6 January, 2025
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Questa mattina gli studenti delle classi 5ª A e 5ª B della scuola primaria di via Roma, accompagnati dalle insegnanti Sabrina Pau ed Ornella Di Pasquale, hanno visitato la sala polifunzionale del comune di Carbonia, sede della massima adunanza cittadina, il Consiglio comunale. Ad accoglierli il sindaco Pietro Morittu, l’assessora della Pubblica istruzione Antonietta Melas ed il presidente del Consiglio Comunale Federico Fantinel, che hanno mostrato alle classi una serie di diapositive, semplici e sintetiche, che hanno consentito loro di conoscere meglio il funzionamento del comune di Carbonia, nell’intento di avvicinare i giovani – futuri pilastri della nostra città – alle Istituzioni.
Gli studenti, apparsi entusiasti e motivati, nel corso dell’incontro didattico, hanno potuto approfondire le origini minerarie della città, le funzioni del comune di Carbonia, gli edifici che lo caratterizzano, il significato dello stemma, il ruolo del Sindaco, della Giunta e del Consiglio comunale e, infine, l’importanza del senso civico e della cittadinanza attiva, da costruire attraverso la partecipazione alle iniziative che vengono organizzate in città e prendendosi cura degli spazi comuni, tenendo pulite le aree comunali ed evitando di gettare rifiuti e cartacce. Una serie di buone prassi da seguire fin dalla più giovane età con il prezioso supporto dei genitori e delle insegnanti.
 

Il Carbonia è tornato alla vittoria contro una delle squadre più forti del girone, il Taloro Gavoi, 2 a 0, con goal realizzati in avvio di ripresa, con Rafael Monteiro su calcio di rigore e un autogoal di Giovanni Luppu su conclusione di Fabio Mastino.

Entrambe le squadre, nel corso del girone d’andata, hanno coltivato il sogno di agganciare il treno dei play off ma la marcia spedita di Budoni e Sassari Calcio Latte Dolce, hanno fatto svanire questo sogno, ponendo tra la seconda e la terza un margine molto ampio, oggi 14 punti, doppio rispetto al massimo consentito dal regolamento per dare corso ai play off tra le squadre classificate dal secondo al quinto posto dietro la prima promossa direttamemte in serie D.

Il Carbonia ed il Taloro Gavoi, comunque, stanno dimostrando di avere ancora forti motivazioni. Diego Mingioni, ha dovuto fare a meno di capitan Nicola Serra, influenzato, e degli infortunati, Mattia Pitzalis, Andrea Mastino e Niccolò Agostinelli, i primi due usciti dal campo per infortunio nel turno infrasettimanale a Budoni, ma la squadra biancoblù è apparsa subito più propositiva. La prima mezz’ora è stata priva di pericoli per le due difese e le prime occasioni le ha costruite il Carbonia, al 31’ con una bella azione manovrata, conclusa con un tiro fuori misura da Gabriele Dore e subito è stato Nicola Muscas a trovarsi in buona posizione per battere a rete, ma non l’ha sfruttata.

Il Taloro Gavoi ha cercato di proporsi in avanti ma ha trovato pochi spazi tra le maglie dell’attenta difesa del Carbonia, che va ricordato, con 28 goal subiti è la meno battuta dopo quelle delle due capolista Sassari Calcio Latte Dolce (27) e Budoni (25). La quarta, il Ghilarza, ne ha subito ben 39. Le squadre sono andate al riposo sullo 0 a 0.

Al ritorno in campo dagli spogliatoi, il Carbonia ha pigiato subito forte il piede sull’acceleratore e in 10’ ha messo al sicuro il risultato. Al 50’ Nicola Muscas ha ricevuto il pallone in area, Giovanni Luppu nel tentativo di impedirgli di voltarsi e calciare a rete lo ha agganciato e l’arbitro, ben piazzato non ha avuto dubbi e ha fischiato subito il calcio di rigore, trasformato poi in maniera impeccabile da Rafael Monteiro.

Il Taloro Gavoi ha accusato il colpo, il Carbonia ha saputo approfittarne ed al 55’ ha raddoppiato: Gabriele Dore si è liberato sulla fascia destra, ha servito in profondità capitan Fabio Mastino che, una volta arrivato sul fondo, ha messo in mezzo all’area un pallone invitante sul quale si è lanciato Rafael Monteiro, e Simone Sau nel disperato tentativo di impedirgli di battere a rete da pochi passi, ha deviato maldestramente il pallone alle spalle del proprio portiere.

