operative dei 2 Ospedali della ASL Sulcis Iglesiente.

L’audit retrospettivo sulla qualità delle cartelle adottate ha messo in evidenza diverse criticità. In particolare, è stato sottolineato che spesso non si raccolgono dati essenziali, che quelli che si raccolgono non vengono sempre utilizzati e che le informazioni importanti, quelle vere che servono per programmare l’assistenza e conoscere il paziente, continuano ad essere trasmesse a voce e far parte di quella memoria labile e soggettiva, che si esaurisce nello spazio di un turno.

Il dirigente infermieristico, ha quindi specificato che, se la cartella deve diventare uno strumento di documentazione che dimostra anche ciò che è stato fatto, non solo a fini amministrativi ma per aumentare la conoscenza sul paziente, va tenuto presente che spesso le informazioni importanti non si ricavano dalla somma degli interventi o dagli esami eseguiti, ma soprattutto dalle parole del paziente, dalle intuizioni, dalle reazioni, dalle impressioni espresse dagli infermieri e dai medici.

Per il dirigente infermieristico, uno di problemi principali dell’infermieristica è sicuramente la mancanza di un modello teorico di riferimento universale. Malgrado questo però, esistono delle informazioni che devono essere raccolte al fine di poter rilevare i bisogni assistenziali della persona. La diversità nei modelli infermieristici non impedisce la standardizzazione di un unico modello per l’accertamento infermieristico.

Alla luce di tale analisi, è stato proposto un nuovo modello di cartella infermieristica basato sul modello concettuale della teorica del nursing Marjory Gordon e l’adozione di una tassonomia condivisa di diagnosi infermieristiche.

Nel terzo intervento, il tecnico di radiologia Alessio Urgenti ha presentato uno possibile spaccato dove l’innovazione tecnologica che ha interessato la società moderna, negli ultimi vent’anni, ha apportato un enorme modificazione degli stili di vita, del modo di comunicare, del modo di studiare e recepire ma anche, soprattutto, nel modo di curarsi. In sanità, infatti, il passaggio dall’analogico al digitale ha messo stabilmente in moto il legame sinergico fra tecnologie e sistemi organizzativi, caratterizzati da un imprescindibile legame di interdipendenza funzionale nei processi di cura.

Secondo l’esperto di tecnologia sanitaria, la macchina della digitalizzazione all’interno della sanità ha prodotto finora risultati davvero ragguardevoli ma, data la natura della sfida, la strada è ancora molto lunga e presenta ancora, da certi punti di vista, diversi aspetti deficitari.

Nell’introdurre la cartella clinica elettronica (CCE), il tecnico ha precisato che se fino a qualche anno fa, la CCE sembrava partire solo ed esclusivamente dalle strutture ospedaliere e ai reparti, oggi si sta arrivando ad nuovo modo di integrare tutti dati di un processo di cura che riguarda i pazienti.

I vantaggi della CCE sono oramai noti, tuttavia, permangono molti freni alla sua adozione standardizzata e alcune funzionalità faticano a diffondersi. Se da una parte diagnostica per immagini e vari dati del paziente relativi a ricoveri e consulenze sono oramai la regola, dall’altra gli aspetti più legati alla dematerializzazione, si pongono come freno alla propulsione di questo prezioso strumento. Gli investimenti tecnologici, sempre in aumento, devono fare i conti, infatti, con l’immensa quantità di cartaceo presente che rappresenta ancora oggi il vincolo normativo maggiore che si contrappone al decollo della CCE.

Un ulteriore aspetto di notevole importanza, in evidenza come anti-propulsore del progetto CCE, è la resistenza dell’ “utente”. Il personale, infatti, abituato a gestire la cartella clinica tradizionale, lontano da concetti di paperless, è ancora molto restio all’uso del software. La resistenza al cambiamento, dunque, può tradursi in ostacolo e rappresentare un problema e un limite organizzativo soprattutto quando l’uso della CCE viene considerato come attività secondaria all’assistenza del paziente. La strada da percorrere è quella di un progetto di CCE bottom up che deve necessariamente contare su un gruppo multidisciplinare, coinvolto in tavoli di lavoro progettuali, lontano da dinamiche impositive e fondato su di un più largo principio di collaborazione in favore di progettualità condivise trasversalmente

La prima sessione si è conclusa con l’appassionato intervento del professor Francesco De Stefano, che ha polarizzato l’attenzione sulla cartella clinica come  “Atto pubblico di fede privilegiata”. (Art. 2699 e seg. c.c.), ricordando ai presenti che quanto riportato in essa fa fede fino a querela di falso. Per questa ragione, ha aggiunto il docente universitario, i fatti devono esservi annotati contestualmente al loro verificarsi. Ne deriva che tutte le modifiche, le aggiunte, le alterazioni e le cancellazioni integrano falsità in atto pubblico punibili in quanto tali né rileva l’intento che muove l’agente atteso che le fattispecie delineate in materia dal vigente codice sono connotate dal dolo generico e non specifico.

