La Coop sociale Elan installa nel carcere di Uta un impianto fotovoltaico da 15 kw per alimentare la lavanderia industriale
Elan, che aveva già installato un piccolo impianto per la lavanderia dell’Istituto penitenziario minorile di Quartucciu nel 2016 (6 kw per i consumi elettrici residui delle apparecchiature), è tra le prime imprese in Italia a utilizzare il fotovoltaico per l’inclusione al lavoro dei detenuti.
«Lavorare all’interno di un carcere mette a dura prova le attività imprenditoriali per le maggiori difficoltà rispetto al lavoro fuori dagli istituti – sottolinea Anna Tedde -. Mi riferisco per esempio alle complicazioni per i mezzi che si occupano della consegna e del ritiro della biancheria, sempre sottoposti ad approfonditi controlli per evitare eventuali rischi tipicamente legati alla condizione carceraria: dall’evasione dei detenuti ai traffici e scambi di oggetti o sostanze vietate.»
Ad aumentare ulteriormente i costi di gestione c’è poi l’impossibilità di avere una connessione telefonica con i conseguenti disagi: «Il nostro impegno e le difficoltà che incontriamo sono però supportate e ripagate dalla collaborazione della polizia penitenziaria che quotidianamente si impegna per facilitare le operazioni di vigilanza legate alla logistica», prosegue Anna Tedde.
Gli ostacoli che la cooperativa incontra non spaventano gli operatori di Elan che, al contrario, confidano in questo ulteriore investimento, «che consentirà a Elan di raggiungere un equilibrio economico e di impegnarsi sempre di più nei progetti di inclusione sociale per i detenuti che vogliano cogliere nuove opportunità di vita all’interno della comunità», conclude Anna Tedde.
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