I carabinieri della stazione di Uta, ieri hanno denunciato a piede libero per gestione di rifiuti non autorizzata e combustione illecita degli stessi, ai sensi di due articoli del codice dell’ambiente, un 49enne del luogo. L’uomo che in passato si era interessato per professione di smaltimento di rifiuti speciali, aveva accumulato su un proprio terreno situato nella periferia del paese, materiale vario, rifiuti speciali, tra i quali una carcassa di automobile e di diverse biciclette. Ieri, per disfarsi di questo materiale, probabilmente accumulato per conto terzi, aveva appiccato fuoco ai rifiuti, provocando un intenso fumo nero che non è sfuggito ad una pattuglia dell’Arma in normale servizio di perlustrazione.
La vertenza della Portovesme srl segnerà una tappa importante, forse decisiva, lunedì 3 aprile, quando si svolgerà un nuovo vertice che vedrà al tavolo governativo anche la multinazionale Glencore, proprietaria degli stabilimenti di Portovesme e San Gavino Monreale. Alla vigilia, le segreterie territoriali FIOM, FSM e UILM hanno diffuso una nota che ricostruisce la situazione gravissima che vede a rischio 1.500 posti di lavoro.
“Le chiusure di reparti, le iniziative e le tensioni di questi giorni sono sfociate nell’assemblea permanente dello stabilimento di San Gavino e alla occupazione di alcuni giorni del bilico sud e al conseguente blocco delle galene che la Glencore voleva indirizzare verso altre realtà – scrivono FIOM, FSM e UIILM -. Emerge con sempre maggiore forza, l’intenzione della proprietà, di trasferire in altri paesi, le produzioni di piombo e zinco; se questa volontà si concretizzasse, si tradurrebbe nella conseguente e definitiva fermata degli impianti del KSS e conseguentemente della fonderia di San Gavino, della lisciviazione, dell’arrostimento, di gran parte dell’elettrolitico…. rimarrebbero in marcia i reparti SX, una piccola parte dell’elettrolisi, ed i forni Weltz, ossia quel reparto con il maggiore ritorno economico, che brucia i famosi fumi di acciaieria.”
“Con la marcia di questo impianto, FIOM, FSM e UILM, ritengono che probabilmente la Glencore, riuscirà a sostenere economicamente (nel caso in cui venissero superati gli studi di fattibilità in corso, chissà?), sia le spese derivanti dalle annunciate riconversioni, sia quelle derivanti dalle persone che verrebbero assunte (poche!) – aggiungono FIOM, FSM e UILM -. La Glencore, otterrebbe allo stesso tempo la possibilità di mettere gli impianti in stand-by, evitando così il rischio di spese da sostenere per possibili bonifiche in caso di dichiarate fermate. Ipotesi quest’ultima rafforzata dalle ultime dichiarazioni dell’AD, secondo cui si raggiungerebbe la totale occupazione degli attuali assetti, nel caso in cui si arrivasse alla produzione del litio (tra quanti anni?).”
FIOM, FSM e UILM a fronte degli incontri importanti che si stanno realizzando in questi giorni tra governo e azienda, evidenziano, “l’importante risultato derivante dal prolungamento del credito d’imposta al 45%, che unito “all’interrompibilità semplice” di cui può godere la Glencore (così come tutte le aziende energivore del Paese), porta ad un grosso risparmio sul costo energetico, almeno per i prossimi tre mesi, appena sufficienti agli ipotetici riavvi degli impianti; risultato da attribuire all’importante lavoro svolto dai governi nazionali e regionali, che sono tuttavia ben lontani dalla soluzione strutturale di cui ha bisogno la Glencore e gli impianti di Portovesme”.
Le categorie dei metalmeccanici, a fronte dei dubbi e delle preoccupazioni sopra esposte, chiedono ai governi nazionali e regionali, “il massimo sforzo affinché le produzioni di piombo e zinco possano trovare continuità nella Sardegna SudOccidentale, in quanto materie mai messe in discussione dalla richiesta del mercato: pretendono che le conseguenti spese pubbliche, siano legate ai rilanci garantiti dei reparti, che nel corso di questi lunghi mesi sono stati progressivamente e impavidamente fermati, in modo da portare al rispetto produttivo ed occupazionale preesistente alla crisi energetica, certificando il futuro ai lavoratori diretti, indiretti e interinali, di Portovesme e di San Gavino.
Come? Nell’ordine:
1) la Glencore, a fronte delle aperture della credibilità da parte delle istituzioni, riavvi gli impianti, improvvidamente fermati.
2) Glencore dimostri rapidamente, la fattibilità delle annunciate riconversioni, dal punto di vista ambientale, produttivo occupazionale e ne garantisca la partenza in tempi legati alle graduali fermate dei reparti, in modo che il territorio non possa subire ulteriori schok derivante dalle perdite di lavoro.