Mario Fadda ha effettuato subito tre cambi e la sua squadra ha cercato di imbastire una reazione una reazione ma la difesa del Carbonia non ha corso praticamente mai rischi concreti, alcune conclusioni sono terminate lontane dai pali della porta di Adam Idrissi che per il resto, sempre molto attento, ha svolto un lavoro di ordinaria amministrazione.

   

Mario Fadda ha effettuato gli ultimi due cambi a sua disposizione altri due, anche Diego Mingioni ha fatto cinque cambi nel finale, inserendo tanti giovani e ha concluso la partita con ben 6 fuoriquota del 2005. Nei minuti finali non è successo più niente oltre all’espulsione di Mauro Castro per doppia amonizione.

Carbonia: Idrissi, Mastino F., Orrù, Isaia (dal 44’ st Deluna), Hundt, Monteiro (42′ st Porcu), Prieto, Muscas (32′ st’ Fidanza), Porcheddu (48′ st Fontana), Dore (36’ st Sartini), Porru. A disposizione: Saiu, Lambronui, Frau, Mancini. All. Diego Mingioni.

Taloro Gavoi: Fadda Massimo, Soro (29′ st Dettori), Luppu (11’ st Porcu), Sechi, Sau, Castro, Pittalis (11’ st Lapia), Fois (30’ st Trogu), Pusceddu, Delussu (11’ st Fadda Antonio), Mele. A disp.; Mozzo, Sanna Paolo, Sanna Giovanni, Zucchelli. All. Mario Fadda.

Arbitro: Marco Spiga di Carbonia.

Assistenti di linea: Giuseppe Paolino di Alghero e Martino Fadda di Carbonia.

Reti: 50’ Monteiro (C) rig., 55’ Sau (TG) aut.

Ammoniti: Castro (TG), Delussu (TG), Dore (C), Fidanza (C).

Espulsi: Castro (TG) per doppia ammonizione.

Spettatori: 200.

«L’assessore regionale dei Lavori pubblici ha convocato per il 9 marzo un incontro dedicato al tema della strada provinciale n° 2. Al centro dell’incontro, a cui sono convocati la provincia del Sud Sardegna, i consiglieri regionali del territorio ed una rappresentanza delle amministrazioni locali, lo stato dei lavori, le attività pianificate, le risorse disponibili e le ulteriori risorse da reperire per attuare le misure necessarie per la messa in sicurezza della strada per quanto attiene il tratto da Villamassargia a Carbonia.»

Lo ha reso noto il capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Michele Ennas.

«Durante questa legislatura ho più volte sollevato il problema della SP2 anche attraverso interrogazioni. Ho chiesto all’assessore regionale di convocare un tavolo presso l’assessorato regionale per confrontarsi con tutti i soggetti interessati e che una parte delle risorse programmate con l’ultima manovra finanziaria per la manutenzione della viabilità provinciale vengano destinate specificatamente alla messa in sicurezza della SP2ha concluso Michele Ennas -. Da troppo tempo si attende che la strada che nel nostro territorio riveste un ruolo fondamentale, sia oggetto di lavori che garantiscano la sicurezza.»

Andrea Renzo Iesu, 22 anni (è nato a Carbonia il 10 ottobre 2000), è il supercannoniere del Villasimius, squadra dominatrice del girone A del campionato di Promozione. Ieri, nell’anticipo della settima giornata del girone di ritorno, il Villasimius ha rifilato 8 goal al La Palma Monte Urpinu e ben 4 porta la firma di Andrea Renzo Iesu, salito a quota 20 goal in 20 giornate in testa alla classifica dei cannonieri, nella quella gli attaccanti delle squadre avversarie sono lontanissimi, il primo è Matteo Cardia del Selargius, con 12 goal.

Andrea Renzo Iesu è cresciuto nel vivaio del Carbonia. Il 26 dicembre 2016 la squadra biancoblù, allenata da Fabio Piras, ha vinto la 54ª Coppa Santa Barbara, 3 a 1 in rimonta sulla Marco Cullurgioni Giba, con una sua doppietta (il terzo goal porta la firma di Fabio Biccheddu, oggi al Cortoghiana).

Nel corso di quella stagione è entrato nell’orbita della prima squadra, nelle due successive è andato a maturare le prime esperienze prima al Carloforte poi al Villamassargia, ed ha completato la maturazione fisica, mettendo su chili e centimetri che ne fanno ora un attaccante di “peso” sotto tutti i punti di vista.

