2 November, 2024
HomePoliticaRenato Soru a Santadi: «La prima promessa è rimettere al centro della politica il diritto alla salute»

Renato Soru a Santadi: «La prima promessa è rimettere al centro della politica il diritto alla salute»

L’ex presidente della Regione Renato Soru prosegue il suo programma di incontri nell’Isola, in vista delle elezioni del prossimo 25 febbraio. Oggi, a Santadi, ha partecipato ad un incontro dedicato alla “Medicina territoriale”, nel centro di aggregazione sociale, coordinato dallo scrittore Cristian Nonnis.

«La prima promessa – ha detto Renato Soru – è impegnarsi per una politica che rimetta al centro quel diritto alla salute che sta venendo a mancare in questi anni: la politica deve selezionare le persone competenti e lasciarle lavorare senza andare in corsia a cercare il consenso, perché l’unico interesse è la salute delle persone.»

L’incontro odierno è stato aperto da interventi e testimonianze di chi lavora ogni giorno in corsia o opera a stretto contatto coni malati, dai quali è emerso un quadro con poche luci e tante ombre, ancora più marcate in un territorio in forte difficoltà come il Sulcis. Il candidato presidente della Coalizione sarda ha proposto la sua “ricetta” per riportare la sanità pubblica a buoni livelli di assistenza.

«La cosa fondamentale – ha sottolineato Renato Soru è il personale sanitario: dev’essere numericamente adeguato, preparato e motivato. Oggi abbiamo pochi medici, pochi infermieri e nei prossimi anni ne mancheranno sempre di più. Quindi l’urgenza è quella di un piano straordinario che aumenti il personale al lavoro, ma bisogna anche intervenire per rendere attrattive certe specializzazioni che oggi sono poco considerate dai giovani medici e per portare più giovani a scegliere anche le scienze infermieristiche. Un altro ingrediente di una buona sanità moderna è la transizione digitale perché la grande potenza degli strumenti tecnologici di oggi può cambiare in maniera radicale l’assistenza: i dati sono un tesoro per l’adeguatezza delle prestazioni, per la ricerca scientifica e la qualità del servizio sanitario per esempio. Per esempio, grazie a un fascicolo sanitario elettronico che funziona e che viene aggiornato possiamo assicurare cure migliori e più rapide. Ma potremmo anche ottenere esami specialistici senza penare col CUP: in altre regioni non esiste più e la prenotazione degli esami passa dai medici di medicina generale.»

«Non ci vuole un’ennesima riforma dell’organizzazione sanitaria. Il problema della sanità non è l’organizzazione delle ASL. Ci teniamo quella che abbiamo e dobbiamo farla funzionare. Anche sulla rete ospedaliera si è tanto litigato in questi anni, non sempre per ragioni nobili, e si è perso di vista che ciascuno di noi vuole essere curato il più vicino possibile a casa suaha concluso Renato Soru -. Bisogna rilanciare anche la medicina territoriale, ragionando in modo positivo sulle Case di comunità: per me sono un’opportunità perché garantisci ai cittadini che ci sia sempre un medico che li possa prendere in carico. Quello che conta non è l’edificio o metterli tutti sotto lo stesso tetto, ma il sistema organizzativo che metta a frutto reti organizzative funzionali tra medici.»

La Gialeto si impone
La Polizia di Stato,

giampaolo.cirronis@gmail.com

Rate This Article:
NO COMMENTS

LEAVE A COMMENT