3) le Istituzioni risolvano strutturalmente il problema energetico, lo faccia urgentemente, perché il tempo in questa vertenza non è una variabile indipendente, in modo che le aziende energivore non debbano abbandonare l’Italia, prassi che il nostro territorio ha subito troppe volte.”
FIOM, FSM e UILM del Sulcis Iglesiente, infine, annunciano che “vigileranno affinché queste preoccupazioni non diventino realtà, dichiarandosi, pronti a qualsiasi iniziativa nel caso in cui quanto sopra descritto si dovesse realizzare anche solo parzialmente”.
L’Aula consiliare di via Roma, a San Giovanni Suergiu, ospita questa sera, a partire dalle 19.00, la presentazione dell’opera editoriale “Vocabbolàriu Sardu Sulcitanu – Italianu”, di Silverio D’Arco, curata dal professor Mario Puddu, Giampaolo Cirronis Editore, realizzata con il contributo della Fondazione di Sardegna e il patrocinio del comune di San Giovanni Suergiu. Abbiamo intervistato il professor Mario Puddu, curatore dell’opera.
Tragedia questo pomeriggio alla periferia di Carbonia, a Punta Torretta: Fausto Congiu, pensionato 81enne, nato a Isili e residente a Giba, apicoltore hobbista, è stato colto da un malore, per cercare di respirare meglio avrebbe liberato la parte dello scafandro che gli copriva il viso e le api sarebbero penetrate all’interno, pungendolo. Una volta dato l’allarme da quanti si trovavano sul posto, sono arrivati i soccorsi, l’ambulanza del 118, i vigili del fuoco e i carabinieri ma per Fausto Congiu, purtroppo, vittima del malore, non c’è stato niente da fare.
Fausto Congiu era vicepresidente della Comunità di via Marconi e presidente del Coro Santa Cecilia.
«Cari amici, non ci sarà più l’evento programmato perché oggi è stata una brutta giornata per la nostra Comunità – si legge nella pagina Facebook della Comunità di via Marconi -. Il nostro amico Fausto, vicepresidente, è deceduto a Punta Torretta. Era lì per controllare le arnie con le api e ha avuto un malore che non gli ha dato scampo. Siamo addolorati e increduli che se ne sia andato così all’improvviso. Era una cara persona, sempre disponibile e di grande aiuto per tutti noi. Ognuno a suo modo gli dedichi una preghiera.»
Sabato 25 marzo, presso la sala polifunzionale della Residenza sanitaria Sant’Elia di Nuxis, è stato presentato il libro di Angela Borghero “My Way. Ho vissuto a modo mio”, Giampaolo Cirronis Editore.
Una vita intensa quella di Angela Borghero, condizionata dalla sclerosi multipla riscontrata dai medici all’età di 20 anni, malattia alla quale ha saputo reagire con una forza straordinaria, con il lavoro alle Poste, l’impegno nel sociale tra la Comunità di via Marconi, il Tribunale del malato, la Libreria Lilith, Punta Torretta e…tanto altro ancora. Alla presentazione, tra i tanti intervenuti, Francesco Sanna, direttore della Rsa Sant’Elia; Giorgia Pintore, psicologa della Rsa di Nuxis; Olga Pinna, animatrice della stessa Rsa; il sindaco di Nuxis Romeo Ghilleri e l’assessora Serenella Tronci dello stesso comune di Nuxis; Roberto Gibillini, assessore alle Politiche sociali del comune di Carbonia.
Un momento musicale per ricordare due maestri di cappella della fine del ‘900: il canonico Pietro Allori e monsignor Angelo Pala. A volerlo e a organizzarlo per domani (venerdì 31 marzo), a partire dalle 20.00, nella cattedrale di Santa Chiara di Iglesias, sono stati Casa Allori di Gonnesa, l’Archivio musicale dell’Angelo di Milano in collaborazione con l’associazione artistico culturale “Pietro Allori” di Iglesias e la parrocchia della cattedrale Santa Chiara. A tratteggiare la personalità e l’operato dei due sacerdoti e musicisti, il primo scomparso 38 anni fa, 10 anni fa il secondo, sarà il cardinale Arrigo Miglio.
Ci sono numeri, densità produttiva, forse persino prospettive differenti, ma oggi la vertenza dei lavoratori della Portovesme srl nel Sulcis Iglesiente è la stessa dei lavoratori diretti e indiretti dello stabilimento siderurgico di Taranto. Due tsunami annunciati, figli di politiche economiche, industriali ed ambientali scellerate, che oggi rischiano di deporre sull’altare della “transizione industriale” migliaia di lavoratori se non si troveranno soluzioni che possono essere possibili grazie agli investimenti pubblici. Ed è arrivato il momento di diventare un corpo unico.