Nell’estate 2019 il ritorno al Carbonia, nella super squadra allestita dalla società per dare alla scalata alla serie D. Gli spazi limitati trovati in un super attacco che aveva lo scatenato Samuele Curreli dei primi mesi, Alessio Figos e Suku Kassama Sariang, a dicembre ha preferito andare a giocare con maggiore continuità alla Monteponi, esperienza proseguita anche nella stagione successiva (ed al Carbonia, partito per Iglesias anche Samuele Curreli, è arrivato il bomber “super” dell’Eccellenza, Giuseppe Meloni).

Nell’estate 2021 il trasferimento al Cortoghiana, quindi nell’agosto 2022 l’approdo al Villasimius, per guidare il reparto offensivo di una squadra costruita per conquistare la promozione in Eccellenza regionale. Fin dalle prime giornate è maturata la sua esplosione, con goal a ripetizione, la squadra subito protagonista, giornata dopo giornata volata sempre più in alto in testa alla classifica, ora prima con 12 punti di vantaggio sulla prima inseguitrice, il Castiadas, a sole 6 giornate dalla conclusione della stagione regolare, virtualmente già promossa. L’ufficializzazione del salto di categoria potrebbe arrivare già tra due giornate, il 19 marzo, in occasione della partita casalinga con l’Orrolese (nel prossimo turno è in programma la trasferta sul campo del Cus Cagliari).

Il futuro di Andrea Renzo Iesu è ancora tutto da scrivere, ma a 22 anni, dopo l’esplosione di quest’anno, si prospetta molto importante, anche in categorie superiori.

Giampaolo Cirronis

E’ un pomeriggio di grande calcio quello che va in scena sui campi del Sud Ovest sardo per la tredicesima giornata di ritorno del campionato di Eccellenza regionale, a Iglesias, Carbonia e Villacidro. Tutte le partite avranno inizio alle 15.00.

Per la lotta per la promozione in serie D, fari puntati al Monteponi di Iglesias, dove una squadra di Andrea Marongiu, in grandi condizioni di forma, reduce da quattro vittorie nelle ultime cinque giornate e da uno squillante 5 a 1 sulla Nuorese prima del turno di riposo di mercoledì, ospita la capolista Budoni, viceversa reduce da un pari casalingo con il Carbonia, raggiunto al 92′ con un goal del suo bomber Giuseppe Meloni, giunto ormai ad un solo goal dalla vetta della classifica dei cannonieri con i suoi 18 goal, alle spalle di Mattia Caddeo del Ghilarza e Ryduan Palermo della Villacidrese, sulla stessa linea di Danilo Ruzzittu del San Teodoro Porto Rotondo. Dirige Salvatore Fresu della sezione di Sassari (l’arbitro della finale di Coppa Italia Budoni-Carbonia), assistenti di linea Daniele Marcello Bogonolo di Olbia e Francesco Serusi di Oristano.

Il Carbonia di Diego Mingioni contro il Taloro Gavoi (dirige Marco Spiga della sezione di Carbonia, assistenti di linea Giuseppe Alessandro Paolino di Alghero e Martino Fadda di Carbonia), cerca la terza vittoria del girone di ritorno, caratterizzato fin qui da 2 vittorie, 6 pareggi e 3 sconfitte, bilancio meno brillante rispetto a quello del girone d’andata. La squadra continua a produrre un buon calcio, come ha confermato quattro giorni fa a Budoni, dove è andata ad un passo dall’impresa sul campo della capolista, dopo aver espugnato il campo del Sassari Calcio Latte Dolce nel corso del girone d’andata. Anche nella partita del girone d’andata con il Taloro, a Gavoi, i biancoblù hanno sfiorato il successo, raggiunti sull’1 a 1 al 91′ da un goal di Pier Paolo Falchi, dopo essere andati in vantaggio con un goal di Andrea Porcheddu.

La Villacidrese di Graziano Mannu ospita il Li Punti (dirige Mirko Germano della sezione di Ostia Lido, assistenti di linea Annamaria Sabiu di Carbonia ed Andrea Porcu di Oristano), con l’obiettivo di riscattare la sconfitta subita mercoledì a Monastir e riprendere la marcia verso la salvezza diretta, evitando i play out. Il Li Punti ha bisogno di punti ancora più della Villacidrese, quart’ultimo con 27 punti insieme alla Kosmoto Monastir, ma è in crescita, come confermano i 15 punti conquistati nel girone di ritorno in 11 partite (contro i 12 delle 18 partite del girone d’andata che concluse all’ultimo posto solitario), frutto di 4 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte.

