Ignazio Locci (sindaco di Sant’Antioco): «In Sanità, Sulcis ignorato e messo ai margini, la politica regionale è colpevole: manca equità»
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Il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, interviene nuovamente nel dibattito Sulla sanità, sulle carenze del personale medico, sulla mancata risposta alla domanda di salute ormai cronica, rivolgendosi alla Giunta regionale e in particolare all’assessore della Salute, Carlo Doria, considerati responsabili del vero e proprio scempio ai servizi sanitari in corso nel Sulcis Iglesiente.
«Non trascorre giorno senza che la stampa dia notizia di reparti chiusi, aperti a singhiozzo, complete assenze di personale, medici che migrano verso altri ambiti più “altolocati” (Asl 8, Brotzu, Policlinico) lasciando scoperti i ruoli nei presidi del Sulcis – denuncia Ignazio Locci -. Le colpe di questo infinito dramma sono tutte ascrivibili alla politica regionale che in questi anni ha permesso il depauperamento dei servizi del nostro territorio creando una lunga e interminabile serie di piccoli e grandi problemi per i quali verrebbe voglia di alzare bandiera bianca e affermare chiaramente “avete vinto voi: chiudiamo la sanità del Sulcis e andiamo tutti a Cagliari”.»
Il sindaco di Sant’Antioco pone l’accento sull’oggettiva assenza di medici che talvolta viene utilizzata impropriamente quale giustificazione del male “incurabile” di cui è affetta la sanità.
«In realtà – rimarca Ignazio Locci – se è vero che i medici risultano in misura minore rispetto a quanti ne occorrerebbero, è altrettanto vero che quelli in forza nel sistema sanitario regionale vengono distribuiti malissimo, grazie a scelte deliberate e inoppugnabili: il Sulcis, i suoi presidi sanitari, vengono infatti ignorati dall’assessorato regionale della Sanità che non fa nulla per assicurare le risorse umane necessarie a garantirne il funzionamento, dirottandole nelle più prestigiose strutture del capoluogo sardo, ovvero ASL 8, Brotzu, Policlinico. Del resto, sappiamo delle difficoltà quotidiane che incontra la Direzione della ASL 7 per coprire i ruoli, far fronte alla “fuga” dei medici dal nostro territorio, ma non ci risulta che certe carenze e certi drammi si verifichino anche a Cagliari e nelle sue prestigiose strutture. Non possiamo fare finta di nulla: il Sulcis non è tra le priorità dell’assessore regionale. Il risultato è che i cittadini ne pagano un prezzo altissimo.»
Il primo cittadino di Sant’Antioco individua due soluzioni che – a suo parere – solo una politica coscienziosa, lungimirante e soprattutto equa, può adottare. «Preso atto che il problema essenziale è la carenza di medici soprattutto nei presidi del Sulcis – sottolinea Ignazio Locci – allora possono essere percorse almeno due strade. La prima è redigere bandi pubblici per il reclutamento del personale che riservino una quota di medici ai presidi di Carbonia e Iglesias, evitando la migrazione “globale” verso gli ospedali del Cagliaritano. L’altra strada è dire con atti concreti “Stop ai gettonisti”: e in questo caso occorre che la Giunta Regionale mutui il provvedimento adottato dalla Regione Lombardia, dove l’assessore Guido Bertolaso ha promosso un avviso unificato che consentirà di assumere i medici liberi professionisti negli ospedali. La Sardegna deve fare altrettanto perché con questa strategia è possibile riportare i medici all’interno del Servizio Sanitario Regionale riequilibrando un sistema scellerato che, adottato da alcune cooperative di “gettonisti”, crea forti disparità. La strada è tracciata: o si compiono scelte eque, oppure si continui a farsi beffe dei cittadini del Sulcis parlando di ospedale unico – conclude Ignazio Locci -. La verità è che per ora questa classe dirigente non è nemmeno in grado di garantire un “paio” di medici a un territorio che conta 120mila abitanti.»
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