Parlare di omofobia nel 2024 è ancora un qualcosa di complicato per via di vari punti di vista e delle definizioni che vengono date a questo fenomeno – di Nadia Pische
Parlare di omofobia nel 2024 è ancora un qualcosa di complicato per via di vari punti di vista e delle definizioni che vengono date a questo fenomeno. Per alcuni è un problema marginale, per altri non esiste parlarne, per altri ancora si tratta di comportamenti schifosi. Il 18 gennaio 2006, a Strasburgo, il parlare sullo stesso piano del razzismo, della xenofobia, dell’antisemitismo e del sessismo. Tuttavia anche se ben descritto dal punto di vista della legge la società civile non risponde in modo concreto e corretto. Più della metà degli omosessuali denuncia atti di bullismo omofobico per lo più nelle scuole.
Finché si sentiranno frasi tipo «non ho nulla contro gli omosessuali, ma non tollero che si bacino in pubblico», saremo sempre tanto lontani dall’accettazione del fatto che l’amore non ha sesso. Secondo il report annuale di omofobia.org , gli episodi di omotransofobia denunciati in Italia tra aprile 2022 e marzo 2023 sono stati 115, e hanno colpito 65 vittime, distribuite in 62 località diverse. Nel nostro ordinamento non è prevista alcuna legge che tuteli l’omofobia. Nel 2023 in Italia, tra le vittime che hanno denunciato, 50 hanno subito aggressioni singole, 32 sono state vittime di aggressioni di gruppo o in coppia. Si sono registrati 2 omicidi, 4 suicidi, 1 tentato suicidio e 76 atti non aggressivi, ma comunque di grave rilevanza penale. I dati, ovviamente, non tengono conto di tutti quei casi che, per vergogna o per paura, non vengono denunciati. A queste forme si aggiunge poi la violenza domestica, specie a danno di ragazzi giovani che si trovano costretti ad abbandonare la famiglia perché questa non accetta la loro identità. Pertanto, appare lampante la necessità di emanare delle leggi che tutelino le persone che non chiedano altro se non di vivere serenamente la propria sessualità. Tanti ed eclatanti sono i fatti di cronaca che dovrebbero far riflettere sull’urgenza di legiferare in tale direzione..
Basti pensare a Cloe, l’insegnante trans che nel giugno del 2022 si è data fuoco nel camper in cui viveva, esasperata dall’odio e sfinita dalle vessazioni subite in continuazione. Ad ottobre 2022 Chiara che decise di togliersi la vita a soli 19 anni. Sempre ad ottobre del 2022 l’omicidio di Massimo, in Sicilia, adescato per un rapporto sessuale e poi ucciso barbaramente. A marzo 2023, a Modena, è accaduto anche ad Alessandro. I report raccontano gli episodi più atroci, ma tanti sono gli atti di bullismo omofobico che vengono perpetrati ogni giorno in un clima di intolleranza di matrice culturale. Lo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dichiara: «Omofobia, biofobia e transfobia costituiscono un’insopportabile piaga sociale ancora presente a causa di inaccettabili discriminazioni e violenze, in alcune aree del mondo persino legittimate da norme che calpestano i diritti delle persone. E’ compito delle istituzioni elaborare strategie di prevenzione che educhino il rispetto della diversità e dell’altro, all’inclusione».
Alla luce di queste parole non bisognerebbe girarsi dall’altra parte ma affrontare come paese civile un semplice diritto alla libertà sessuale. Tanti gli articoli di giornale…
20/05/2022 Picchiato dallo zio a 16 anni perché gay, costole rotte e minacce.
21/05/2022 Laura discriminata perché transessuale “Lavoro negato”.
23/05/2022 Insulti omofobi sulla spiaggia di Recco.
23/05/2022 Scappata da un padre violento: «Ora posso essere me».
Giugno 2022 Lei e lei, affitto negato perché sono gay: «A casa mia voglio solo eterosessuali».
11/06/2022 Gay picchiata dal branco: «Nessuno mi aiutava».
E’ ora che si inverta la rotta e che il rispetto arrivi per tutti, a prescindere dalle loro “scelte sessuali”. E’ quello che chiedono in coro i ragazzi come Massimo Pibia, ad esempio, cittadino di Carbonia, stanco di leggere fatti di cronaca che parlano di omofobia. Non si chiede niente di trascendentale, semplicemente di poter vivere serenamente la propria sessualità. Ogni persona deve essere libera di esprimere la propria identità, senza temere discriminazioni. Tutti hanno diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza. Accettare e capire l’identità di ognuno permetterà di sopprimere molti ostacoli imposti dagli stereotipi di genere, nocivi per l’intera società. In questo modo, ogni persona sarà libera di realizzarsi pienamente, senza essere vittima di esclusione economica e sociale. Lottare per aver leggi attente, in modo che ogni persona possa accedere ai propri diritti senza discriminazioni. Perché come scrive Confucio: «Tra le persone veramente istruite non c’è discriminazione».
Nadia Pische
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