Sugli altri campi, si giocano le seguenti partite: Ferrini-Ossese, Ghilarza Kosmoto Monastir, Lanusei-Calangianus, Sant’Elena-Nuorese (sul campo di Villa San Pietro), Tharros-Bosa ed Arbus-Latte Dolce. Riposa il San Teodoro Porto Rotondo.

 

Stiamo tornando talmente indietro nella Sanità che ormai potremmo arrivare al III secolo dopo Cristo. Allora il tempio della Medicina e della Chirurgia era in quella costa di Turchia e di Siria che lambisce il Mar Mediterraneo. In quei tempi esisteva un problema che esiste ancora oggi: le donne con gravidanze difficili a termine spesso morivano col loro bambino. Narra una “Passio” del terzo secolo, che la giovane cristiana Margherita d’Antiochia fosse stata ingoiata viva da un mostro, in un sol boccone. La Santa, avendo in pugno la croce, che usò come tagliente, aprì il ventre al mostro e uscì dalla sua pancia viva e sana. In questa “Passio” viene descritto un fantastico parto cesareo con salvataggio del nascituro.
Per tale ragione Margherita, una volta martirizzata con la decollazione per ordine dall’imperatore Massimiano, venne dichiarata “santa protettrice delle donne in travaglio”. Da quasi 2.000 anni Santa Margherita viene venerata in tutto il mondo cristiano con lo scopo di rendere il parto più protetto. e le puerpere che si ritengono miracolate, impongono il nome di Margherita alle neonate. Questo ne spiega l’enorme diffusione tra umili e regine. Tra gli anglosassoni il nome Margherita viene contratto nelle ultime due sillabe: “Rita”. La persistenza del nome e la sua diffusione corrispondono alla persistente paura che avvolge tutt’oggi le donne a termine di gravidanza, nel momento più bello.
Non si era mai trovato, in nessuna parte del mondo, il modo di mettere in sicurezza le donne con travaglio difficile fino al 1876. In quell’anno a Pavia il dottor Edoardo Bianchi Porro, per porre fine alle stragi da parto complicato, ideò un metodo chirurgico per salvare le mamme ed i nascituri: inventò il parto cesareo a “madre viva”. La sua idea geniale consisteva nel sedare la donna con protossido d’azoto e cloroformio, aprire velocemente l’addome, legare strettamente il collo dell’utero gravido con un fil di ferro, escidere l’utero totalmente, metterlo su un tavolo, aprirlo ed esporre all’aria il bambino vivo.
Per la prima volta nella storia si salvarono la mamma, Giulia Cavallini, ed il bambino. Però c’era un problema: quella mamma, con quel tipo d’intervento, non avrebbe avuto più figli. Tuttavia, fu un grandioso successo perché fino ad allora morivano il cento per cento delle donne con parto distocico. In pochi decenni con quella tecnica, che venne adottata in Europa, Stati Uniti, Sudafrica ed Australia, la mortalità di donne e neonati calò al venti per cento. I tedeschi apportarono modifiche al metodo ma la tecnica definitiva, in uso ancora oggi, venne messa a punto dal dottor Luigi Mangiagalli dell’Ospedale Cà Granda di Milano. Era l’anno 1900. In Sardegna, per alcuni decenni il cesareo si eseguì solo al San Giovanni di Dio di Cagliari. Le donne sarde in difficoltà, da qualunque parte della Sardegna, venivano trasferite a Cagliari con viaggi avventurosi e dolorosi in treno o in automobile. Esiste un bel libro di Giacomo Mameli “Hotel Nord America” che racconta le peripezie di un gruppo di ostetriche novelle che, intorno agli anni trenta, vennero inviate in Sardegna per abbattere l’altissima mortalità di donne e bambini legata al parto e descrive i dolorosi trasferimenti delle donne di Perdas de Fogu che, per parti complicati, dovevano essere portate a Cagliari.
Negli anni ‘40 del ‘900 gli allievi chirurghi della scuola cagliaritana vennero inviati ad operare negli ospedali provinciali. Allora le città minerarie di Carbonia e Iglesias erano popolosissime e vi nascevano molti bambini. A Carbonia venne inviato il dottor Renato Meloni, che era sia chirurgo generale, che specialista in Urologia, in Oncologia ed Ostetricia. Ad Iglesias, uno dei primi a fare cesarei fu il dottor Salvatore Macciò, anch’egli chirurgo generale ed ostetrico. Questi uomini formarono numerosi allievi di valore che hanno operato nei nostri ospedali fino a poco tempo fa.
Nonostante la bravura di questi grandi chirurghi e dei loro allievi, la pericolosità del cesareo è tutt’oggi incombente.
Il problema sta nella possibile insorgenza di emorragia dalle grosse arterie uterine.