La seconda parte della relazione è stato dedicata alla conservazione della cartella riprendendo i contenuti della Circolare Ministeriale n. 61 del 19/12/1986, che asserisce:

“Le cartelle cliniche, unitamente ai referti vanno conservate illimitatamente poiché rappresentano un atto ufficiale indispensabile a garantire certezza del diritto, oltre a costituire preziosa fonte documentale per le ricerche di carattere storico sanitario”. Le radiografie e altra documentazione diagnostica vanno conservate per 20 anni. La cartella clinica ed i documenti ad essa connessi ed annessi può essere conservata su supporto informatico secondo quanto prescritto nel D Lgs 82/05, con le modalità ivi indicate.

Per quanto concerne i reati connessi alla compilazione della cartella, il docente universitario ha ricordato l’art Art. 476 c.p. – Falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici: Il reato si realizza quando il compilatore è persona diversa da quella a cui competeva (cartella contraffatta) o quando contiene modifiche successive alla sua stesura definitiva (cartella alterata) e l’art. 374 bis – False dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria.

In questo caso, si applica la pena della reclusione da due a sei anni se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale, da un incaricato di pubblico servizio o da un esercente la professione sanitaria.

La sessione pomeridiana, moderata dal medico legale Maria Maddalena Mele, è stata aperta con l’intervento della Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) Paola Massidda.

Nel suo intervento, la Responsabile  PCT ha voluto mettere in risalto l’importanza e la necessità di una corretta compilazione della Cartella Clinica, che rileva non solo come strumento fondamentale di lavoro per gli operatori sanitari ma come un fondamentale strumento di tutela. Proseguendo nella relazione, ha ricordato l’importanza di  una cartella clinica correttamente compilata come migliore difesa, in caso di contenzioso, contro la  persistente tendenza a ricorrere alla omissione “difensiva” di tutto ciò che può far emergere a posteriori una prassi tecnicamente censurabile.

Con l’analisi delle fattispecie di reati di falso in atto pubblico, dell’inversione dell’onere della prova a svantaggio del medico in caso di cartella clinica lacunosa, si è cercato di dimostrare come la correttezza, completezza e chiarezza nella compilazione della cartella clinica riveste grande importanza e diviene di conseguenza il perno su cui ruotano la formulazione e il giudizio di responsabilità medica.

In merito alla completezza della cartella clinica è stato sottolineato come la procedura sanitaria senza il consenso del paziente è in sé illecita e quindi produttiva di un’autonoma voce di danno non patrimoniale, che prescinde dall’accertamento delle modalità di esecuzione, dalla necessità clinica dell’esecuzione dell’esame e dal nesso di causalità fra lo stesso e il danno alla salute.

Infine, è stato evidenziato come la custodia e l’archiviazione della cartella clinica rappresentino momenti fondamentali per  una corretta gestione della stessa, stante la stretta implicazione che queste fasi presentano con la tutela dei dati sensibili.

L’ultimo intervento, non certo per importanza, è stato quello del dirigente medico legale Maria Maddalena Mele con un’interessante relazione su alcuni casi clinici e i contenuti lacunosi delle cartelle che hanno stimolato l’intervento in platea di diversi dirigenti medici e professionisti sanitari.

«E’ necessario ed ormai dovrebbe essere la priorità, strutturare una campagna vaccinale mirata alla prevenzione delle infezioni respiratorie, in linea con il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023-2025. In accordo con le linee guida del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale, la Regione Sardegna offre prioritariamente la vaccinazione anti-pneumococco alla coorte dei 65enni e alle categorie di pazienti fragili, esposti a rischio di complicanze in caso di infezione. La scelta del tipo di vaccino è a carico del medico, che valuterà le condizioni cliniche del paziente.»
A dirlo è Carla Cuccu, la consigliera regionale del Gruppo Misto, segretaria della Commissione Sanità.
«Al fine di semplificare l’offerta vaccinale, i pazienti sono suddivisi in due categorie: per età o per patologia. Tale approccio facilita la gestione e la distribuzione dei vaccini, assicurando un’efficace copertura nelle categorie a rischioaggiunge Carla Cuccu -. Attualmente, la Regione Sardegna mette a disposizione nella campagna anti- pneumococco due tipi di vaccini: il Vaccino Coniugato, che stimola la risposta immunitaria attraverso la coniugazione con una proteina, e il Vaccino Polisaccaridico (PPSV23), un vaccino 23-valente che rinforza la risposta immunitaria esistente, con un’efficacia limitata nel tempo.»

«Voglio, ancora una volta, sottolineare l’importanza di avviare un protocollo organizzativo completo per rispondere alle esigenze di una campagna vaccinale su larga scala conclude Carla Cuccu -. In particolare, le vaccinazioni antinfluenzali e contro lo pneumococco sono cruciali in vista dell’inverno, e la Regione Sardegna si deve impegnare a garantire una risposta tempestiva e completa.»