Ne parla così il segretario generale della CGIL di Taranto, Giovanni D’Arcangelo che il prossimo 16 maggio parteciperà ai lavori del Comitato di Sorveglianza del Programma Nazionale del Just Transition Fund Italia 2021-2027 insieme alla CGIL nazionale.
Ed è proprio da quella posizione che Giovanni D’Arcangelo pone l’accento sulle due aree SIN italiana su cui il JTF Italia ha allocato ben 1 miliardo e 200 milioni di euro (367 milioni di euro per il Sulcis Iglesiente e 796 milioni di euro per Taranto).
«Come forze sindacali stiamo tentando in tutte le occasioni di avere atteggiamenti di responsabilità e collaborazione e con questo spirito lavoreremo con l’Autorità di Gestione del Just Transition Fund dal momento in cui le Organizzazioni sindacali confederali di CGIL CISL UIL hanno un ruolo ben preciso nella programmazione delle risorse europee 2021-2027 – dichiara Giovanni D’Arcangelo – ma alla responsabilità delle parti sociali va accompagnata la responsabilità delle imprese e delle istituzioni a tutti i livelli, a cominciare ad esempio dal Comune di Taranto che continua a non sentire urgente il bisogno di confrontarsi con i rappresentanti dei lavoratori su cui ricadranno le importanti scelte che si compiranno in questi mesi. Un’incertezza, dunque, che accompagna il panorama sardo e tarantino e che rende quanto mai necessario un rapporto di collaborazione più stretto tra le due aree territoriali italiane.»
«Nel Sulcis come a Taranto, dopo i danni dell’inquinamento sulla salute della comunità e dei lavoratori in particolare, dopo gli incidenti sul lavoro, resta il carico pestilenziale di licenziamenti, tagli, cassa integrazione. E’ questa la transizione “giusta” che si pensa di realizzare? – dice il segretario generale della CGIL di Taranto -. Perché se è innegabile la necessità di eliminare le fonti fossili, è altrettanto indispensabile che l’eliminazione di quelle miniere o di quei forni debba essere accompagnato da misure improcrastinabili di riqualificazione, azioni precise di upskilling e reskilling dei lavoratori e del loro ruolo nella società.»
Per la CGIL di Taranto diventa necessario, pertanto, che queste due realtà territoriali dialoghino tra loro, creando un patto tra lavoratori che abbia come obiettivo primario la dignità, i diritti, la lotta alla povertà e alla disuguaglianza per salvaguardare due terre che hanno dato molto, troppo, all’economia di questo paese e che ora meritano più rispetto e decisioni coraggiose.
La Direzione generale della Protezione civile ha avviato un’indagine conoscitiva finalizzata ad acquisire tutte le informazioni utili alla costruzione di un quadro chiaro sui piani di protezione civile approvati dai Comuni e, in data odierna, presso la sala polifunzionale di piazza Roma si è tenuto un incontro tra i tecnici della Direzione Generale della protezione civile – Servizio Territoriale di Cagliari, l’assessore con delega alla Protezione civile Piero Porcu, il Comandante della Polizia locale Andrea Usai, i tecnici e il personale comunale che presidia le funzioni dei COC (Centro Operativi Comunali), nonché i rappresentanti delle organizzazioni e delle altre strutture operative locali facenti parte del sistema di protezione civile, tra cui l’ODV Radio Club-Ser e l’ODV Athena.
«L’attenzione dell’Amministrazione comunale verso questi temi è alta e intendiamo non abbassare la guardia, come dimostra il monitoraggio costante in tema di protezione civile, la costante collaborazione con le associazioni e la funzionalità del Centro operativo comunale, che abbiamo prontamente attivato soprattutto in occasione delle forti piogge e delle situazioni caratterizzate da allerta meteo», ha detto l’assessore con delega alla Protezione Civile Piero Porcu.
Nell’incontro è stata messa in luce l’importanza delle attività di previsione, prevenzione, soccorso e superamento dell’emergenza.
L’attività di previsione punta a identificare gli scenari di rischio e, quando possibile, a preannunciare, monitorare, sorvegliare e a vigilare in tempo reale gli eventi e i livelli di rischio attesi.
L’attività di prevenzione punta a evitare, o ridurre al minimo, i danni in caso di calamità. Sono strumenti di prevenzione: l’allertamento, la pianificazione d’emergenza, la formazione, la diffusione della conoscenza di protezione civile, l’informazione alla popolazione e l’applicazione della normativa tecnica.
L’attività di soccorso consiste negli interventi di prima assistenza alle popolazioni colpite da calamità.
Il superamento dell’emergenza consiste nell’insieme delle iniziative necessarie per rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita.
«L’occasione è stata propizia per ripercorrere la normativa nazionale e regionale in materia e verificare aspetti migliorativi del nostro Piano comunale di Protezione civile», ha concluso il comandante della Polizia locale, Andrea Usai.