Il dottor Giòmmaria Doneddu, ostetrico al Sirai, per sdrammatizzare invitava le pazienti in attesa di partorire a rivolgere una preghiera a Santa Rita, che era esattamente la stessa Santa Margherita del terzo secolo dopo Cristo.
Non va dimenticato che il momento del parto è, comunque, un dramma che in genere si risolve con sorrisi, ma che può talvolta trasformarsi, in pochi minuti, in una tragedia. Questo è vero sempre, anche oggi, nonostante l’evoluzione tecnologica.
Le cronache giornalistiche delle prime settimane di gennaio 2023 hanno riferito di un evento tragico avvenuto nell’ospedale “Perrino” di Brindisi. Una donna di 41 anni è deceduta per complicazioni legate al cesareo. Era portatrice di una gravidanza gemellare. L’ostetrico di turno, il giorno 17 dicembre 2022 procedette al cesareo e mise al mondo i neonati. Purtroppo, dall’incisione uterina iniziò subito una imponente emorragia. L’ostetrico, davanti all’impossibilità di fermarla, chiamò in aiuto il chirurgo d’urgenza dell’ospedale e gli chiese di asportare l’utero in toto per fermare il sanguinamento. Questo fu fatto. L’emorragia si fermò ma la paziente finì in Rianimazione dove il 22 dicembre morì.
Per salvare la paziente venne utilizzato lo stesso principio ideato dal dottor Edoardo Bianchi Porro un secolo e mezzo prima a Pavia, ma con minor fortuna.
Nel caso della donna di Brindisi l’ostetrico non riuscì ad asportare l’utero perché l’infarcimento emorragico degli organi pelvici gli impediva di riconoscerne l’ anatomia e non riusciva più a distinguere, nella massa emorragica intorno all’utero, la vescica, gli ureteri, il sigma, le grosse arterie e le vene pelviche e il retto. Egli si sentì perso in quel guazzabuglio anatomico e non si sentì competente a procedere oltre. Giustamente chiamò d’urgenza un chirurgo generale, esperto in chirurgia della vescica, degli ureteri, e dell’intestino; solo così fu possibile portare a termine l’isterectomia con tecnica di dissezione anatomica. Per chi non è del mestiere, è bene spiegare che tale dissezione richiede conoscenze ed esperienza in più specialità chirurgiche. Esistono ostetrici esperti anche di chirurgia generale che lo sanno fare, ma sono dei fuoriclasse non comuni. In questi casi è necessario che il chirurgo abbia competenze in chirurgia vascolare, in chirurgia urologica, in chirurgia intestinale: tutte specialità che esulano da quelle dell’ostetrico che è un chirurgo dedicato per l’apparato riproduttore femminile. Si conclude che una paziente con un livello di gravità di questa portata ha necessità di una struttura d’urgenza adatta al trattamento dei traumi dell’addome.
Una volta fermata l’emorragia il problema non è concluso. C’è ancora da controllare lo shock emorragico e traumatico. A questo punto, entrano in gioco il reparto di Rianimazione, quello di Nefrologia – Dialisi e quello di Cardiologia.
Questo ci dice che in un ospedale dove si esegue un cesareo complicato devono essere presenti una decina di specialisti diversi tra medici, infermieri e tecnici. Si tratta di un’organizzazione che esiste esclusivamente in una struttura ospedaliera che opera ininterrottamente h24 e 7 giorni su 7, in emergenza.
Se un parto ha una dinamica fisiologica, è sufficiente l’assistenza di un’ostetrica, ma se insorgono complicazioni diventa necessario disporre di un apparato d’urgenza piuttosto complesso. La sicurezza è l’imperativo assoluto. Quando il parto si complica si scopre che in pochi minuti si può passare dai sorrisi rilassati per il lieto evento alla tragedia più insopportabile nel campo della medicina. La morte è in agguato, e strapparle mamma e bambino è difficile.
Il caso raccontato dai giornali è emblematico. La paziente si dissanguò e le vennero trasfuse 17 sacche di sangue. Ora bisogna sapere che per ogni due sacche di sangue si deve aggiungere una sacca di plasma. Se si tiene conto che una persona adulta ha in circolazione, in media, 3.800 cc di sangue, si deve concludere che alla poveretta vennero trasfusi ben 8 litri di solo sangue, oltre alle altre soluzioni in flebo.
Questo significa che la paziente aveva perso più del doppio della sua massa sanguigna totale. Pertanto, si deve concludere che tutto il suo sangue le era stato sostituito almeno due volte. Molti possono pensare che la sostituzione del sangue perso sia sufficiente a salvare la paziente. Invece, non è così. Da subito compaiono fenomeni biochimici che alterano il metabolismo delle cellule dei tessuti di tutti gli organi nobili e queste cellule iniziano a produrre mediatori chimici alterati. Tali anomali mediatori chimici disturbano profondamente la circolazione sanguigna dei capillari e la nutrizione delle cellule dei tessuti. Il loro metabolismo peggiora ulteriormente perché le cellule iniziano a metabolizzare senza ossigeno. Ciò peggiora ancor più la loro capacità di sopravvivenza e, in tutti i tessuti, inizia una specie di “suicidio di massa” delle cellule: si scatena una “tempesta citochinica” simile a quella che fa morire i malati terminali di Covid. Si tratta dello Shock per crisi del microcircolo sanguigno. Il paziente non risponde alle terapie ed è candidato a morire. Qui intervengono gli specialisti in Rianimazione. Talvolta, fanno il miracolo di fermare lo Shock, ma non ci riescono se lo shock è già in fase irreversibile. Il dramma è tremendo per il paziente ed è angosciosissimo per il chirurgo ed i rianimatori. E’ una fase in cui il paziente spesso è ancora vigile, respira e parla, e dà la sensazione che vi sia ancora speranza ma non c’è niente da fare: muore, comunque. I polmoni non scambiano più ossigeno; i reni si fermano; il fegato non lavora più; il midollo non produce più le cellule del sangue; iniziano le emorragie, le trombosi da Cid (Coagulazione intravasale disseminata) e le tromboembolie polmonari e sistemiche. Il cuore, infine, si ferma e non riparte neppure con il defibrillatore.
E’ brutto fare queste descrizioni, ma è necessario per far capire l’enormità delle difficoltà nel parto complicato.
Quale sarebbe stata la soluzione migliore che avrebbe dovuto adottare quell’Ostetrico che aveva eseguito il cesareo? Aveva adottato esattamente l’unica soluzione percorribile: chiamare il chirurgo generale d’Emergenza ed i Rianimatori.
Il chirurgo fermò l’emorragia asportando l’utero, ma lo Shock era già in fase irreversibile. Ora si può porre la domanda: in quanto tempo si passa dallo shock reversibile allo shock irreversibile? Talvolta, in poche ore, talaltra in pochi minuti.
Se l’ospedale è dotato di una Chirurgia d’urgenza ultrarapida, una Rianimazione, una Nefrologia, una Cardiologia un Centro trasfusionale con un ricco organico di personale sempre presente, vi sono speranze. Altrimenti no.
Il caso raccontato dai giornali è diventato famoso perché la paziente morì sotto Natale e perché Papa Francesco il 25 dicembre 2022 chiamò al telefono il marito della poveretta per confortarlo. Purtroppo, questi eventi non sono rari: avvengono tutto l’anno e ovunque. L’ospedale dove si consumò quel dramma è un grande ospedale regionale della Puglia paragonabile al Brotzu di Cagliari. Se il chirurgo generale d’urgenza fosse intervenuto all’inizio dell’emorragia forse avrebbe potuto salvare la poveretta perché l’ospedale era bene attrezzato per le urgenze. Scorrendo le cronache della Puglia si troverà che nei giorni precedenti era avvenuto un fatto simile nell’Ospedale regionale di Taranto.
Drammi come questo, che non si risolvono colla isterectomia, in genere vengono affrontati dai chirurghi d’Urgenza nelle ostetricie di tutto il mondo e spessissimo le pazienti vengono salvate.
Il motivo della necessità che siano immediatamente disponibili i chirurghi d’Urgenza sta proprio nella loro specifica competenza nelle emorragie traumatiche dell’addome, nei traumi vascolari e urologici.
Considerata la gravità e l’importanza sociale di questi eventi è stato istituito un Ufficio apposito del ministero della Sanità e di Agenas che monitora tali tragedie connesse al parto, i cosiddetti “eventi sentinella”. Esattamente questo ufficio ha proposto leggi speciali per regolamentare gli ospedali che hanno il servizio ostetrico e per certificarne la sicurezza.
Comunque, in mancanza d’altro ci rimane sempre Santa Margherita, la protettrice a cui ricorrevano anche le regine, basti pensare al successo che hanno in tutte le città le vie principali intitolate alla Regina Margherita di Savoia, la cui madre, nel momento cruciale della sua nascita invocò la santa e ne ebbe la protezione. Ne era molto devota la laicissima Florence Nightingale, la leggendaria fondatrice dell’Ordine internazionale delle infermiere. Quando morì volle essere sepolta nel cimitero di St Margaret of Antioch. Speriamo che alla protezione di santa Margherita si associ quella dello Stato. Probabilmente, con due protettori, le cose andrebbero meglio.

Mario Marroccu

Il mondo delle imprese del Sulcis Iglesiente e del Medio Campidano, 13mila realtà di cui 5mila artigiane con più di 14mila dipendenti, esprime solidarietà a tutti i lavoratori della Portovesme srl e dell’impianto di raffinazione di San Gavino Monreale ma anche alle piccole micro imprese degli appalti, a quelle indirettamente collegate nei due territori e, in particolar modo, a tutti i lavoratori e alle loro famiglie impegnate nella difesa del lavoro e nella salvaguardia del sistema produttivo del Sud Ovest Sardegna e del centro dell’Isola.

«Sono lavoratori come noi, che soffrono come noi e che da tanti anni come noi combattono per assicurare un futuro onesto e dignitoso alle loro famiglie e ai territori in cui vivonoaffermano Fabio Mereu, Norella Orrù e Pietro Paolo Spada, presidente, vicepresidente e segretario di Confartigianato Sud Sardegna – per questo come artigiani siamo umanamente vicini a tutti coloro che saranno impegnati in una lotta che, senza alcun dubbio e attraverso ogni lecito strumento, dovrà coinvolgere i due territori, a partire dai singoli cittadini per arrivare alla politica, alle organizzazioni sindacali e datoriali, ai rappresentanti istituzionali. Come avviene per ogni crisi territoriale e settoriale, in ogni angolo della Sardegna, questo è un problema che ci investe tutti, anche fuori i confini delle aree direttamente interessate.»

Un altro scontro diretto per l’immediato riscatto. Il calendario dà subito un’altra occasione alla Villacidrese, che domani ospita al Comunale di Villacidro il Li Punti per la 32° giornata del campionato di Eccellenza. In palio punti importanti in chiave salvezza con la squadra allenata da Graziano Mannu che proverà l’allungo in classifica.

Il tecnico potrà contare anche su Diego Alfarano, esterno arrivato a febbraio e che fin da subito ha mostrato il suo valore. Dopo il gol decisivo all’esordio contro la Ferrini per il definitivo 3-2, sono arrivati anche gli assist per i compagni.

«Mi aspettavo un impatto del genere perché mi conoscodice Diego Alfaranosono fatto così, dovevo togliermi qualche sassolino dalla scarpa per le persone che non hanno creduto in me quest’anno, mi son posto l’obiettivo di lasciare una bella impronta iniziale e così è stato. A livello personale mi sto trovando benissimo, entro in campo libero con la testa vuota divertendomi cose se stessi giocando nella piazzetta sotto casa.»

Nel turno infrasettimanale, la Villacidrese è stata sconfitta 2-1 a Monastir in una sfida importante in chiave salvezza, che tuttavia non ha compromesso il cammino della squadra: «L’ultima partita prosegue Diego Alfaranoci ha lasciato la consapevolezza che appena si alza poco poco l’asticella, come nell’ultimo quarto d’ora a Monastir, mettiamo in difficoltà qualsiasi squadra del torneo perché siamo una squadra con qualità e tanta tanta velocità. Il rimpianto c’è perché sapevamo quanto sarebbe stato importante per noi, però pensiamo già a domani, ogni partita ha una storia a sé».

La distanza sulla zona playout è rimasta invariata, ma domani ci sarà l’occasione di allungare e avvicinarsi all’obiettivo. Il Li Punti è terzultimo ed è reduce dal successo per 2-1 sulla Ferrini. «Ci aspettiamo una partita molto fisica da parte loroconclude Diego Alfaranoperò saremo agguerriti anche noi perché sappiamo che vincendo questa partita vorrà dire avvicinarci sempre di più al nostro obiettivo e viverci le ultime partite con serenità e spensieratezza».

Il calcio d’inizio di Villacidrese-Li Punti è in programma domani pomeriggio, alle ore 15.00, allo stadio Comunale di Villacidro. L’arbitro designato è Mirko Germano di Ostia Lido con gli assistenti Annamaria Sabiu di Carbonia ed Andrea Porcu di Oristano.

La gara sarà trasmessa in diretta streaming a partire dalle ore 15.00 sulla pagina Facebook della Villacidrese Calcio grazie alla produzione del media partner Directa Sport Live TV.

Spettacolo sulle onde di Buggerru dove giovedì 2 e venerdì 3 marzo si è svolto il Buggerru Surf Trophy, la prima tappa del campionato italiano juniores di surf da onda della federazione Surfing Fisw. Cinquanta atleti si sono dati battaglia in quattro categorie, con una giornata finale che ha sorpreso tutti con frangenti da favola.

La Sardegna si rivela ancora una volta una meta magica per il surf da onda. A Buggerru è andata in scena la prima gara del tour italiano dedicato alle categorie under 18, under 16, under 14 e under 12, maschili e femminili, con un’organizzazione che ha saputo offrire ancora una volta forse il premio migliore per ogni surfista: onde perfette. Il contest, messo a punto dal Buggerru Surf Club e supportato dal Comune di Buggerru e da diversi partner, è iniziato nella mattinata di giovedì. Una mareggiata che durava già da alcuni giorni stava attraversando il Mediterraneo, spingendo onde surfabili di circa un metro con vento da mare sulla spiaggia accanto al molo del porto; condizioni che sono tuttavia rimaste stabili e in leggero calo e che hanno permesso lo svolgimento di tutte le batterie iniziali. Tutto è cambiato però in meglio venerdì: all’alba il mare del Sulcis mostrava già tutta la sua bellezza offrendo condizioni da maestrale che rasentavano la perfezione e che sono andate ulteriormente a migliorare (e a crescere in termini di misura) durante l’arco della giornata.

«Abbiamo potuto contare con condizioni davvero pazzescheha commentato entusiasta il contest director e presidente del Buggerru Surf Club, Simone Espositocon due metri abbondanti in finale, un mare lungo e frangenti che hanno superato le centinaia di metri di lunghezza. È stata una bella giornata di sport, e ora faccio un grande in bocca al lupo a tutti gli atleti per il prosieguo del campionato.»

Tra le donne, hanno vinto il Buggerru Surf Trophy Magnolia Rossi (under 14); Costanza De Lisi (under 16) e Francesca Valletti Borghini (under 18). Tra gli uomini Michael Monteiro (under 12); Riccardo Gennari (under 14); Michele Scoppa (under 16) e Brando Giovannoni (under 18).

A fine gara il Buggerru Surf Club ha anche voluto organizzare una speciale gara di pulizia della spiaggia: i surf club partecipanti, timer alla mano, si sono sfidati nella raccolta di spazzatura, riempiendo in poco meno di dieci minuti dieci buste di rifiuti. Inoltre, a margine delle premiazioni del contest, si è anche tenuta l’incoronazione dei campioni 2022: Rufo Massimo Baita e Francesca Valletti Borgnini negli under 18, Samuele Ricci e Marta Begalli negli under 16, Michele Scoppa e Chiara Cuppone negli under 14 e Michael Monteiro e Caterina Congiu negli under 12.

Risultati completi Buggerru Surf Trophy:

U14 femminile: 1 Magnolia Rossi; 2 Caterina Congiu, 3 Ludovica Chila’, 4 Emma Porcu, 5 Lucrezia Andreucci, 5 Emma Ridolfini

U16 femminile: 1 Costanza De Lisi, 2 Chiara Cuppone, 3 Viola Brencoli

U18 femminile: 1 Francesca Valletti Borghini, 2 Marta Begalli, 3 Victoria Backhaus

U12 maschile: 1 Michael Monteiro, 2 Daniele Mereu, 3 Forte Rossi, 4 Alex Filosini, 5 Flavio Rombaldoni, 5 Rocco Rigliaco, 7 Leonardo Casula.

U14 maschile: 1 Riccardo Gennari, 2 Gabriele Dessì, 3 Achille Caste’, 4 Noah Cerne, 5 Tommaso Tognetti, 5 Alessandro Rigliaco, 7 Samuele Bruzzese, 7 Filippo Miglietta, 7 Emanuele Meneghello

U16 maschile: 1 Michele Scoppa, 2 Samuel Manfredi, 3 Federico Melis, 4 Nicola Manca, 5 Edoardo Poggi, 5 Samuel Cerne, 7 Giovanni Guatri, 7 Mattia Belluco, 7 Leonardo Branca, 10 Enrico Fadda

U 18 maschile: 1 Brando Giovannoni, 2 Rufo Massimo Baita, 3 Lorenzo Cipolloni, 4 Samuele Ricci, 5 Giovanni Cardinali, 5 Giacomo Rombi, 7 Leonardo Santoliquido, 7 Filippo Soliera, 7 Niccolo’ Maestri, 10 Nicolo Calatri, 10 Tommaso Scoppa.